
Ci sono tanti paesaggi da incontrare durante un viaggio in Spagna. Ambienti particolari e unici da vivere con gli occhi, con l’olfatto, con il gusto e con tutto il nostro cuore. Un viaggio in Spagna può diventare prezioso per chi incontriamo, per i monumenti che visitiamo ma anche per tutto ciò che sta attorno a noi. La Dehesa è un paesaggio rurale tipico di alcune zone della Spagna. Tecnicamente potrebbe essere definito un biotopo, ovvero un’area connotata da una determinata flora e fauna. L’incontro con la Dehesa avviene con gli occhi e io vi auguro avvenga come è successo a me.
Il mio incontro con la Dehesa
Immaginate di atterrare a Madrid-Barajas di pomeriggio e di viaggiare verso ovest on the road, accompagnati da un sole che sembra non volere tramontare mai. Quel sole rende tutto di un colore intenso e, non appena si entra nei confini territoriali dell’Estremadura, il paesaggio si fa più particolare: la Dehesa. Una distesa di querce e sugheri bassi e dalla chioma larga, il tutto su di una terra dal colore intenso, a tratti rossastro. Un trionfo di verde dove, di norma, ci aspettiamo di vedere un aspetto più desertico che boscoso. Gli alberi sono come persone che vogliono vivere in gruppo ma a distanza: ognuno con il proprio prezzo di terra, proteso verso l’ambiente circostante ma abbastanza solitario per dominare là, dove ci sono le radici. Questo è stato il mio incontro visivo con la Dehesa, un qualcosa che ha lasciato un profondo Wow dentro di me.

Itinerario di viaggio in Spagna attraverso la Dehesa: dove andare e cosa vedere
Come dicevo, la Dehesa caratterizza la regione dell’Estremadura, un pezzo di Spagna che, personalmente, adoro come altri pochi e che non mi stancherei mai di esplorare e di raccontare. Questa regione del sud-ovest del paese può diventare un’ottima meta per un viaggio on the road in Spagna. Cosa vedere e dove andare?
- Quello che sceglierei io è di atterrare a Madrid e ripartire da Siviglia.
- Noleggerei un’auto, perché gli spostamenti da queste parti sono più facili con un mezzo proprio.
- Terrei conto di almeno 7 giorni di viaggio.
- Se potessi scegliere un periodo, questo sarebbe l’autunno: il clima è ancora perfetto e c’è meno gente in giro.
A livello di tematiche di viaggio, l’Estremadura e la Dehesa regalano molti spunti diversi. In primis, però, questa è una terra per buongustai. In secondo luogo, ma solo per non mettere tutto a parimerito, questo è un luogo per chi ama la storia. Fate 2+2 e capite benissimo quanto io mi ci sia trovata bene. Le tappe di questo viaggio saranno Cáceres, Montanchez, Merida e alla fine Zafra. Sulla mappa, i km di questo itinerario non sono molti (circa 150) ma sono densi di bellezza. Vale la pena, quindi, di prendersi il tempo giusto per assaggiare con bocca, occhi e anima questo meraviglioso pezzo di Spagna.

Cáceres, a cavallo tra le dominazioni storiche
Il colore che dà una forte connotazione a Cáceres – per come l’ho vista io – è quello della pietra che va dal giallo al color sabbia. Pietre che segnano antiche strade. Pietre che si fanno blocchi per costruire antichi palazzi e cisterne che, ancora oggi, contengono acqua. La città monumentale di Cáceres è Patrimonio UNESCO e non faticherete a capire perché. Mentre passeggiavo per le sue vie, la mia mente non riusciva a non giocare a immaginare il destino delle tante famiglie che hanno lasciato la loro traccia storica costruendo un palazzo in città nelle epoche passate.
Montanchez e la magia del Jamon
Viaggiando da Caceres a Montanchez ci si rende conto quanto la Dehesa e l’Estremadura siano un’alternanza tra città e piccoli villaggi pieni di significato e importanza. Le distese di querce e sugheri si fanno protagoniste non appena termina il perimetro della città e avvolgono i villaggi, quasi fossero il vestito più bello da mettere in un giorno importante. In questa cornice troviamo Montanchez: non troppe case, alberi di arancio che fanno da contorno alle strade, una collina con un castello dal quale godere di un bel panorama e, ovviamente, uno dei re della gastronomia della Spagna: il Jamon Iberico. I maiali vengono allevati in tutta la Dehesa ma ci sono dei luoghi in cui il Jamon viene stagionato e affinato. Uno di essi è il villaggio di Montanchez dove il profumo di questa prelibatezza è praticamente ovunque. Dicono che sia proprio la posizione geografica leggermente elevata di Montanchez e fare la differenza. Strano come qualcosa di impalpabile come l’aria sia l’elemento magico capace di dare vita a tanta bontà. In zona, ovviamente, è pieno di luoghi dove degustare il celebre Jamon Iberico, nelle sue varie tipologie.

