Un anno fa, in questo periodo, stavo proprio pensando a dove passare le ferie estive. Quando parto ad organizzare qualcosa macino, macino, macino finché il mio cuore non si sente soddisfatto. E’ come se dentro di me ci fosse una certa inquietudine. Smanettavo sere su sere per metter insieme quello che avevo chiamato “Project Westmoreland” perché proprio verso quella regione inglese dal nome antico volevo dirigermi. Dicesi Westmoreland la parte dell’Inghilterra che si trova proprio sotto il confine della Scozia. Questa regione è ora divisa in due: la Cumbria a Ovest e il Northumberland ad Est. Uno dei suoi simboli è Lindisfarne.
La mia idea di viaggio era quella di fare una sorta di Coast to Coast inglese, seguendo il Vallum Adrianum e visitando il più possibile. In due settimane era un’utopia, in tre sarebbe stato perfetto. Questo progetto è ancora vivo dentro al mio cuore e mi solletica non poco. Per questo motivo eccomi qui a raccontarvi uno di quei punti che sarebbe stato un must del mio coast to coast in salsa britannica. Se girate per l’Inghilterra e dite la parola “Lindisfarne” (che si pronuncia proprio come si scrive) a qualcuno un po’ appassionato di storia, probabilmente otterrete un’espressione un po’ tra il crucciato e l’interessato.
Questo luogo è un po’ una “Caporetto Ante Litteram” per gli inglesi perché proprio da lì iniziò la seconda vera e propria invasione della Gran Bretagna. I Romani avevano già fatto la loro storia sulla Perfida Albione e ormai avevano lasciato lo spazio a molte popolazioni locali. Siamo nell’ottavo secolo, circa nel 790 o giù di lì, quando dei pacifici monaci che vivevano in un convento-castello videro arrivare delle navi. Fino a quel giorno, quel territorio era conosciuto semplicemente come Holy Island ed era abitato da una colonia monastica che costituiva un punto d’appoggio importante sia culturalmente che economicamente. I monaci erano soliti registrare gli avvenimenti e, negli annali del 793, venne registrata la prima incursione vichinga della Storia.
Probabilmente i Vichinghi se ne andavano in giro per il mondo già da un bel po’ ma nessuna cronaca aveva mai parlato di loro. Arrivavano dalle coste della Danimarca e della Norvegia e furono molto crudeli con i monaci. Il monastero venne depredato, molti monaci morirono, quelli rimasti scapparono. Da quel punto di Gran Bretagna partì una conquista che segnò profondamente territorio e popolazioni.
Fu un qualcosa di così importante che un’intera parte dell’Inghilterra venne chiamata per molto tempo Danelaw, ovvero legge danese… perché in quel territorio le leggi applicate richiamavano quelle Vichinghe e non quelle dei sovrani inglesi che sarebbero approdati sul trono. I monaci, dopo un po’ di tempo, tornarono a Lindisfarne e vi restarono finché su di loro non si abbatté la scure decisa di Enrico VIII, nel sedicesimo secolo. Ma Lindisfarne, le sue mura, la sua storia sono rimaste là, a guardia di una costa che guarda verso Nord-Est e che vuole ricordare come nessun territorio, isolano o continentale, non sia mai realmente al sicuro.
In tempo contemporanei, Lindisfarne è stata set cinematografico per molte opere. Il Macbeth di Polanski deve molta della sua atmosfera magica e intensa proprio al cielo e ai castelli del Northumberland. Io mi sono segnata tutte le location e prima o poi le passerò una ad una. Tra loro c’è anche Lindisfarne con il suo passato ben presente, la sua immagine quasi spettrale e quelle mura che, secondo me, muoiono dalla voglia di raccontare la loro storia.
Che dite? Faccio bene a tenere ancora presente il mio Project Westmoreland?
E’ o no è un buon motivo per volare a Nord dell’Inghilterra?
[Aggiornamento del 2017: poi ci sono andata in Northumberland. Era ancora più bello di quello che immaginavo.
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