Un viaggio in Canada non è completo senza una visita a Stanley Park, il polmone verde di Vancouver. Essendo un’area verde pubblica, Stanley Park è una di quelle attrazioni gratuite che tutti dovrebbero vedere prima o poi. In primis – almeno per me – per le sue dimensioni: si tratta di quasi 405 ettari (Central Park, per intenderci, è 341 ettari) di bellezza naturale ai margini di una città che ha davvero tanto da dire. Stanley Park è la natura in città; Stanley Park è il trekking in città; Stanley Park è lo sport in città. Sempre per quel che mi riguarda, è quello che vorrei vicino a ogni posto dove potrei andare a vivere. Oggi vi racconto cosa fare e cosa vedere al suo interno e come organizzarvi per raggiungerlo.
Lord Stanley e la storia di Vancouver e di Stanley Park
Parlandovi di Granville Island vi dissi quanto la British Columbia sia legata ancora, in un certo senso, all’Inghilterra. Farò lo stesso raccontandovi la storia di Stanley Park. Avete mai sentito parlare di Lord Frederick Stanley, XVI Conte di Derby? Specifico perché, nella storia britannica, c’è stato un altro Lord Stanley famoso (vediamo se qualcuno indovina il secolo e di chi sto parlando). Facciamo un passo indietro in Epoca Vittoriana, momento in cui Vancouver divenne una vera e propria città. Lord Stanley (protagonista di un mio quesito mentre ero via) venne nominato Governatore Generale del Canada nel 1888. Durante il suo mandato come Governatore, durato fino al 1893, ebbe modo di girare quasi tutto il Canada. Fu il primo politico a incontrare e ascoltare fermamente la First Nation, ovvero i nativi del Canada. Stanley passò del tempo a Vancouver e decise, proprio nel suo primo anno di mandato, di trasformare quella che era una riserva militare in un parco aperto al pubblico. Donò a Vancouver quel polmone verde e, in un certo senso, restituì a quell’area il suo senso originario. Fino al 1791, anno in cui i coloni approdarono proprio nell’area di Stanley Park (vi racconto tutto più avanti), qui vivevano le tribù Squamish e non solo. Lord Stanley donò anche al Canada il più importante evento sportivo legato all’Hockey su ghiaccio.
Consigli e informazioni per visitare Stanley Park a Vancouver
Occorre partire da un’informazione fondamentale per visitare Stanley Park: la zona è immensa. Tenete questa cosa in considerazione e rapportatela alle vostre gambe e alla capacità di camminare. Dentro Stanley Park ci sono delle strade dove possono transitare le auto. All’occorrenza, quindi, chiamate un taxi. Se ingrandite la foto qui sopra, vi renderete conto dei chilometri che si possono fare solo percorrendo il Sea Wall, ovvero il perimetro esterno del parco. Al suo interno ci sono circa 120 chilometri di sentieri. Come fare per raggiungere Stanley Park dalla città? In primis, potete camminare. All’interno del parco c’è una sola fermata d’autobus e, una volta lì, ci metterete circa un quarto d’ora per arrivare ai Totem Poles, giusto per darvi un riferimento. In alternativa, sappiate che a Vancouver c’è la possibilità di acquistare il biglietto giornaliero per un servizio Hop-on Hop-Off. Questo autobus turistico fa varie fermate all’interno del parco (e poi prosegue per varie zone della città). Il mio consiglio è quello di considerare almeno 4 o 5 ore da trascorrere nel parco.
- Il parco si può frequentare dall’alba al tramonto: gli orari quindi cambiano a seconda della stagione.
- Si può girare in auto, a piedi, coi pattini, con la bici e così via.
- Restate sempre nei percorsi segnati.
- Potrebbe capitare che ci siano dei tratti di parco chiusi: spesso Stanley Park viene usato per riprese di film e serie tv. Quelli di X Files, per esempio, lì sono sempre stati di casa.
- Nel parco ci sono chioschi e ristoranti di ogni genere.
- Troverete molti bagni pubblici gratuiti.
- Portate con voi una borraccia: c’è acqua pubblica a volontà.
Cosa vedere a Stanley Park
Cosa vedere, cosa fare e come godere dello spazio verde di Stanley Park a Vancouver dipende dalla propensione personale di tutti noi. Il mio intento, nel visitare il polmone verde di questa città della British Columbia, era quello di scoprire i luoghi storici al suo interno. Eh già, anche dentro il parco più conosciuto e importante del Canada c’è della storia. Quelli che sto per raccontarvi sono i luoghi in cui mi sono fermata io. Ribadisco: al suo interno ce n’è per tutti i gusti. Quindi… trovate la vostra personale lettura di Stanley Park.
Coal Harbour
Coal Harbour è la parte di Vancouver che guarda l’inizio di Stanley Park. Si tratta, ora, di un luogo molto moderno, dove i grattacieli di vetro e acciaio la fanno da padrona. Proprio lì, si trova il Vancouver Rowing Club, il club di canottieri più antico della città. La casetta bordeaux (ok, la luce della foto non è il massimo ma vi assicuro che è bordeaux. Quel giorno pioveva, abbiate pietà di me) che si vede nella foto è la sede del club e anche la casa del custode. L’edificio è stato ricostruito ma è stato fatto esattamente sulla base di quello eretto in epoca vittoriana. Qui si trovavano gli insediamenti degli Squamish fino all’Epoca Vittoriana. Molti dei manufatti Squamish di quel periodo sono ora al Museo di Antropologia di Vancouver. Ve ne parlerò perché è un posto pazzesco.
