
Avete presente la storia dell’assissinio di John Lennon? Bene. L’avete letta anche voi quella teoria che ipotizza che Paul McCartney sia morto e sia stato sostituito da un sosia? Ecco, bene. Il libro di cui sto per parlarvi parla di questo. O meglio… anche di questo. Si intitola La penultima mossa ed è stato scritto da Carla Viazzi. Come spesso accade con i libri capaci di appassionarci, sono loro a sceglierci e non noi a scegliere loro. Tra me e La penultima mossa è andata proprio così e sono stata molto felice di “lasciarmi incontrare” per caso da un testo che, in fondo, ha tantissimo a che fare con i Beatles. Ho pensato di farci raccontare un po’ di cose direttamente da Carla. Pronti?
Ciao Carla, raccontaci in poche parole chi sei
Bella domanda. Sono, o forse dovrei dire, mi sento tante cose. Nasco attrice e doppiatrice, poi sono passata al giornalismo televisivo e infine a quello sulla carta stampata che mi ha spinta, in questi ultimi anni, a sondare un aspetto diverso della scrittura: quello dei libri. Due mondi apparentemente simili, ma diversissimi. Proprio pochi giorni fa mi hanno detto che il mio nome indiano significa “mani che scrivono” e mi piace molto questa definizione. Poi sono anche mamma di Achillle che ha sei anni e che mi insegna ogni giorno a vedere il mondo da un angolatura diversa.
Il tuo libro si intitola “La penultima mossa”, come mai?
Perché la struttura della trama richiama una partita di scacchi. Attraverso le mosse dell’ispettore Carlsen, che è uno scacchista, si scopre la strategia del colpevole. La tattica è legata alla relazione causa/effetto, mentre la strategia è un percorso articolato su più mosse, che richiede progettazione. Bisogna provare a entrare nella mente dell’avversario per portarlo dove serve. Tra l’altro, quando ho scritto il libro, gli scacchi non erano al centro dell’attenzione. Adesso grazie alla fiction “La regina di scacchi” si è risvegliato l’interesse verso questo gioco che gioco non è, perché è una vera e propria forma d’arte, non solo per l’incalcolabile numero di combinazioni, ma soprattutto per il concetto, unico nel suo genere, di “scacco matto”».

Hai scelto di raccontare una storia nota, molto nota: come mai proprio quella?
La storia dell’assassinio di Lennon, apparentemente chiara e lineare, negli anni ha suscitato dubbi e perplessità. Per usare un termine attuale si è parlato spesso di complotto: a partire dalla presunta sostituzione di Paul McCartney con un sosia, passando per un ipotetico coinvolgimento dell’FBI nell’assassinio, per approdare alla tesi che Mark David Chapman volesse uccidere Yoko Ono e non John Lennon. Ecco, era già un giallo, si trattava solo di scriverlo e siccome nessuno lo aveva ancora fatto ci ho provato io.

Questo è un blog di viaggi e tocca anche a te parlare di tre luoghi importanti. Dove ci porti?
Adoro viaggiare e scoprire posti nuovi. Ci sono tre luoghi, o forse dovrei dire tre viaggi, che porterò sempre nel cuore. Il primo è stato quello in Terra Santa che mi ha permesso di innamorarmi follemente di Gerusalemme con tutto il suo carico di storia e contraddizioni. Poi ho amato molto l’India, in modo speciale la parte alle pendici dell’Himalaya e quella del Kashmir con le sue house boat di Srinagar. Infine Praga. Quando ci sono andata, subito dopo la caduta del comunismo, era una meta ancora poco conosciuta, per cui sono partita senza aspettarmi nulla di particolare e invece sono rimasta sbalordita. Una città romantica e dorata.

Qual è il tuo personaggio preferito del libro e perché?
Devo confessare che non nasco come fan dei Beatles e quindi li ho scoperti scrivendo il libro e durante le ricerche mi sono imbattuta nel loro produttore Phil Spector – per altro morto da pochissimo tempo – a cui ovviamente si ispira Les Spectra. Per lui provo un misto di repulsione e simpatia. È un personaggio fuori dagli schemi e come tale mi ha permesso di giocare di più con la fantasia.

[Ripendo la parola io, la Giovy]
Io e Carla non ci conosciamo personalmente, se non per le mail che ci siamo scambiate per via del suo libro. Mi è piaciuto molto il suo modo di porsi con me e, non appena mi è arrivato il suo libro, mi sono buttata dentro le pagine con tutta me stessa. Tecnicamente parlando, la scrittura di Carla è davvero coinvolgente. I capitoli del libro sono brevi e questo permette di proseguire proprio spediti. Io sono una grande amante dei Beatles e mi è piaciuto rileggere certe vicende riscritte dalla mente e dalle mani di Carla. Non vi dirò quale sia stato il personaggio che ho amato di più ma quello che posso consigliarvi di tutto cuore è di acquistare La penultima mossa e godervi tutte le frasi messe giù sapientemente da Carla. È un libro piacevole e che invoglia ad arrivare alla fine. In un momento così complicato come questo, un libro che allena la mente al ragionamento, portandoci dentro una vicenda nota ma mostrandocela – in certi tratti – quasi diversa è ciò che ci permette di volare con l’immaginazione. E magari capiterà anche a voi – come a me – di pensarvi al fianco dell’ispettore Carlsen, proprio come fa un personaggio del libro. Ringrazio Carla per il suo tempo e per aver pensato a un libro così: non è facile prendere una storia nota e renderla qualcosa di speciale da leggere.
Tutte le foto senza caption sono © Carla Viazzi e © Giovy Malfiori – riproduzione vietata.
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