
Stando a molti calendari dell’Avvento, oggi si dovrebbe aprire la prima casellina. A molti. Ma non a tutti: certi calendari dell’avvento iniziano la prima domenica dell’Avvento. Altri, il 1 Dicembre. Il vostro com’è? Io non ho un calendario dell’Avvento ma ho voglia di raccontarvi di alcune leggende e tradizioni di Natale. Dove sono nate e, soprattutto, dove andare (e quando, magari) per ritrovarle in pieno e gustare la loro essenza. Io non sono una da mercatini di Natale: ho frequentato alcuni di essi con meraviglia e stupore ma, come direbbero gli inglesi, it’s not my cup of tea. Amo molto la magia del Natale e non sono di certo un Grinch ma ho i miei gusti (come tutti del resto) e ci sono leggende e tradizioni natalizie che mi fanno battere il cuore. Quali sono?
Leggende di Natale: la luce, soprattutto

O sopra tutto. Ne ho già parlato qua e là sul blog, sempre facendo riferimento a questo periodo. A livello antropologico e religioso, Natale – inteso come il Natale cristiano – arrivo giusto giusto in sostituzione di tutte quelle celebrazioni pagane che intendevano festeggiare il ritorno della luce nelle nostre vite: c’erano i Saturnalia nell’Antica Roma e c’era Yule nelle terre nordiche. Comunque li si chiamasse, i festeggiamenti di Dicembre erano tutti un trionfo di felicità perché l’inverno segna la fine del buio che avanza. Dal solstizio, lo sappiamo bene, piano piano le giornate tornano crescere, passo dopo passo. L’inverno, quindi, non è la stagione dei tempi morti ma la stagione in cui tutti si prepara al risveglio. Io adoro tutto questo. Se prendete il calendario di dicembre e guardate le festività che celebriamo oggi, così come i santi presenti in alcuni giorni, ci si può benissimo rendere conto quanto si sia cambiato nome alle celebrazioni ma la sostanza sia sempre quello. Del resto, le vite di molti santi sono state appositamente costruite a tavolino (mancano le fonti per molti di loro) ed è stato anche costruito a tavolino il calendario che usiamo anche oggi. I nostri tempi moderni si nutrono delle leggende legate alle festività e al Natale.
Le leggende e tradizioni del Natale: Stille Nacht ci porta a Salisburgo

Avete presente la canzone di Natale Stille Nacht? È nata in una casa del centro di Salisburgo, in Austria. Premesso che le ragioni per visitare Salisburgo sono davvero tante, Stille Nacht fa sicuramente la sua bella figura nella lista delle tradizioni di Natale che ci fanno viaggiare. Stille Nacht in italliano è conosciuta come Astro del Ciel. Le sue parole vennero scritte, in tedesco, nel 1816, da un prete di Salisburgo. Si chiama Joseph Mohr. Questa persona, nel momento della scrittura del testo, si trovava fuori città, nella regione del Salisburghese. La melodia venne composta da un certo Signor Gruber, proprio in quel di Salisburgo. Fu sempre in città, durante la notte di Natale, che questa melodia venne eseguita per la prima volta, consegnandosi all’eternità delle tradizioni di Natale.
Le leggende e tradizioni del Natale: la Corona dell’Avvento ci porto in Germania

Quando ero alle medie, imparai una filastrocca in tedesco che iniziava così: Advent, Advent, ein Lichtlein brennt. Si tratta della prima riga di una filastrocca che racconta una tradizione natalizia tipica tedesca. L’Avvento è il periodo che tutti ricordano per i famosi mercatini di Natale e la Germania ne sa qualcosa. L’Avvento è anche ricordato da una sorta di ghirlanda (solitamente di abete) che contiene il posto per 4 candele: se ne accende una ogni domenica d’Avvento. Questa corona simboleggia l’attesa ma anche il progressivo ritorno della luce. La tradizione è diffusa anche in Alto Adige e in altri luoghi dove si parla tedesco.
Le leggende e tradizioni del Natale: i Krampus si portano sulle Alpi Orientali
Restiamo in zona germanofona e facciamo un bel giro sulle Alpi Orientali: la tradizione dei Krapus si porta tra Austria, Italia e Slovenia, con un sacco di Krampuslauf e Krampusnacht alle quali partecipare. La tradizione vorrebbe che la Krampusnacht fosse quella tra il 5 e il 6 dicembre. Perché? Semplice: perché quella notte l’oscurità (i Krampus) lascia lo spazio alla luce (San Nicola). Spesso ma non sempre, le sfilate dei Krampus si concludono con l’arrivo di St.Nikolaus accompagnato dagli angeli. Molto suggestiva è la Krampuslauf del paese di Stelvio, vicino alla Val Venosta, dove i Krampus sono chiamati Klosen. Si tratta quasi di un unicum, data la tipologia di “diavoli” presenti. Una di quelle più popolate da diavoli di ogni tipo è quella di Dobbiaco. I gruppi di Krampus, nelle zone che vi ho citato, sono tanti e, per questo motivo, ci sono Krampusnacht praticamente fino a qualche giorno prima di Natale. Fate attenzione: i Krampus sono dispettosi… e io li adoro così.
Le leggende e tradizioni del Natale: Santa Lucia ci porta nel Nord Italia e in Svezia

