
Amo fare liste e amo attaccare in giro per casa post-it con le cose che mi devo ricordare. Gli ultimi due mesi mi sono serviti un sacco per riprendere la buona vecchia abitudine di partire. Non se capiti anche a voi ma, quando passa molto (troppo) tempo tra un viaggio e l’altro, a me sembra di perdere la mia capacità di organizzare per bene un viaggio e ricordarmi ogni cosa. Uno dei vanti che mi sono sempre attribuita è quello di riuscire a partire davvero in pochissimo tempo e di organizzare un viaggio ancora in meno tempo. La pandemia negli anni in cui ha imperversato e il mio ricovero in ospedale mi hanno riportata a una condizione in cui mi sono chiesta, in ogni minuto, avrò dimenticato qualcosa? Nella do to list del viaggiatore ci sono un sacco di cose: visti da chiedere (dove richiesto), assicurazione da fare (direi sempre), cose assolutamente indispensabili da portare con sé e chissà quanto altro. Oggi provo a mettere nero su bianco la mia to do list definitiva, immaginandola come se dovessi andare in un posto distante e non facile da affrontare. Facciamo l’India?
La grande capacità di valutare la destinazione

Tra le grandi capacità che ogni viaggiatore deve avere non c’è solo il fatto di conquistare il bagno il primo giorno di viaggio. Ci siamo capiti, vero? La grande capacità che va messa in pratica ancora prima di partire è saper valutare la destinazione. La si valuta in quanto a clima, in quanto a insidie naturali ed endemiche. La si valuta in quanto a possibilità di offrire cose che potrebbero servirci come i medicinali oppure la possibilità di essere assistiti a livello medico. Quando immaginate la vostra to do list da viaggiatori, immaginatela sempre nel caso peggiore possibile. Esempio: andate in mezzo alla giungla per 3 mesi e ovviamente lì non c’è la farmacia. Imparare a pensare a cosa ci serve nel caso peggiore ci aiuterà a essere sempre più pronti nei casi migliori. Nell’ordine, la mia testa valuta:
- Clima al momento del viaggio ed eventuali differenze col clima di partenza.
Tipo quando sono andata in Senegal e fuori c’era la neve ma, al mio arrivo a Dakar, erano 26°. - Burocrazia del paese: ci metterà a dura prova o no?
- Possibilità di pagamento: si usano le carte o no? Si usano i contanti o no? Fatevi sempre queste domande.
Nel nord Europa, per esempio, è sempre più inutile cambiare i soldi (sterline per la Gran Bretagna o corone varie per la Scandinavia): meglio utilizzare le carte e, quindi, occorre averle pronte e cariche (nel caso di ricaricabili). - Sanità e cure: come sarà la situazione?
Vi ricordo che gli unici veri oracoli sono le persone che vivono in quei luoghi e il sito ufficiale della Farnesina.
To do list del viaggiatore: la richiesta del visto turistico

Una delle voci più rognose sulla to do list del viaggiatore è quella che riguarda la richiesta del visto. Immaginando che io debba recarmi nel subcontinente più grande di tutta l’Asia, richiedere un visto turistico per l’India può essere davvero burocraticamente provante. Meglio prendersi tutto il tempo necessario e capire come lo si debba richiedere. Ci vuole troppo o è troppo complicato? Esistono agenzie che si occupano di questo e non c’è nulla di male nel richiedere il loro servizio professionale. Quello che, tante volte, mi ha davvero creato un’ansia incredibile nel caso di richieste di visto per paesi lontani, è stato il dover consegnare il mio passaporto alle autorità di quel paese per l’emissione del visto. Vi è mai capitato? Per me sono stati dei giorni interminabili.
To do list del viaggiatore: l’assicurazione di viaggio

Non mi stancherò mai dirlo: assicuratevi sempre prima di partire. Ci sono assicurazioni che vi costano poco meno di una pizza e vi coprono per un sacco di incombenze, compresa la responsabilità civile che è un fattore non sempre considerato. Ci sono luoghi del mondo in cui le persone hanno la querela facile. Essere coperti – in viaggio – per questioni di responsabilità civile è tanta, tantissima roba. Potrebbe succedere di tutto: tipo che perdete l’equilibrio e cadete addosso a uno rovinandogli il vestito. Ci sono posti in cui basta chiedere scusa ma, in altri, non è così. Un altro fattore importante che cade all’interno dell’argomento assicurazione è quello legato alle cure mediche. Ricordatevi che è sempre meglio essere assicurati, anche per garantirsi il rimpatrio in ogni condizione. Last but not least, considerate sempre le attività che farete in viaggio: molte assicurazioni coprono anche problemi legati ad attività outdoor o a sport che si possono fare in viaggio.
To do list del viaggiatore: quello che non c’è

Uso il titolo di una canzone degli Afterhours per parlarvi di un altro aspetto da considerare: tutto quello che non ci sarà nel paese in cui ci recheremo. A me capita spesso di andare al supermercato o in farmacia in viaggio e comprare quello che finisco. Mi è capitato anche di partire con le scorte di alcune cose perché non le avrei trovate nel paese di destinazione. In questo argomento ricadono, senza dubbio, i medicinali di ogni tipo. Anche il farmaco più banale – che ne sono, l’ibuprofene per il mal di testa – può essere venduto in modo diverso nel paese in cui ci rechiamo: diverso dosaggio, diversa condizione per poterlo richiedere e così via. Fatevi sempre un sacco di domande e portatevi via qualcosa in più. Un discorso a parte va fatto per i farmaci salvavita o quelli che si prendono con un piano terapeutico o in modo continuo: fatevi scrivere la ricetta in inglese dal vostro medico e portatevi via una copia del terapeutico. I salvavita sono somministrabili anche in ospedale ma è sempre meglio avere con sé un po’ di documentazione. Insomma, considerare quello che non c’è nel nostro paese di destinazione ci porterà a completare la nostra do to list in modo più completo
To do list del viaggiatore: vestiti & co

Entro poco nel merito del vestiario ma, sicuramente, una voce “vestiti” va indicata nella to do list del viaggiatore. A tal proposito, voi come vi organizzate? Per quel che mi riguarda, molto dipende dal tipo di viaggio che farò: se è itinerante e con lo zaino in spalla, starò molto leggera ma, in caso contrario, potrei portar via più cose. Nei miei viaggi, molta differenza è stata fatta dal fatto di poter lavare (o meno) le cose: una volta mi sono sentita quasi una principessa perché, a Seattle, ho chiesto all’albergo dove alloggiavo di lavarmi alcune cose. Erano gli abiti che avrei messo nel viaggio di ritorno in aereo e ci tenevo a salire in aereo pulita. Mi sono sentita una principessa perché non l’avevo mai fatto, in tanti anni di viaggi nel mondo. Solitamente lavavo sempre io ma, in quel dato viaggio, non sarei riuscita a organizzarmi. Lo ammetto: è stato bello tornare nella mia stanza la sera e trovare i vestiti appesi e puliti ad aspettarmi. Vi è mai successo?
A prova di bomba! accidenti, hai davvero pensato ad ogni evenienza 🤗😉
in effetti l’idea di avere un intermediario per tutte le incombenze burocratiche mi sembra un’ottima soluzione per potersi dedicare alla parte divertente del viaggio 🤟
@mo16anni
Se non penso a tutto, la mia testa esplode e io divento inquieta. Mi fa strano ma, a volte, perdo proprio la capacità di credere nelle mie capacità di partire con tutto al seguito. Pensiero ridondante… ma spero di essermi spiegata.