
Sette secondi. Sette piccoli secondi. Questo è il tempo che, secondo alcuni studi, l’essere umano impiega nel farsi un’opinione su qualcosa. O meglio, è il tempo che il cervello umano impiega per generare quella che viene comunemente chiamata la prima impressione. Quante volte ci è stato detto quanto fare una buona prima impressione sia tutto nella vita. Pensiamo un po’ tutti ai colloqui di lavoro, a un primo appuntamento con qualcuno. Pensiamo, poi, a qualcosa che va davvero molto di moda nella nostra epoca iper-veloce: la scelta per immagini. Non importa si tratti di una casa da affittare, di una giacca da comprare o di una persona con cui uscire per farci quello di cui abbiamo voglia. La prima impressione arriva inesorabilmente lì, nel momento in cui gli occhi si fissano su di un’immagine, sia essa sullo schermo di uno smartphone o reale. Provate a farci caso: contate fino a sette. Sette piccoli e inesorabili secondi.
Scoprire vs conoscere

Tempo fa scrissi un post al quale ho pensato subito quando ho immaginato di scrivere questo. Già, immaginare. Io immagino di scrivere qualcosa e poi lo faccio. Sento le parole dentro la mia mente e poi le metto giù e le faccio vivere. Ho riletto quel post che si intitola La seconda volta vale di più. Lo scrissi a fine 2018 e mi interrogavo davvero su molte cose. Scrivevo che “la prima volta è scoperta. La seconda è conoscenza“, facendo riferimento al mio modo di viaggiare nel mondo. In quel post facevo dei distinguo precisi tra viaggi, libri e persone per poi ricondurre tutto al concetto che la seconda volta sia sempre meglio. Meglio perché la vogliamo di più. Oggi non posso che concentrarmi, invece, sulle prime volte. E no… non è una seconda parte di quel post in cui parlavo dell’estate delle prime volte. Sto parlando proprio di prime impressioni: come la pensate voi? Io sto cercando di interrogarmi e fatico a tirare fuori l’evidenza delle mie risposte. Ci sono stati dei momenti in cui sono stata giudicata per una prima impressione. Altre – shame on me – in cui l’ho fatto io. Ho fatto bene o male?
Le prime volte accadono, le seconde sono un regalo

Le prime volte accadono, le seconde sono un regalo: questo lo dico sempre io. L’ho scritto io in quel post ma non so se ho mai letto questa frase da qualche parte. Ripenso a quella volta in cui sono arrivata a Douglas, la capitale dell’Isola di Man. Vista all’imbrunire, non mi sembrava di certo un posto che avrei ricordato. Lo stesso è accaduto – e qui vi sorprenderò – la prima volta che vidi Manchester. Ora, lo sapete bene, è il mio grande amore. Così grande da essermelo tatuato addosso e da portare un anello che io chiamo “l’anello del mio matrimonio con Manchester”. Penso a tutte le volte in cui una persona mi ha fatto un’impressione “un po’ così” e io non sono mai tornata sui miei passi. A voi è mai successo o sono io a dovermi mettere nell’insieme delle persone un po’ brutte? Credo che l’umanità, nella sua totalità, sia un po’ brutta ma, fortunatamente, ci sono tante splendide eccezioni. Siano noi esseri unici dentro un insieme di umanità a diventare fautori di eccezioni.
Giusto o sbagliato?

Allora… sotto con le prime impressioni sbagliate e con le seconde, invece, totalmente giuste. Sto pensando alla storia di qualcuno che mi è famigliarmente molto vicino che, mettendosi con la stessa persona la seconda volta, ha generato una storia d’amore eterna. Sto pensando a quel libro che non avevo il coraggio di rileggere e che poi è diventato un mio must da rileggere una volta l’anno. Sto pensando a quella persona che non ti ha mai degnato di uno sguardo, ai tempi dell’adolescenza, e che ora si sente bene solo al suono della tua voce. Sto pensando a quelli che dicono “non l’avrei mai pensato che fossi così” e te lo ricordano ogni volta che ti vedono. O che ti sentono. Sto pensando a tutte quelle persone che potresti aver conosciuto a un concerto quando avevi 20 anni, che si ricordano di te in quel frangente ma che ti hanno davvero incontrata e conosciuta quando di anno ne avevi 40. Sto pensando che se fossimo tutti schiavi di quei primi sette secondi in cui si genera una prima impressione su qualcosa o qualcuno… beh, forse l’umanità si sarebbe già estinta.
Sette secondi: il podcast

Ripensando al concetto di sette secondi penso anche a quante persone ho “fotografato” subito e, fin dalla prima impressione, ho detto “io e te siamo separati/e alla nascita”. Sto ripensando a gente che viene catturata da una parola letta su un blog o su di un commento su qualche social. Quanto ci si metterà a leggere una parola e a portarla dentro al nostro cervello? Sette secondi, direi. Il podcast di oggi parla di questo, con l’aggiunta di un po’ di impressioni di viaggio (e anche quelle di vita) che non guastano mai. La domanda ora è duplice: quando sette secondi di prima impressione vi hanno dato ragione e quando torto?
It’s not a second
7 seconds away
Just as long as I stay
I’ll be waiting
7 Second – Yousson N’ Dour & Neneh Cherry – 1994
Lascia una risposta