Ci sono due tipi di foto di Bristol: quelle con l’acqua e quelle senz’acqua. Come dicevo, un viaggio a Bristol inizia solo quando si comprende di visitare una città inglese di mare senza il mare. Un viaggio in Inghilterra che abbia come Bristol il suo centro non può cominciare che dal cuore blu e colorato, quel cuore chiamato Harbourside. Cosa vedere a Bristol nella zona di Harbourside e quanto tempo tenersi per visitare questo pezzo di città? Ve lo racconto oggi, mettendo insieme un piccolo itinerario per godersi questa parte di Bristol nel modo giusto.
Dove si trova Harbourside a Bristol

La zona di Harbourside a Bristol è compresa – se dobbiamo proprio trovare una definizione – tra il Redcliffe Bridge e la Brunel Lock. Comprende sia la zona denominata ufficialmente come Harbourside che Spike Island. Il bacino portuale di Bristol, come già vi raccontavo nel primo post dedicato al viaggio che ho appena fatto, è un bacino fluviale e si trova a molti chilometri di distanza dalla foce del fiume Avon. Malgrado questa distanza e malgrado il fatto di essere su un fiume, il porto di Bristol subisce delle forti maree: il livello dell’acqua cambia anche di 12 metri. Per questo motivo, non troverete passerelle e moli fissi bensì dei “floating piers”, perfetti per permettere di salire sulle barche anche con una marea così forte e consistente.
La storia del Porto di Bristol
Ci sono cronache del X e XI Secolo che citano il porto di Bristol già come fiorente e trafficato. Si pensa che addirittura le legioni romane lo usarano ai tempi dell’occupazione della Gran Bretagna ma fu col Medioevo che la città di Bristol iniziò a prosperare grazie al fiorire del commercio. Il Porto di Bristol è stato anche il luogo di partenza per molte navi dirette in Terra Santa (e pronte a tornare da lì) durante il periodo delle Crociate. Cavalieri Templari a parte, l’Inghilterra – grazie al Porto di Bristol – instaurò dei rapporti commerciali molto forti con Portogallo, Islanda e Spagna. Come vi raccontavo in viaggio (trovate tutto ancora nelle mie stories su Instragram. C’è una raccolta proprio su Bristol → giovyfh), fu proprio Bristol il porto da cui partì Giovanni Caboto alla volta del Canada. Bristol ebbe anche un ruolo fondamentale nella lotta contro lo sfruttamento della schiavitù: le navi negriere, una volta lasciata l’Africa, attraccavano qui prima di salpare per il nuovo molto. Fu qui che alcuni intellettuali iniziarono a ragionare sull’abolizione della schiavitù. Il porto, così come lo vediamo ora, venne plasmato nel 1809 e così è rimasto fino ai giorni nostri. I magazzini del porto sono ora musei, ristoranti, luoghi da vivere. Il porto ha cambiato faccia ma resta sempre un crocevia di destini, sui volti dei quali va letta la storia di Bristol.
Cosa vedere in un giorno a Harbourside
Si può girare Harbourside di Bristol in un giorno? Direi di sì, soprattutto se siete mattinieri come me. C’è molto da vedere nella zona del porto della città e io ho iniziato proprio presto al mattino perché ci sono delle attrazioni soggette a orario ma altre assolutamente no. Per iniziare il vostro giro della Harbourside della città, vi consiglio di partire dal Pero’s Bridge, dal lato dell’Arnolfini. Questo piccolo itinerario si farà tutto a piedi, salvo un minuscolo tratto per il quale vi servirà una barca. Vi spiego tutto nei paragrafi seguenti.
Il Pero’s Bridge
Il Pero’s bridge è un ponte elastico, di quelli che si muovono un po’ quando ci cammini sopra, e rappresenta la congiunzione tra il mondo di vittoriano Queen Square e Harbourside. Io ho iniziato la mia visita da lì per aver subito, in un solo sguardo, l’impressione di ciò che ha sempre dato forma al porto di Bristol: i magazzini portuali, che lì si chiamano Shed. Gli shed sono nominati con le lettere dell’alfabeto. Il più celebre attualmente è M-Shed, del quale parleremo tra poco. Per il momento, ma solo per il momento, non passate il ponte e, dal punto in cui vi trovate, camminate un centinaio di metri alla vostra sinistra. Piccola curiosità sul Pero’s Bridge: è stato intitolato a Pero Jones, uno schiavo che venne portato a Bristol quando aveva 12 anni, a seguito della famiglia di cui era servo. Praticamente arrivò in Inghilterra da bimbo e lì restò fino alla fine della sua vita.
L’Arnolfini: l’arte contemporanea a Bristol
L’Arnolfini è il museo di arte contemporanea di Bristol. Nel 2018 è rimasto chiuso, in parte, per il rinnovo delle esposizioni e delle collezioni e riaprirà nella sua totalità a breve. Il museo nacque negli anni ’60 e venne chiamato così perchè il suo fondatore è un grande appassionato del Ritratto dei coniugi Arnolfini di Jan Van Eyck. L’entrata all’Arnolfini di Bristol è libera e il museo possiede una caffetteria e un birrificio interni molto quotati. Le gallerie dell’Arnolfini sono visitabili dalle 9 del mattino; dalle 10 nel weekend. Una volta lì, dirigetevi a pochi metri dal museo, sulla punta che guarda il porto. C’è un amico da andare a salutare.
