A inizio giugno ho ridato il via alla mia vita sociale e nel mondo con una giornata in quel di Bologna. E, proprio come cantava Lucio Dalla, mi sono ritrovata a sentire nella mia testa quel “Bologna, sai, mi sei mancata un casino” praticamente ad libitum, finché sono stata lì. La mia giornata Bolognese prevedeva una mostra, tante chiacchiere, una cena e, nel mezzo, c’è stata la salita alla Terrazza di San Petronio. Avete presente? Una grande esperienza da fare a Bologna per ammirare la città in un modo davvero unico. Ve ne parlo oggi.
Qualche parola su San Petronio
Lo sprechi il tuo odor di benessere però con lo strano binomio dei morti per sogni davanti al tuo Santo Petronio… così cantava Guccini, nella canzone proprio dedicata a Bologna. San Petronio, visto il discorso che facevo giorni fa parlando dei duomi da vedere in Italia, è la cattedrale di Bologna ed è considerato una Basilica, non un Duomo. Ecco perché non è finito in quella lista. San Petronio, con la sua facciata incompiuta, è un qualcosa di iconico, capace di essere simbolo di Bologna tanto quanto la Torre degli Asinelli e la Garisenda. San Petronio è imponente ed è considerata una delle chiese più grandi di tutta Europa. La storia della sua costruzione è immensamente lunga e parte dal Medioevo, arrivando ben oltre il Rinascimento. Consiglio: se non l’avete mai fatto, entrate e visitate anche l’interno. Poi, scaldate le gambe e salite sulla terrazza.
Consigli e informazioni per salire sulla Terrazza di San Petronio a Bologna
Cosa occorre sapere per organizzarsi e salire sulla Terrazza di San Petronio a Bologna? Poche cose semplici, ma fondamentali.
- Ci sono praticamente 30 rampe di scale da fare: circa 500 gradini pronti ad attendere le vostre gambe. I gradini sono bassi e non difficili da affrontare ma la salita è lunghetta. Ne vale la pena, però…
- Il biglietto costa 5€.
- Ci sono degli orari da rispettare: sono tutti indicati sul sito ufficiale, compreso il termine ultimo per salire.
- Non si può salire con le scarpe col tacco: vi si incastrerebbero i tacchi sulle scale.
- Usate scarpe ben salde ai vostri piedi: se una infradito vi parte e vola via, non la rivedrete più.
- Non salite se soffrite di vertigini: la basilica è davvero alta.
C’era molto vento, nel giorno in cui sono salita io. Indubbiamente, là in cima, ci sarà molta più aria che in basso. Tenetelo presente. Se salite con dei bimbi, teneteli per mano sia in salita che in discesa. Per il momento, si sale con la mascherina sul volto.
La salita sulla Terrazza di San Petronio, per me
Sempre citando Lucio Dalla “Lungo l’autostrada da lontano ti vedrò. Ecco là le luci di San Luca…“. Quel giorno non c’erano le luci ma San Luca sì. È sempre là che guarda e protegge, a modo suo, Bologna. Quel giorno era la mia prima uscita ufficiale, il mio primo giorno di vita sociale dopo il grande esilio. Il primo giorno in cui facevo qualche chilometro in giro per la città. Il primo giorno di Birkenstock per ore e ore. Il primo giorno di esplorazione. Il primio giorno in cui tutto, finalmente, mi sembrava immensamente normale. Scale su scale su scale e ancora scale. Il fiatone c’era, la voglia di arrivare in cima era ancora più forte. Mi sono fatta i complimenti da sola perché, il giorno successivo, non avevo nessun dolore alle gambe. In qualche modo, il Dio che protegge i viaggiatori è intervenuto sulle mie cosce, garantendo una forza che non ricordavo di avere. Già, il fatto è che proprio non ricordavo più come fosse la vita nel mondo. Osservare Bologna dall’alto è stato un regalo e ringrazio chi ha pensato bene di portarmi lassù per ammirare una città che ho sempre amato e che non avevo mai scordato. Così si fa.
E vedo riflessa con un po’ di dolore
Bologna col rosso dei muri alle spalle
Che poco a poco sparisce
Metto la freccia e vado sulla luna…
Vado a trovare la luna
Dark Bologna – Lucio Dalla – 2006
Tutte le foto sono © Giovy Malfiori – riproduzione vietata.
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