Derry è una di quelle città che potrebbero essere paragonate a uno scrigno. Derry è la seconda città più conosciuta dell’Irlanda del Nord e si trova davvero a poca distanza dal Donegal. La sua storia la dice lunga sul suo carattere forte e determinato. Se passeggiare lungo le sue mura fa capire molto del passato più lontano, visitare il Bogside racconta qualcosa di più recente e molto importante. Il Bogside è un quartiere che si può proprio vedere dalle mura di Derry. Molti, in modo molto spicciolo, lo definiscono la zona cattolica di Derry ma non è propriamente così. Il Bogside è un quartiere che sa cosa sia la lotta, cosa sia stato il periodo dei Troubles, cosa siano i diritti civili e che vale la pena di conoscere camminando, visitando un museo eccezionale e chiacchierando con la sua gente.
Dove si trova il Bogside a Derry e come raggiungerlo
Come vi dicevo, il Bogside si vede molto bene dalle mura di Derry, ovvero da dove ho scattato questa foto. Tenendo le spalle al centro della città, ciò che si presenta dopo le mura e dopo la costa della collina sulla quale si trova il centro è proprio il Bogside. Un quartiere popolare, dove vivono e sono sempre vissute molte persone normali. Raggiungere il Bogside dal centro di Derry è molto semplice: uscite dal perimetro delle mura e scendete: potete farlo attraverso il parco che sta proprio sotto le mura oppure attraverso la strada che scende dal Butcher’s Gate. Si tratta di Fahan Street. Una volta nel Bogside, ci si mette davvero poco ad arrivare a piedi al fiume Lagan e ritornare in centro.
Viaggio in Irlanda: cosa aspettarsi dalla visita al Bodgside a Derry
Il Bogside è conosciuto anche come il quartiere dei murales, benché la street art sia presente anche in altre aree di Derry. Perché ci sono cosi tanti murales nel Bogside? Si tratta di opere che vanno lette secondo un certo ordine cronologico. Gli artisti che hanno creato i murales di Derry sono molti e hanno lavorato a stretto contatto con la gente del posto. I murales raccontano la storia del Bogside, dal periodo tra la fine degli Anni ’60 e l’inizio degli Anni ’70, fino ai giorni più recenti. La corretta lettura dei murales del Bogside parte – guardando questa parte di città dalle mura di Derry – dalla vostra sinistra e si procede verso destra. Proprio come accade quando leggiamo le pagine di un libro. Il primo murales è quello di Annette McGavigan (una ragazzina con la divisa di scuola) e l’ultimo è quello col simbolo della pace dalle parti del Museum of Free Derry. Io oggi ve ne racconto alcuni: sappiate che vengono organizzati dei tour (anche a offerta libera) che vi porteranno in giro per il Bogside, con tanto di spiegazione di quello che state vedendo.
I murales del Bodside di Derry: The Death of Innocence
Molte persone, quando vedono quest’opera, pensano subito a Derry Girls, la serie tv che vede protagoniste proprio delle ragazze di una scuola cattolica della città. La serie tv di successo, ovviamente, non ha nulla a che fare con questo murales che si intitola The Death of Innocence. Racconta la storia di Annette McGavigan, una ragazzina morta a 14 anni perché si è trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato. Se leggete libri come Eureka Street di Robert McLiam Wilson, non vi sarà difficile quanto questo potesse essere fattibile fino agli Anni ’90. Il libro che ho citato è ambientato a Belfast ma la sostanza non cambia. Questo murales è il primo – a livello di ordine di lettura – di quelli che troverete nel Bogside.
I murales del Bodside di Derry: Petrol Bomber e la battaglia del Bogside
Questo è probabilmente il murales che mi ha colpito di più, anche la prima volta che sono andata a Derry un milione di anni fa. Che cosa racconta? La storia di Derry è fatta davvero di tanti momenti segnanti ma ce ne sono due che, più degli altri, hanno davvero impresso qualcosa nella memoria di tutti. Il primo riguarda l’estate del 1969 ed è conosciuto come la Battaglia del Bogside. Quest’opera racconta proprio quei giorni che, per molti storici, hanno dato il via ufficialmente a livello storiografico ai Troubles. Al centro della battaglia del Bogside c’erano i diritti civili e il movimento per i diritti civili, proprio come per il secondo avvenimento segnante: il Bloody Sunday.
I murales del Bodside di Derry: il Bloody Sunday
Molti conoscono il Bloody Sunday per via della canzone degli U2. E va bene, non c’è problema. Un viaggio a Derry, però, inizia ad andare più in profondità su questo avvenimento di storia contemporanea e dà molti strumenti per capirlo e – passatemi le parole – chiudere il cerchio. Era il 30 gennaio del 1972 quando accadde ciò che accadde, sempre nell’ambito di una protesta per i Diritti Civili, una di quelle in cui i giovani marciano al fianco dei loro genitori e anche dei nonni. Ci sono tre luoghi di Derry da vedere per capire quel giorno: il primo è questo che vedete qui sopra, dove si trova il murales dedicato a quel giorno. L’altro è quasi esattamente dall’altra parte dell’incrocio a cui si trova questa opera di street art: c’è il monumento alle vittime del Bloody Sunday. Facendo pochi passi e attraversando nuovamente la strada, troverete il Museum of Free Derry e lì vi verranno date tutte le spiegazioni su quella domenica di gennaio… e di tutto ciò che successe negli anni a seguire.
