Una decina di giorni fa sono stata alla scoperta della Valpolicella e quale miglior modo per iniziare a comprendere davvero la bellezza di quel pezzo di Veneto se non visitando la Cantina Valpolicella Negrar, vera e propria culla dell’Amarone? Quel giro in provincia di Verona ha sancito per me, inoltre, un ritorno alla vita lavorativa da blogger on the road e non è stato un momento del tutto indifferente. Al di là di questo, posso dirvi che visitare la Cantina Valpolicella Negrar non è solo un ottimo modo per “incontrare” in tutto e per tutto Sua Maestà l’Amarone. Rappresenta anche l’opportunità di entrare dentro la storia e le storie delle persone che hanno fatto grande questo vino e reso unico il territorio della Valpolicella. Vigna dopo vigna.
Dove si trova la Cantina Valpolicella Negrar
La Valpolicella è un territorio davvero composito, anche a livello geografico. Circoscritto – è vero – in una certa parte della provincia di Verona, è capace di tanti paesaggi diversi. La Cantina Valpolicella Negrar è come se facesse da porta di ingresso (se stessi scrivendo in inglese direi gateway) a questo mondo composito fatto di tanto verde – nella bella stagione – e del colore della terra. Non oso pensare – anzi, lo so benissimo – cosa potrebbe essere la Valpolicella in autunno, quando le foglie diventano di mille colori e il profumo della vendemmia è ancora nell’aria. Questo mio pensiero ha una pubblica utilità: non limitatevi a visitare la Valpolicella solo in primavera o estate. Ogni stagione ha il suo perché. Parlando di informazioni utili, vi posso dire che la Cantina Valpolicella Negrar si trova proprio a Negrar. Il suo indirizzo preciso è via Ca’ Salgari 2. Si tratta di una cantina attiva e in totale attività. Per capire come visitarla, vi invito a leggere il paragrafo successivo.
Consigli e informazioni per visitare la Cantina Valpolicella Negrar
Le informazioni che sto per darvi, utili per visitare la Cantina Valpolicella Negrar in Veneto, si riferiscono al periodo che stiamo attualmente vivendo. Siamo nell’estate del 2021 e, attualmente, la cantina è visitabile, con alcune accortezze dovute alle restrizioni per il Covid-19. Mi auguro di cancellare presto questa frase. Nel frattempo, quello che dovete sapere è quanto segue:
- La cantina è visitabile su prenotazione
- Di norma, la visita si effettua accompagnati e in gruppi contingentati
- Trattandosi di una visita all’interno, si indossa la mascherina
- Ci sono un po’ di scale da fare
- La temperatura, negli ambienti di visita, è particolare: in cantina fa fresco e nell’essicatoio fa veramente caldo, soprattutto se visitare Negrar in estate.
Per prenotare la visita e avere maggiori informazioni, vi invito a visitare il sito ufficiale della cantina.
Qualche parola sull’Amarone della Valpolicella
Cosa sapete sull’Amarone della Valpolicella? La sua storia è davvero particolare. Quel vino ha sempre fatto parte della mia conoscenza enologica, se non altro per “sentito dire“. È sempre stato il vino pregiato delle mie zone, quello che ci metti un po’ a imparare a bere. Quello che ci metti un po’ a imparare a usarlo, anche per fare il risotto che piace proprio tanto a tutti. O almeno a me. L’Amarone nasce ufficialmente, con questo nome, nel 1968. Per essere precisi si tratta proprio dell’anno di nascita della Doc Valpolicella. E negli anni precedenti? Il vino più pregiato e diffuso nella zona era il Recioto. Nel produrre il Recioto, succedeva di non riuscire a fermare il processo di fermentazione, ottenendo così un qualcosa di diverso. Nel 1936, questo prodotto venne definito Amarone, utilizzando il nome in etichetta. La Cantina Valpolicella Negrar possiede una collezione di bottiglie storiche davvero pregiate e ve ne parlerò tra poco. Come nasce, però, questo vino e qual è la sua caratteristica principale? L’uva, colta tardivamente in vendemmia, viene lasciata riposare ed essicare prima di essere pigiata. Non mi addentro di più sulla storia e su come si faccia l’Amarone della Valpolicella. Altrimenti poi mi accusate di spoiler!
