Sono molti gli elementi da cui possiamo trarre ispirazione per un itinerario di viaggio: ci sono i libri, la musica, la letteratura e poi ci sono gli elementi naturali come i fiumi, per esempio. Parlando di un viaggio in Vallonia, la regione francofona del Belgio, c’è senza dubbio la Mosa. Questo fiume è senza dubbio in buona compagnia: se state visitando il Belgio dalle parti di Charleroi, il corso d’acqua a cui fare riferimento è la Sambre. Questo fiume vi porterà dritti in braccio alla Mosa (e la Mosa in braccio al Reno, uscendo dal Belgio) ma, in primis, vi porterà appena fuori Charleroi, per seguire un itinerario da fare a piedi e con i mezzi pubblici davvero bello, per scoprire i terrils, i villaggi intorno alla città, i segni delle comunità italiane emigrate in Belgio molti anni fa e per ritrovare una scrittrice che, per me, è come un faro nella notte: Marguerite Yourcenar. Scarpe comode, zaino pronto e via!
Camminare lungo la Sambre nei dintorni di Charleroi: qualche informazione
Andando in giro per la Vallonia, noterete spesso cartelli come quelli che vedete nella foto qui sopra. Si tratta della segnaletica della Rete RAVel, scritta proprio così. Che cos’è la rete RAVel? Come ben spiega il sito ufficiale della Vallonia, si tratta di “Réseau Autonome des Voies Lentes, in italiano: Rete Autonoma dei Percorsi Lenti“. La Vallonia vanta circa 1400 km di sentieri e piste ciclabili ben segnalate e perfette per diventare un itinerario di viaggio alla scoperta del Belgio. Volendo, potete seguire l’itinerario che vi sto raccontando arrivando con i mezzi pubblici (la Métro di Charleroi) alla fermata di Monceau-sur-Sambre e procedendo a ritroso verso la città, fino a giungere a ponte che sta esattamente davanti alla Gare Charleroi Sud. Basta seguire le indicazioni. L’itinerario lungo la Sambre che sto si può unire a quello legato al mondo della street art a Charleroi… ma ve lo racconto dopo. Giusto per informazione, vi dico che potete seguire la Sambre fino a Namur, luogo in cui si getta nella Mosa. La confluenza è un gran posto e Namur è proprio interessante. Tornando a parlare dei dintorni di Charleroi, come vedete dal cartello, da Monceau-sur-Sambre sono circa 5 km per arrivare in centro. Tutti ben segnalati, in pianura e perfettamente percorribili da tutti. La rete RAVel è un pozzo infinito di ispirazioni di viaggio in Vallonia. I percorsi si incrociano spesso con fermate dei mezzi pubblici – a Charleroi corrono praticamente paralleli – quindi potete smettere di camminare non appena vi sentite stanchi. Il passaggio in villaggi e zone abitate vi garantisce di trovare bar e negozi, per poter recuperare acqua o qualcosa da mangiare. Come vi dicevo, io ho preso la Métro di Charleroi dal centro fino a Monceau-sur-Sambre. Da lì, ho attraversato la strada per entrare nel centro di Monceau. Ho fatto un giro lì e poi sono tornata indietro verso la metro, seguendo le indicazioni per la Darsena di Marchienne-au-Pont.
