Oggi torno a parlarvi di un luogo che ho già citato qui sul blog: Carsulae, l’antica città romana lungo la Via Flaminia, in Umbria. Proprio come ho fatto con Seattle e con l’intervista a Valeria Sgarella, oggi sarà un’altra voce a parlarvi di questa splendida area archeologica in provincia di Terni. Ho pensato di intervistare Claudia Costantino, archeologa che lavora proprio a Carsulae e che ho incontrato nella mia seconda visita a quel luogo spettacolare, a fine ottobre 2020. Fossi per me, io passerei a Carsulae almeno un giorno a settimana (e ci andrò non appena tornerò in Umbria). Com’è passare le proprie giornate lavorative in mezzo a tanta romanitas? Ne parliamo con Claudia.
Ciao Claudia, raccontaci in poche parole chi sei.
A questa domanda la prima risposta che mi viene è “Sono un’archeologa”! Anche se in effetti non esercito da una decina d’anni, la mia formazione e la mia passione è questa; sono stata anche fortunata perché ho avuto la possibilità di fare molti scavi, e perché nel mio percorso ho incontrato degli ottimi insegnanti. Per me quindi l’archeologia oltre che una passione è anche una forma mentis, in cui confluiscono l’amore per il passato, la curiosità, la voglia di conoscere e di approfondire gli aspetti che mi interessano (della storia, ma anche della vita e delle persone).
Dopo dieci anni fra scavi, laurea e dottorato, nel 2008 ho vinto il concorso per assistente alla fruizione, accoglienza e vigilanza, un nome un po’ ampolloso per definire i custodi, con mansioni ampliate rispetto a qualche anno fa: ora ci dedichiamo anche all’accoglienza dei visitatori, forniamo spiegazioni e visite guidate, ci occupiamo dei depositi e, in questo momento soprattutto, della comunicazione. Ho lavorato prima al Museo Archeologico Nazionale di Perugia, poi all’Ipogeo dei Volumni a Ponte San Giovanni (PG), entrambi luoghi bellissimi che vi consiglio di visitare, e nel 2013 sono approdata a Carsulae, che oltre a essere una meraviglia è anche molto vicina a casa mia, quindi tutto perfetto no?
Lavori nella bellissima area archeologica di Carsulae. Com’è passare le tue ore in mezzo a tanta bellezza?
Invidiabile direi! Carsulae ha un’atmosfera magica, che non è facile rendere a parole. Per chi non la conoscesse, Carsulae è una città romana sorta lungo la via Flaminia, che la attraversa da nord a sud; vive il suo momento di massimo splendore nel I sec. d.C. e viene poi abbandonata gradualmente intorno al IV sec. d.C.. Conserva una splendida porta urbica, l’arco di San Damiano, la piazza del Foro con alcuni edifici pubblici, strade basolate, templi, teatro, anfiteatro, terme e una grande domus in corso di scavo con bellissimi pavimenti a mosaico. Sui resti di un precedente edificio romano nell’XI sec. fu costruita anche una chiesa, direttamente affacciata sulla Flaminia. Chiunque la visiti per la prima volta ne resta immancabilmente affascinato, spesso viene anche chiamata “la piccola Pompei umbra”, un paragone questo che, anche se può attrarre i visitatori, porta del tutto fuori strada: qui i resti archeologici si fondono e si armonizzano in maniera unica con l’ambiente naturale, nel reciproco rispetto ed esaltandosi a vicenda. In ogni stagione dell’anno è una continua scoperta in cui ogni senso è appagato: l’odore delle erbe spontanee, il canto degli uccelli, i colori dei cieli nuvolosi e dei fiori (tra l’altro è un habitat perfetto per le orchidee selvatiche).
Ultimamente, per cercare di comunicare nei nostri canali social almeno gli aspetti visivi di questa meraviglia, mi sto dedicando alla fotografia: passeggio, fotografo e pubblico, e la giornata passa in un istante!
Tu conosci Carsulae alla perfezione: qual è un pezzo di area solitamente che, a torto, attira poco l’attenzione dei visitatori?
Fino a qualche mese fa ti avrei risposto l’anfiteatro, che anche per chi ci lavora non era fra i posti più attraenti in quanto ricoperto da vegetazione e scavato solo in parte. Anche facendo visite guidate tendevo a non dilungarmi più di tanto, perché mi dava proprio fastidio vederlo in quelle condizioni. Ma ora posso dire con soddisfazione che non vedo l’ora di riaprire per mostrare i muri e i corridoi finalmente ripuliti e l’arena completamente scavata. A breve cominceranno altri lavori di consolidamento delle strutture, di restauro e di apertura di nuovi punti di affaccio nella parte superiore, che permetteranno a tutti di poterlo finalmente ammirare nella sua bellezza e forse anche di poterne usufruire per allestire spettacoli all’aperto, cosa che già facciamo da qualche anno nel teatro: in estate il Comune di Terni organizza una stagione teatrale, e ti assicuro che godersi uno spettacolo seduti in un teatro romano affacciato sul tramonto è un’esperienza da fare!
Domanda super personale: qual è la parte più bella di Carsulae secondo te?
