
Vi è mai capitato di pensare a voi stessi, quando eravate adolescenti? A me molte volte, soprattutto in alcuni viaggi o in certi momenti della mia vita attuale. Il viaggio a Seattle è stato proprio una rivelazione da questo punto di vista: mi sono vista, in un sacco di posti, in compagnia della Giovy del 1993. È stato un po’ come se mi fossi portata in giro da sola. Mi sono detta tante cose, durante quel viaggio. Dato che mi dico davvero sempre molto da sola, ho pensato bene di scrivere una lettera alla Giovy del 1993. Perché quell’anno? Perché, per tanti motivi, è stato una sorta di prima rivoluzione della mia vita. Della seconda rivoluzione vi ho già parlato (quando scrissi alle stelle), così come della seconda (la vita in Svizzera) e anche della terza (trasferirmi in Emilia). Ora sto vivendo la quarta rivoluzione della mia vita. Troppo spesso si considera “Rivoluzione” il giorno in cui qualcosa esplode. Ricordate, però, che la rivoluzione è un processo che può durare anni.
Cara Giovy del 1993

Cara Giovy del 1993,
Chi ti sta scrivendo è la Giovy del 2021. Già… 2021. Riesci a pensarlo? Ti sto immanginando all’inizio del 1993, quando devi ancora compiere 15 e non hai ancora vissuto il giorno più difficile della tua vita. E, credimi cara Giovy, ci saranno tante cose difficili e dolorose da affrontare ma nulla sarà mai come quel giorno. Mi piace (e ne ho bisogno) pensare che il giorno più difficile in assoluto per te sarà il 19 febbraio del 1993 perché così riesco a dirmi che non ci sarà mai nulla capace di farti male come ciò che accadrà – parlo al futuro perché quello è il tuo futuro – in quel maledetto venerdì. Siamo all’inizio del 1993 e la tua prima rivoluzione assoluta si chiama Liceo Linguistico Letterario. A 7 anni scrivesti un tema, alle Elementari, in cui dicesti che avresti imparato 7 lingue e che avresti lavorato nel mondo della moda o avresti scritto. Credici: succederà. Credici forte e cerca di essere fiera di quel tema scritto sul quaderno delle elementari: avere le idee chiare, almeno su certe cose, sarà qualcosa che farà sempre parte di te. Ora vai al liceo, studi tanto e sarai bravissima per tutti i 5 anni scuola. Farai una maturità che ricorderai e ti porterai a casa grandi voti. Sai perché? In primis perché ami studiare. In secondo luogo perché hai già capito, in quell’età a cavallo tra i 14 e 15 anni, che per fare bene le cose ci vuole impegno e che bisogna sempre fare ciò che si ama. Finirà il quadrimestre tra poco: porterai a casa una gran pagella e, finalmente, andrai con i tuoi genitori a comprare quel paio di Dr.Martens bordeaux, rigorosamente 1460 original, che indosserari ancora oggi. In quel 2021 che non riesci proprio a immaginare.
Quando arriverà il dolore

Parlavamo di dolore, cara Giovy. Arriverà, sai. E ne arriverà tanto. Ne arriverà così tanto, proprio tra poco, che a distanza di una vita (perché 28 anni di distanza sono, in fondo, una vita bella e buona) sarai ancora lì ad asciugarti le lacrime ogni tanto. Però ti voglio dire una cosa. E te la dico col cuore in mano: è in mezzo a quel dolore che capirai, anno dopo anno, quanto tu non sia mai sola. Non sarai mai sola, anche quando ti sembrerà l’esatto contrario. Anche chi non sarà più su questa terra sarà sempre con te e tu non devi mai dubitarne. Dubita, invece, di tutte le cose che non ti convincono profondamente. Io, che sono la Giovy del 2021, ti posso dire che c’è una cosa innata in te. E lo era già nel 1993: tu senti le decisioni nel tuo cuore. Se una decisione ti sembra rimbalzare tra cuore e testa e ti parla, dicendoti sempre la stessa cosa… Beh. quella sarà la decisione giusta. A prescindere da come andrà, a prescindere dalle conseguenze. A prescindere dal dolore. Del dolore non devi mai avere paura, cara Giovy del 1993. Il dolore arriva dentro e ti stravolgerà ma non cambierà mai la tua essenza. Ti fortificherà, anche se ogni tanto di verrà da dire “adesso basta, però“. Scegli sempre per quello che senti. Scegli sempre per te stessa. Scegli sempre te stessa.