Degustazioni da fare nella Dehesa: cosa mangiare?
Già che ci siamo, vi racconto un po’ cosa degustare durante un viaggio in Spagna in giro per la Dehesa. Mi viene da dire che non sia molto un luogo per vegetariani ma, sicuramente, è capace di accogliere e accontentare tutti. Il Jamon Iberico è di vario tipo e il più pregiato che troverete in zona è il Puro de Bellota. Che cosa vuol dire? Si tratta di Jamon ottenuto da animali allevati sempre all’aperto e che si sono nutriti, durante un determinato periodo, solo dei frutti della Dehesa, senza l’intervento di mangimi preparati dall’uomo. Questo periodo si chiama “montanera” e va da ottobre e a febbraio, quando le ghiande maturano e cadono dagli alberi. Una delle cose belle che si possono fare qui è proprio visitare un allevamento per rendersi conto della qualità che sta alla base della vita di questi animali. Vivono liberi, tra querce e sugheri, mangiando ciò che trovano in natura. Si cibano di molte ghiande prodotte dalle querce e questo dà alla loro carne il gusto speciale che, in fase di affinamento, diventa quello del Jamon Iberico. Se, invece, preferite evitare la carne di maiale, la Dehesa ha in serbo una specialità casearia della quale io vado pazza: la Torta del Casar. Si tratta di un formaggio ottenuto dal latte di pecora (ma non sembra), a pasta morbida, che viene servito “scoperchiandolo” orizzontalmente, anziché essere tagliato a fette. Un gusto davvero deciso che non vi lascerà indifferenti.

Merida e la meraviglia della storia
Pochi posti al mondo mi hanno lasciato a bocca aperta più di Merida che – per come la penso io – potrebbe essere definita come uno di quei luoghi di cui pochi parlano e, invece, andrebbe sbandierata ai quattro venti. Merida – Augusta Merita ai tempi dei Romani – è una città che si trova sempre nel mezzo dell’Estremadura e dove antico e nuovo convivono alla grande. Non vi sarà difficile trovare, per esempio, nel mezzo di un parcheggio modernissimo delle rovine romane messe in modo da poterle ammirare. Non vi sarà davvero arduo visitare il Teatro Romano, sedervi sui gradoni e sentirvi parte di un’altra epoca, chiedendovi sempre “come mai io non sapevo nulla di questo posto?”. Merida è anche il posto giusto per godersi una serata alla tavola di alcuni Cortadores e degustare ancora le bontà della Dehesa. Il Cortador è colui che ha fatto del taglio del Jamon una vera e propria opera d’arte.

Zafra, per un altro tramonto sulla Dehesa
Zafra è una piccola cittadina dal centro storico proprio interessante. Uno dei luoghi migliori da vedere a Zafra, soprattutto per salutare la Dehesa e l’Estremadura con quel pizzico di malinconia che si prova sempre alla fine di un viaggio, è il suo castello. Di forma e struttura più araba che altro, il castello di Zafra ha una parte del camminamento di ronda che guarda a ovest. Da lì si può ammirare quel punto in cui la pianura della Dehesa lascia il posto a colline ondulate. Poco distante, a sud, c’è Siviglia, raggiungibile seguendo un antico itinerario chiamato la Ruta de la Plata, ovvero la via dell’Argento. Volendo, la Ruta de la Plata può portarvi da Siviglia fino al nord della Spagna ed è uno dei percorsi alternativi del Cammino di Santiago, rispetto al molto conosciuto Camino Frances. Zafra è proprio su questo itinerario. Lasciarsi conquistare dai suoi tramonti è un po’ come chiudere il cerchio su un viaggio che si è aperto guardando a ovest e si conclude con lo sguardo rivolto nella stessa direzione, dentro quello stesso rosso intenso che solo i tramonti in Spagna sanno regalare.
Post pubblicato in collaborazione con l’Ente del Turismo Spagnolo
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