E quindi via, dal 1° al 14° parallelo, risalendo da Singapore a Bangkok, passando per la Malaysia, l’isola di Phuket e la vecchia capitale thailandese Ayutthaya. Ormai è quasi un abitudine quella di spostarsi nel sudest asiatico alla fine di Novembre. Silvia mia moglie dice che sono un pazzo che va controcorrente, si perché l’estate ce ne andiamo al fresco lungo la linea del circolo polare e oltre, mentre d’inverno emigro verso l’equatore. Non le do torto ma credo che queste ultime settimane di fine anno siano le migliori per visitare questa parte del globo. Le temperature sono sempre alte ma l’umidità si attenua e la percezione del caldo è meno violenta.
Questa esperienza nasce dunque a Singapore, una città sovrana dove sono tutti stranieri in terra propria, una realtà molto nord europea in un contesto quasi estraneo. Può capitare che passeggiando per la città si perda la concezione geografica dello spazio, si perché potresti essere ovunque ma non lì, solamente le alte temperature aiutano a ricordare che l’Equatore dista neanche 150 km a sud. E scopro che è qui che nasce il vero albero della vita, dalla folle idea di alcuni ingegneri che fondendo tecnologie rinnovabili e botanica hanno creato i supertrees, alberi fotovoltaici in grado di accumulare il calore del sole e produrre energia per l’illuminazione, interrati nel futuristico bosco artificiale del Gardens by the Bay.
Risalire lungo la penisola di Malacca è semplice e a poco prezzo si può optare per un autobus vip, capace di rendere il viaggio ancora più confortevole. Il paesaggio cambia, diventa un poco più selvaggio, avanza la foresta pluviale e se chiudi gli occhi ti sembra di rivivere in un racconto di Salgari, fino a quando si entra a Kuala Lumpur e rimani incantato da un altro notissimo skyline, con le Petronas Towers che sfiorano le nuvole, fino a un decennio fa l’edificio più alto del mondo. Assolutamente da capogiro, e da buon fotografo ammetto che la loro grandiosità verticale è una sfida assoluta: per una fotografia ben riuscita, occorre spalmarsi per terra! Meravigliosamente anche qui c’è una convivenza pacifica e collaborativa che regala al territorio una varietà di culture e di tradizioni che si mescolano soprattutto a livello culinario, si rimane stupiti da mille coinvolgenti e profumate delizie.
Lo scooter è il mezzo di trasporto più comodo, di certo economico, forse rischioso in caso di pioggia improvvisa, un acquazzone da queste parti può essere violento ma per fortuna dura poco, ci si ripara sotto una tettoia e poi di nuovo in sella. Il turismo di massa e lo sfruttamento intensivo hanno modificato l’integrità culturale e le usanze del popolo locale. Per questo mi tengo a distanza dal trafficato centro cittadino e decido di trascorrere qualche giorno al sud vicino la spiaggia di Rawai, qui si trovano i Chao Leh, gli ultimi rappresentanti di una popolazione indopacifica, pescatori di religione animista, immigrati nel Mar delle Andamane migliaia di anni fa.
Un volo domestico mi porta a Bangkok, dove prendere un taxi all’uscita dell’aeroporto richiede tempo, tutto ben organizzato ben gestito, ma richiede davvero tempo, un pò di musica in cuffia, due chiacchiere col vicino e vai con la fila! La prima cosa che si percepisce arrivando in città è il suo profumo, il cibo cotto all’aperto nei tantissimi chioschetti contribuisce ad “aromatizzare” l’ambiente, e mangiare in Thailandia è esattamente questo, sedersi ad un tavolino giusto di fianco a delle signore che mescolano o friggono in tegami enormi e vai con spiedini di pollo, pesce, maiale e zuppe profumatissime, riso o tagliolini rosolati sulla padella insieme a verdure e spezie di vario tipo.
In questi ultimi anni comunicare con casa durante un viaggio è diventato molto semplice, internet mi permette di essere sempre raggiungibile e videochiamare non costa nulla. Tuttavia questo non mi consente di staccare completamente con quella bella realtà che aspetta il mio ritorno e contribuisce a crescere quel dannato senso di nostalgia concentrato soprattutto verso un biondino di 15 chili. Per la prima volta in vita mia ho difficoltà ad andare avanti, stringo i denti (se così posso dire) e grazie ad un passaggio col motorino mi dirigo verso la vecchia capitale Ayutthaya, un patrimonio a cielo aperto, templi, stupa, Buddha sdraiati giganti e i caratteristici prang, obelischi a forma di cactus.
Ringraziamo Alessandro per il suo racconto e vi lasciamo con la gallery delle sue foto!
Sono stato l’anno scorso a Phuket. Mi è piaciuto molto. C’erano un paio di momenti imbarazzanti. Se continua a viaggiare per l'Europa, consiglio questo albergo http://wellcum.at/it/ per la sosta. Vi auguro una buona vacanza.
Mi sono innamorata di Singapore (ci sono stata l’inverno del 2018 e mi auguro di tornarci presto). Una città-Stato davvero affascinante ed eterogenea.
Anche io poi ho proseguito il viaggio in Malesia e poi in Thailandia!
Io vorrei proprio andare in Malesia.