La leggenda narra che la mia bisnonna materna fosse austriaca. È stata abbandonata nella ruota di una chiesa in un posto che, al tempo, era il confine tra Imperio Austro-ungarico e Regno d’Italia. Si dice, inoltre, che in quella zona due famiglie della Carinzia avessero una sorta di casa estiva. Dovrei mettermi a indagare e magari capirei perché, non appena varco il confine dell’Austria, il mio cuore inizia a battere in maniera più decisa. Raccontarvi quello che amo dell’Austria è sia facile che difficile. Faccio un bel respiro e inizio.
Il mio amore per l’Austria

Anche voi, all’asilo, cantavate una canzone che fa “un austriaco felice, sulle cime dei monti…“? Io tantissimo e ho sempre pensato all’Austria come un posto felice. Mi ci hanno portata fin da piccolissima (come in Germania) e ho sempre avuto questa impressione. Un altro dei miei mitici dialoghi in tedesco si svolse, nell’estate del 1982, a Innsbruck, nella pensione di una signora che mi chiedeva sempre che cosa volessi per colazione. E, ovviamente, me lo chiedeva in tedesco. Io rispondevo Ich möchte eine Schokolade, bitte… con una sicurezza totale e con aria perentoria. Ero sempre stata abituata a vivere le mie vacanze in campeggio: quando i miei mi hanno catapultata in un luogo con tanto di colazione servita al tavolo, io ho iniziato a sentirmi la principessa del mondo. Ecco, forse, da dove deriva la mia pricipessitudine di ora. Senza divagare, vi posso dire che gli argomenti che utilizzerò per raccontarvi quello che amo dell’Austria sono sempre quelli che trovate qui su questo mio blog:
- Vi parlerò sicuramente di arte e cultura, perché in Austria sono ovunque
- Vi parlerò di cose buone, perché di non solo Schnitzel o Sacher si vive da quelle parti
- Ci sarà spazio per laghi, dialetti e regioni affascinanti
- E poi c’è Vienna, la Vienna atipica (ma tanto Vienna) che piace a me
Una delle cose che amo di più dell’Austria è il fatto di non viverle troppo distante. Sapere che, per me, è a portata di macchina, è quasi una sicurezza. Quella sensazione di Geborgenheit, quasi come l’Austria fosse una delle mie persone più care e io non aspettassi altro che vederla.
Il mio amore per l’Austria: arte, storia e cultura
Il Museo della Secessione di Vienna è solo uno degli elementi culturali dell’Austria che sento battere dentro il mio cuore quando penso a quel pezzo di Europa. Klimt e Schiele sono, per me, un qualcosa di grandioso. Ma non finisce lì. Tutta la storia degli Asburgo sarebbe capace di condurci in giro per l’Europa come se non ci fosse un domani. Troppo spesso pensiamo agli Asburgo solo riferendoci a Franz Joseph e a Sissi ma c’è molto di più prima di loro. Innanzitutto, la figura di Maria Teresa d’Austria, una delle grandi donne forti della storia. La storia dell’Austria attraversa come un fil rouge quella di tanti paesi europei, Italia del nord in primis. Ma non solo: vi ricordate di un certo Guglielmo Tell che divenne un eroe nazionale in Svizzera? Ecco: è sempre colpa/merito degli Asburgo. Questa totale presenza nelle vicende europee è una delle cose che amo dell’Austria. Non basterebbe una settimana per visitare, per esempio, tutti i musei di Vienna e mettere insieme la cultura austriaca come il più bello dei puzzle. Prima o poi farò un viaggio così e ne tornerò perfettamente esaltata e con la mente pronta a fare le capriole.
