
Dentro la mia testa c’è un casino pazzesco: informazioni, suggestioni, emozioni, sensazioni. Se non finisci in –oni, non entri nella mia testa. E con questa si sprecano tutte le battute da qui a fine anno. Prossimo anno. Sto pensando tanto ai vichinghi e ai musei dedicati ai vichinghi che ho visto in giro per l’Europa. Mi sono documentata e, proprio come mi aspettavo, ne ho ancora un numero infinito da vedere, tra quelli che contengono resti archeologici legati all’Era Vichinga, fino a quelli in cui si mostrano ricostruzioni di villaggi e filmati su come dovesse essere la vita ai tempi dei vichinghi. Nel frattempo, nell’attesa di organizzare nuove partenze, ho pensato di scrivere questo post su alcuni musei da vedere se si amano i vichinghi, con qualche indicazione su cosa guardare per documentarsi (oltre che leggere), tra fiction e realtà.
La verità, vi prego, sui Vichinghi

Era il 2015 quando scrissi il primo post legato al viaggiare seguendo le tracce dei vichinghi. In quel post, mi riferivo alla Gran Bretagna e isole limitrofe in genere e dovevo ancora iniziare la visione di Vikings, la serie tv ideata e prodotta da Michael Hirst. La prima stagione di quella serie è del 2013 ma io mi ci sono dedicata solo qualche anno fa, quando iniziò a essere presente su Netflix. Cosa ha scatenato quella serie dentro di me? No, non sto parlando di una tempesta ormonale irrefrenabile alla vista di Ragnar. Benché sia un bel vedere (e quella serie regala delle ottime viste per tutti i gusti e le inclinazioni, fluide o statiche che siano), quella serie ha scatenato in me una caccia all’errore storico che nemmeno la mia prof del liceo sarebbe stata uguale a me in quanto a costanza e determinazione. Michael Hirst, come produttore e sceneggiatore, ha tutta la mia stima per lavori come i due film su Elisabetta I (con Kate Blanchett), opere che non sgarrano di un millimetro. A mio avviso, la pena per lui era di essere rinchiuso nella Torre di Londra. Con I Tudors – altra serie storica prodotta sempre da lui – si è preso alcune libertà interpretative ma la storia è salva. Con Vikings, ahinoi, no. Ma gli vogliamo bene lo stesso. Ora, a costo di sembrare una brutta persona (quale sono) e di distruggervi sogni e convinzioni, ho un bell’elenco per voi. Anzi, facciamo due. Un po’ di onore va dato a Michael Hirst.
Tutto quello che avete visto in Vikings e che non è parte della realtà storica
- Ragnar e Rollo non erano fratelli e forse non sono nemmeno coesistiti
- Lothbrok non è il cognome di Ragnar, quindi Rollo non dovrebbe chiamarsi Rollo Lothbrok
- I figli di Ragnar, così come li vediamo nella serie, non sono figli di Ragnar. E poi, non si sarebbero mai chiamati qualcosa tipo “Bjorn Lothbrok” bensì “Bjon Ragnarsson“. Lo so, sono una brutta persona.
- Bjorn, Ivar e compagnia bella sono esistiti. Ma non erano fratelli.
- Lagherta non è mai stata la moglie di Ragnar
- Athealstan non è mai esistito
- Il fiordo di Kattegat non ha le montagne alte attorno ma terra piatta, perché è in Danimarca
Tutto quello che avete visto in Vikings e che, con tutta probabilità è vero anche storicamente
- Le pettinature: quello che vediamo, soprattutto negli uomini (quindi teste rasate in parte, tatuaggi e così via) corrisponde molto probabilmente alla realtà. Il condizionale, quando si parla di vichinghi, è sempre d’obbligo perché non scrivevano nulla. Quindi non ci sono documenti dell’Era Vichinga, se non quanto trascritto dai monaci che, però, avevano una visione di parte di quanto stava accadendo. Non avendo la controparte, si fa fatica ad analizzare. Reperti storici del XI Secolo, indicano però pettinature e abbigliamento simile.