I Totem Poles e la First Nation
Come vi dicevo prima, l’area che ora è Stanley Park era un tempo la terra delle tribù della First Nation. Ho trovato la British Columbia davvero molto rispettosa del passato nativo della zona. A tratti dire anche orgogliosa e con tanta voglia di raccontare la storia delle genti che hanno sempre vissuto da quelle parti. Stanley Park ha accolto totem della First Nation fin dal 1920. Il totem, per le popolazioni native di questa parte di continente americano, erano e sono una sorta di stemma di famiglia. Ne sono stati trovati e conservati moltissimi: essi erano posti, di norma, davanti alle case (che al tempo erano già capanne di legno) delle varie famiglie. Ogni famiglia aveva il suo totem. La zona in cui si trovano a Stanley Park vanta anche una piccola esposizione che racconta quanto sia importante tutto questo per la First Nation. Io sarei rimasta lì tutto il giorno. Informazione di servizio: nelle vicinanze dei totem poles c’è una struttura con i bagni pubblici.
Brockton Point e il suo panorama
A pochi passi dai Totem Poles si trova Brockton Point con il suo faro. Da lì avrete una gran vista sul Lions Gate Bridge e sul porto commerciale di Vancouver. Questo è un altro luogo dove, malgrado la pioggia, sarei rimasta ore. Ve l’ho già detto parlandovi di città come Bristol, Oakland o Hamburg: io amo i porti commerciali. Per me hanno un’anima tutta particolare, così come ce l’hanno i ponti. Da Brockton Point potete arrivare a piedi fino a Prospect Point, la mia prossima tappa. Sono circa tre chilometri e mezzo da fare in mezzo la natura: ne vale la pena. Anche sotto la pioggia. Per me è stato poetico.
Prospect Point e la fondazione di Vancouver
Mi piace cercare gli atti di nascita di una città: quello di Vancouver si può “leggere” a Prospect Point. Era il 1791 quando una spedizione britannico-spagnola approdrò proprio sotto il punto dove ho fatto questa foto che guarda West Vancouver. A capo della spedizione c’erano un certo Capitano José Narvaez e un certo Capitano George Vancouver. E qui abbiamo capito il nome della città. Qui vennero accolti bene dai nativi e riuscirono anche a scendere a patti con il capo nativo Capilano. La First Nation voleva aiuto militare nel caso di altre invasioni da parte di altre persone, diverse dai britannici o gli spagnoli. Non a caso, circa 70 anni dopo quel giorno, gli Stati Uniti cercarono di invadere proprio quel territorio. Gli esploratori continuarono la loro esplorazione della zona, successivamente, la Spagna si disse non interessata a quella terra e la lasciò alla Corona Britannica. Oggi Prospect Point è uno dei punti più panoramici di Stanley Park. Lì troverete anche un ristorante e i bagni pubblici. Da qui io ho preso l’autobus Hop-on Hop-Off fino a English Bay, dove il parco si chiude e si ritorna nel pieno della città. Se volete farla a piedi, avete due alternative: o tagliare nel mezzo del parco e camminare per poco più di tre chilometri. Oppure utilizzare i percorsi che tracciano il profilo esterno e camminare per 4 chilometri e mezzo.
Stanley Park, per me
Ho sempre detto di non essere fatta per vivere in città e ne sono ancora profondamente convinta. Probabilmemte mi ricrederei se potessi vivere a Vancouver, avendo a disposizione un simile spazio verde, con tanto di montagne all’orizzonte. Probabilmente quella potrebbe essere la mia città. Ho vissuto il mio giorno a Stanley Park con l’anima della storica che aveva voglia di trovare ciò che era venuta a cercare in Canada: un perché all’esistenza di Vancouver, al fatto che sia sempre stata, fin dai tempi della Regina Vittoria, un posto particolarmente apprezzato da tutti. Lord Stanley ha fatto grandi cose per Vancouver e per tutto il Canada: probabilmente è il politico del passato che accoglie ancora i più grandi pensieri positivi da parte di tutti. Stanley Park è un po’ come se fosse la sua eredità, anche se diventato parco nel primo anno del suo operato. Stanley Park è inclusione, è come se fosse un Canada in miniatura, una British Columbia in miniatura. Io ci ho visto i boschi a pochi passi dai grattacieli. Non so per voi, ma per questa è pura bellezza, pura convivenza, un puro “così va il mondo”.
Tutte le foto sono © Giovy Malfiori – riproduzione vietata.
il mondo è davvero pieno di posti stupendi che non bastano 100 vite per vederli tutti, in questo parco sicuramente ciò che vorrei vedere per primo sono i Totem, sono quelle realizzazioni che hanno una storia e un fascino tutto loro che va indagato stando ad osservarli per un pò di tempo
Ci vorrebbero almeno dieci vite per ognuno di noi!
Ecco, credo che sarei rimasta nella zona dei Totem più del previsto. Avrei scattato milioni di foto. Mi hanno sempre affascinato tantissimo, fin da piccola, quando cercavo, ignorantemente, di dare loro un significato per ogni sezione. Poi ho potuto studiarli sul sussidiario!
Tra Seattle e Vancouver ho scattato 2800 foto.