Quello che amo dell’Austria: le cose buone da mangiare
Come dicevo prima, di non sola Sacher e Schnitzel si vive in Austria. E per fortuna. Io amo molto le specialità regionali dell’Austria (benché non rinunci mai almeno a una Schnitzel quando sono là). La Carinzia, per esempio, è una regione che la dice lunga sul fatto che in Austria si mangi bene. Quelli che vedete in foto sono dei Kärnten Kasnudl e io li adoro. Si tratta di pasta ripiena, con ricotta e menta. A volte ci sono anche le patate nel ripieno. La leggenda dice che ogni donna dovrebbe essere in grado di chiudere quel mega raviolo, altrimenti non si sposerà. Leggende a parte, se passate dall’Austria, anziché la Sacher, provate a chiedere il Palatschinken. Ok, Schinken in tedesco vuol dire prosciutto ma non si tratta affatto di un piatto salato.
Il cibo in Austria: la Jause
Sapete cosa sia la Jause? Si legge iause: quella J è una I. Letteralmente significa merenda e quella parola, per me, è Austria all’ennesima potenza. O meglio amore per l’Austria all’ennesima potenza. La Jause è un qualcosa che accomuna un sacco di luoghi diversi in Austria, da città come Salisburgo fino alle montagne del Tirolo. Molti Biergarten o trattorie hanno, nei loro menù, una sezione per la Jause. Si tratta proprio di un piccolo pasto da fare al pomeriggio, magari accompagnandolo con dell’ottima birra locale. Di solito la Jause consta di affettati, formaggio e pane e, per me, è proprio qualcosa di speciale. Ricordo ancora un pomeriggio, appena scesa dal treno a Salisburgo: la Jause è stato il mio benvenuto in città per quel viaggio.
Il cibo in Austria: gli Imbiss
Altra digressione gastronomica sull’Austria, questa volta più urbana e cittadina: gli Imbiss. Ovvero i chioschi. C’è una via di Vienna – la Maria-Hilfer-Strasse, che per me è il regno degli Imbiss spettacolari. Ma anche la fermata della metro viennese di Margaretengurtel ha il suo perché. Per non parlare dell’Imbiss del Bosna nel centro di Salisburgo. Potrei andare avanti all’infinito. Gli Imbiss sono chioschi dove poter mangiare bene spendendo il giusto. Oltre a questo, offrono uno spaccato di come sia l’Austria, anche nelle sue proposte culinarie. Verrebbe da dire “l’Impero colpisce ancora” quando si trovano gli Imbiss con specialità tipice del periodo imperiale, come il Bosna a Salisburgo. Viene, invece, da raccontare qualcosa di totalmente nuovo quando gli Imbiss pronti a sfamare locali e viaggiatori propongono qualcosa che sa di mondo. È il caso di Vienna, per esempio, con gli Imbiss asiatici, diventati così perfettamente Local da finire anche dentro in telefilm made in Austria come Fast Forward (che, in originale, si chiama Schnell ermittelt, giocando sul cognome della protagonista ma facendo saltar fuori un qualcosa che, tradotto letteralmente, potrebbe essere “muoviti a investigare“). In Italia si può vedere sul Canale 38 del Digitale Terrestre.
Quello che amo dell’Austria: gli stabilimenti balneari (sui laghi)
Ma come Balneare?! L’Austria non ha di certo il mare. È vero, l’Austria non ha il mare (ora) ma ha un sacco di laghi. Soprattutto i laghi della Carinzia: perfettamente balneabili e, da maggio a settembre, con una temperatura dell’acqua davvero invidiabile (intorno ai 22° o 24°, mediamente). Questo ha fatto la fortuna della vocazione balneare austriaca fin dai tempi degli Asburgo che, da Vienna, viaggiavano fino alla Carinzia per passare l’estate. Esistono ancora delle “Badehaus” sui laghi di questa parte di Austria. Fantastiche per passare una giornata di relax in inverno, speciali nella stagione estiva. Al di là delle Badehaus, in estate ci sono veri e propri stabilimenti balneari con ombrelloni e lettini nei pressi dei vari laghi. Uno dei miei preferiti è quello che ho frequentato sul Faakersee.