- Gli usi e la società: i vichinghi avevano una società subordinata a un conte o a uno Jarl. Non si trattava di una società totalmente feudale come quella presente in Europa continentale o in Gran Bretagna ma c’era un capo a cui rispondere.
- I divorzi: la donna, spesso, era l’ago della bilancia e decideva di andarsene dalla casa del marito, determinando così il divorzio. Spesso veniva sancito proprio con un proclama pubblico davanti allo Jarl. Della serie “Io e Ragnar ci siamo lasciati”.
- Sacrifici: Michael Hirst è stato anche gentile nello descrivere i sacrifici. Erano tanti e cruenti.
- Floki è esistito ed è arrivato in Islanda: ma un po’ dopo rispetto agli anni in cui si pensa sia esisto Ragnar. Quindi no, non erano amici.
Cosa leggere e cosa guardare per documentarsi sulla storia dei Vichinghi
Allora, qui è davvero facile: per capire di più sulla storia vichinga e sulle gesta dei vichinghi ci sono poche cose da fare. Si guardano i programmi giusti, o meglio… si dà a quello che si guarda la giusta importanza e valenza. Poi si studia o si legge. Che cosa? Le fonti giuste, la Storia. E poi si viaggia. Ecco qui si seguito un elenco su cosa leggere e cosa guardare per capire un po’ la storia vichinga e farsi un’idea. Nota doverosa: è solo la punta dell’iceberg. Quindi ben vengano le vostre aggiunte.
- Tutto quello che è stato scritto da Gianna Chiesa Isnardi
Lei è il non plus ultra dello studio di lingue e culture scandinave in Italia. Pace all’anima sua, ci ha lasciati nel 2016 ma, fino al quel momento, ha insegnato all’Università e io rimpiango di non aver mai visto una sua conferenza. - Mario Polia; Le rune del Nord; Ed.Il Cerchio
Il Prof.Polia è un antropologo che io ho avuto l’onore di conoscere e che mi ha guardata definendomi “anima inquieta“.
Lui è uno studioso pazzesco ed è il primo ad aver analizzato le opere di Tolkien e ad averne scritto in italiano. Il Prof.Polia è un esperto di culture andine ma, visto la sua immensa mente, è anche uno dei massimi esperti di Rune Scandinave. E non parlo di quelle che si pescano dal sacchetto per capire come andrà il mese prossimo. Lui ha studiato gli scritti runici, traendone le dovute conclusioni storiche e antropologiche - Vikings; Neil Oliver; BBC
Neil Oliver sta alla BBC come Alberto Angela sta alla Rai. Lui è un archeologo e un divulgatore scientifico scozzese. Nel 2012, ha realizzato una serie di documentari intitolata Vikings. Io ce l’ho. Se volete, organizziamo una visione casalinga. - The Dark Ages: An Age of Light; BBC
Questa serie di documentari (da non confondere con la fiction Dark Age) è stata scritta e presentata da Waldemar Januszczak. Con una maestria pazzesca, lui fa luce sui primi secoli del Medioevo, parlando anche di vichinghi.
I musei da visitare se si amano i Vichinghi

Allora... in questo post parlo solo di musei e non di luoghi in generale. Per quelli, non mi basterebbe un’enciclopedia. E poi devo ancora studiare un sacco. Vi basti pensare che, allo scoppiare della pandemia nel 2020, io stavo studiando per fare un viaggio nel sud della Svezia in cerca di una sepoltura vichinga molto interessante ritrovata da poco. Ah, ma gli appunti sono ancora lì e sono ancora buoni…
I musei da vedere se si amano i Vichinghi: Jorvik, York, Inghilterra

Michael Hirst ci dice che Ivar the Boneless (che davvero, storicamente, era chiamato così) assaltò York e ne fece il centro del suo dominio vichingo. La realtà ci dice che Ivar passò di lì e che York per un buon periodo sì chiamava Jorvik ed era la città vichinga più importante di Gran Bretagna. Come dare un’evidenza chiara a tutto questo? Visitando Jorvik Viking Centre nel centro di York. Il museo è sorprendente e presenta sia una parte con reperti storici che una parte ricostruita che mostra come fosse la città. Questo è uno dei musei che mi ha lasciata più a bocca aperta in tutti i miei viaggi. Non faccio spoiler ma vi dico solo di prenotare, nel caso passaste da York. Ne vale la pena.
