Avete presente Sutri? La città, sia antica che moderna, si trova lungo la Via Cassia, a circa 30 chilometri a sud di Viterbo. Come vi ho già raccontato, mi aspettavo tanto dal mio viaggio in Tuscia ma non ero pronta alla sorpresa che avrei avuto nel visitare l’Anticissima Città di Sutri. Questo è il nome ufficiale del Parco Archeologico che si trova ai piedi di quella che ora è questa città del Lazio. Sutri è un piccolo grande paradiso per viaggiatori curiosi, sia nella sua parte archeologica che in quella puramente medievale. Visitare il Parco Archeologico dell’Antichissima Città di Sutri è proprio l’inizio di un grande viaggio, accompagnati da tanta storia e meraviglia. O è stato così almeno per me.
Dove si trova Sutri e dove parcheggiare vicino all’Area Archeologica
Prendete la mappa del Lazio e individuate Viterbo. Non vi sarà difficile trovare la strada denominata, a tratti, SS2 e, ad altri, SR2. Si tratta della Via Cassia e, viaggiando verso sud lungo essa, non vi sbaglierete nel trovare Sutri. La strada da Viterbo è molto bella e vi farà transitare anche sulla tratta cimina della Cassia (ovvero sulle pendici del monte Cimino) dove incontrerete la bellezza del Lago di Vico. Una volta giunti in prossimità di Sutri, continuerete a non sbagliarvi. Da un lato della Cassia c’è il Parco Archeologico dell’Antichissima città di Sutri. Dall’altro noterete il borgo medievale. Ci sono vari parcheggi per lasciare la vostra auto ed esplorare entrambi. Ovviamente, entrambi i lati di Sutri si esplorano a piedi. Io ho parcheggiato esattamente davanti alla biglietteria dell’area archeologica. In alternativa, a pochi passi sia dal borgo che dall’area archeologica, c’è il Parcheggio Via delle Cassie, a pagamento e molto grande.
Un po’ di storia di Sutri
Perché si chiama Antichissima Città di Sutri? La zona della Tuscia vanta città davvero antiche. La Tuscia, si sa, è culla della civiltà etrusca ma ci sono stati anche altri popoli che si sono stabiliti lì. Uno di essi è il popolo dei Pelasgi, probabilmente di origine greca e arrivati lì proprio in virtù dei commerci con la civiltà etrusca. Nel 383 a.C., l’Etruria cadde in mano romana e da lì si svilupparono tantissime cose: città, vie consolari, luoghi di culto e così via. Non che mancassero prima… e Sutri ne è una bella testimonianza. Sutri andò avanti nel prosperare con la sua vita fino al momento della Caduta dell’Impero Romano d’Occidente. Con il V Secolo arrivarono i vari Barbari e, con le invasioni, la popolazione si spostò sul colle dove ora c’è il centro storico di Sutri. Cosa ci dice che, nel passato, Sutri fosse importante? Ve lo racconto ora.
Cosa aspettarsi dalla visita all’Area Archeologica di Sutri
L’Area Archeologica di Sutri è un parco archeologico di circa 7 ettari. Non è grande ma è denso. Il tempo di visita dipende tutto da quanto interesse avete per le civiltà antiche. Io sono rimasta lì una mattina intera e non ne avevo ancora avuto abbastanza. Il percorso di visita si snoda tra anfiteatro, necropoli, mitreo e i giardini all’italiana di Villa Savorelli. Cosa occorre sapere?
- Il biglietto di ingresso è di 8€ con audioguida compresa. Ci sono delle riduzioni: chiedete all’ingresso.
- Il biglietto si paga per vedere anfiteatro e mitreo. Il resto del parco è gratuito.
- Parco, anfiteatro e necropoli sono accessibili a tutti. Il mitreo no: ci sono dei gradini e la struttura interna del luogo non permette l’accesso a chi non riesce a fare i gradini e oltrepassare la porta.
- Nell’area ci sono dei bagni (dietro la biglietteria) e panchine per sedersi qua e là.
- Non ci sono punti di ristoro ma vi basterà attraversare la Via Cassia per trovare tutto quello di cui avete bisogno.
Ovviamente, tutto il percorso si fa a piedi ed è davvero adatto a tutti.
Cosa vedere nell’Antichissima città di Sutri: l’anfiteatro
Di anfiteatri romani ce ne sono tantissimi sparsi per mezza Europa e pezzi di Africa e Asia. Quello di Sutri non è un unicum ma ci si avvicina un po’ perché sono davvero pochi gli anfiteatri romani la cui struttura non è costruita ma letteralmente scavata dalla roccia. In questo caso, si tratta di un anfiteatro scavato nel tufo. Sono ben visibili ancora oggi i tre ordini di pubblico e si può percorrere una delle gallerie che, al piano terra, permetteva di raggiungere i propri posti. L’anfiteatro di Sutri si avvicina, proprio per il fatto di essere scavato nella roccia, a quello di Leptis Magna, antica città che si trova nell’attuale Libia. Gli ingegneri del tempo hanno sfruttato un avvallamento naturale per ricavare un anfiteatro da circa 9000 posti. Qui, ovviamente, combattevano i gladiatori. Io sono rimasta senza parole lì dentro, da sola, in quella mattina di aprile in cui si sentiva solo il canto della natura.