I murales del Bodside di Derry: la pace
Proprio vicino al Museum of Free Derry c’è quello che può essere identificato come il capitolo finale del percorso tra i murales di Derry. Si tratta di un murales creato da tanti bimbi e ragazzi di Derry e che rappresenta la pace. Per arrivare lì ci sono voluti anni, visto che gli accordi di pace che hanno messo fine ai Troubles sono stati siglati nel 1999. Ma al di là di questo, il murales con la colomba della pace rappresenta la fine di un momento e l’inizio del presente e del futuro di una città speciale come Derry. Per arrivare lì si è passato attraverso fasi potenti (come lo sciopero della fame: Derry racconta molto bene la vicenda di Boddy Sands e di molti altri militanti), dolorose e spesso anche ingiuste ma capaci di portare a una fine necessaria e positiva. Tutto questo è rappresentato dalla pace.
Viaggio in Irlanda: i murales del Bodside di Derry, per me
Quella mattina, mi sono diretta a passi lunghi e ben distesi verso il Free Derry Corner. Il Bogside inizia formalmente da questa indicazione che avverte tutti che si sta entrando nella Derry Libera, quella dove si lotta per i diritti civili di tutti. Ne sentii parlare, per la prima volta, nel 1997, quando ero in quinta liceo e, nella mia scuola, venne invitata Silvia Calamati, autrice che ha curato la versione italiana dei diari di Bobby Sands. Silvia aveva fatto un viaggio in Irlanda proprio l’anno prima, in compagnia di un fotografo e, da quel momento, ha iniziato a raccontare nelle scuole l’Irlanda del Nord e i Troubles, nella loro ultima fase di vita… anche se ancora non si sapeva ancora che fosse l’ultima fase. Ma lo si sperava Nel 1996, giusto per farvi un esempio, l’IRA mise una bomba nel centro di Manchester e io, ogni volta che passo da quelle vie, penso a quel momento, un momento storico in cui io avevo già 18 anni e vivevo lontana – ma non poi così tanto – da luoghi come Derry, Belfast, l’Inghilterra stessa o il resto dell’Irlanda. Quando vidi il Bogside per la prima volta fu incredibile. Tornarci è stato ancora meglio. La prima volta avevo 20 anni e, a parte ciò che avevo letto grazie a quell’incontro con Silvia Calamati, sapevo poco di ciò che avrei visto. La seconda volta avevo 44 anni, una laurea in storia contemporanea, tanto mondo visto, tanti libri letti sull’argomento, una coscienza politica e civile più formata di quella acerba – seppur in crescita – dei miei 20 anni. Oltre a questo. ne è passata di acqua sotto i ponti della storia di Derry e del Bogside e il Bloody Sunday – dal punto di vista delle responsabilità – si è risolto. Nel modo più corretto. Ora Derry è pronta a raccontare una storia circolare nella quale, anche se non sembra, inizio e fine si parlando e danno un senso a tante cose. Sicuramente alla voglia di futuro di una città speciale come Derry e di un quartiere unico come il Bogside.
Tutte foto sono © Giovy Malfiori – riproduzione vietata.
Bellissimo articolo. Ho visitato Derry con la mia famiglia qualche anno fa, nel 2018 durante un tour dell’Irlanda del Nord, un viaggio che mi è rimasto nel cuore. Siamo rimasti poco a Derry, giusto il tempo di fotografare i murales di cui conoscevo la storia, si respirava un’aria di forte tensione; sparsi qua e là abbiamo visto cataste di pallets preparati per i falò che ogni agosto i ragazzi cattolici preparano in segno di protesta. Cos’era cambiato dai patti del venerdì santo del 1999? forse niente, il malcontento continuava a serpeggiare, i ragazzi continuavano la lotta dei loro padri più per noia che per convinzione politica.. Sono andata via con il cuore gonfio di dolore.. spero con tutto il cuore che si sia trattato solo di un cedimento temporaneo, una crisi passeggera. Purtroppo il mondo non ha mai parlato di questa lotta tra cristiani, perchè non fa notizia, o forse perchè quel frammento di terra non ha nulla da offrire in termini di risorse minerarie o quant’altro. Ma io a Derry e in generale nell’Ulster ci ho lasciato un pezzo del mio cuore. Spero vivamente di poter tornare.
Secondo me è cambiato molto dai patti del 1999, soprattutto per via della tanto attesa sentenza sul Bloody Sunday.
Derry, secondo me, merita davvero tanto, anche al di là della storia dei Troubles. Come merita Belfast.
Per me vanno viste per capire in pieno l’Irlanda. Ti auguro di poterci tornare e di restare lì due o tre giorni.
Se ricapiti nel Bogside, vai al Museum of Free Derry.