I musei da vedere se si amano i Vichinghi: il museo delle navi vichinghe di Roskilde, Danimarca
Se, a Jorvik, sono rimasta a bocca aperta, non appena ho messo piede al Museo delle Navi vichinghe di Roskilde, ho pianto. Il museo è piccolo e quindi non dovete aspettarvi mille sale o chissà che manufatti. Le vere regine di quel museo sono le 5 navi vichinghe che il fiordo di Roskilde ha custodito per tantissimi secoli. Solo lì, potrete vedere l’unico Knarr mai arrivato fino ai giorni nostri. Un Knarr era un tipo di nave usato proprio per scopi commerciali: studiare quel Knarr ha permesso di comprendere la portata dei commerci vichinghi. Le navi di Roskilde erano navi attive, imbarcazioni nate e usate per navigare, portare gente e portare merce. Se visitate Roskilde durante l’estate, sappiate che ci sono delle drakkar ricostruite con le quali è possibile fare dei giri in mare. Last but not least, sappiate che Roskilde era la capitale vichinga della Danimarca e che, dentro la sua cattedrale, è sepolto l’ultimo dei re vichinghi: Harald Bluetooth.
I musei da vedere se si amano i Vichinghi: il museo delle navi vichinghe di Oslo, Norvegia
A differenza delle navi di Roskilde, quelle contenute nel Museo delle navi vichinghe di Oslo sono navi funerarie. Se, a Roskilde, ho pianto, a Oslo ho fatto altrettanto e poi non sono più riuscita a proferire parola. Si tratta di opere mastodontiche – con le dimensioni di vere navi utilizzate per navigare – usate per il funerale di qualcuno. La nave di Oseberg, per me, è la più impressionante e bella delle tre e non si è ancora capito bene chi fossero le due donne che vennero “sepolte” su quella nave. Questo museo di Oslo sarà protagonista di una grande ristrutturazione per farlo diventare un museo vichingo a tutti gli effetti. Attualmente, contiene solo – si fa per dire – le tre navi e i loro tesori. E tutto il resto? Continuate a leggere.
I musei da vedere se si amano i Vichinghi: il Museo Storico di Oslo. Norvegia
Tutto ciò che è legato al mondo vichingo è custodito, in parte, al Museo storico di Oslo (Kulturhistorisk Museum), dove potete ammirare l’unico elmo vichingo mai arrivato ai giorni nostri. Così vi renderete conto che gli elmi vichinghi non avevano le corna. Quella fu una trovata di Wagner, il compositore. Detto tra noi, la serie di Michael Hirst è molto veritiera in quanto a elmi e armi. Una delle cose più belle da vedere al museo storico di Oslo sono alcuni portali lignei delle Stavkirke, le chiese di legno che si ispirano di più ai templi degli Dei Vichinghi che a chiese cattoliche. Sono il trait-d’union tra la cultura pagana e quella cristiana. I vichinghi – va detto – si cristianizzarono nel tempo: furono i re a cristianizzarsi per primi, seguiti da tutti gli altri. Michael Hirst fa dire una battuta emblematica a Rollo, divenuto ormai Duca di Normandia: “Nel tuono io sento dentro ancora la forza di Thor“. I portali di queste chiese lignee, infatti, mostrano da una parte le storie cristiane prese dalla bibbia. Dall’altro lato, ci sono i miti come quello che vedete qui sopra: Sigurd che uccide il Drago.
I musei da vedere se si amano i Vichinghi: il Museo Storico di Stoccolma. Svezia

Historiska Museet di Stoccolma è stato uno delle mie prime folgorazioni vichinghe, un po’ di anni fa. Questo museo, infatti, è molto interessate per la presenza proprio di alcune delle pietre runiche studiate dal Prof.Polia e descritte nel suo testo. Il museo è interessante proprio perché propone dei percorsi tra mito e storia, in modo da comprendere quanto possa esserci di vero nelle saghe vichinghe e cosa no. Il punto è proprio questo: una popolazione che non lascia tracce scritte o non lascia dipinti, è difficile da decifrare, soprattutto a secoli di distanza. Le fonti, spesso, sui vichinghi sono di parte perché non scritte da loro. Visitare il Museo Storico di Stoccolma aiuta molto, da questo punto di vista.