Cosa vedere nell’Antichissima città di Sutri: la necropoli lungo la Via Cassia
Le Vie Consolari – tutte – sono delle grandi custodi di tombe. Solitamente, i romani seppellivano i morti o facevano dei monumenti funebri appena fuori dalle città, lungo le strade che portavano in quelle città. Anche a Carsulae, per esempio, è così. C’è la necropoli lungo la Via Flaminia. Io e la Cassia abbiamo appena iniziato a conoscerci e lei mi ha fatto davvero un gran regalo con la necropoli di Sutri. Essa si trova dai lati (entrambi) dell’anfiteatro. Quello che si può vedere sono delle tombe rupestri scavate nel tufo. Questi luoghi di sepoltura erano già fortemente usati dagli Etruschi. I Romani hanno solo continuato l’opera. Ci sono delle tombe che raccontano un po’ di più il gusto estetico classico ma sono tutte da guardare come delle piccole grandi opere d’arte.
Cosa vedere nell’Antichissima città di Sutri: il mitreo
Ecco qualcosa che proprio non mi aspettavo e non sarei mai riuscita a immaginare: il Mitreo dell’Antichissima Città di Sutri. Sapete cosa sia un mitreo? Si tratta del luogo preposto al culto del Dio Mitra, un dio che arriva nei territori romani grazie alla mescolanza culturale con l’antica Persia. Mitra era un dio interessantissimo da studiare: il suo culto nasce intorno al I secolo a.C. e va avanti fino al V secolo d.C. circa. La sua mitologia ha molta attinenza con una figura chiave del Cristianesimo. Anzi, con due. Molti mitrei si sono trasformati, nel primo Medioevo, in luoghi di culto di San Michele Arcangelo. Il mitreo di Sutri è di una bellezza pazzesca. Di antico – ovvero dei tempi in cui lì dentro si celebrava il Dio Mitra – resta la struttura con tanto di panche in muratura dove si sedevano i fedeli. Quello che possiamo vedere ora è ciò che il Medioevo ci ha lasciato. Il mitreo è diventato una chiesa. Osservate bene gli affreschi che vedrete appena entrando: si vede San Michele Arcangelo e si notano dei pellegrini in cammino. Perché? Perché col Medioevo, molti tratti della Via Francigena sono paralleli alla Via Cassia (anche nel Senese, in Toscana, per esempio). Nel mitreo di Sutri si entra solo accompagnati e in piccolissimi gruppi: quando comprerete il biglietto vi verrà chiesto a che ora volete vedere il mitreo.
Cosa vedere nell’Antichissima città di Sutri: i giardini di Villa Savorelli
Fino a metà del 1800, tutta la zona archeologica di Sutri era di proprietà della famiglia Savorelli, che proprio lì viveva. Sopra l’anfiteatro c’è la loro casa, contornata da splendidi giardini all’italiana. Pensate che l’anfiteatro era tutto pieno di terra, così tanto da sembrare una piccola collina dove pascolavano gli animali di proprietà della famiglia. Per fortuna poi arrivò la passione dell’archeologia e scavare divenne quasi uno status quo. Al tempo della mia visita (inizio aprile 2022), la villa non era aperta e solo una parte dei giardini era esplorabile. Vale comunque la pena di salire fino alla villa. Il panorama su Sutri è impagabile!
L’Antichissima Città di Sutri, per me
Cosa ci trovi in quei vecchi sassi, Giovy? In quelle vecchie tombe? Io ci vedo pura vita. La storia non va contemplata e anche il passato più lontano può essere vissuto nei luoghi che lo hanno visto protagonista. Quello che amo dell’antichità romana – della Romanitas, come mi ostino a chiamarla io – è la sua capacità di essere infinita. Ciò che venne costruito 2000 e passa anni fa è ancora qui e, proprio come mi dicevo la settimana scorsa parlando della Casa Romana di Spoleto, io mi chiedo sempre se di me resterà qualcosa tra 2000 anni. Probabilmente la mia anima vorrebbe una risposta affermativa a questo desidero. Esplorare l’antichità mi mette di fronte alla possibilità di non avere mai una fine, una scadenza certa. Mi regala la speranza che si possa fare la differenza e, in questo modo, superare il tempo. Sutri è potente da questo punto di vista. L’anfiteatro, per dirla tutta, non si nota in tutta la sua magnificenza finché non varcherete il suo cancello. Lì avviene una sorta di magia che vi farà entrare nell’eternità, camminare in essa. Solo voi deciderete quando l’incantesimo sarà finito. Io non avrei voluto farlo finire mai.
Tutte le foto sono © Giovy Malfiori – riproduzione vietata.
Buongiorno Giovy. Vorrei sapere come arrivare alla zona archeologica di Sutri dalla stazione ferroviaria. Ho cercato in internet ma non ho trovato spiegazioni. La ringrazio e mi scuso… Grazia
Buongiorno Grazia,
da quanto so io, le opzioni sono due: o si prende un taxi o si cammina.
La stazione è circa a 7km dall’area archeologica. C’è un percorso pedonale che richiede circa un’ora e mezza.
Non ci sono (per il momento) mezzi pubblici da poter prendere.