Giovanni Caboto e Bristol
A Bristol lo chiamano John Cabot ma lui è, ovviamente, Giovanni Caboto, il navigatore italiano che scoprì Terranova e il Canada nel nome di re Enrico VII d’Inghilterra, il padre di Enrico VIII. Lo raccontavo nelle stories: Caboto andrò dai re cattolici di Spagna per farsi finanziare la spedizione. Loro risposero picche perché già in parola con Colombo e lui si consolò in Inghilterra. Il re inglese gli diede una nava – la Matthew – con la quale Caboto salpò verso il nuovo mondo. La sua statua è lì che guarda il porto di Bristol quasi malinconica. Sembra che voglia tornare a vivere la Harbourside di un tempo e che quei tempi non siano più capaci di tornare. Dall’altra parte del canale, rispetto alla statua, c’è proprio la replica (visitabile) del Matthew. Passate di lì e fate un saluto a uno dei tanti cervelli italiani emigrati all’estero in tempi ben lontani. Una voltà lì, seguite il corso del canale fino al ponte di ferro di Prince Street e attraversatelo.
M-Shed e la storia di Bristol
M Shed è il nome di un museo di Bristol molto interessante e, come altri musei in città, gratuito. Ci sono solo delle piccole eccezioni, come delle mostre temporanee, ma l’accesso al museo è gratis così come il poter salire sulla sua terrazza dalla quale fare le migliori foto del Harbourside di Bristol. M Shed si chiama così perché era il “Magazzino M” del porto di Bristol. Le benne che si trovano di fronte all’edificio sono quelle originali e hanno fatto il loro lavoro fino alla fine degli anni ’70. M Shed è un museo che racconta Bristol nel suo passato e nel suo presente. Come vi dicevo, l’ingresso è gratuito e vi consiglio caldamente di visitarlo per scoprire le tante anime di quella città.
La SS Great Britain e Isambard Kingdom Brunel
Avete mai sentito parlare di Isambard Kingdom Brunel? Un nome poco inglese per un uomo che ha fatto molto in tutta la Gran Bretagna. Era un ingegnere dalla testa particolarmente attiva. Avremo modo di parlarne. Camminando dal M Shed, lungo i docks, incontrete uno dei suoi capolavori: la SS Great Britain, il primo vero transatlantico britannico. Una nave che non so quante volta abbia visto le coste dell’Austrialia. Brunel è parte integrante di Bristol, visto che il Clifton Bridge è suo così come un pezzo delle dighe del porto. Dopo aver incontrato quel genio vittoriano, tornate un po’ indietro finché non troverete l‘attracco di una piccola barca che, in modo continuo, vi porterà sull’altro lato del porto. In alternativa, proprio dallo stesso punto, partono i giri turistici in barca del porto: durano un’oretta e vi daranno la possibilità di vedere Harbourside da un’altra prospettiva.
La Harbourside Arena
La barca piccola che vi ho consigliato di prendere altro non è che un “Caronte made in Bristol” per passare da una parte all’altra delle rive del porto di Bristol. Una volta arrivati sul lato opposto, passeggiate con calma fino a una grande pizza antistante l’edificio della Lloyd Bank, costruizione presente sul porto proprio a testimonianza della vocazione commerciale della città. Questa piazza ora viene definita “l’Arena” e viene utilizzata spesso per eventi e anche dei concerti di misura contenuta. Una voltà lì, arriverete di nuovo al Pero’s Bridge, questa volta dall’altro capo del ponte rispetto alla partenza di questo itinerario alla scoperta del Harbourside di Bristol.
Bristol Harbourside, per me
Se avessi un solo giorno a disposizione per conoscere Bristol, io mi recherei diretta verso Harbourside senza indugi e senza la paura di perdermi il meglio di questa città. Questo luogo, questo porto, è ancora il cuore pulsante di Bristol. Ora è uno di quei posti dove passeggiare, dove godere della bellissima arte, dove mangiare da soli o in compagnia, dove stare bene, dove sedersi e leggere un libro, dove fare l’esperienza di un afternoon tea come si deve. Ma non solo. Io ho voluto iniziare da lì perché davvero mi sembrava il posto giusto dove allungare la mano cordialmente e dire “piacere, Giovy, sono tornata da te“. Mi sono sentita rispondere “welcome back” nel modo più bello possibile: con un cielo azzurro intenso, l’aria fredda sulla faccia e tanta cordialità. Da provare, fidatevi.
Tutte le foto sono © Giovy Malfiori – riproduzione vietata.
Credo proprio che Bristol mi sia piaciuta tanto perché alloggiavo in questa zona e di fatto era un po’ il mio centro. Ovunque volessi andare in città (o fuori) tutto partiva (e finiva) qui. Sarà che amo le città sull’acqua e quelle in cui si avverte quell’aria di mare anche se il mare non c’è (come Amburgo). Sarà che i luoghi dove malinconia, vivacità e trasformazione si incontrano mi mettono energia.
Io sono già piena di nostalgia per quel luogo.
sembra una città davvero un sacco industriale! ma mi piacerebbe visitarla, almeno una volta!
Non del tutto: ha delle zone vittoriane che sembrano uscite da un romanzo. Ne parlerò presto.
Che meraviglia. Che meraviglia. Hai fatto delle foto stupende, da ciò che scrivi sembra un posto davvero straordinario. Conosco Bristol di sfuggita, non l’ho mai davvero “visitata” ma da ciò che leggo e vedo qui nel tuo post penso potrebbe essere un posto da adorare, per me.
Secondome Bristol ti piacerebbe molto, se ho iniziato a capire qualcosa di te.