Sapete quella cosa dei ricordi? Io guardo inesorabilmente i miei ricordi sui social e mi riscopro in tutti i miei viaggi pre-pandemia. In un bel febbraio del 2019, ho trascorso un paio di giorni a Liegi dedicandomi a fondo a quella città della Vallonia, la regione francofona del Belgio. Un viaggio in Belgio è sempre una buona idea, per me. Vi ho già raccontato, tanto tempo fa, 8 motivi per fare un viaggio a Liegi. Oggi, con un po’ di conoscenza in più della città e delle sue potenzialità, vi parlo di quello che amo di Liegi. Perché Liegi si ama davvero e non ci vuole troppo tempo per innamorarsene. Dipende sempre tutto da quello che si chiede a un viaggio. Io chiedo sempre tanto. Ho chiesto tanto a Liegi e lei ha risposto benissimo.
Quello che amo di Liegi: la sua posizione (e la facilità nel raggiungerla)
Quando scrivo i post su quello che amo di un dato luogo, questo è il punto in cui racconto come arrivare nel posto che racconto o do informazioni logistiche. Per quel che riguarda Liegi, faccio un’eccezione rispetto alla struttura del post che mi sono data. Questo per un motivo ben preciso: una delle cose che più ami di Liegi è la sua posizione geografica, caratteristica che la rende una base perfetta per tanti tipi di viaggi. Liegi è uno dei vertici di un triangolo che la mia mente ha disegnato sulla mappa dell’Europa, proprio nel cuore del vecchio continente. In un angolo c’è Liegi, nell’altro Maastricht e nell’altro Aachen, ovvero Aquisgrana. Alloggiando semplicemente a Liegi, si può fare un viaggio che comprenda tre nazioni, tre tipi di racconto diversi e, soprattutto, si viaggia in alcuni dei più importanti luoghi legati all’Imperatore Carlo Magno. Liegi, come vi dicevo, può essere una base perfetta perché è molto semplice da raggiungere dall’Italia, pur non avendo voli diretti. Io sono partita da Linate e ho raggiunto Bruxelles in poco più di un’ora e mezza di volo. Dall’aeroporto di Bruxelles, ho preso il treno per Liegi (cambiando a Louvain), mettendoci meno di un’altra ora e mezza. Liegi venne messa quasi al centro di un libro che adoro, proprio per la sua posizione geografica… ma questo mi porta al secondo motivo del mio amore per questa città belga.
Quello che amo di Liegi: Georges Simenon
L’impiccato di Saint Pholien è in romanzo di Georges Simenon e fa parte della serie delle investigazioni del Commissario Maigret. Non so quanti di quei libri abbiate letto ma, per me, lì dentro c’è più Belgio che Francia, benché Maigret abbia il suo ufficio in quel di Parigi. Il fatto è che Georges Simenon si è sempre portato dentro la sua Liegi. Eh già: non dico certo una novità nello scrivere che sia nato proprio in quel di Liegi, proprio nel quartiere che occupa la terza posizione nella mia lista di quello che amo di Liegi.
Quello che amo di Liegi: l’Oltre Mosa
Ci sono alcune città che hanno un quartiere che inizia con Oltre e poi continua con il nome di un elemento fisico e geografico. Penso a Parma con il suo Oltre Torrente. Liegi ha l’Oltre Mosa o Outremeuse, tutto attaccato, come lo chiamano lì. L’Oltre Mosa è un puzzle di esistenze diverse, un qualcosa con tanti colori, tante voci, tante parole in lingua diverso. Lo si raggiunge a piedi proprio dal centro, attraversando il Pont des Arches, approndando dritta davanti a quella stessa chiesa si Saint Pholien che racconta Simenon nel suo romanzo. Lo scrittore ha vissuto proprio in questa zona della città e, di fronte la chiesa, c’è una libreria che vi consiglio di non perdere. Di perdervi, invece, come se non aveste meta è ciò che vi dico di fare proprio per scoprire l’Oltre Mosa. Magari, come me, arrivate dritti davanti al panificio che mi ha fatto scoprire un altro dei motivi per cui amo Liegi.