Santa Lucia è un’altra dei santi portatori di luce, piazzati in calendario per spostare le festività pagane verso un significato più religioso. Come mai una piccola santa siciliana è venerata in Svezia e anche nel nord Italia? Quando ero piccola, i primi regali di questo periodo arrivavano tutti per Santa Lucia, il 13 dicembre. Mia nonna mi ripeteva allo sfinimento il detto che Santa Lucia è il giorno più corto che ci sia ma sappiamo tutti che, scientificamente, non è proprio così. Nell’ultima settimana di autunno, il calare dei giorni rallenta un po’, fino ad arrivare – per l’appunto – al solstizio d’inverno. Tornando a Santa Lucia, lei è la protettrice di chi ha problemi di occhi e, nell’iconografica cristiana, riporta la vista perché lei fu acciecata per il suo credo. Fu una regina svedese del Medioevo – Santa anche lei: si tratta di Santa Brigida – a entrare in contatto col culto di Santa Lucia e portarlo in Svezia. Nel paese scandinavo, si è soliti far indossare a delle ragazze una corona di abete che regge delle candele. La simbologia è presto spiegata: Santa Lucia riporta la luce. Come tale, è un giorno da festeggiare. Le zone d’Italia che, in passato, erano parte della Serenissima sono molto sensibili a questa festività e i regali arrivano di più al 13 dicembre che a Natale.
Le leggende e tradizioni del Natale: i cori natalizi di portano dritti in Inghilterra, a Rochester

Charles Dickens, lo sappiamo tutti, è considerato a furor di popolo come l’uomo che inventò il Natale. Senza il suo A Christmas Carol, non ci sarebbero stati tanti racconti e film natalizi di ogni genere e tipologia. Come vi raccontavo un anno fa circa, dobbiamo proprio all’Epoca Vittoriana la diffusione di certi tradizioni di Natale come, per esempio, il fatto di scriversi dei biglietti e, non da meno, la presenza di cori natalizi e cantori di ogni genere. Fu proprio in Inghilterra, in quel dato momento storico, che si iniziò a portare la musica natalizia di porta in porta. Uno dei luoghi chiave per ritrovare questo genere di atmosfere si trova nel Kent. Si tratta della città di Rochester, dove Dickens visse e dove, ogni anno, si può tornare all’Epoca Vittoriana proprio grazie agli eventi natalizi messi in atto in città.
Le leggende e tradizioni del Natale: Los Reyes ci portano dritti in Spagna

Lo sapete che, tradizionalmente, in Spagna ci si faceva i regali il 6 gennaio e non il 25 dicembre? Dopo tante tradizioni di Natale dal sapore nordico, eccone una che ci riporta in area mediterranea e che spiega anche il fatto che – in Italia – la Befana porti dei regali. I primi giorni di gennaio sono altri momenti forti per le tradizioni pagane. In molti luoghi – come nelle mie zone natali – si fa un falò (chiamato El Falò de la Stria) per simboleggiare il fatto che la luce sia davvero tornata e che il brutto sia passato. Con la compilazione del calendario gregoriano (ovvero quello che usiamo anche noi ora), venne indicata ai primi di gennaio la presentazione di Gesù, ovvero l’Epifania. Secondo quello che ci racconta il Vangelo, arrivarono tre re dall’Oriente portando dei doni preziosi. Gaspare, Baldassarre e Melchiorre sono i tre re, in spagnolo Los Reyes. Quel giorno, in molte località spagnole (e anche alle Canarie) si organizzano sfilate e festeggiamenti di ogni genere.
Le leggende e tradizioni del Natale: Umbria, Tuscia e Francesco ci riportano in Italia

Non potevo non concludere questo post sulle tradizioni del periodo di Natale con qualcosa che ci riportasse nella nostra Italia. Ci sono davvero tante cose da dire a riguardo delle festività nel nostro paese ma vorrei focalizzarmi solo su di una cosa che mi riporta a quando ero piccola. A casa mia, l’albero si è sempre fatto l’8 Dicembre. Al mattino di quel giorno di festa, io e mio padre andavano in un qualche bosco vicino casa: sono nata a ridosso di montagne e colline e quindi non era difficile. Raccoglievamo il muschio, che sarebbe servito per coprire la base dell’albero. Poi, a tutta la decorazione, aggiungevamo il presepio. Con tanto di piccolo specchio per simulare un lago. Il primo presepe della storia risale al 1223 e fu opera di un grande uomo di nome Francesco; San Francesco. Lui lo creò a Greccio, in provincia di Rieti. Siamo in Tuscia, in un territorio che dialoga fortemente con l’Umbria da cui arrivava Francesco. Da quelle parti, i paesi sembrano tutti presepi, soprattutto all’imbrunire di un giorno d’inverno, quando il crepuscolo lascia spazio al buio e i paesi si accendono e brillano. Francesco rappresentò un qualcosa che poteva avere davanti agli occhi, aggiungendo la sacralità della Natalità. Per ritrovare la sensazione di vivere dentro un presepe, quella zona d’Italia è davvero il massimo. 2
La foto del Krampus è © Giovy Malfiori – riproduzione vietata.
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