
Mangiare con qualcuno che è affine alla nostra vita è un atto di affetto (a qualsiasi livello) molto alto. Almeno per me. Mangiare e portare il mondo a tavola è ancora di più. Cucinare assieme, poi, è l’atto massimo. E non parlo solo di vita a due. Anzi, parlo proprio di momenti conviviali, un qualcosa che a mio avviso andrebbe recuperato un po’. Stare a tavola, godere delle bontà gastronomiche, chiacchierare, ridere e dimenticarsi del tempo che scorre è qualcosa da mettere nelle nostre giornate, almeno una volta al mese. Mangia quello che ti fa stare bene, fallo con chi ti fa stare bene. Oggi mi sono chiesta quale sarebbe il mio menù per una cena da viaggiatori provetti. Le scelte sarebbero troppe e quindi mi sono concentrata su un po’ di Europa che, troppo spesso, viene sottovalutata dal punto di vista gastronomico.
Pensare agli altri, cucinare: il mio menù al sapore di mondo

La mise en place – è vero – ha il suo peso in un pranzo fatto tra persone che si vogliono bene e che si apprezzano, così come ce l’ha il menù. Ci sono momenti in cui tutto il “contorno” passa in secondo piano ed è proprio uno di questi momenti che vorrei raccontarvi. Praticamente è come se vi facessi chiudere gli occhi per farvi immaginare il pranzo perfetto. Io lo farei all’aperto, senza zanzare, in uno di quei giorni in cui stai bene al sole ma ti porti comunque la felpa. Uno di quegli ultimi giorni di sandali in cui già senti il profumo delle foglie che cadono. In un giorno così, capisci quali sono le domande fondamentali per la tua vita. Per la mia sono “mangi con me?“, “parti con me?“, “cucini con me?“. E poi c’è un’affermazione: “raccontami una storia“. Una storia è per sempre, altro che diamanti. Senza divagare, il mio menù al sapore di mondo dovrebbe essere l’esatto miscuglio tra una storia e un viaggio. Ogni piatto ha un suo perché; ogni piatto si porta dietro un ricordo.
La colazione: il miglior modo per iniziare la giornata
La colazione, soprattutto in viaggio, per me è fondamentale e ve ne parlavo anche nel post di ieri su Portland. Molto spesso, la colazione che faccio in viaggio non è quella che faccio a casa. E ci mancherebbe! La mia ipotetica giornata di cibo con i miei amici inizierebbe proprio con la colazione. Convocherei gli invitati proprio a inizio giornata per mangiare qualcosa assieme e per iniziare, poi, a cucinare con un bel po’ di tempo a disposizione. Cosa mangerei? Ve lo dico subito.
Dal mondo anglosassone: le uova alla benedict
Ecco la colazione definitiva: amo uova e bacon ma, davanti alle uova alla benedict, non ci passa niente e nessuno. Quando le trovo sul menù, non c’è santo che tenga. Metterei questo piatto come proposta per la colazione per i miei amici perché non è semplice da preparare e il mio impegno racconterebbe l’affetto per loro. In secondo luogo, ricordo ancora le prime uova alla benedict mai assaggiare. Ero nel Lake District ed era la prima fase positiva, dopo un periodo difficilissimo. Stavo benissimo là e vorrei riportare quella sensazione sulla mia tavola, con i miei commensali.
Gli antipasti: un viaggio tra Canarie e Olanda (con un tocco di Messico)

L’antipasto è, spesso, una di quelle cose che ti frega a pranzo o a cena: hai così tanta fame da buttarti sopra a ogni piatto, per poi intopparti e non gustare più i primi. Gli antipasti che vi racconto oggi potrebbero essere, da soli, una bella portata per un pranzo completo. Uno arriva fresco fresco da questi giorni che sto passanto a Tenerife, uno è un bel ricordo olandese. E il tocco di Messico? Lo vedete qui sopra: un piatto di nachos è sempre un buon modo per iniziare a mangiare assieme. Ovviamente parlo di nachos fatti in casa. Cibarsi con le mani, dallo stesso piatto, per me è un atto molto intimo, quasi di fiducia.
Da Tenerife: il polpo
Un polpo cucinato a dovere, con un gusto spettacolare. Altro piatto non così facile da preparare: ci vuole mano, ci vuole tecnica, ci vuole un polpo coi fiocchi. Tutte cose che puoi trovare nei ristorantini sul mare in quel di Tenerife, di quelli con le tavole tutte diverse, con i menù con 10 proposte e basta. Di quelli in cui guardi il cameriere, ordini… e poi gli dici che “vamos a compartir” perché è quello il gusto del pranzo in compagnia. Si divide, si condivide, ci si condivide. Sempre.