Quello che amo di Liegi: le gaufre
Era mattina e faceva frescolino, quel giorno mentre ero intenta a girare per l’Oltre Mosa. Il freddo, però, non fermava lo spargersi del profumo delle gaufre, misto a quell’aroma confortante di pane che si sente in certi posti nel mondo. Ho seguito le suggestioni catturate dal mio olfatto e ho trovato proprio un panificio, di quelli piccolini, con le vetrate appannate perché dentro è caldo e fuori è freddo. Sono entrata e ho comprato una gaufre che non scorderò mai. Conoscevo già le gaufre di Liegi ma non ne avevo mai mangiata una di così buona, fragrante e burrosa. Ma di non solo burro vive Liegi. C’è anche altro. La gastronomia di Liegi passa per le mitiche boulettes e arriva a non so quanti piatti e cose da bere. Come, per esempio, la birra prodotta in città.
Quello che amo di Liegi: la birra
Che in Belgio la birra sia buona, mi sembra davvero un dato di fatto. Liegi è una gran città per chi ama la birra di qualità e per chi vuole mettere delle produzioni degne di nota dentro le degustazioni da fare in città. I posti dove assaggiare birra buona a Liegi sono vari e io vi consiglio di arrivare ai piedi del Mont de Beuren e di seguire le indicazioni per il birrificio C, che sta per Curtius. Vi troverete ad assaggiare tutte birre ad alta gradazione e il birrificio non offre gran piatti per accompagnare il tutto, almeno quando sono stata lì io. Indi per cui, cercate di arrivare a stomaco pieno per godervi pienamente uno dei tanti meravigliosi racconti di gusto che questa città offre.
Quello che amo di Liegi: i dettagli che si incontrano in viaggio
Lo sapete quanto io ami i dettagli e ogni posto nel mondo ne è pieno zeppo. La cosa difficile – e che dipende dal nostro atteggiamento in viaggio – sta nel saperli trovare e raccogliere. Proprio come le cose buone che si possono trovare in un bosco. Liegi mi ha regalato dettagli che fanno dalla lingua vallone e dai nomi delle vie indicati anche così. Mi ha donato cieli che sembravano usciti da un quadro di Magritte (che non a caso è belga) e mi ha portato al cospetto dell’unica statua che io abbia mai trovato, capace di raffigurare un angelo caduto. Quell’angelo caduto. All’interno della cattedrale di Liegi, infatti, c’è una statua di Lucifero proprio sotto il pulpito. Cosa inusuale (seppur non unica) e davvero interessante, per me. Degna di nota è la bellezza di quell’angelo caduto. Dettagli, gente, cercate sempre i dettagli in viaggio: contengono storie che non scorderete più.
Quello che amo di Liegi: la Mosa
I fiumi mi dicono sempre tanto e la Mosa mi parla come fossimo amiche da una vita. Io le voglio bene e ci sono davvero tanti spunti che si possono prendere dalla Mosa per costruire un itinerario di viaggio in Vallonia o, in generale, in tutto il Belgio. La Mosa è in placido e costante dialogo con la città di Liegi e disegna una linea importante, quella che la porta – per esempio – a essere la vicina di casa perfetta di Maastricht. Non so se lo sapete ma Maastricht vuol dire “ponte sulla Mosa“, perché lì i Romani costruirono un punto di valico sul fiume. La pista ciclabile che, da Liegi, segue la Mosa vi porterà dritti in Olanda (le due città distano poco più di 30 km).
Liegi, per me
Il vento, freddo in febbraio e piacevole in estate, sempre presente. Il profumo di patatine e di gaufre nell’aria. Il sapore, a fine cena, del Pékèt, così delizioso da volerne sempre di più. La birra, la storia, Carlo Magno che è nato lì vicino. Le chiese piene di un’atmosfera tutta loro e i miliardi di scalini del Beuren. Poi ci sono i colori dei tetti, il bianco della stazione, le vie strette dove ci sono mille sfumature di grigio: dal lastricato delle strade, ai mattoni, all’ardesia. C’è il cielo della Vallonia con quelle nuvole che viaggiano veloci. Il mare è vicino, il centro dell’Europa è vicino. E poi c’è Georges Simenon in ogni dove, anche se i suoi romanzi sono stati scritti altrove. Se c’è una città dalla quale iniziare a conoscere la molteplicità accogliente della Vallonia, quella per me è proprio Liegi. E io le voglio bene.
Tutte le foto sono © Giovy Malfiori – riproduzione vietata.
Lascia una risposta