Com’è che io non sapevo (quasi) nulla su Tuscania? Visitare la Tuscia e, soprattutto, passeggiare proprio a Tuscania mi hanno permesso di darmi allegramente dell’ignorante, con l’immensa felicità di poter colmare lacune assurde. Proprio lì mi sono chiesta come mai io non avessi mai considerato quel bellissimo pezzo di penisola nei miei tanti viaggi in giro per l’Italia. Tuscania è una città storica che si trova a metà strada tra Viterbo e la costa del Tirreno. In passato ebbe un’importanza fondamentale sia per gli Etruschi che per i Romani. Cosa può regalare una passeggiata a Tuscania? Ve ne parlo oggi.
Dove si trova Tuscania e dove parcheggiare per visitare il centro
Tuscania si trova in provincia di Viterbo, esattamente a metà strada (25 km circa) dal capoluogo e da Tarquinia. Risulta, quindi, molto comoda e praticamente “di strada” per chi volesse fare un giro proprio nella città più etrusca che ci sia (Tarquinia, appunto) e magari avesse desiderio di unire anche la visita a qualcos’altro. Il centro storico di Tuscania si trova tutto racchiuso dalle antiche mura della città ed è impossibile non notarlo. Per visitarlo occorre, ovviamente, camminare e vi consiglio di lasciare l’auto nel grande parcheggio che c’è tra Piazzale Trieste e Piazza dei Bersaglieri. Il parcheggio è a pagamento: preparate le monetine. Io ci ho messo 2,50€ perché non sapevo quanto sarei rimasta (dalle 14 circa) e sarei potuta restare lì fino al giorno dopo. Sono ben felice di comunicarvi che tutto il centro di Tuscania è accessibile anche per chi è diversamente abile: ho visto tanti scivoli e praticamente nessuna barriera architettonica. Che meraviglia! Per la cronaca, vi dico che io ho affrontato la mia passeggiata a Tuscania con un ginocchio al primo “rodaggio” dopo essermi fatta seriamente male. Quel giorno – ve lo dico – era il primo davvero in giro dopo un mese e passa e non ero sicura sarei riuscita ad affrontare una giornata on the road (delle mie, poi).
Un po’ di storia di Tuscania
Questo non sarebbe il mio blog senza un po’ di spiegone storico. O no? Tuscania nasce davvero in tempi antichi. Il nome deriva, però, dalla lingua latina e dalla parola Tuscum. I Tusci, per i Romani, erano gli Etruschi. Come raccontavo nelle stories, la leggenda vuole che Tuscania sia stata fondata da Ascanio, il figlio di Enea. In realtà, sembra che lì ci potesse essere un insediamento molto antico e che, successivamente, si sviluppò proprio in epoca Etrusca. I Romani conquistarono quella parte di penisola intorno al 280 a.C., anno più o anno meno a seconda delle città e delle battaglie. Ma siamo lì. Con la dominazione romana, arrivò la Via Clodia, che collegava Cassia e Aurelia. Insomma, un gran traffico da quelle parti. Il Medioevo vide la necessità di costruire grandi mura e i cambi di merlatura tra guelfi e ghibellini erano all’ordine del giorno da quelle parti. Tuscania rimase parte dello Stato Pontificio fino alla famosa breccia di Porta Pia e, dal Rinascimento in poi, non ebbe vicende di grandi famiglie tra le sue mura e tra le sue case, benché sempre legata agli Aldobrandeschi. Ora è davvero un centro storico molto affascinante.
Cosa aspettarsi da una passeggiata a Tuscania
Cosa ho fatto io a Tuscania? Sinceramente ho vagato senza nemmeno troppa preparazione. Ho notato la città proprio viaggiando verso Vulci e, mentre ero in auto, mi sono detta “qui mi fermo al ritorno“. E così ho fatto. Io sono entrata a piedi in città dalla porta che dà su Via Roma e ho iniziato a camminare un po’ senza meta. Cercavo, in realtà, di imitare Pacman; prendevo ogni via con l’intento di mangiare qualche pezzo di esperienza di viaggio che colmasse la mia ignoranza su quel luogo. Cosa ho trovato?
Passeggiare a Tuscania: le vie del centro storico
Mi piacciono i centri storici dove posso vagare osservando i dettagli. Senza cadere per terra, possibilmente. Il mio vagare per Tuscania è stato tutto un “guardati attorno” e “Giovy, guarda dove cammini“. Insomma, un momento vagabondo schizofrenico dal quale, però, ho colto molte cose. In primis, ho notato i colori caldi delle case. Non so se anche a voi capiti lo stesso ma mi hanno messo a mio agio. In secondo luogo, ho osservato le porte e ci ho visto davvero tanta storia su quelle assi di legno. Tuscania quel giorno (era lunedì) sembrava tranquilla e pronta ad accogliermi.
Passeggiare a Tuscania: le mura della città
Le prime mura di Tuscania erano etrusche e, successivamente, ci furono quelle romane. La cinta muraria che si vede ora è opera dei tempi medievali, momento storico in cui i barbari si infilavano lungo le vie consolari e saccheggiavano qualsiasi agglomerato urbano trovassero. La forma è poligonale, perché il profilo della città è irregolare. Restano ancora alcune torri di avvistamento, come quella del Rivellino che dà il nome all’omonimo parco dove vi consiglio caldamente di fermarvi. Perché? Ve lo spiego nel prossimo paragrafo.
Passeggiare a Tuscania: il paesaggio
Sono arrivata al Parco del Rivellino perché ho seguito il rumore di una fontana: avevo bisogno di riempire la mia borraccia e confidavo ci fosse dell’acqua potabile. E così fu. Tenetene conto, nel caso abbiate bisogno di bere. Il parco è una sorta di posto in prima fila per osservare uno dei paesaggio più belli che io abbia mai visto in vita mia. Io ci sono rimasta di sasso perché non trovavo parole per definire tanta bellezza. Quello che si può osservare è la parte più Medievale di Tuscania. Su un lato (che non si vede dalla foto ma voi tenete conto che si trovi a sinistra dell’immagina) c’è quella parte di centro dove si trovano alcune delle chiese romaniche più belle della zona. Davanti a me, proprio come si vede in foto, i resti del Castello del Rivellino e l’Abbazia di San Giusto. Si può raggiungere entrambi sia a piedi che in auto. Osservare tutta quella bellezza mi ha fatto tornare in mente quanto il paesaggio sia, al giorno d’oggi, un po’ bistrattato. O meglio, troppo poco raccontato. In tempi passati, l’Italia si raggiungeva e si visitava – per il famoso Gran Tour – proprio perché il paesaggio era (ed è) qualcosa di unico. Sono rimasta seduta in quel parco per non so quanto tempo, a lasciare che gli occhi mi si riempiano di qualcosa di unico.
Tutte le foto sono © Giovy Malfiori – riproduzione vietata.
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