Da Haarlem, Olanda: le Bitter Ballen
Il fritto, in Olanda, è una cosa seria. Mai mangiato fritti così buoni, asciutti, croccanti come in Olanda. Ovunque: dal ristorante fino al chiosco per strada. Le Bitter Ballen sono un classico dei fritti olandesi: si tratta di crocchette fatte con una sorta di besciamella, solitamente mescolata con della carne o del formaggio. Si deve il loro nome al fatto che venissero utilizzate come accompagnamento per un bicchiere di amaro. Qual è la differenza tra crocchette e bitter ballen? Sostanzialmente: la forma. Piccola curiosità: un altro paese famoso per le crocchette fatte con la besciamella (e non con le patate) è la Spagna. Sembra che siano stati proprio gli spagnoli a diffondere questa tipologia di crocchetta anche nei Paesi Bassi, all’epoca del Secolo d’Oro.
I primi: una scelta vicina e una lontana (ma diffusa in Europa)

Cucinare i primi è una delle cose che mi riesce meglio nella mia modalità “giovy cuoca“. Adoro la pasta e mi piace proporla in mille modi e adoro quando sfrigola nel forno e diffonde un profumo speciale in casa. Questa, lo ammetto, è italianità pura ma l’uso della pasta (consono… quindi cucinata come si deve) è ben diffuso in Europa. Anzi, vi dirò di più: a Oakland ho mangiato un piatto di pasta al ragù che mi ha portata a fare i complimenti allo chef.
Dall’Alto Vicentino: le tagliatelle coi finferli
Ce la mettiamo un po’ di stagionalità in questo menù, no? Per celebrare l’autunno, io scelgo delle tagliatelle fatte in casa con dei buonissimi finferli, o funghi a vostra scelta. Il piatto che vedrete qui sopra arriva direttamente dall’Anello Piccole Dolomiti, ovvero le montagne vicino alle quali sono cresciuta. L’autunno è una stagione che ben si addice a quel luogo. Fatevi un giro, così… nel caso.
Da tutta Europa: i noodles orientali
I noodles orientali sono il mio cibo salvezza in giro per l’Europa. Ovviamente di origine asiatica, si sono diffusi ovunque anche nel Vecchio Continente e sono così tanto un cibo quotidiano da essere diventati un classico anche in luoghi come Vienna, per esempio. O Berlino, giusto per citarvi due città. Perché sono il mio cibo-salvezza? Perché sono nutrienti, buoni, pieni di verdure (quando in viaggio si è in deficit) e costano il giusto. Per non dire poco. Sono un ottimo piatto da condividere.
I secondi: pesce o carne?

Personalmente sono una carnivora nata e davanti a una griglia mi sciolgo sempre. Qualsiasi senso possa avere questa frase. Una bella grigliata fra amici racconta il mondo perfetto il senso del convivio, l’attesa da colmare con le chiacchiere (e la buona birra), la voglia di ridere assieme e la bellissima occasione di mangiare con le mani. Ci sono state molte grigliate o condivisioni di carne nella mia vita. Ne ricordo una particolare in Senegal, nel Natale più intenso che io abbia mai vissuto. Il secondo che vi propongo nel mio menù, però, è l’imperatore dei miei pranzi o cene in viaggio.
Dalla Gran Bretagna: il fish and chips
Quello che vedete in questa foto è il fish & chips del Mackie Mayor di Manchester. Quando metto piede in Gran Bretagna io devo ordinare almeno un fish & chips ogni due giorni, altrimenti è sintomo del fatto che io non stia bene. Il pesce fritto accompagnato da patatine, piselli e condito con l’aceto di malto è un classico britannico e irlandese… ma qual è la sua origine? Il fish & chips è arrivato in Gran Bretagna (inizialmente in Inghilterra) all’inizio del XX Secolo con l’immigrazione russa. Furono i russi i primi a preparare questo piatto, solitamente il pranzo per i lavoratori del porto di Londra. Questo piatto si preparata con il merluzzo (cod) o con l’eglefino (haddock). Ci vuole della gran maestria per friggere alla grande.
Capitolo food truck: e se fosse lo street food a imperare sul menù?