Bella forse è una parola grossa…il punto che più mi affascina è il settore sud, percorrere in discesa il primo tratto della via Flaminia (che partendo da Roma attraversava Carsulae e continuava il suo tragitto verso l’Adriatico) e arrivare alle Terme. Sicuramente è il luogo meno frequentato perché le terme sono in fase di restauro, sono coperte e quindi non accessibili al pubblico se non quando ci sono i restauratori all’opera. È quindi anche il punto più selvaggio, che necessita di interventi di manutenzione e di ripulitura, ma forse proprio per questo mi affascina: la strada basolata a un certo punto si perde, ancora coperta da un alto interro, e più oltre riemergono dei resti di quello che forse potrebbe essere, molto malconcio, l’ingresso della strada in città. In pochi lo sanno, ma in quella zona si conserva anche la struttura muraria più antica di Carsulae, un settore in opera poligonale (una tecnica edilizia in grossi blocchi non squadrati, che fa subito pensare alle mura megalitiche dei centri preromani), forse un ponte o una sostruzione, che serviva a colmare un dislivello e a sostenere il terrapieno su cui sorgeva la città. Insomma, pochi pietroni ricoperti di rovi che a prima vista non sembrerebbero nemmeno opera d’uomo, ma che mi parlano di una vita precedente a quella a tutti visibile.
Carsulae è piena di alberi magnifici ma io sono che c’è anche un abitante speciale: chi è Syd?
Syd è una gatta che ha scelto di vivere a Carsulae! Si sa, i gatti sono irresistibilmente attratti dalle rovine…Io sono arrivata qui nel 2013 e lei già c’era, amata e coccolata dai ragazzi del Centro visita e documentazione “Umberto Ciotti” (il nostro piccolo museo con biglietteria e bar situato all’ingresso). Poi ha deciso di entrare e di stabilirsi davanti al nostro ufficio, forse perché qui di notte chiudiamo il cancello e lei si sente al sicuro, ha un posto dove ripararsi quando fa freddo e sa che alle otto qualcuno di noi arriva sempre, e lei puntuale ci accoglie stiracchiandosi. Passa la maggior parte del tempo sotto la quercia o sotto il ciliegio o appollaiata sopra a una pietra, qualche volta (ma solo quando vuole lei!) ci accompagna anche nei nostri giri nell’area, e allora partono le foto, come si farebbe un book a una fotomodella, cercando di immortalarla mentre cammina sospettosa lungo la Flaminia o in posa vicino a qualche monumento. Nonostante nn sia più una cucciola, è una giocherellona, ama rotolarsi fra le foglie, rincorrere le lucertole, arrotarsi le unghie sul legno della staccionata… raramente richiede carezze, e solo a pochi eletti.
Stiamo ancora vivendo un periodo molto difficile: cosa si può fare per appassionarsi di Carsulae anche da casa?
Guarda, in questi mesi abbiamo proposto ai nostri followers un’idea molto semplice, la #visitaguidatavirtuale: ogni domenica esce un post che racconta un monumento, con lo stesso ordine che si seguirebbe facendo una visita guidata “reale”, inserendo anche foto d’archivio. L’iniziativa è piaciuta molto, a giudicare dalle interazioni; certo, noi non siamo un museo autonomo, disponiamo di zero risorse economiche, zero strumentazione tecnologica e pochissimo capitale umano…ci siamo anche chiesti che cos’altro potrebbe attrarre, ma a dirtela tutta penso che per capire e apprezzare Carsulae l’unica cosa è vederla dal vivo, a poco servono video o conferenze on line, perché l’unica cosa che ci chiedono, costantemente e quotidianamente, è: “Quando riaprite?”. Come ti dicevo prima, Carsulae merita una visita reale e immersiva, i media non possono rendere la sensazione di calpestare i basoli, di respirare l’odore della mentuccia, di toccare le ruvide pietre e le cortecce delle nostre splendide querce, che restano qui ad aspettare di poter di nuovo fare ombra a qualcuno.
[Riprendo la parola io, la Giovy]
Anfibi di 28 anni su strada di 2200 anni circa. Io, Carsulae, i miei anfibi, la Via Flaminia. Avrete notato, nell’intervista a Claudia, la domanda in cui parlo di alberi bellissimi. La Quercia Olympia (che vi ho raccontato nella seconda parte del racconto di Caos e Anima) è anch’essa un’abitante di Carsulae, ed è in buona compagnia. Chissà cosa ne pensa Syd! Carsulae, per me, è stato uno di quei regali che il 2020 mi ha portato. Ci sono andata a giugno e ottobre e, dalle foto del post, si notano proprio due stagioni diverse. In autunno l’ho trovata straordinaria. Carsulae è uno di quei posti che vorrei raggiungere col teletrasporto ogni volta che cerco bellezza e ispirazione. Mi siederei lì da qualche parte, con un quaderno in mano e annoterei tutti i miei pensieri. Seguite le visite virtuali proproste sui profili social (Facebook e Instagram) dell’area e, non appena si può, ci troviamo tutti lì. Ok? Io ringrazio Claudia per la sua disponibilità per questa intervista e, soprattutto, per quella domenica mattina di ottobre in cui mi ha accompagnata nel mio secondo giro a Carsulae e per tutte le cose che mi ha raccontato. Quella mattina, diluviava quando mi sono svegliata (ero alla Fortezza e da lì a Carsulae c’è una mezz’ora di strada), poi ha smesso e ho raggiunto Claudia. La mattina è volata grazie a tutte le cose belle che mi ha detto su quell’area. Persone come Claudia sono un valore aggiunto a un luogo già così fantastico.
Tutte le foto sono © Giovy Malfiori – riproduzione vietata.
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