
Qualche giorno fa, mentre ero in spiaggia a Tenerife, ho risposto a una domanda su di una pagina Facebook che seguo. La domanda era “cosa puoi dire sia in intimità in camera da letto e a un pranzo di famiglia?“; la mia risposta è stata “ancora“. Quella parola ha davvero una valenza immensa nella mia vita: la protrei pronunciare a un concerto, durante una serata tra amici, a tavola, per l’appunto, oppure in un birrificio e anche quando parto per un viaggio. Ancora, se ci penso bene, è una parola chiave della mia vita. Immagino anche della vita di molti di voi. Non prentendo davvero di possedere il diritto di ritenerla una parola chiave solo mia. Il discorso è questo: ci insegnano, fin da piccoli, che contenersi abbia davvero un senso. Siamo proprio sicuri che sia così? Non è che “non averne abbastanza” sia meglio?
Less is more?

Less is more è una di quelle citazioni che, prima o poi, tutti tiriamo fuori nella nostra vita. Un po’ come citare la resilienza (anche senza sapere esattamente cosa sia) o citare Jodorovsky a caso solo perché fa figo. Diciamocelo: a volte, la prima cosa che dovremmo togliere dalla nostra vita è il fatto di fare le anime tormentate apposta, solo perché mostrare le difficoltà della vita è più figo. Non lo è. Soprattutto se non ne abbiamo bisogno. Less is more è una filosofia che sposo in tanti ambiti della mia vita: cerco di possedere meno cose, anche se con i libri, musica e tshirt non ci riesco. Cerco di non riempire il frigo a dismisura, solo perché avere la dispensa piena è consolatorio. Cerco di trovare la giusta misura in molto, soprattutto fisicamente tangibile, nella mia vita. Ho imparato anche, nei momenti in cui me lo posso permettere, a lavorare meno per lavorare meglio. Non sempre mi riesce ma ci provo. Less is more è senza dubbio un concetto (più che solamente una frase) che ha davvero un senso in un’epoca come la nostra in cui il possesso (a dismisura, in ogni ambito) regna sovrano. Pensate ai social network e alla gente che compra follower) è tutto. Nel lontano 1997, Frankie Hi-nrg scriveva “quel che hanno ostentano e tutto il resto invidiano” in un brano – per la cronaca è Quelli che benpensano – che è attuale anche oggi a 24 anni di distanza. Perché, allora, questo post parla di non averne mai positivamente abbastanza?
αὐτάρκεια
αὐτάρκεια è la parola greca per autarchia. L’Autarchia è la capacità di bastare a se stessi e io trovo sia un qualcosa che tutti dobbiamo imparare, a fasi graduali. Nella nostra vita, l’indipendenza e l’autarchia devono essere delle conquiste graduali. I miei genitori, per esempio, mi hanno resa indipendente a 6 anni, dandomi le chiavi di casa. Le avevano legate a un cordino rosso che potevo tenere al collo… lo ricorderò sempre. Me le diedero perché, per il loro lavoro e per gli impegni scolastici dei miei fratelli, era davvero possibile che io mi ritrovassi a casa da sola alle 16.30, una volta uscita da scuola (io facevo tempo pieno). Al tempo, già mi bastavo: arrivavo a casa, mi preparavo la merenda da sola e poi giocavo con le Barbie o leggevo. Ovviamente guardavo Bim Bum Bam. La mia sensazione di “stammi su da dosso” è nata lì: non sono mai stata abituata ad avere qualcuno che si occupasse di me. Autarchica fin dalle elementari. Con gli anni, la mia personale autarchia è cambiata, è cresciuta e si è evoluta. Ho capito che, spesso, le situazione problematiche nascono quando non c’è evoluzione. La mia autarchia mi ha portata a sopravvivere all’esilio da pandemia. Con qualche sbarellamento, lo ammetto. Essere autarchica mi ha insegnato a accontentarmi felicemente. Non è come dire “chi s’accontenta, gode“. Accontertasi felicemente significa non accettare quello che viene e finita lì. Significa cercare ciò che ci rende felici, riconoscerlo e accoglierlo. Per me è così. Quello che mi chiedo ora è perché, effettivamente, a volte… non mi basta mai.
Non mi basta mai

Cosa non mi basta mai? La vita, il viaggio, la musica, l’amore, l’amicizia, il fondersi con un’altra persona in tutti i modi possibili. Scrivere: non ne avrei mai abbastanza. Non mi basta mai vedere il contachilometri dell’auto che va avanti e cambia numeri. Non mi basta mai il fatto di ascoltare gente che ha qualcosa da dire, qualcosa che mi aiuti a mettermi in discussione. Non mi basta mai la felicità: non la cerco senza senso. Col tempo ho imparato a sapere cosa mi fa felice e come. Credo che questo sia fondamentale. Non mi basta mai il fatto di sorridere, di svegliarmi motivata, di fare il mio lavoro che amo tanto e che difendo a spada tratta. Non mi basta mai il fatto di essere autentica, il costruire una reputazione salda e una professionalità che abbia tanto da dare. Non mi basta mai essere me.
Non mi basta mai… il podcast

Mi piace registrare questo podcast e lo metto nella lista delle cose di cui non ne avrei mai abbastanza. Quello cose per cui griderei ancora, ancora e sempre ancora. Di che cosa parlo nel podcast? Ovviamente l’argomento è correlato a questo post e vi chiedo quali siano quelle cose, luoghi, situazioni e momenti vissuti nel mondo dei quali non ne avete mai avuto abbastanza. Quei momenti per cui gridare al vento ancora, ancora e sempre ancora. Ascoltatelo e poi fatemi sapere. Qui trovate il player di Spreaker ma sappiate che le piattaforme su cui è disponibile gratuitamente sono tante.
less is more,fantastico direi !!!
Così dovremmo vivere ogni giorno con tanti “Ancora” che ci rendono Felici .
conoscere persone come te è un gran Ancora.
Tanto, tantissimo love per te!