
Mentre, a inizio giugno, passeggiavo per Bologna dopo essere salita sulla terrazza di San Petronio, il discorso è caduto su quanto io ami Amburgo. Dopo Berlino, credo sia la mia città tedesca preferita e la amo perché è un caleidoscopio di identità diverse: è tedesca, ma non lo è. Non saprei che altre parole dire per raccontarla facendo appello al dono della sintesi. Ci sono davvero molte cose che amo di Amburgo e oggi sono qui a parlarvene. Perché Amburgo è una di quelle città in cui tornerei di corsa. E mi sa che lo farò. Vi ho già raccontato come scoprire Amburgo in 48 ore. Oggi, invece, vi parlo d’amore.
Quello che amo di Amburgo
Amburgo, per me, è una sorta di puzzle e credo che, se la città fosse una persona, si descriverebbe usando questa parola. Puzzle. Che in tedessco si dice Rätsel, una parola che per me ha un gran suono. Amburgo è stata per me un racconto di fine estate, di un settembre capace di grande luce, di grande sole e di tante cose che ho amato alla follia. Sapete che io sono arrivata ad Amburgo in treno dall’Italia? Un viaggio lungo un giorno e bellissimo, con un solo cambio a Monaco di Baviera. Un viaggio che mi ha regalato la vista del paesaggio dal sud al nord dell’Europa. Un viaggio dal valore inestimabile: guardavo fuori dal finestrino incredula davanti alla bellezza del Vecchio Continente. Amburgo mi ha accolta con un tramonto infinito, una scenografia dai colori intensi a fare da sfondo alle gru e alle benne del porto, quasi come se volesse raccontarmi la laboriosità che la contraddistingue. E da lì voglio partire a raccontare.
Quello che amo di Amburgo: il porto
Il porto di Amburgo è il cuore della città: un porto a distanza di un attraversamento pedonale dal centro. Questo è ciò che lo rende diverso da molti altri porti fluviali europei. Amburgo è una città di mare senza il mare. Un po’ come Bristol. Il porto di Amburgo è sull’Elba, a circa 100 km (non pochi metri) dalla foce del fiume. A guardare la grandezza delle navi che vi approdano, non si direbbe che quello sia un fiume. E invece. Uno dei modi migliori per rendersi conto di quello che è questo porto per la città è prendere i traghetti di linea che solcano le varie parti del porto. Si possono prendere con la Hamburg Card, così come si prende la metropolitana o un autobus. Amburgo parla la lingue del suo porto, vive sui suoi battiti. Come se il porto fosse un cuore. Il porto è il cuore, ora che ci penso.
Quello che amo di Amburgo: la Speicherstadt
Dici porto e dici Speicherstadt. Che cos’è la Speicherstadt di Amburgo? Si tratta della zona, proprio attigua al porto, dove si trovano i vecchi magazzini portuali della città. Una meraviglia di mattoni rossi. Qui venivano stivate le merci come tabacco, rum, cotone, cacao e chi più ne ha più ne metta. Non so se lo sapete, ma la vocazione commerciale di Amburgo è iniziata davvero tantissimo tempo fa, ancora prima della Lega Anseatica, confederazione di cui ha sempre fatto parte. Amburgo, proprio per via dei transiti commerciali, è sempre stata una città-stato e lo è ancora oggi. I magazzini della Speichesterstadt ne sono la testimonianza: sono stati costruiti tra la fine del XIX Secolo e gli Anni ’30 del ‘900. Andateci a piedi e perdetevi tra le vie di questa parte di Amburgo: non ve ne pentirete.
Quello che amo di Amburgo: St.Pauli
Pauli, come viene chiamato qui, è un quartiere che ha un sacco di storia e storie da raccontare. St.Pauli è una sorta di unicum in Germania. Si tratta del quartiere a ridosso del porto di Amburgo dove, un tempo, risiedevano gli equipaggi una volta attraccata la nave. Non a caso, la via più celebre di St.Pauli è la Reeperbahn, la cosìdetta “via a luci rosse” di Amburgo. Ora la Reeperbahn è sicuramente il centro della vita notturna di Amburgo (almeno lo era pre-pandemia): se una volta trovavi gli uomini in cerca di prostitute, oggi trovi chiunque voglia fare la fila per uno spettacolo teatrale, un concerto o chissà che performance artistica. St.Pauli, però, è molto più che la sola Reeperbah. St.Pauli è probabilmente il quartiere più di sinistra di tutta la Germania e lo è da decenni. Lo era già quando lì arrivarono i Beatles. St. Pauli ha una storia di aggregazione sociale legata allo sport che non è seconda a nessuna. Il quartiere ha fondato una società sportiva – la cui squadra di calcio è la massima espressione – che è diventata un racconto stesso dei suoi abitanti. E quel teschio è una bandiera che vuol dire libertà (cit).
