Siete mai stati a Castelvetro, in provincia di Modena? Fino a qualche settimana fa, io non ci avevo mai messo piede. Vivo in Emilia-Romagna da 13 anni e passa ma ci sono ancora degli angoli di regione – nonché della stessa provincia in cui vivo – che non conosco minimamente e, a volte, mi sgrido da sola per questa cosa. Uno dei luoghi che volevo vedere in Emilia-Romagna (o dovrei dire solo Emilia, per essere precisa) era Castelvetro, un paese che possiede un piccolo borgo antico da visitare a piedi. Ci sono andata e oggi ve lo racconto.
Dove si trova Castelvetro e dove parcheggiare
Castelvetro, come vi dicevo, si trova in provincia di Modena e più esattamente sul lato est della provincia, quella parte che si avvicina di più a Bologna. Il paese fa parte di quella fascia di agglomerati urbani che costellano la zona in cui la pianura cede, finalmente, il posto alla collina. Raggiungere Castelvetro è molto facile. Io sono arrivata dalla provinciale che esce da Maranello e che, per l’appunto, porta verso Bologna. Se arrivate in autostrada, potete tenere come riferimento il casello di Valsamoggia. Il paese di Castelvetro è costituito da un nucleo attuale, ai piedi dei colli, e dal borgo antico. Per raggiungere la parte storica di Castelvetro, seguite le indicazioni per il centro. Il parcheggio più comodo è quello del cimitero. I posti non sono illimitati; se viaggiate nel fine settimana, cercate di arrivare presto. Altrimenti ci sono dei parcheggi nella parte bassa del paese: poi si sale a piedi fino al centro storico.
La storia di Castelvetro
Castelvetro vanta una storia lunghissima. La zona venne abitata già dal neolitico. A testimonianza degli insediamenti umani dei tempi antici, sono stati ritrovati dei resti di vita etrusca. Successivamente agli Etruschi, arrivarono i Galli e i Liguri e poi, nel II Secolo a.C, i Romani. A questo luogo venne dato il nome di Castrum Vetus. Le invasioni barbariche segnarono l’inizio di un gran periodo di trambusto e razzie per Castelvetro. Quello che si pensa è che, a quei tempi, ci fosse davvero un castello, sia difensivo che ad uso abitativo. Nel Medievo, infatti, si pensa ci fosse già una corte di una certa importanza insediata lì. Nel XIV Secolo, Castelvetro divenne parte dei possedimenti dei Rangoni, famiglia molto importante nella provincia di Modena: esistono, infatti, altri paesi a essa legati come Spilamberto, Castelnuovo Rangone o Montale Rangone. Devo studiare di più su questa famiglia. Interrogatemi tra qualche mese. Castelvetro fu sempre un luogo di un certo spicco, tanto che ospitò anche Torquato Tasso. I dintorni di Castelvetro sono ancora un mistero (nel senso che non mi ci sono ancora dedicata) ma vi dico già per certo che sono molto interessanti e pieni di cose da vedere. Non mancherò di raccontarvi ancora un po’ di storia non appena ci andrò. Promesso.
Emilia-Romagna: cosa aspettarsi dalla visita a Castelvetro
La storia di Castelvetro è ben visibile anche dalla struttura stessa del borgo antico: la pianta è proprio quella di un castrum romano. Le vie lungo le quali passeggiare non sono moltissime ma tutte offrono davvero tanto a chi viaggia con occhi curiosi. In primis, badate molto ai colori delle case. Non so se l’avete mai notato: di regione in regione, cambia molto l’aspetto esterno delle case e gli edifici di Castelvetro hanno quelle tinte forti tipiche delle case dell’Emilia. Il centro storico è pedonale e le vie sono tutte fatte a ciottoli, quini attenti alle scarpe con le quali arriverete. Quello che sto per raccontarvi io è ciò che la mia visita a Castelvetro mi ha regalato quella domenica mattina di settembre. È stata una visita intensa ed esterna: non sono entrata nei palazzi o nella chiesa del paese.
