
L’altra sera, avvolta in una coperta che sa di Scozia, ho visto Cyrano, il film di Jon Wright, interpretato alla grande da Peter Dinklage (Tyrion Lannister di Game of Thrones, tra le altre cose che ha fatto) che riprende l’opera di Edmond Ronstand, con qualche adattamento lecito e accettabile. Il film, tra l’altro, è girato in Sicilia e fa venire immensamente voglia di fare un viaggio alla scoperta di alcune parti di quell’isola. Quelle in cui impera un certo Barocco, per intenderci. Non vi voglio parlare di questo. Il film mi ha dato semplicemente lo slancio per ragionare sull’amore, a 360°. Ogni tanto torno su questo argomento perché – ça va sans dire – sono umana e credo che l’amore, per davvero, dovrebbe governare il mondo. L’amore in tutte le sue forme, anche quelle più difficili e che fanno paura. Mi sono chiesta quali fossero queste forme.
Amore, in parole
In greco antico – l’ho già scritto da qualche parte – ci sono almeno 12 termini per definire amore. Ne cito tre, giusto per non fare uno spiegone linguistico sul concetto di cui vi voglio parlare:
- έρως, Eros: non credo servano spiegazioni ma questo termine si usa quando si parla di amore passionale, fisico, che coinvolge corpo e mente in un modo poco controllato. È la perdita del controllo a caratterizzare questa parola e il suo uso.
- φιλία, Philia: altro termine che non ci è proprio nuovo. Quante parole, nel nostro tempo, contengono il concetto di Philia? Si tratta di un amore fatto di reciprocità, nonché di amore verso qualcosa che si studia, che si approfondisce.
- αγάπη, Agape: personalmente è la parola che mi è più cara in assoluto, parlando d’amore. Agape è amore incondizionato, quello che va al di là di tutto, delle difficoltà, della non-corrispondenza, della situazione che chiede a questo sentimento di mutare.
- μανία, Mania: anche questo termine non ci è nuovo. Cosa contraddistingue questo termine? Il fatto di essere legato al desidero di possesso, al di là del fatto di dare qualcosa a qualcuno.
Migliaia di anni fa, in Grecia si era già capito tutto sull’essere umano, sull’amore e sulla capacità dell’umanità di amare. Probablmente, con i tempi moderni, si sta perdendo l’uso delle parole, la capacità di comprendere i loro termini e, quindi, ciò che esprimono.
Penso a questo perché – e qui ritorno a Cyrano – mi viene in mente Christian che parla con le parole di Cyrano, quasi come fosse un catfish ante-litteram, un antesignano del “ci conosciamo in chat e poi forse ci vedremo”.
… e quindi?

Perché tutto sto discorso, Giovy? Boh, non ho contato i motivi e lo sto facendo, dentro la mia testa, solo ora che scrivo questo post. Mi trovo in un momento della mia vita molto felice – seppur molto faticoso e pieno d stress (se mi misurassero il cortisolo in questi giorni, avrei valori fuori di testa) – e mi viene da pensare a tutto il bene che mi viaggia dentro. Non posso fare a meno di interrogarmi su tutte le volte in cui è stato perfettamente circolare e quando, invece, non lo è stato. Ripenso a Cyrano e a quel suo amore – αγάπη, nel suo caso, – verso Rossana. Un amore così grande da far sì che lei ami un altro, uno che ai suoi occhi era bello e perfetto per lei. Penso a quante volte, nella mia vita, io abbia amato senza pensare di avere nulla in cambio, pensato che – dall’altra parte – fosse lo stesso. Ho dei chiarissimi esempi, davanti agli occhi, di amore di questo genere. Badate bene, non parlo solo di amore romantico. Amore, per me, è anche amicizia allo stato puro. Ve l’ho già raccontato parlandovi delle mie persone, In der Ferne. Ora che ci penso: ecco un elenco che andrebbe aggiornato aggiungendo. E non togliendo. Questo mi rende fiera dell’amore che ho verso le mie persone perché ad amore si aggiunge amore.
Dont’ Panic!

Non posso fare a meno di pensare all’amore per il mondo (sarebbe sicuramente φιλία, in greco antico), un amore al quale non rinuncerei mai, un qualcosa che mi sa far soffrire se non ho la possibilità di viverlo. Con il malanno al mio piede matto (che ora sta meglio) ne ho avuto la riprova. Penso al mio amore per la musica, che a tratti potrebbe essere quasi έρως per le sensazioni che mi dà. Senza la musica non sarei i o e penso a quante persone la musica abbia portato nella mia vita. Anche chi si dilegua senza dare un accenno di spiegazione. E mi fa sentire, a modo mio, un po’ come Cyrano: capace di guardare a chi amo con genuinità, ricevendo in cambio qualcosa che non si contemplava: quel pizzico di delusione grande come un macigno, che fa male al cuore e che fa pensare. Allora mi faccio una domanda: possibile che, al giorno d’oggi, con le conoscenze che si hanno dell’animo umano e delle relazioni, certe vicinanze facciano ancora paura? Io sono una irriducibile stronza, in molti momenti della mia vita. Mi chiedo sempre il perché delle cose e, se non le comprendo, non sto bene. Penso a quanta gente non sappia accettare tante forme d’amore per paura. Paura che genera silenzi, attese assurde, incomprensioni solo per non riuscire a dirsi “ciao” in faccia. Come sarebbe andata la storia di Ronstand se Cyrano de Bergerac avesse avuto amore per sé e quindi nessuna paura della sua condizione verso Rossana? Credo che sia una domanda che tutti, prima o poi, dovremmo porci. Ho finito il mio sproloquio per questa settimana. Domani torno a parlare di mondo, a vivere il mondo, ad amare il mondo. Per queste ultime due azioni c’è un piccolissimo tempo d’attesa. Piccolo, piccolo. Stay tuned!
Lascia una risposta