
Un po’ di tempo fa, scrissi un post sui luoghi che avrei consigliato a donne che vogliono viaggiare da sole. Io ho viaggiato, viaggio e viaggerò (quando sarà possibile) molto da sola: quando mi sposto per lavoro sono praticamente sempre da sola e, oramai, mi viene da dire che “in solitaria” sia davvero il mio modo di vedere il mondo. Viaggiare da soli implica un’altra azione da fare in solitaria, molto spesso anche se non sempre: mangiare da soli. Vedere un tavolo per uno, per alcune persone, è una sorta di rappresentazione della tristezza. Il cibo, si sa, porta convialità o dovrebbe farlo. Nel tempo, io ho imparato a mangiare da sola e anche a scansare quegli sguardi che dicono “oh poverina, mangia da sola” che ogni tanto mi sono trovata addosso. Ecco, quindi, qualche consiglio per mangiare da soli in giro per il mondo. E sopravvivere alla grande.
Mangiare da soli: how to

Mangiare da soli: come fare? Spesso mi viene chiesto come io faccia ad affrontare un pasto da sola fuori casa. Rispetto in pieno chi non ci riesce ma… che male c’è? Ognuno di noi ha, soprattutto in tempi moderni in cui gli smartphone sono sempre con noi, il proprio modo di affrontare il convivio per uno. Io, sinceramente, spesso e volentieri mangio fuori (quando si può) se sono in giro per lavoro: magari ho corso talmente tanto fino all’ora di pranzo che, in quel momento, ho solo voglia di star seduta e guardarmi in giro. Cosa faccio, altrimenti?
- A volte mi capita di controllare la posta e i social: lo ammetto e mi cospargo il capo di cenere.
- Ogni tanto riguardo le foto scattate in giro prima di pranzo, anche per rendermi conto che siano venute tutte bene e per assicurarmi di non dover tornare sui miei passi.
- Spesso e volentieri leggo: un libro o un quotidiano. Sono diventati i miei migliori amici.
- Spesso e sempre volentieri mi guardo attorno e cerco di capire il mondo in cui sono.
- Parlo: con i vicini di tavolo (se sono propensi) o con i camerieri.
Mangiare è un atto d’amore verso noi stessi e verso chi ha preparato il nostro pasto. Concedergli la giusta attenzione è sempre doveroso. Quel momento può diventare una pausa arricchita davvero di tanta vita. Ma quali sono i pro e i contro di mangiare da soli?
I contro del mangiare da soli
Cominciamo dai contro, così facciamo prima. Proprio come scrivevo del fatto di viaggiare da soli, mangiare in solitaria si porta dietro dei contro che è davvero inutile negare:
- Se devi andare in bagno, ti devi portare tutto dietro. Cosa volete farci? È così.
- Se, per caso, ordini troppa roba, non c’è nessuno a cui dire “ne vuoi un po’?”
- Non hai nessuno a cui chiedere “me lo fai assaggiare?” o “dividiamo un dolce?“
- Non potrai mai ordinare certi piatti che, già da menù, sono previsti per due.
- Da soli si fa fatica (ma non è impossibile) ordinare il vino in bottiglia: per fortuna molti ristoranti concedono anche il vino a calici.
- Se avanzi l’acqua e non hai la borraccia con te, ti tocca lasciarla lì.
I pro del mangiare da soli
Ogni azione ha un rovescio e un dritto della medaglia e può essere vista in due modi. Sempre o quasi sempre. Mangiare da soli, per me, non fa eccezione. Ecco, quindi, quelli che secondo me sono i pro del mangiare da soli.
- Non c’è nessuno che cerca di fregarti le cose buone dal piatto
- Nessuno che ti ruba quella pagnottina buona che avevi puntato nel cestino del pane
- Il dolce è tutto tuo
- Il vino è tutto tuo
- Ci sarà sempre qualcuno pronto ad attaccare bottone con te.
Ovvio, anche il conto è tutto tuo ma questo, signori miei, per me fa rima con indipendenza. O no?
Mangiare da soli in viaggio: qualche indicazione generale
Veniamo a noi e al nostro (mio) parlare di viaggi: come si mangia da soli in giro per il mondo? Io di occasioni ne ho avute davvero tante e ci sono alcune particolarità che ho notato. Ne avete di diverse o volete correggermi? Scrivetemi, sarò ben lieta di farmi smentire.