Cosa vedere a Castelvetro: la piazza à damier
Ho scoperto recentemente, facendo una ricerca, che le piazze con la scacchiera per giocare a dama si chiamano piazze à damier. Proprio così: si usa il termine francese. Molto ingenuamente, pensavo che quella fosse una piazza per giocare a scacchi ma a Castelvetro si gioca a dama. Piccola curiosità: forse è stato proprio per via del soggiorno di Torquato Tasso, che ha fatto l’influencer ante-litteram, ma Castelvetro era spesso usato per i soggiorni estivi durante la bella stagione. Ovviamente erano soggiorni che solo le famiglie nobili (sto parlando di periodi come il Rinascimento o epoche appena successive) potevano permettersi. La piazza di Castelvetro è un vero e proprio balcone sulla pianura.
Cosa vedere a Castelvetro: il panorama
Dal “balcone” della piazza di Castelvetro potete ammirare il panorama verso la pianura. Quella che state guardando è l’Emilia tra Modena e Bologna. E io direi… un gran bel pezzo di Emilia. A me piace molto quel pezzo di regione in cui i colli “partono” e si alzano dalla pianura. Castelvetro è davvero il posto ideale per lasciare che lo sguardo abbracci tutta l’ampiezza e la bellezza davanti a voi.
Cosa vedere a Castelvetro: Palazzo Rangoni (dove visse Torquato Tasso)
Quando penso a Torquato Tasso, penso sempre al parallelismo tra la Vergine Camilla dell’Eneide e Armida de La Gerusalemme Liberata. Avete presente? Era uno dei miei argomenti top ai tempi della Maturità. Ricordi di liceo a parte, quello che vi posso dire è che Torquato Tasso studiò, per un paio d’anni all’Università di Padova e poi pass a quella di Bologna. Nella città delle due torri, il caro Tasso fu accusato di essere autore di un testo piuttosto pungente e quindi fu espulso dall’Università. Si mise a fare un po’ il ramingo e, prima di tornate a Padova, visse proprio a Castelvetro, ospite di Palazzo Rangoni. Il palazzo è ora il dirimpettaio della chiesa del borgo storico di Castelvetro. Io l’ho trovato chiuso ma sappiate che, a circa 100 metri da lì, c’è l’ufficio turistico: entrate e chiedete informazioni per la vostra visita.
Cosa vedere a Castelvetro: ciò che resta delle mura
Come vi dicevo, l‘insediamento di Castelvetro è molto antico e la sua forma è quella del castrum romano. Una parte delle mura della città (medievali, direi) è ancora visibile nel giardino (pensate un po’) di una casa che si trova sul fondo di via Cavedoni. Come sempre: siate curiosi e guardate ovunque.
Cosa vedere a Castelvetro: i dettagli
Lo sapete quanto sono presa dalla ricerca dei dettagli, vero? Mentre ero a Castelvetro, mi sono seduta davanti al palazzo del Comune in cerca di un po’ d’ombra. Mi sono messa a osservare il palazzo davanti a me e ho notato i tipici anelli che, un tempo, venivano usati per legare i cavalli. Mi piacciono sempre tanto perché raccontano, spesso, storie di ospitalità e di viaggiatori arrivati con chissà che intento o in preda a chissà che faccia del caos. Gli anelli di Castelvetro sono davvero particolari perché hanno una decorazione a forma di serpente. Ho cercato ma non ho ancora trovato una spiegazione plausibile. Continuerò la mia ricerca e, al massimo, tornerò a Castelvetro a chiedere.
Quel giorno a Castelvetro, per me
Mi piacciono sempre tanto i luoghi che mi mettono di fronte alla mia ignoranza da un lato e, dall’altro, sono pronti a colmarla. Mi dico sempre “shame on me” quando mi rendo conto di quanti posti incredibili io abbia vicino casa e quanta voglia di scoprirli. Spesso siamo portati a pensare a ciò che abbiamo vicino come meno interessante perché ha in sé – almeno in apparenza – un senso del viaggio ridotto rispetto a ciò che siamo abituati a chiamare tale. Non è vero: il viaggio – lo diceva qualcuno di più saggio di me – comincia anche con un solo primo passo fatto per uscire dal nostro cerchio magico. Quel passo che ci porta verso l’esterno. Ho percepito Castelvetro così: come un primo grande passo grande verso qualcosa di nuovo. Troppo, dite!? No, non credo.
Tutte le foto sono © Giovy Malfiori – riproduzione vietata.
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