Viaggiare e girare il mondo ci mette sempre davanti a cose nuove: un luogo, nuove persone, un profumo o un sapore. Proprio parlando di sapori, mi sono venuti in mente un sacco di piatti assaggiati in giro. Piatti dai nomi strani. Diciamolo: il cibo è una di quelle cose capaci di cambiare nome ogni ogni 10 chilometri. Pensiamo al pane: quella che per me è una rosetta “col boton” per un milanese è una michetta. Quella che per me, in Veneto, è una “ciopa” qui in Emilia è una mantovana. E che dire dei dolci? Quella che qui viene chiamata svedese in realtà è una danese. E in Danimarca si chiama Wiener Brot. Quando sono in giro e vedo qualcosa che vorrei assaggiare, dentro una vetrina, dico sempre “vorrei quello là“. Così non sbaglio. Ci sono dei piatti con dei nomi che fanno davvero sorridere e che potrebbero trarre in inganno chi legge il menù. Ve ne racconto alcuni ma mi aspetto che mi scriviate e me ne raccontiate molti di più.
Cibi dai nomi strani: la Merda de Can di Nizza, Francia
La prima volta che andai a Nizza, in Costa Azzurra, girando per Vieux Nice, mi sono lasciata sorprendere da un sacco di lavagne, poste fuori da locali e ristoranti, con scritto “Merda de Can“. Mi sono chiesta per mezza giornata che cosa fosse quando, complice la presenza di una persona fuori da un ristorante, mi sono fermata e ho chiesta. A pensarci bene, avrei potuto googlelare (o gugolare, come lo scrivete voi?) ma non l’ho fatto perché, spesso e volentieri, mi sento ancora una viaggiatrice figlia dei tempi antichi: quelli in cui non c’era internet a soccorrerci. Mi hanno spiegato che si trattava di una sorta di gnocchi di patate e bietola. Il sapore, ovviamente, è delizioso. Ho fatto delle ricerche e sembra che il nome abbia un’origine generata da un mix di cose: forma e colore, in primis. In secondo luogo, dato che le bietole sono spesso state un ingrediente forte della cucina nizzarda popolare, gli abitanti di nizza venivano chiamati caga bléa, in provenzale. Bléa è la bietola. La Merda de Can è un piatto forte della gastronomia di Nizza. Io vi consiglio di assaggiarla da Chez Acchiardo o da Lou Fran Calin, ottime espressioni della cucicna popolare della città.
Cibi dai nomi strani: Toad in a hole, Gran Bretagna

Toad in a hole o Toad in the hole: ecco un classico da pub da provare durante un viaggio in Gran Bretagna. Sui menù dei pub, è in buona compagnia in quanto a nomi particolari. Perché chiamare un piatto “rospo in buco“? Perché, fondamentalmente rappresenta qualcosa che salta fuori da un impasto. Qui, nella foto, lo vedete in versione teglia casalinga ma, spesso e volentieri, è servito proprio con una salsiccia che salta fuori da uno Yorkshire Pudding. Inutile dirvi quanto sia perfetto con una pinta di Bitter Ale locale.
Cibi dai nomi strani: i salumi umbri, Italia
I salumi sono un’altra di quelle pietanze capaci di cambiare nome ogni 10 chilometri. I salumi, per me, sono una grande, rappresentazione del nostro paese e sono proprio un qualcosa da assaggiare viaggiando in lungo e in largo in Italia. Dove ho trovato i salumi dai nomi più strani? In Umbria e più precisamente a Norcia. Scendendo da Castelluccio, più o meno un anno fa, mi sono fermata a Norcia per il pranzo e ho fatto, prima, un giro in città. Norcia fa sicuramente venire in mente l’arte della norcineria e, a meno che non siate vegetariani, è obbligatorio assaggiare. La mia attenzione era stata catturata da salumi dai nomi molto strani: Cojone de mulo, Palla del nonno e Bastone di Norcia. Il modo migliore per capire cosa siano è assaggiare. Parola mia. Questo è uno dei motivi assoluti per fare un viaggio in Umbria.