- Negli Stati Uniti, quando vai in un diner e sei da solo, finirai sicuramente a mangiare al banco. Poco male: si conversa bene lì. Mi dispiace solo dare le spalle al resto del locale.
- Se sei in Gran Bretagna o in Irlanda e vai al pub per mangiare da solo, potrai occupare anche un bel tavolo tutto per te e, prima o poi, arriverà qualcuno che ti chiederà se ti dispiace che si sieda lì con te. Io lo trovo magnifico.
- In Francia, da soli, si mangia alla grande: i francesi hanno sempre quei tavolini così piccoli. Non trovate?!
Ci sono posti, come una famosa trattoria di Modena (garantisco per questa informazione per l’epoca Pre-Covid. Ora non so, dovrei verificare), dove c’è il tavolo di chi mangia da solo: si tratta di un tavolone immenso dove chi mangia in solitaria si trova a sedersi con altri mangiatori solitari. Ed è subito convivio.
Mangiare da soli, per me
Vi voglio raccontare uno dei miei pranzi solitari. Ero appena arrivata a Seattle e, benchè fossi esaltata dal fatto di essere in città, mi venne fame. Andai nel primo posto che trovai fuori dall’albergo, dove avevo appena lasciato il mio zaino. Lessi fuori “Pizza & Craft Beer” e mi sono detta che fosse perfetto. Entro e c’ero solo io: l’ora di pranzo era passata, in effetti. Il tipo al banco mi ha chiesto l’ordinazione e io ho chiesto a lui che birra potessi prendere. La mia scelta è caduta su una American Pale Ale proprio made in Seattle. Quando Dan – perché si chiamava così – è venuto a portarmi la pizza mi ha chiesto se poteva sedersi con me. Ci siamo messi a parlare e abbiamo scoperto di essere coetanei e – figuratevi io – non ho perso tempo a chiedergli come fosse la Seattle degli Anni ’90. Alla fine sono rimasta lì a parlare con lui due ore. Di birre ne ho bevute alcune e sono finita a raccontare a lui come fare bene la pizza. Tra l’altro, la sua pizza era davvero buona. Mi è sembrato un bel modo per essere accolta in città. Io, sicuramente, mi sono detta che, se fossi stata da sola, non sarebbe stata la stessa cosa.
Tutte le foto senza caption sono © Giovy Malfiori – riproduzione vietata.
Io mi faccio più problemi a mangiar da sola in Italia che non all’estero: non so perché. Forse la cultura o la mentalità. O semplicemente mentalmente mi faccio problemi da sola. Però è una cosa che faccio sempre: nonostante abbia amici in giro per l’Italia e che spesso vado a trovare (in questi casi un aperitivo o un pranzo insieme non me lo leva nessuno), mi ritrovo spesso a mangiare da sola.
Questa situazione (ma devo dire il viaggiare da sola in generale) mi ha aiutato un sacco: da ex persona MOLTO timida e riservata, questo mi ha aiutato a sbloccarmi e a relazionarmi meglio con gli altri. Sai che ti dico a distanza di anni? All’estero ho avuto la possibilità di praticare le lingue e in Italia ho conosciuto un sacco di persone nuove! E questo mi piace parecchio.
Il tuo provare a mangiare da sola ti ha spinto fuori dalla comfort zone ed è bello, no? Grazie per avermelo raccontato.
Io ormai sono super abituata, a pranzo spesso e volentieri sono da sola. In Italia mi è capitato alcune volte di sentirmi dire che il posto non c’era (anche se di tavoli liberi ce n’erano), perché in certi locali si preferisce riempire il tavolo con 2/4 persone piuttosto che “sprecarlo” per 1.
All’estero mai avuto questo problema.
Per fortuna in alcuni posti stanno nascendo i tavoli “conviviali”.
Io adoro mangiare da sola anche perché sono un po’ lenta e spesso mi ritrovo a essere ancora a metà portata e l’altra persona con me ha finito da un pezzo. Adoro poter andare coi miei tempi.
Adoro perdermi nei miei pensieri (o nel mio libro).
Io ho davvero cominciato ad amare alla grande il fatto di mangiare da sola. Per i tempi, per il respiro, per la possibilità di osservare tutto quello che mi sta attorno.