Avete mai pensato a fare un pranzo tra amici, tutto incentrato sul cibo di strada e sulle proposte viste, magari, sui menù dei food truck in giro per il mondo? Io spesso, anche perché amo il cibo di strada. Mi è davvero di conforto in certi momenti della mia vita. Ciò che mi conforta non è la quantità bensì il gusto e, raramente, scelgo qualcosa di tanto elaborato e pieno di mille ingredienti. Quali proposte di cibo di strada sceglierei?
Il pastrami
Molti pensano al pastrami come un piatto tipicamente americano (e, in effetti, lo sarebbe anche) ma la sua origine e il suo sviluppo gastronomico sono tutti europei. Anzi, mitteleuropei. Il pastrami è nato dal modo per conservare la carne di manzo messo in atto dalle popolazioni ebraiche dell’attuale Europa dell’Est. Proprio come accadde per il fish & chips, il pastrami viaggiò fino agli Stati Uniti con gli immigrati che fuggivano dalle Guerre Mondiali. Viene considerato un piatto tipico della cucina ebraico-americana. Quello che vedete in foto è il Pastrami di Casa Largher, proposto dal loro food-truck. Una bontà fatta di carne, salsa al Trentingrana, pane fatto appositamente per il pastrami e qualche fungo fritto che non fa mai male. Una delizia.
Pane, affettati e ingredienti giusti
A volte basta davvero poco, molto poco. Il pane fatto con amore, gli affettati scelti da chi alleva bene e da chi macella e produce ancora meglio. Ci aggiungiamo un formaggio locale, una piastra che scaldi tutto e il gioco è fatto. Ah, già che ci siamo mettiamo un tocco di senape, che dona quella nota pungente che non guasta mai. Il panino che vedete è per me la quintessenza di come dovrebbe essere il cibo di strada: semplice, buono, preparato con amore. A volte un panino al formaggio è meglio di una cena stellata e pane e salame tra amici è quanto di più bello ci possa essere. I panini di Zoe Cucina, un food-truck del Monferrato che frequento una volta l’anno, sono un qualcosa di speciale. Metterei questo panino in menù per ricordare ai miei commensali il gusto della semplcità.
I dolci, at last

C’è chi dice che cucinare sia un’arte ma prepare i dolci sia scienza pura. Per me non si sbaglia: la pasticceria è l’ambito di cucina in cui occorre essere più precisi di sempre e io non faccio parte dell’ambiente dei precisini. Anzi. Per quanto riguarda la mia capacità di fare dolci, non mi lamento: a me piacciono le cose semplici, le crostate, i biscotti che sanno di burro e plumcake da pucciare nel caffè per colazione. Proprio per questo la proposta che metterei nel menù per i miei amici è un dolce un po’ particolare. Di cosa sto parlando?
Dalla Gran Bretagna: l’Eton Mess
Non so voi, ma quando io penso ai dolci torno sempre bimba. Quando ero piccola, amavo aspettare che il gelato nella mia coppetta si sciogliesse per mescolarlo tutto assieme e ottenere così un gusto dal colore e dal sapore indefinito. L’Eton Mess mi piace molto perché, intanto, mi ricorda quei momenti. Che cos’è l’Eton Mess? Si tratta di un dolce “inventato” nel college di Eton nel 1893, in occasione dell’annuale e tradizionale partita di cricket contro la Harrow School. La leggenda dice che a quel match dovesse essere servita una pavlova con le fragole. Per gioco, alcuni studenti distrussero la terrina con la pavlova mescolando tutto assieme, rompendo le meringhe, generando un vero e proprio casino (in inglese, per l’appunto, mess). L’Eton Mess è un insieme di fragole, panna e meringhe tutte mescolate assieme. A me piace molto. Lo servirei ai miei amici in una sola terrina, da condividere tutti assieme.
Tutte le foto sono © Giovy Malfiori, salvo diversamente indicato – riproduzione vietata
Wow che menù! Una bella 24 culinaria!
Io inserirei sicuramente:
gilda pintxos (hai presente i pintxos con il peperoncino, le olive e le acciughe??)
navajas alla griglia
seafood chowder
pierogi di patate saltati
cotoletta alla milanese/ wiener schinitzel
trippa alla lionese
midollo cotto sulla brace
sticky toffee pudding
Vada per le tue aggiunte! 🙂
Fantastico! Aggiungerei un chebiche peruviano e una semplice crêpe sucrée, dato che non amo molto i dolci, per cui più semplici sono e meglio è.
Il piatto che preferisco di questo menu – e che mangio anch’io in quantità se mi trovo in UK – è il fish & chips: ma come si fa a dire che la Gran Bretagna non ha tradizioni culinarie se ci han regalato questa bontà! 😉
Uh… il cevice, che bontà!
