
Come preannunciavo ieri, questa settimana c’è stata un’inversione di pubblicazione. Il martedì, di solito, scrivo di me ma oggi si torna a parlare di amore per il mondo. Tra tutti i “quello che amo” che voglio scrivere, oggi tocca raccontarvi quello che amo della Germania, una nazione (anzi, federazione) che spesso consideriamo solo per due città (Berlino e Monaco rappresentano, per molti italiani, la totalità della Germania da vedere) e che, a mio avviso, ha davvero molto da dire e da mostrare. La Germania è uno dei primi posti che ho visto da piccola: i miei mi ci portarno in camper e me ne appassionai da subito. Oggi, però, che cosa è capace di dirmi?
Il mio amore per la Germania
Questa foto, per me, si chiama “Kleine Giovy“. Avevo 4 anni, portavo già gli occhiali, ero perfettamente integrata con la popolazione locale per via della mia bionditudine, dei sandali portati con le calze (ma che stile, gente!) e l’aria perentoria e decisa che, già a quell’età, mi dava veramente una forte connotazione. Ero all’Englischer Garten di Monaco e non ricordo più perché fossi così incavolata col mondo. Io adoro questa foto e, per l’appunto, mi ricorda i primi viaggi in Germania, quelli fatti tra l’asilo e l’inizio delle elementari, assieme ai miei genitori. Tornari in Germania un sacco di volte finché, a 14 anni, mi fermai in Baviera un’estate per studiare. Di quel periodo, oltre ai panini al formaggio che la mia mamma adottiva tedesca mi dava per merenda, mi ricordo i campi di luppolo della Niederbayern, dove sfrecciavo con una biciletta viola e nera. E la moneta (leggete: doblone) da 5 marchi che usavo per telefonare a casa da una cabina telefonica gialla. La Germania mi ha sempre dato tanto. A partire dalla prima lingua straniera mai imparata. Noterete come, in questo post, non si parli di Berlino: ho già raccontato quello che amo di Berlino perché, quella città, per me vale come il mondo intero.
Quello che amo della Germania: il Reno

Parlandovi del mio amore per la Svizzera, ho citato il Reno come fosse un concetto più che un fiume. Questo vale anche parlando di Germania. Il Reno in Germania diventa mastondotico e maestoso. La Valle del Reno è uno di quei luoghi che vanno visti prima o poi nella vita, così come una città come Colonia, degna suddita del fiume che le scorre al centro. Il Reno è una sorta di padre culturale, una sorta di braccio posto sul fianco di chi sia ama per fargli sentire un senso totale di appartenenze. Parlando di fiumi, ovviamente, è in buona compagnia: l’Elba, soprattutto, è l’altro mio amore fluviale targato Germania.
Quello che amo della Germania: Weimar

Il viaggio che ho fatto alla scoperta di Weimar, anni fa, è stato uno dei più belli della mia vita: ho adorato scoprire quella città della Turingia sotto la neve. Quando mi sono trovata al cospetto della statua di Goethe e Schiller è stato un po’ come se si fosse compiuto qualcosa dentro di me. Weimar e Jena sono ancora le mie Kulturstadt, anzi Kulturstädte, di riferimento e vorrò sempre tornarci per tutti i giorni della mia vita. Entrare nella casa di Goethe è stato un po’ come fare un viaggio in compagnia di tutta la letteratura tedesca letta e studiata nella mia vita. Quella città è davvero tanta roba: si trova sugli itinerari legati a Martin Lutero, così come al centro dei pensieri di chi è appassionato di architettura, data la presenza del Bauhaus. Ma non solo: Weimar è la città di Anna Amalia, la duchessa che volle una biblioteca come regalo di nozze. Un luogo piccolo, ma denso, capace di occupare giorni e giorni di viaggio. Almeno per me.
Quello che amo della Germania: la Storia
Norimberga, come “memento” per ciò che non dovrà più essere. L’università di Monaco, in ricordo – per l’appunto – di Sophie Scholl. Marburgo, la città dove studiò Hannah Arendt e dove Heiddeger scrisse Sein und Zeit. Aachen, per gli amici Aquisgrana, la città di Carlo Magno. E poi quante altri luoghi ancora? Spesso, quando si mettono assieme i concetti di storia e Germania, il pensiero corre subito a una delle dittature più tremende di sempre. Visitare la Germania in nome della storia è una cosa bellissima da fare ma, ricordiamocelo, per fortuna non c’è stato solo il nazismo. Le città tedesche sanno raccontare la storia e hanno storie da raccontare. Andiamoci con l’intento di leggere la storia, non di giudicarla. Guardiamo, leggiamo e ascoltiamo: solo dopo potremmo farci un pensiero tutto nostro.
Quello che amo della Germania: qualcuno ha detto letteratura?
Hermann Hesse e Thomas Mann sono solo due dei nomi tedeschi che occupano la mia libreria. C’è Goethe, ovviamente, e ci sono non so quanti filosofi. La Germania, tra il XVIII, XIX e il XX Secolo ha fatto il bello e il cattivo tempo in quanto a impronta cultura sull’Europa e sul mondo. La filosofia di quelle epoche parla essenzialmente tedesco e molta letteratura lo fa. Una delle cose più belle dell’aver imparato il tedesco da piccola (e ve ne parlo nel prossimo paragrafo) è stato poter iniziare a leggere in tedesco molto presto. I primi libri sono stati quelli di Hesse e l’Amico ritrovato di Uhlmann. Tanti libri mi hanno portata, in primis con la mente, in giro per la Germania. È stato grazie ai libri, per esempio, che ho conosciuto il nord della Germania tanto cara a Thomas Mann. Quando ci sono andata, è stato come ritrovare un vecchio amico.
Quello che amo della Germania: la lingua tedesca
Io amo il tedesco. Io amo parlare tedesco. Io amo mettermi a pensare a quanto concettuale sia il tedesco: nell’epoca moderna e contemporanea, nessuna lingua in questa parte di mondo avrebbe mai potuto essere la lingua della filosofia più del tedesco. Un tempo era il greco antico. Poi il latino. Ora è il tedesco. E sarà sempre il tedesco. Il tedesco è una lingua che insegna a ragionare. Questa lingua, più di tutte le altre che so, mi ha insegnato ad ascoltare: nella costruizione sintattica tedesca, spesso, il verbo chiude la frase. Occorre, quindi, ascoltare fino all’ultima parola prima di avere il quadro completo del discorso, In un’epoca in cui tutti andiamo di fretta e dove le abbreviazioni sono all’ordine del giorno, una lingua che spinge all’ascolto totale è quasi una medicina contro il logorio della vita moderna. Ci sono delle parole in tedesco che necessitano di una frase intera per essere tradotte. Sulla mia spalla sinistra c’è scritto Geborgenheit e non è un caso. Ho due tatuaggi in tedesco addosso… e non è un caso. Non credo di aver ancora finito di scrivermi addosso in quella lingua così profonda.
Quello che amo della Germania: Essen und trinken