I musei da vedere se si amano i Vichinghi: i Musei dell’Isola di Man + altro
Avreste mai detto che, in mezzo tra Gran Bretagna e Irlanda, si trovasse un’isola che ha molto da dire sui vichinghi? Si tratta dell’Isola di Man, conosciuta ai più per la gara di moto denominata come TT. Nulla di male nel recarsi sull’Isola di Man per il TT ma, per me, è meglio visitarla fuori dal marasma di quella gara. L’isola stessa è il circuito di gara quindi potreste non riuscire a raggiungere tutti i posti che speravate. Sono tre i luoghi da vedere sull’Isola di Man in nome dei vichinghi, intanto. Uno è duplice. Sono luoghi molto speciali. Perché? Su quest’isola, avvenne una vera e propria fusione tra i vichinghi-conquistatori e i celti-conquistati. La popolazione Manx nacque così. La fusione culturale fu pazzesca e lo testimoniano i manufatti ritrovati e il luogo che vedete qui sopra. Che cos’è?
- Tynwald Hill, St.John, Isola di Man
I re vichinghi, sull’Isola di Man, divennero cristiani. Sull’isola era già passato un certo San Patrizio, che arrivava dalla vicina Irlanda. Avete presente? Nel 979 d.C. venne fondato il parlamento del Regno dell’Isola di Man, retto a quel tempo da re vichingo (norvegese, con tutta probabilità). Come sede venne scelto St.John, proprio al centro dell’isola. Vennero portati dei sacchi di terra da ogni zona dell’isola e venne costruita quella sorta di collinetta, sulla quale svetta da quel tempo il Triskelion. Il parlamento dell’isola si chiama, da quel giorno, Tynwald. È il parlamento più longevo al mondo, perché non è mai stato rovesciato. Il parlamento delle Faroe, così come quello islandese, sono antecedenti ma hanno cessato, in alcuni periodo, la loro attività. Quello dell’isola di Man, mai. Non l’ha rovesciato nemmeno Cromwell. - La Chiesa di St. John, Isola di Man
Di fianco a Tynwald Hill c’è una chiesa. Ciò che dovete osservare è al suo esterno. C’è una sorta di portico, sotto il quale troverete delle croci in pietra. Guardatele bene. Si tratta di croci Manx, per l’appunto. Sono l’insieme della cultura nata da celti e vichinghi. Da un lato sono decorate con le storie cristiane, dall’altro ci sono i miti nordici. Su un lato ci sono le preghiere scritte con l’alfabeto Ogham, tipico dei celti. Dall’altro ci sono le rune. L’Isola di Man è piena di queste croci: ne troverete anche nelle chiese della parte nord dell’isola. - Il Manx Museum, Douglas
Si tratta di un museo che racconta l’Isola di Man a 360°. Si va dai vichinghi al ciclista Cavendish. La parte dei vichinghi è sorprendente. Ci sono manufatti di ogni tipo, pietre runiche e spade da far invidia a quelle usate sul set di Vikings. - The House of Manannan, Peel
Peel è un luogo magico da vedere sull’Isola di Man e racconta tantissimo della storia dell’Isola. Peel Castle, da solo, vale il viaggio ma, il posto di cui voglio parlarvi è The House of Manannan, un museo creato proprio per fare esperienza della storia dell’Isola di Man. Vichinghi compresi. Da qui è partita una drakkar diretta in Norvegia, per commemorare l’unione culturale tra quest’isola e la Scandinavia degli Uomini del Nord.
Per ora, chiudo qui questo post sui musei da visitare per scoprire qualcosa di più sui Vichinghi. Prometto, però, di impegnarmi a vederne altri e a raccontarveli. Lunga vita a tutte le Shieldmaiden di questo mondo!
Tutte le foto senza caption sono © Giovy Malfiori – riproduzione vietata.
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