Cibi dai nomi strani: il Puzzone di Moena, Trentino, Italia
E del formaggio… cosa dire? Toglietemi tutto, ma non il formaggio è uno dei miei motti preferiti. Il formaggio è una delle espressioni totale che un’entità divina possa esistere e l’Italia lo sa bene. Puzzone è un nome strano e delizioso allo stesso tempo. Per me, è un vanto quando il formaggio puzza. Sapete perché il formaggio più famoso della Val di Fassa, in Trentino, si chiama così? In realtà, in ladino, si chiamarebbe Spretz Tzaorì, che ricorda molto il suono di “saporito“, se ci pensate bene. Di per sé, questo nome gli è stato affiabiato proprio per il suo caratteristico profumo. E ben venga quel profumo. Fate un salto a Malga Roncac appena sopra Moena: troverete un sacco di piatti col Puzzone in menù.
Cibi dai nomi strani: la Poutine, Canada
La Poutine è una delle espressioni gastronomiche del Canada. Di per sé, sarebbe originaria del Québec ed è proprio la città di Montréal la sua culla. Però è celebre e molto diffusa in tutto il Canada: quando io sono stata a Vancouver, la trovavo praticamente ovunque e non ho potuto non assaggiarla. È così fortemente un piatto nazionale canadese da essere stata inserita anche nei menù di fast food dai grandi nomi. Di cosa si tratta? Di per sé sono patatine fritte, condite con formaggio e salsa gravy. Ve lo dico: se girate per la Gran Bretagna, troverete lo stesso piatto in quasi tutti i chippy: si chiama solo chips & gravy. A me la poutine è piaciuta tanto. Il nome, di per sé, indicherebbe la salsa con cui sono condite le patatine. Se passate da Vancouver, assaggiate la Poutine del Craft Beer Market.
Cibi dai nomi strani: il Wiener Brot, Danimarca
Ecco una delle cose da assaggiare assolutamente durante un viaggio in Danimarca. Troverete il Wiener Brot praticamente ovunque e, se volete risparmiare in quel di Copenhagen, approfittate del pomeriggio e delle panetterie della stazione dei treni: li scontano sempre. Mediamente costa 1€, quindi non troppo. Il Wiener Brot è un dolce di pastasfoglia con un centro di crema pasticcera. Niente di particolare a livello di stranezza ma la sua particolarità sta proprio nel nome. Perché “pane viennese“? Perché, in un certo periodo della vita di Copenhagen come capitale della Danimarca (prima dei XVII Secolo, era Roskilde la capitale), c’è stata una sorta di sommossa dei panettieri, con tanto di sciopero generale. La corte danese, rimasta senza pane e dolci, chiese aiuto (probabilmente per parentele varie) alla corte di Vienna, Gli austriaci mandarono dei fornai e pasticceri a Copenhagen. E questi si portarono dietro un sacco di specialità piene di burro che, anche al giorno d’oggi, sono diventate parte integrante della gastronomia danese. Vi siete mai chiesti, per esempio, perché esiste la famosa scatola di latta blu con i “Danish Butter Cookies“? Proprio colpa dei viennesi che si sono trasferiti a Copenhagen.
Cibi dai nomi strani: le Schwäbische Nonnenfürzle
Le scoregge delle suore della Svevia. Ecco la traduzione, così… fuori dai denti. Di cosa si tratta? Eccoci davanti a un dolce tipico dell’Alta Svevia, in Germania. Un dolce davvero delizioso. No fatevi confondere dal nome. Sembra che questo dolce sia arrivato in Germania nel 1400 circa. Originariamente, venivano preparate (come molti dolci fritti) per la fine del Carnevale ma ora le troverete praticamente tutto l’anno. In pratica sono delle palline di pasta fritta, avvolte da zucchero. Dopo la scoperta dell’America e con l’arrivo del cacao in Europa, la loro “panatura” divenne cioccolatosa come lo è oggi. Provatele, soprattutto se fate tappa a Kloster Roggenburg.
Ora tocca a voi: qual è il cibo dal nome più strano che abbiate mai assaggiato!?
Tutte le foto sono © Giovy Malfiori – riproduzione vietata.
Adoro! E siccome i formaggi non mi piacciono, chiamo Puzzone tutti quelli che vedo 😂 Comunque, in Australia c’è il Frog in the Pond, il ranocchio nello stagno, un dessert tendenzialmente per bambini ma che sta in molti menù dei ristoranti. È una coppetta trasparente riempita di gelatina verde dolce. Immerso dentro c’è un piccolo ranocchio in cioccolato (uno snack tipico per ragazzini che si trova in tutti i supermercati). Io non l’ho mai ordinato ma lo trovo adorabile 🤗
Ma è sicuramente un dessert super carino!