Quando arriverà l’amore

E poi ci sarà l’amore. E ne arriverà sicuramente di più del dolore. Anche se, ogni tanto, potrebbe non sembrarti così. Credici sempre e inizia fin da ora a guardare intorno a te per capire e leggere le varie forme d’amore. Sei sempre stata una da amicizie eterne e posso dirti che sarà sempre così. Gioisci di questo, cara Giovy del 1993, perché se anche ora ti sembrerà strano poter tenere i contatti con le tue amiche del mare o con chissà chi incontrerai sulla tua strada, sappi che arriveranno dei mezzi di comunicazione potenti che avrai sempre a portata di mano. E allora ritroverai chi ti sembrava perduto e poi scoprirai che perduto, proprio, non era. Sii sempre te stessa nelle cose che fai e che farai: solo così lascerai nel cuore altrui quell’impronta capace non di fossilizzarsi ma di germogliare, anno dopo anno, decennio dopo decennio. Sempre e per sempre. In tutto questo tempo amerai, sbaglierai, amerai di nuovo, dirai dei “no” dove qualcuno pensava ci fosse per forza un sì. Capirai anche di aver dato il tuo amore a chi magari se lo meritava ma non è sufficientemente coraggioso per gestirlo, farne altro anche quando una storia finisce. Del resto, cara Giovy del 1993, non sono mica tutti fatti della tua stessa pasta. Che peccato, però, ti viene da dire alla veneranda età di 43 anni. Anzi, ti viene da dire qualcosa del tipo “Che fastidio“. Ma tu, cara Giovy del 1993, come ti immagini a 43 anni?
A chi somigli davvero
Tu ora, nel 1993, hai quasi 15 anni e la tua mamma ne ha 47. Praticamente la te che ti sta scrivendo, ora, è quasi coetanea della Bruna. Dalla tua mamma imparerai tanto, anche se ora non ti sembra che sia così. Litigherete, vi scornerete e poi, anche grazie all’età che cambia e alla distanza geografica (già, Giovy… andrai via da Valdagno, sai?), tutto andrà sempre per il meglio. E poi lei ti mancherà ma non ti voglio dire quando. Un po’ “alla Marty McFly“ non ti posso rivelare tutto quello che succederà e soprattutto quando accadrà. Ti posso dire che, guardando le tue foto, ti capiterà di notare quanto le assomigli. E di questo devi essere fiera. Ti confesso un’altra cosa: le somigli anche nel carattere, ma ti ci vorrà un po’ per capirlo. E somigli anche alla tua nonna Cecilia in questo. Un giorno, qualcuno ti dirà che sei fortunata a fare il lavoro che fai e tu, fiera, dovrai rispondere “non sono fortunata. Sono brava“. E così sarà sempre. Nel 2021 ti prenderai una maglietta con scritto Nevertheless, she persisted. Ecco qualcosa che ti sta davvero bene addosso. Non parlo della maglietta. Parlo della frase.
E il lavoro?
Il lavoro è una cosa che già ti appartiene a 15 anni ma lo capirai davvero pochi mesi dopo il tuo compleanno. Sappi fin da ora che lavorerai sempre, nel bene o nel male, con la felicità nel cuore o con lo scazzo totale, ma lo farei sempre, sempre, sempre e ancora di più. Non ho messo nel paragrafo precedente quel “Sono brava” a caso. Creerai esattamente un lavoro fatto su misura per te. Se, nel tuo percorso, troverai ostacoli di ogni genere… superali e vai oltre. Perché ce la farai sempre. Ci saranno i giorni in cui ti verrà mal di pancia prima di andare in ufficio. Ci saranno i giorni in cui tratterrai le lacrime a stento di fronte a qualche responsabile troppo duro. Ci saranno le coltellate sulla schiena da parte di colleghi che pensavi giusti. Ma tu ce la farai sempre. E, a un certo punto della tua vita, sentirai di nuovo quella spinta a decidere e propenderai per qualcosa che ti sembrerà, a tratti, una follia: non lo è.