Quello che amo dell’Austria: la sua diversità
Una volta, a Modena, ho aiutato un turista tedesco a comprare delle bottiglie di vino. Ero a pranzo al Mercato Albinelli e questo signore stava cercando di spiegarsi con un commerciante del mercato ma non ci riusciva. Allora sono intervenuta traducendo per lui e per il commerciante. Una volta effettuato l’acquisto, questo signore mi ha chiesto da che parte dell’Austria fossi nata. Io ho sorriso come se mi avessero fatto il migliore dei complimenti. Tendenzialmente, in tedesco, tendo ad avere un accento molto neutro ma, in quell’occasione, ero rientrata proprio dalla Carinzia tre giorni prima. Mi ero “carinzizzata” un po’. Ho pensato a quanto ho imparato sui diversi tipi di tedesco proprio frequentanto l’Austria. Amo la diversità, nel mondo, in generale e quella che ho colto in Austria non fa eccezione. Quando viaggiamo, lasciamo a casa i luoghi comuni e, piuttosto, lasciamo un po’ di spazio nello zaino per un po’ di stupore e meraviglia. Lasciamoci meravigliare anche dalla lingua e dai dialetti del luogo in cui siamo. Volete un esempio? Provate ad ascoltare una canzone di Andreas Gabalier, un eroe del mondo Schlager che canta nel dialetto della Stiria. Ah, tra l’altro, un fatto curioso su questo cantante: il suo cognome si legge “alla francese” perché un suo antenato era arrivato in Austria al seguito dell’esercito napoleonico. È o non è meravigliosa la Storia, in generale!?
Quello che amo dell’Austria: Vienna quando è totalmente se stessa
Absbergggasse, Amalienbad, Reumanplatz sono alcuni dei miei punti di riferimento di Vienna, fuori dal centro e dai luoghi dove ci sono i turisti. Ho amato perdermi a piedi per quei posti, capaci di raccontare una Vienna che va dai primi del ‘900 fino almeno agli Anni ’70. Racconta una città cosmopolita… cosa che Vienna è sempre stata, fin dall’assedio dei Turchi del 1529. Vienna è sempre stata una città capace di parlare più lingue e di mostrare chissà quanta cultura diversa. La mia Vienna è quella. Amo da pazzi la zona di Karlsplatz, in centro. Ma poi c’è la Vienna del quotidiano e della gente che popola quella città meravigliosa. In Absberggasse, per esempio, si trova Ostlicht. Si tratta di un “polo culturale” dedicato alla fotografia e all’arte, che si è “insediato” in quello che era uno stabilimento industriale di inizio ‘900, dove veniva fatto il pane. Un tempo lì si produceva nutrimento per il corpo. Ora per la mente. Questa è la Vienna che adoro.
L’Austria, per me
Eccola lì: una delle mie facce da Austria. Uno dei miei “quando sei felice, facci caso“. Quel giorno ero in Carinzia, era dicembre e mi apprestavo proprio a starmene un po’ di giorni in Austria, per lavoro. Ero felice come non so cosa, con le mie treccine bionde e le guance rosse per il freddo di quel giorno. C’era chi correva ai mercatini, io pensavo solo al fatto di essere lì, in Austria: felice come quell’Austria Felix che fa tanto storia degli Asburgo, per l’appunto. Forse è davvero quel legame nel DNA che si suppone sia proprio dovuto alla mia bisnonna. Forse è solo suggestione. O forse è solo che lì mi trovo bene come in pochi altri posti al mondo. Mi sto rendendo conto che ho davvero raccontato molto del mio amore per il mondo negli ultimi mesi e ho capito che – anche da quel punto di vista – io sono capace di amare davvero tanto. Da Austria Felix a Giovy Felix il passo è davvero breve. Anzi, è come se fossimo due persone sullo stesso piede: io e l’Austria. Ich hab’ Dich lieb, Österreich!
Bella gerant alii, tu felix Austria nube
(Gli altri fanno la guerra, tu Austria felice, combini matrimoni)
Citazione attribuita a Maria Terasa d’Austria ma arriva da molto più lontano.
Famiglia Asburgo docet
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