Camminare lungo la Sambre in Vallonia, Belgio: Monceau-sur-Sambre
Come molte persone, avevo un’idea un po’ distorta di Charleroi e dei suoi dintorni. Avevo letto molto su quella città della Vallonia ma – chissà perché – non mi ero mai messa a cercare le foto della città, né tantomeno dei suoi dintorni. Quello che ho trovato mi ha stupita: la zona che circonda Charleroi – mi verrebbe da chiamarla periferia ma mi piace poco – è tutto tranne ciò che immaginavo. Come tutti ben sapete, Charleroi si è ingrandita grazie all’industria siderurgica e alle miniere. Io immaginavo le zone intorno al centro come un insieme infinito di palazzoni e casermoni ma no: non c’è nulla di questo. Monceau-sur-Sambre, per esempio, ha mantenuto un centro davvero grazioso e ci sono alcune vie in cui le case popolari, che un tempo furono costruite per i minatori e le loro famiglie, sembrano uscite da un quadro a tinte pastello. Fatevi in giro a piedi nel centro di Monceau-sur-Sambre: osservate la vita placida di paese e vi sembrerà di essere in un altro mondo, distante km e km dalla città quando, in realtà, siete a circa 15 minuti di metro dal centro.
Camminare lungo la Sambre in Vallonia, Belgio: Marchienne-au Pont e gli italiani
Osservando la cartina di questa zona appena fuori Charleroi, si nota come Marchienne-au-Pont e Monceau-sur-Sambre siano divise da una grande strada statale. Si tratta della nazionale che porta verso Mons. Prima di infilarmi nella natura lungo il fiume, mi sono concessa un po’ di strada lungo questa grande arteria trafficata: ho fatto un paio di km, prima dal lato di Monceau e poi, in senso contrario, dal lato di Marchienne (perché da lì avrei preso la rete RAVel verso la darsena). Perché? Perché lungo quella strada si possono notare i segni della presenza italiana a Charleroi. Lì vivevano (e vivono, immagino) ancora molti nostri connazionali emigrati in Belgio a partire dagli Anni ’50. La presenza italiana si nota in alcuni esercizi commerciali ma si vede di più dai nomi delle associazioni con tanto di targa fuori dalla porta o da una chiesa (molto brutta direi ma sicuramente importante dal punto di vista umano) che faceva da punto di riferimento per tutti gli italiani arrivati lì. Spesso arrivavano prima gli uomini in età da lavoro e, successivamente, arrivava il resto della famiglia. Nessun parlava francese e trovarsi nel mezzo di una comunità dove parlare ancora la propria lingua o dove andare a messa ascoltando un prete parlare italiano era tutto. Soprattutto per assopire la nostalgia. Fatevi un paio di km lungo questa strada e osservate per bene il mondo attorno a voi.
Camminare lungo la Sambre in Vallonia, Belgio: la darsena di Marchienne-au-Pont
Trovare la darsena di Marchienne-au-Pont è facilissimo. Guardate la foto: sulla sinistra c’è una sorta di tetto rosso: lì c’è la fermata della metro di Marchienne, per l’appunto. Scesi dalla scala, dal lato opposto della strada rispetto alla metro, c’è la strada che vi porta in pochi passi nel centro di Monceau-sur-Sambre. Tornando indietro verso la metro, troverete un sentiero (con indicazione) che passa sotto il cavalcavia della metro stessa. Seguitelo e arriverete dritti alla darsena della Sambre. Noi, in Italia, non siamo abituati a fiumi dalla grande portata e, soprattutto, ai fiumi navigabili. La Sambre è lunga 190 km, metà dei quali sono in Francia e l’altra, ovviamente, in Vallonia. La Sambre in Vallonia è tutta navigabile e non mancherete di notare, anche nella porzione di fiume di Charleroi, le chiatte che viaggiano cariche di merci. Si tratta di pura normalità per un luogo in cui, grazie ai fiumi, si arriva al più grande porto d’Europa (ovvero Rotterdam, con la foce del Reno) Seguite il sentiero che gira attorno alla darsena.