Fare un viaggio in Germania aiuta a capire, essenzialmente, una cosa: di non solo stinco e di non sola birra si vive da quelle parti. Anzi. La Germania occupa una parte geografica molto ampia dell’Europa e, benchè Wurst e Helles Bier siano all’ordine del giorno un po’ ovunque, le connotazioni regionali sono forti, decise e tutte da conoscere: fate un giro in Alta Svevia e ad Amburgo e poi ditemi se si mangiano le stesse cose. Per la birra, vi consiglio la zona di Bamberg e Bayreuth: lì non si sbaglia di certo.
La Germania, per me
Non so voi, ma io cerco spesso di dare un’immagine figurata che rappresenti una nazione o una zona del mondo. La Gran Bretagna, per esempio, è una donna dai capelli rossi. La Germania, invece, per me è questa Trummerfrau di Dresda. Adoro questa foto che ho scattato anni fa, anche se non è proprio bellissima dal punto di vista estetico. In primo piano c’è lei, statua tipica dell’arte della DDR: rappresenta tutte quelle donne che, dopo i bombardamenti, si sono messe a scavare tra le macerie per riordinare i pezzi degli edifici per poter ricostruire tutto. Dopo due anni dal bombardamento di Dresda, per esempio, parte del centro era già tornato all’antico splendore. Sul fondo della foto c’è l’Uomo d’oro di Dresda, statua simbolo dell’epoca barocca, che guarda la città dall’alto. Miracolosamente sopravvissuto al bombardamento che distrusse la città. La Germania per me è proprio quella Trummerfrau che, quasi con la capacità della fenice, è riuscita a ricostrursi e, con grandi difficoltà, a provare a fare pace con il passato più pesante di sempre. La Germania è fatta anche dal suo passato, è vero. Ma “anche” è la parola chiave. Non c’è solo quello. Viaggiare dovrebbe aiutare ad aprire la mente: ecco perché vale la pena di conoscere la Germania al di là di Monaco e Berlino. Io la trovo magnifica e, per questo, ich habe es lieb’.
“… Aber bei meiner Liebe und Hoffnung beschwöre ich Dich: Wirf den Helden in Deiner Seele nicht weg!
Halte heilig Deine höchste Hoffnung!”
Friedrich Nietzsche – Also sprach Zarathustra – 1883
Le foto senza caption sono © Giovy Malfiori – riproduzione vietata.
Finalmente un post che riconosca a questa magnifica nazione il suo valore culturale. Al di là di quello stupido pregiudizio nostrano che a volte prende il sopravvento in chi fa partire la storia dal 1930 o giù di lì e attribuisce la dittatura alla nazionalità (Argh!!!)
Grazie mille per il tuo commento! Mi fa piacere che tu abbia apprezzato.
Avevo 7 anni quando ho iniziato a percepire un amore innato per questa nazione , al Tal punto che ora a 40 anni non passo un solo inverno o una sola estate senza visitarne dei luoghi !! Credo quasi 😂con certezza di essere stato un tedesco in una vita precedente , o almeno amo pensare in questa direzione cosi per giustificare il mio amore innato per questa terra, parlo molto bene tedesco ma purtroppo non sono madre lingua, il tempo per lo studio non me lo ha permesso, mi sento a casa quando sono soprattutto a München ma non posso dire di non amare qualsiasi altro posto in Germania , da Nürnberg a Stüttgart alla Schwarzwald dal Basso Reno alla Nord Westfalen , da Hamburg passando per Bremen al Holstein in quel di Kiel arrivando a Berlino fino giù’ nella Sassonia in quel di Chemnitz tra Leipzig e Dresden , insomma…leggere questo articolo ha coccolato quella parte interiore di me, parole bellissime verso questa terra da parte di un mio connazionale hanno fatto commuovere il sottoscritto, avendo amici che tutt’oggi ancora si domandano il perché un italiano ami così ( come un nativo tedesco ) questo paese ! Grazie Giovy,da questa sera sento di essere meno “solo” anche se a volte sinceramente ne sono felice dato il mio amore geloso verso questa terra! Vielen Dank
Ciao Tiziano,
il tuo commento mi fa davvero molto piacere e mi riempie di gioia.
Grazie per essere approdato su queste pagine.