Quante volte avete pensato di cambiare vita e andare a fare i nomadi digitali? C’è che ci riesce per davvero, senza sensazionalismi e con tutta la volontà di vivere semplicemente una vita nuova: quella che si è sempre desiderato. Vivere in camper è uno dei modi per essere nomadi digitali: Sharon Sala c’è riuscita. La rete, come dico spesso, è portatrice di cose buone, tra tante altre cose. Io seguo Sharon su social ed ero molto incuriosita dalla sua vita da camperista full time. Sicché ho pensato bene di intervistarla per farci raccontare questa sua vita on the road e, soprattutto, quali possano essere i pensieri di una persona che porta la propria casa con sé ovunque vada.
Ciao Sharon, ci racconti in poche parole chi sei?
Sono un persona creativa, fuori dagli schemi, cresciuta con l’etichetta della “Strana” in famiglia. Mi metto sempre profondamente in discussione e già a 12 anni sapevo che volevo fare qualcosa della mia vita. Non il semplice vivere che fa la maggior parte delle persone, ma chiedermi: io cosa voglio fare? Come voglio vivere? Quello che lo schema sociale ci propone come modello mi risuona? Come puoi immaginare la mia risposta all’ultima domanda è stata NO! Cosa faccio per lavoro? Unisco i puntini! Hai presente il gioco della settimana enigmistica dove unendo i vari punti numerati si formava la figura. Ecco quello secondo me rende bene l’idea di chi sono io. Aiuto imprenditori e professionisti ad avere un’immagine unica e univoca online, gli aiuto a non perdersi nella marea di professionisti, ma gli offro un unico referente a cui rivolgersi per la loro comunicazione online, questo gli permette di risparmiare tempo, ma soprattutto gli salvo da un’immagine arlecchino.
Hai fatto una scelta di vita molto particolare: vivere in camper. Come si arriva a una scelta così?
In maniera naturale, io posso raccontare la mia esperienza, ma per ognuno è diverso il percorso che porta a tale scelta. Sicuramente ci accomuna una cosa: noi camperisti o fulltimer, andiamo alla ricerca di un nostro stile di vita. Io al camper ci sono arrivata come la scelta migliore che potevo fare per me. Premesso che non avevo nessuna esperienza di vita in camper, conoscevo questo mondo da lontano, poi nel 2019 decido che è il momento di pianificare un esperienza di 2/3 mesi di lavoro e viaggio all’estero. Il mio piano era partire l’autunno del 2020, ma la storia non è stata dalla mia parte. Non rinuncio al progetto, lo ripianifico e nel mentre il mondo dei camper mi incuriosisce sempre di più, fino al momento che decido che è la scelta giusta per me. Da bravo capricorno pianifico i passi successivi, mi do dei tempi e organizzo il mio piano di mollare casa e andare a vivere in camper. Aprile 2022 consegno le chiavi dell’appartamento in affitto e accendo i motori.
Viviamo in un’epoca in cui fin troppi (e a sproposito) si definisco nomadi digitali. Tu lo sei davvero. Come si concilia il lavoro con una vita da camperista?
Già da anni lavoravo in proprio e da casa, a parte una parentesi 2018-19 dove avevo una postazione in un Coworking, per il resto avevo la mia scrivania a casa e pertanto dovevo bilanciare lavoro e vita privata. Darsi degli orari prima di tutto, prendersi delle pause, fare sport (quanto basta) e avere una vita sociale. In camper non cambia molto, darsi degli orari è la regola assoluta da rispettare, cambia che puoi scegliere di avere una vista diversa, non ogni giorno. Gli spostamenti vanno pianificati, perché andare da un punto A a B, comporta fare chilometri di strada, scaricare e caricare l’acqua, spesa ecc. Di norma va via mezza giornata, pertanto per lavorare e viaggiare si pianifica uno spostamento ogni 3 o 4 giorni. Cambia che puoi organizzare le tue giornate, prendendosi il tempo anche di visitare il posto che raggiungi, io prediligo vivere i luoghi come le persone locali, fare la spesa, andare dal panettiere, prendere un caffè seduta fuori al bar, piccole pause per vivere il posto. Se capito in una grande città mi prendo una giornata da dedicargli, di solito il venerdì, giorno dove il mio cervello non riesce nemmeno a fare 1+1, ma poi sono super produttiva il sabato e la domenica.
Molti pensano che vivere in camper sia diverso che vivere in casa: sì ci sono delle diversità, ma immagino che se a casa ti si rompe una finestra la sistemi, se si rompe la macchina la sistemi, ecco la stessa cosa con il camper, solo che è tutto in uno e non puoi lasciarlo in officina per giorni, perché ci vivi sopra. A meno di chiedere al meccanico di poterci stare dentro di notte 😀
Questo è un blog di viaggi e, per questo, ti chiedo di raccontarci 3 posti nel mondo che ti hanno rubato il cuore (anche prima della tua vita da camperista)
Cavoli domanda difficile. Se sei un viaggiatore e non un turista, ogni posto ti fa innamorare.
Prima del camper, sicuramente direi San Diego. Avevo girato buona parte della costa della California, Las Vegas, Gran Canyon, LA e altre città, ma San Diego mi aveva colpito per l’atmosfera, per il parco, per il ritmo di vita, forse perché è quasi al confine con il Messico, ma li avevo pensato per la prima volta che mi sarei fermata a viverci per qualche mese. Premesso che non sono per nulla una fan degli USA.
La casa in montagna non entrerà forse nei viaggi esotici, ma amo tornarci di tanto in tanto a San Domenico (Piemonte). Perché d’estate fa fresco, per le passeggiate, per la sua dimensione di piccolo villaggio, la natura, il silenzio, per me è fonte di rigenerazione. Forse quello che si può definire il luogo dell’anima. Confesso che la prima estate in camper dopo il caldo afoso di giugno, sono scappata in montagna in cerca di fresco.
Attualmente sono in giro per la Spagna e mi sto prendendo il tempo per vedere il paese: al momento non ho una data su quanto tempo starò qui e sul dopo. Mi sto godendo ogni singolo giorno e prendendo anche le misure per rendere la mia vita da nomade digitale duratura nel tempo, l’idea è viaggiare e cavarsela per ogni cosa in viaggio. Come dover far fronte ad un alternatore che sta per lasciarmi e cercare un meccanico a Valencia. Trovare un veterinario per Marte, decidere dove lasciare o a chi le cose che non voglio più portare con me. Perché è nel cuore? Come ogni cosa che ci permette di evolverci e crescere si cristallizza nel proprio cuore e rimane un ricordo indelebile.
C’è qualcosa che ti manca della tua vita stanziale?
Le persone a cui voglio bene: di sicuro mi manca non vederle con la stessa frequenza di prima. Il resto direi di no, non mi manca.
[Riprendo la parola io, la Giovy]
Sharon mi piace perché è una persona concreta. Fa e non dice. O, almeno, non sbandiera troppo. Viviamo in un’epoca in cui tutto è più forma che sostanza e non dovrebbe essere così. O almeno così la penso io. Sharon è concreta perché vive la sua esperienza e la racconta nel modo giusto. Se volete seguirla e volete sapere di più sulle donne che, come lei, vivono in camper, vi consiglio il suo canale YouTube. Ci sono ottimi consigli e delle belle storie da seguire. E chissà mai di non incontrarla in giro per il mondo!
Tutte le foto sono © Sharon Sala – riproduzione vietata.
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