Tieni la tua musica nel tuo cuore

E del mondo che posso dirti? Cara la mia Giovy del 1993, sei lì che incolli sul diario di scuola le foto di Eddie Vedder. Sappi che mancano pochi mesi e, finalmente, lo vedrai dal vivo. Sei lì che guardi sull’atlante quanto distante sia Seattle e sappi che lo capirai. Avrai 41 anni e – questa volta te lo dico – sarà il 22 maggio del 2019. Quel giorno ti esploderà il cuore di gioia, tu piangerai di felicità e sembrerà che nulla possa mai essere più bello. Nel 1994 uscirà un film che andrai a vedere con la tua amica Amy e, di nuovo, ti ritroverai a pensare di andare a Seattle. Continua a crederci. Credici sempre perché accadrà. Quello che ti posso dire è che il tuo sogno di vedere il mondo e di raccontarlo diventerà realtà e questo ti sembra poco? Non lo è di certo: ancora non lo sai, ma l‘estate del 1993 sarà quella in cui farai il tuo primo volo verso un altro continente. E da allora non hai mai smesso. Nel 2020 – te lo devo dire – ci sarà una battuta d’arresto per il mondo ma tu tieni duro, ok?
“Sei come Natalia Aspesi, solo più giovane”
Cara la mia Giovy del 1993, lo sai che stai per tagliarti i capelli e che non te li farai più crescere per tanti, tantissimi anni? Resteranno sempre ricci e ribelli come li hai sempre visti e arriverai davvero ad adorarli così. Poi arriverà una cosa chiamata Instagram e tu tutte le mattine dirai “buongiorno da me e dai miei capelli“. Sarà una sorta di punto di contatto con il mondo che ti gira attorno. Ti piacerai sempre nella tua imperfezione e, quando arriverai a 40 anni, ti guarderai e sarai felice di te, di tutto ciò che ti rende così la Giovy. Una te diversa, in questo mondo, non sarebbe possibile. Cara Giovy, ti scrivo dalla quarta rivoluzone della tua vita e ti dico che, anche a 43 anni, c’è spazio per chissà quante altre rivoluzioni. Tutte attorno a un unico sole, il sole del tuo universo che sei tu e solo tu. Un po’ come il sole dei Teletubbies, ma più figo. Un giorno, più o meno intorno al 2006, qualcuno ti scriverà una cosa che non scorderai mai: tu sei come Natalia Aspesi, solo più giovane. Sarà su una frase così che tu poggerai tanto di ciò che sei, che sarai e che vorrai sempre essere. Ricordati: quando ti diranno che sei stata o sei fortunata, tu rispondi sempre che non sei fortunata, sei brava. Non cercare la fortuna nel mondo. Cerca la bravura e l’eccellenza in te.
You can’t always get what you want
But if you try sometime you find
You get what you need
You can’t always get what you want – Rolling Stones – 1969
Le foto senza caption sono © Giovy Malfiori – riproduzione vietata.
Cara Giovy del 2021, tu dovresti avvisare i tuoi lettori nelle prime 2 righe che devono prepararsi dei kleenex sulla scrivania. Sono in ufficio e sono certa che i miei colleghi stanno pensando di farmi un flebo rilassante. Che dire come sempre é splendido leggerti, che emozione e quanta saggezza. Tutta la mia ammirazione.
“Tutto attorno a un unico sole, il sole del tuo universo che sei tu e solo tu”
Cara Angela,
ti ringrazio molto per il tuo commento. Mi fa proprio bene la tua ammirazione, il tuo affetto e la tua stima.
Non hai idea dei fazzoletti che ho consumato io mentre scrivevo il post.
Ma te l’ho già detto che ti devo conoscere di persona???
Ma più che volentieri. Appena ci liberano un po’, ti raggiungo.