La visita alla Cantina Valpolicella Negrar: le botti
Entriamo un po’ più nello specifico della visita alla Cantina Valpolicella Negrar. Si inizia, ça va sans dire, dal luogo dove tutto riposa e dove ci sono le botti. L’Amarone riposa, solitamente in botti molto grandi. Alcune di quelle presenti nella Cantina Valpolicella Negrar sono davvero particolari, per le incisioni che vi sono impresse. Queste incisioni, solitamente, indicano il tipo di Amarone che si trova a riposare in quella botte. Guardandole pensavo a quanto la pazienza sia davvero una virtù capace di fare magie. Pazienza e attesa rendono il mondo qualcosa che tutti sogniamo. Vino compreso.
La visita alla Cantina Valpolicella Negrar: la teca con le bottiglie storiche
Una stanza della Cantina Valpolicella Negrar è una sorta di sancta sanctorum dell’Amarone e della sua conservazione. Non solo: anche della trasmissione della storia dell’Amarone al nostro presente e al nostro futuro. Si tratta proprio di un’enoteca, nel vero senso della parola: un luogo dove sono raccolte tante, tantissime bottiglie di Amarone. Due tipologie di bottiglie hanno attirato la mia attenzione. La prima è questa: le bottiglie storiche del 1939, con un’etichetta immensamente razionalista, per quanto riguarda la grafica. Impagabile. Non osavo avvicinarmi per paura di fare disastri e buttarle tutte a terra.
La visita alla Cantina Valpolicella Negrar: le etichette di Milo Manara
Ci sono alcune bottiglie della Cantina Valpolicella Negrar con tanto di etichetta d’artista. E che artista! Non è difficile riconoscerlo: si tratta di disegni di Milo Manara che rappresentano le due anime del vino. C’è quella angelica e quella diabolica. Io le ho trovate bellissime.
La visita alla Cantina Valpolicella Negrar: l’essicatoio
Una parte della visita alla Cantina Valpolicella Negrar vi porterà a conoscere l’essicatoio dove l’uva viene lasciata appassire. Quel pezzo di cantina è davvero molto importante perché è proprio in quella fase che nasce la particolarità che contraddistingue l’Amarone. La prima cosa che mi sento di dirvi è che, lassù (perché si tratta di un sotto-tetto) fa caldo in estate. Molto caldo: tenetene conto. E ve lo dice una con la pressione bassa che, però, non avuto problemi a stare nell’essicatoio ad ascoltare tutto sulla magia che dà vita all’Amarone.
La visita alla Cantina Valpolicella Negrar, per me
Iniziare la visita di una zona come la Valpolicella da una cantina ha la stessa valenza del momento in cui ci si presenta a qualcuno: ci si accoglie, ci si guarda, ci si ascolta e si ha voglia di raccontarsi. Avete presente quell’istante in cui, finalmente, vi sedete al tavolo con qualcuno che avete sempre voluto incontrare? Ecco, proprio così. Ogni cantina, a prescindere dal tipo di vino che accoglie e custodisce, è l’inizio di un racconto. Le parole di questo racconto sono gli sguardi dei viticoltori e quelli degli enologi; sono le foglie di ogni singola pianta di vita, quel vento che asciuga gli acini e anche quel freddo che, durante l’inverno, sembra volerli mettere a dormire. Un sorso di vino non è mai solo un sorso di un liquido altamente pregiato: è una storia. Per me, la visita alla Cantina Valpolicella Negrar è stato l’inizio di una storia, un racconto così vasto e così coinvolgente da “spalmarsi” su tutto il territorio circostante. Da dove iniziano le storie? Da un “c’era una volta”. Non solo le favole iniziano così. Da dove inizia il racconto della Valpolicella? Dalla Cantina Valpolicella Negrar, almeno per me.
Tutte le foto sono © Giovy Malfiori – riproduzione vietata.
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