Ciao Giovy,
sempre bello rileggerti. Complimenti per le ricette e per le foto!
Grazie mille Caterina!
Un menu degno di una vera viaggiatrice, attenta alla cultura del posto visitato e sopratutto curiosa ed aperta alle novità! Le uova alle benedict ed il polpo sono i miei poatti cult nei viaggi
grazie mille Marina!
Meno male che sto leggendo il post dopo pranzo, altrimenti a quest’ora avrei una voragine al posto dello stomaco 🙂
Sono troppo curiosa di provare l’Eton Mess.. Ma si trova anche in giro per Londra?
Direi che si può trovare in tutta l’Inghilterra, soprattutto nella stagione estiva!
Al contrario di te, io farei solo dolci! E mi dispiace, ma se si parla di colazione inglese, mi fiondo sui muffin al mirtillo, anche se loro li mangiano a merenda! Magari quelli di Tesco, che adoro <3
Anche a me piacciono molto i muffin di Tesco!
Sto leggendo questo post alle 19.00 e ho una fame pazzesca. Mi piace tutto quello che hai scritto, le uova alla benedict e il fish and chips su tutti ! E’ meraviglioso questo post e molto molto appetitoso.
Grazie mille Silvia!
Un menù che fa proprio il giro del mondo! Ti farei volentieri compagnia per questo tour all’insegna di gusti e sapori del mondo! Forse salterei uova e bacon, oppure mangerei prima qualcosa di dolce!
Colazione dolce? Allora aggiungiamo del pain au chocolat. Può andare?
Amo mangiare in compagnia, passare le ore seduta a tavola chiacchierando e mi piace ancora di più cucinare insieme. Ho dei bellissimi ricordi di colazioni infinite e cene tiratardi con amici speciali in giro per il mondo. E quando sono in giro adoro provare la cucina locale, il cibo di strada, le pasticcerie. Del tuo menù mi incuriosiscono in particolare le uova alla Benedict e il Pastrami.
Io amo quei momenti in cui si perde il senso del tempo perché si sta troppo bene.
No vabbè non è che ci puoi preparare un menu così e poi non invitarci a pranzo! Tutto molto attraente tranne il fish and chips, ma io ho un ‘ ideosincrasia per la cucina inglese.
Io la amo, invece. Il fish and chips, in alcuni luoghi, è proprio arte 🙂
Mamma mia che fame Giovy! Un menù meraviglioso. Forse l’unica cosa che non mi elettrizza è l’Eton Mess ma forse solo perché non l’ho mai provato. Anzi magari appena possibile lo proverò!
Dovresti proprio assaggiarlo allora!
Quanti piatti golosi! NE ho provati diversi in giro per il mondo ed è sempre un piacere scoprire piatti nuovi. CHe bello iniziare la giornata con 2 uova alla Benedict!
Io adoro le uova alla benedict. Mi ci sarebbero volute stamattina.
I tuoi post sono sempre uno spettacolo per i sensi. Questa volta hai scatenato le mie papille gustative e la mia fantasia ovviamente. Perchè ho dovuto sentire i profumi e i sapori di quello che raccontavi chiudendo gli occhi e concentrandomi. Aspetto di riuscire a farmi una mangiata insieme a te, prima o poi. Magari quando passi da Bergamo. Che ne dici?
Grazie Raffi. Aggiungiamo qualcosa di tipicamente bergamasco? Per la mangiata… sicuramente. Prima o poi ripasso da lì.
Ma posso invitarmi a cena da te? Io adoro mangiare (ma non sono esattamente un fenomeno ai fornelli) per cui ammiro tantissimo chi cucina per me o per altre persone in generale. Poi amo il Regno Unito, dove mi sento a casa, per cui apprezzerei in particolare la colazione a base di eggs Benedict. Infatti sogno già la mia colazione di domenica mattina quando sarò a Londra ❤️
Considerati invitata!
Interessante questo menù, soprattutto per il polpo e il fish&chips, ho una vera passione per il pesce. Anche per me i noodles orientali sono il cibo-salvezza in viaggio, soprattutto se in un posto dove le verdure scarseggiano. Un altro cibo-salvezza in viaggio per me è l’hummus, potrei mangiarne a tonnellate. Lo preparo spesso anche a casa, in realtà.
L’unica cosa su cui non concordo pienamente è la colazione. Per me deve essere dolce, ho qualche problema a mangiare salato di prima mattina. Ma in viaggio mi adatto a tutto 🙂
Anch’io vado pazza per l’hummus.