L’altro ieri sono stata sulle montagne vicino a casa e, tra andata e ritorno, buttavo l’occhio al panorama. Ho pensato a quanto questa parola – panorama – mi sia cara. A volte il panorama è qualcosa di aperto e sconfinato (come quello immortalato nella foto qui sopra: ero sull’Isola di Lewis, Ebridi Esterne), a volte invece è qualcosa di più contenuto… magari da osservare da una finestra. Come faccio io con l’Albero Attiglio, finché potrà essere così. Ci sono dei panorami che amo infinitamente, come quello dalla mia finestra alla Fortezza Alta, in Umbria. Ci sono dei panorami che non mi stancherò mai di cercare e davanti ai quali vorrò sempre tornare. Ci sono dei panorami da fotografare almeno una volta nella vita, secondo me. Mi ero messa a fare una lista che non finiva più: l’ho ridotta a otto. Ve la racconto oggi, punto per punto.
Perché un panorama ci colpisce?
Eccolo qui il panorama umbro che più amo: la mia finestra nel cottage della Fortezza Alta, in versione primaverile. In effetti, riguardando le tantissime foto scattate in giro per il mondo, mi sono resa conto di essere stata fortunata: sono riuscita a immortalare molti dei panorami che più mi hanno detto qualcosa in più stagioni, in più momenti diversi. È come se mi avessero detto molto, a più riprese. Perché un panorama ci cattura? Credo che esistano davvero molte risposte a questa domanda perché, proprio come il viaggio in sé, la percezione di un luogo è totalmente ad personam e va vissuta come tale. Io, per quel che mi riguarda, vengo attirata moltissimo da un panorama che mi comunica vastità e immensità. Non tanto perché l’orizzonte si perde a vista d’occhio, quanto più per come quel tipo di panorama mi abbraccia, facendomi sentire piccola. Davanti a un panorama che mi fa questo effetto, io mi sento sempre un puntino nel mondo. D’altro canto, però, quella vastità mi fa sentire tutta la forza dei miei pensieri, di ciò che voglio per me, dei miei sogni. Questo è il mio motivo per amare il panorama. E per non smettere di fotografarlo.
Panorami da fotografare prima o poi: le Piramidi (dal lato giusto)

Sono stata in Egitto un bel po’ di tempo fa, col mio zaino in spalla e con mio nipote al seguito. Una delle cose che mi ero ripromessa di vedere assolutamente da quelle parti erano le Piramidi a Giza e Il Cairo. Ci rimasi un po’ e mi gustai una città che non credevo esistesse in quella forma così interessante e un luogo che avevo visto mille volte in foto e documentari ma che riuscì a sorprendermi alla grande. Mentre stavo arrivando a Giza, in autobus, vidi spuntare le Piramidi di Cheope, Chefren e Micerino da dietro le case e mi chiesi stupita quanto fossero vicine alle case. Poi ho capito che esisteva un “lato giusto” per fotografarle. Ovvero il lato opposto a quello di arrivo sul sito archeologico più conosciuto d’Egitto. Da lì, proprio come nella foto qui sopra, sembrano disperse in mezzo al deserto. Cosa che non sono assolutamente. Nulla, nemmeno il paesaggio urbano, riesce però a togliere fascino al panorama delle Piramidi. Possiamo vederlo in foto mille volte ma, quando si è lì, lo stupore regna sovrano. Questo è il loro bello. Tra le tante altre cose.
Panorami da fotografare prima o poi: Buttermere, magari prima della pioggia

Non mi stancherò mai di mettere Buttermere nella lista dei luoghi da vedere, di cui innamorarsi, di cui stupirsi e da fotografare. L’avevo già citato nella lista dei luoghi dove trovare gli alberi da fotografare almeno una volta nella vita ed eccolo qui anche quando si parla di panorama. La visione di Buttermere e di tutto ciò che porta con sé è uno dei motivi per visitare il Lake District e seppe, in passato, ispirare William Wordsworth più di una volta. Quel panorama, a me, sa di vastità, energia, forza dirompente. Mi è capitato di essere lì prima della pioggia e – ve lo assicuro – è qualcosa di grandioso.
Panorami da fotografare prima o poi: il waterfront di Seattle, dal mare
Come scrissi tempo fa, prendere il traghetto per Bremerton è uno dei migliori modi per fotografare la bellezza di Seattle. Non solo: il viaggio vi darà anche una vista privilegiata sul Monte Rainer, che è uno dei monti da fotografare almeno una volta nella vita. Quando vidi quel panorama di Seattle forse capii (dopo giorni che ero lì) di trovarmi lì per davvero. Era come se, con lo sguardo, riuscissi ad abbracciare la città intera, quella città che tanto avevo sognato e che avevo finalmente raggiunto. Questo, per me, resta uno dei panorami da fotografare almeno una volta nella vita. Dove “almeno” è la parola chiave.