Quello che amo di Amburgo: Il Beatles tour di Stephanie Hempel
C’è un solo Beatles tour da considerare ad Amburgo ed è quello di Stephanie Hempel. Lei è una musicista innamorata dei Beatles, con una conoscenza assoluta della storia della band, sia in generale sia nel suo periodo amburgese. Il tour a piedi gestito da Stephanie è incredibile: lei stessa vive a St.Pauli e conosce molto bene il quartiere. Il tour dei Beatles vi porterà a conoscere i post frequentati dai Fab4 e sarà condito da una buona dose di musica, visto che Stephanie è sempre pronta a suonare e cantare mentre parla dei Beatles. Consiglio: prima del tour, guardatevi il film Back Beat: racconta proprio di quanto i Beatles (che erano più di 4 in quel periodo) approdarono ad Amburgo. Se c’è un’impressione che ho sempre avuto di Amburgo, questa è che assomigliasse a Liverpool. E non sono l’unica a pensarlo.
Quello che amo di Amburgo: l’acqua. Non importa sia Elba o Alster
Amburgo è una città dove l’acqua gioca un ruolo davvero fondamentale. Come di dicevo prima, il porto della città di trova sull’Elba, uno dei grandi fiumi tedeschi. Non solo: nel centro città scorre l’Alster, un affluente dell’Elba che, proprio in centro, forma due laghi comunicanti. È possibile navigare sui laghi formati dall’Alster e ve lo consiglio di tutto cuore. Riuscirete così a vivere anche l’atmosfera davvero calma e tranquilla di questi specchi d’acqua, sempre pronti a dare qualcosa alla città.
Quello che amo di Amburgo: la gastronomia
Un po’ come dico sempre, non dobbiamo peccare di luoghi comuni. Soprattutto in viaggio. La gastronomia offerta da Amburgo è davvero quella che può spiegare quando in Germania ci possano essere pietanze tradizionali diverse da quelle che immaginiamo. Ad Amburgo, manco a dirlo, si mangia il pesce e i piatti comuni sono proprio a base di pesce. E non di carne come ci si aspetta di norma dalla gastronomia tedesca. Il mio consiglio è proprio di frequentare i ristoranti attorno al porto. E non ve ne pentirete. Una curiosità dovuta proprio alla presenza del porto: Amburgo è la città tedesca dove si trova la frutta e la verdura più fresca e anche particolare. Perché? Perché le navi approdano lì. Ci sono cose che non cambiano nemmeno con il correre delle ere e dei tempi.
Amburgo, per me
La luce che non smette mai di esserci, in estate. Così come quella speciale “ora blu” che contraddistingue i pomeriggi d’inverno, quelli in cui il sole sembra dire “ci sono, ma riposo un altro po’”. Amburgo è più vicina alla Scandinavia che al resto della Germania. Copenhagen è dietro l’angolo e la si raggiunge comodamente col treno. Sono 4 ore di viaggio ma 4 ore bellissime. Provateci una volta almeno. Amburgo per me è una mattina di fine estate, con la luce che entra forte da finestre così grandi dal farmi chiedere, ogni volta che le guardassi, perché fossero così grandi. Amburgo è una metropolitana senza cancelli e tornelli, dove tutti pagano il biglietto senza che venga loro chiesto. Amburgo è la città della musica tedesca e, non a caso, uno degli edifici consacrati alla musica più belli d’Europa si trova proprio lì, dalle parti del porto. Pronto a fare da cassa di risonanza per la città. Amburgo è inclusione, è “vieni qui che c’è posto anche per te“. Amburgo è una birra Astra bevuta per accompagnare pane e aringhe, guardando di nuovo l’Elba tingersi di oro perché il tramonto sta per arrivare. Questa è Amburgo, almeno per me.
Tutte le foto, salvo diversamente indicato, sono © Giovy Malfiori – riproduzione vietata.
Che meraviglia! Amburgo è sempre nella mia top 10 europea (in compagnia di Newcastle, Berlino, Stettino, Belfast e altre città bistrattate ma che a me hanno detto tantissimo). Una città dalle mille anime, che cambia come un caleidoscopio ad ogni angolo. Una città con mille storie da raccontare e senza troppo bisogno di farsi bella per piacere.
Lo sai che le tue “top – qualsiasi numero” sono spesso anche le mie.
Mi hai fatto venire voglia di andare. Ma a dire il vero prima di te mi ha incuriosito circa Amburgo la Seri tv Hamburg distretto 21 non so se la conosci. Se non sei già stata mi permetto di consigliarti Danzica. Anseatica anche lei. Ciao Armando
Quando leggo “mi hai fatto venire voglia di andare”, trovo sempre un “perché” al mio continuo scrivere.
Danzica è una città spettacolare: ci sono stata un sacco di tempo fa e vorrei tornare. In generale, adoro le città baltiche.