Camminare lungo la Sambre in Vallonia, Belgio: i terrils e la natura
La vedete la collina nella foto? Bene: non è una collina ma un terril. Ovvero? I terrils sono qualcosa di tipico del paesaggio della Vallonia. Attorno a Charleroi ce ne sono di grandiosi e solo avvinandosi si nota che sono accumuli di materiale di scarto dell’attività mineraria. Il fatto molto bello è questo: l’attività mineraria non c’è più e i terrils sono diventati terreno fertile per la natura che, nel corso di decenni, è riuscita a riconquistarli e a farli germogliare. Ci sono boschi interi sui terrils e ci sono anche i sentieri per arrivare in cima. Avete presente quei film in cui il mondo si ferma per qualche strano motivo e la natura si riprende tutto? Ecco: potete vederlo con i vostri occhi a Charleroi e proprio seguendo questo itinerario lungo la Sambre. Altra notizia spettacolare, almeno per me: nel punto del sentiero in cui ho scattato la foto, non ero troppo distante da quella grande statale di cui vi accenno prima. Eppure c’erano solo i rumori della natura. Una meraviglia assoluta. Lungo il percorso troverete anche delle panchine dove sedervi e lasciarvi avvolgere da quella bellezza. Fatelo: sedetevi e state lì un po’. La città vi sembrerà la cosa più distante da voi quando, in realtà, è davvero a pochi passi.
Camminare lungo la Sambre in Vallonia, Belgio: le Château Bilquin de Cartier
Lungo la Sambre si trova anche un piccolo castello, con tanto di attracco riservato lungo il fiume. Si tratta del Castello di Cartier, il cui nome preciso è Château Bilquin de Cartier. Questa dimora è stata costruita nella prima metà del XVII Secolo. È conosciuto da molti per essere il luogo in cui è vissuta da piccola la scrittrice Marguerite Yourcenar. Il castello, infatti, è di proprietà della famiglia della madre della grande scrittrice. A tutti gli effetti, la Yourcenar, come altri belgi celebri (vedi Simenon, giusto per citarne uno), è considerata francese (lei è stata naturalizzata francese, per dirla tutta) ma in realtà ha visto la luce per la prima volta in Belgio (a Bruxelles, per la precisione). Attualmente, questo castello è la sede dell’archivio Marguerite Yourcenar e non avete idea di quanto io vorrei entrarci per stare lì una vita intera a leggere ogni pagina di quell’archivio. Non ho trovato notizie sulla possibilità di visitarlo: sicuramente potete sedervi su di una panchina lungo la Sambre e ammirarlo. Una volta arrivati a questo punto del percorso, incontrerete delle scale per risalire sulla strada principale e lasciare le rive della Sambre: fatelo se volete trovare dei bar e dei ristoranti dove fermarvi, nonché la fermata “Cartier” della Métro di Charleroi. Altrimenti, continuate a piedi lungo il fiume.
Lungo la Sambre a Charleroi: camminando verso la Street Art
Dove vi può portare la via lungo la Sambre a Charleroi? Dritti tra le braccia simboliche dei percorsi legati alla street art in questa città della Vallonia. Da Cartier in poi, proseguendo in direzione del centro, vi troverete in quella che un tempo era una zona industriale molto importante e che ora è, nuovamente, una parte di città in cui la natura sta riconquistando molto spazio. Per me è stata una passeggiata bellissima, capace di raccontare molto di Charleroi e dei suoi dintorni. Molto della Vallona e del Belgio intero, questa sorta di unione tra uomo e natura che è presente davvero ovunque da quelle parti. Anche dove e quando non te l’aspetti. Decidete voi, quindi, se continuare a piedi e arrivare fino in centro a Charleroi oppure se prendere i mezzi. Perché vi ho raccontato questo itinerario dall’esterno verso l’interno? In primis, perché l’ho seguito così io e, in secondo luogo, perché permette di ritornare progressivamente dentro una città viva e capace di sorprendere. A mio avviso, passando dalla natura alla città (e non viceversa) si apprezza Charleroi ancora di più.
Tutte le foto sono © Giovy Malfiori – riproduzione vietata.
non pensavo ci fossero cose belle in quella zona …
ci passai rapidamente anni fa e non mi piacque per niente
Chaleroi è proprio un posto a cui dare più di una possibilità.