Panorami da fotografare prima o poi: Todi, dalla strada per raggiungere la E45
Ecco un’altra foto dell’Umbria che ho in più versioni: il panorama di Todi. C’è una strada, una sorta di circonvallazione di Todi che faccio spesso per andare a prendere la E45. Lì c’è il punto più panoramico su Todi che io abbia mai trovato in giro per quella zona dell’Umbria. La si vede in tutto il suo splendore, in tutto il suo Medioevo per approdare poi al Rinascimento della chiesa disegnata dal Bramante. Anche se non devo scattare nessuna foto, io mi fermo sempre lì a guardare quella città che, per me, è come un cartello che dice “Bentornata a casa, Giovy“. Se passate di lì, fate un fischio: vi dico dove fermarvi.
Panorami da fotografare prima o poi: il Pasubio, dal colle Santagiuliana
Vi devo davvero raccontare di Santagiuliana, dell’osteria, del panorama, di quel colle che si trova sulla strada che da Recoaro Terme va a Campogrosso, sulle Piccole Dolomiti, nel mio Alto Vicentino. Ecco un altro panorama che mi dice “Bentornata, Giovy“. Mi piace andare dietro la chiesetta che si trova su quel colle (che è più un monte, direi) e sedermi su quelle panchina, lontana dalla gente che arriva lì per mangiare e bere e in compagnia del belare delle capre che abitano lì vicino. Quel panorama non è solo vastità, per me, è come mordere la Madeleine di Proust e avere addosso, dentro, davanti a me, intorno a me ogni significato della parola nostalgia. Fa bene e fa male allo stesso tempo.
Panorami da fotografare prima o poi: Cambridge, dal fiume
Ci sono tanti scorci interessanti da fotografare a Cambridge ma il panorama che tutti si aspettano (e che vale la pena di fotografare) è uno solo: dal fiume Cam. Il fatto è questo, ed è bene saperlo: lungo il fiume, nella parte centrale della città, ci sono i college. Solo i college si affacciano sul fiume e solo entrando in essi (quando si può e dove si può) si riesce a fotografare gli edifici storici al loro meglio. C’è, però un’alternativa gratuita: infilatevi lungo Pembroke Street in direzione fiume. La via diventa, a un certo punto, Mill Street. Arriverete al fiume all’altezza di un pub che si chiama The Mill. È l’edificio bianco che vedete in questa foto. Camminate lungo il fiume e troverete dei buoni punti per immortalare la bellezza di Cambridge. C’è un’altra alternativa a pagamento: il punting. Ovvero salite su di una barca condotta da un punter. Non è ancora chiaro? La vedete la barchetta nella foto: ecco, quella. Perché ho messo il panorama di Cambridge tra quelli da fotografare prima o poi nella vita? Perché mi ha riempito il cuore quasi inaspettatamente.
Panorami da fotografare prima o poi: le Crete Senesi, guardando proprio verso Siena
Il resto del mondo ci invidia molto panorama. Non a caso – se mai dovessimo – potremmo dire che sono stati gli Italiani a inventare il panorama come concetto visivo e strumento di racconto. I pittori vedutisti hanno fatto furore nell’Europa del XVIII Secolo e sono stati gli italiani a fare scuola in questo caso. Pensate a Canaletto. Non solo: tra i motivi del Grand Tour c’era proprio il panorama italiano. L’anno scorso ho fatto una sorta di road trip in Toscana. Sono arrivata anche nella zona delle Crete Senesi e mi sono lasciata beatamente sorprendere da come il panorama si aprisse davanti a me e da quanta vastità comunicasse, in pochi chilometri. Le Crete Senesi vanno viste prima o poi nella vita, meglio se fuori stagione. A fine estate, quei colori bruciati tipici della zona danno il meglio di loro e c’è meno gente in giro. Il brutto di quella zona è proprio la quantità di persone presente per strada e la poca possibilità di fermarsi in sicurezza per poter scattare delle belle foto e lasciarsi abbracciare da quel panorama. Nel caso capitaste nel senese, dormite a Borgo Grondaie. Ottima base e splendido posto.
Panorami da fotografare prima o poi: le Alpi intorno a Cogne
Come disegnavate voi le montagne quando eravate piccoli? Io esattamente come in questa foto. Potete immaginare la prima volta che andai a Cogne e mi trovai lì, nel punto dove ho scattato la foto, e ho visto davanti ai miei occhi esattamente ciò che disegnavo (malamente) quando ero piccola. Ci sono molti luoghi che fanno parte dell’immaginario collettivo e che conosciamo anche senza averli mai visti. Non credo che Cogne sia stato questo per me ma la sorpresa di sapere che quel disegno di bimba, in realtà, esisteva davvero è stata grande. Ecco perché ho messo questa vista sul Gran Paradiso tra i panorami da fotografare almeno una volta nella vita.
Tutte le foto senza caption sono © Giovy Malfiori – riproduzione vietata.
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