
Ecco: ci siamo. È arrivato il momento di scrivere di quello che amo dell’Inghilterra. Quanto tempo abbiamo? Questo post potrebbe ridursi a una sola parola o a un insieme infinito di locuzioni di ogni genere. La parola solitaria sarebbe “tutto” perché l’amore è globale, totale, immenso. E quando ami così tanto puoi metterti a elencare ogni qualità del luogo amato o riassumere il tuo amore con una sola parola. Quello che posso dirvi è che il mio amore per l’Inghilterra non è stato di quelli folgoranti a prima vista. Ci siamo conosciute, ci siamo piaciute, ci siamo frequentante con quella convizione di fondo che “sì, sei bellissima ma non so ancora se sei quella per me“. E poi? E poi ci siamo proprio guardate in faccia e abbiamo capito che io amavo lei e lei me. Lo so, grammaticalmente parlando dovrei dire “essa” ma l’Inghilterra, per me, è una persona. Una persona senza fine.
Inghilterra: l’amore è infinito

William Blake, nella sua immensa vita, un bel giorno decise che avrebbe dato forma di disegno alle parole di Emmanuel Swedenborg, un filosofo svedese della prima metà del XVIII Secolo. Come spesso gli accadeva di fare, prese qualcosa di grandioso e lo rese ancora più grande. Scrisse delle annotazioni a margine di uno dei testi di Swedenborg, quasi come prendesse appunti. In una di queste annotazioni scrisse “If a thing loves, it’s infinitive“. Se una cosa ama, è infinita. E così mi sento io quando penso all’Inghilterra. Dico sempre che l’amore non si può definire e, a maggior ragione, questo è vero quando parlo di Inghilterra. È un po’ come se parlassi della persona della mia vita, quella totale, quella che ci sarà sempre, a prescindere dal rapporto, dal luogo, dal tempo e dallo spazio. L’Inghilterra prende il mio cuore e gli dà una forma diversa, un battito unico, una capacità di infondere energia pari a quella del Big Bang quando generò tutto l’universo. Il mio amore per l’Inghilterra, visto che sto provando di rendere finito l’infinito mettendolo giù a parole, può tradursi in:
- Spazi e paesaggi di ogni genere
- Letteratura come se piovesse
- Gusto… lo sapete che l’amore passa sempre da qui
- Ordine e razionalità
- La cultura gratuita
Potrei parlavi davvero di tutto ciò che si può trovare all’interno dei confini inglesi. Per mia pura scelta persona, come ho fatto per la Francia, non toccherò la capitale. Londra è un mondo intero. È perfettamente inglese ma l’Inghilterra è altro ed è su questo che mi voglio concentrare. Sicuramente mi sembrerà di fare torto alla nazione intera nel cercare di confinare l’infinito. Ma cosa non si fa per amore, vero? Iniziamo, quindi, con un solo grido, sguainando la spada e puntandola al cielo: “Per l’Inghilterra e per San Giorgio“, proprio come Enrico V.
Il mio amore per l’Inghilterra: countryside is great

Una campagna di promozione della Gran Bretagna di un po’ di tempo fa diceva proprio così, per far capire quanto quel “great” davanti a Great Britain fosse composto di tanti elementi, tipo un puzzle. Questo è un qualcosa di globale quando si parla di Gran Bretagna ma, adesso, stiamo parlando solo di Inghilterra. E, ripetiamolo in coro mille volte, non è la stessa cosa dire Gran Bretagna e dire Inghilterra. Una delle cose che più amo della mia cara England è proprio la sua campagna. E il fatto che inizi a mezzo metro dalla fine di certe città. Se farete mai un viaggio in luoghi come Liverpool, Manchester, Leeds, Sheffield o Bristol – giusto per citarne alcuni – potrete lasciare la sensazione pià urban che ci sia e ritrovarvi in campagna anche dopo 15 minuti di autobus. Tra Manchester e Sheffield, per esempio, c’è il Peak District dove la wilderness a portata di mano con circa mezz’ora di viaggio dalla città. Per me questo è impagabile. Per non parlare di zone preservate da centinaia di anni come il Lake District, dove il paesaggio fu, è e sarà ispirazione totale.
Il mio amore per l’Inghilterra: la città, nella sua espressione totale
Io non sono mai stata una tipa cittadina: sono nata e cresciuta tra colline e monti ed è là che la mia anima si riempie di bellezza, forza e voglia di fare mille cose. La città non mi è mai appartenuta ma le città dell’Inghilterra fanno eccezione. Soprattutto se parliamo di Inghilterra del nord. C’è qualcosa in quei luoghi che mi parla e che mi dice sempre “Giovy, sei a casa“. Ovviamente, Manchester fa la parte del leone in questo frangente e lo sapete benissimo. Ma non c’è solo lei a darmi questa sensazione. Tutte le volte che qualcuno mi chiede “Giovy, ma com’è l’Inghilterra?” io rispondo “vai a vedere le città del nord e poi dimmi“. Il sud della nazione non ha nulla che non vada, ma – non so dirvi come – il nord parla di più. Fatta eccezione per Bristol nel sud-ovest e Birmingham nelle West Midlands. Se avete voglia di toccare con mano la Englishness (perdonate il termine ma non ne trovo altro) delle città, fate un giro a Bristol. Le città inglesi – e ora capirete perché non sto parlando di Londra – sono potenti e grandi pur rimanendo contenute. Una città inglese si farà visitare a piedi o facendovi usare i mezzi pubblici senza farvi impiegare ore per andare da A a B. E poi vi mescolerete alla gente. Perché la gente del posto c’è, è evidente e sarà tutta attorno a voi. Con gli accenti, le abitudini, i sorrisi e quei gesti speciali tipo “non ti preoccupare, suono io la fermata dell’autobus quando si avviciniamo a dove devi scendere” che nascono dal cuore e che parlano in nome di una cordialità che non deve mai essere scordata. E poi – giuro qui finisco – ci sono quei quartieri refurbished fatti di palazzi in mattoni rossi, acciaio, vetro, legno, vecchio e nuovo messi insieme. Per me è puro paradiso.
Il mio amore per l’Inghilterra: un viaggio dentro ai libri
La cultura è un elemento che mi attira in generale, quando parliamo di mondo. Non importa si tratti della destinazione dietro casa o di un’esplorazione che necessita di dieci ore di aereo per vedere il proprio inizio. Parlando di cultura e di Inghilterra, con me sfondate una porta aperta e potrei non smettere più di scrivere. Per pietà verso di me ma, soprattutto, per salvaguardare voi e la vostra voglia di leggere questo blog di viaggi, mi limiterò a parlare di letteratura. L’Inghilterra ha fatto da culla ad autori che, per me, sono vere colonne portanti della mia vita. Parlo di Charlotte Bronte con il suo “I’m no bird” in Jane Eyre. Parlo, ovviamente, della grande Jane Austen e del suo “There is a stubbornness about me…” messo in bocca a Liz Bennet nel 1813. Parlo di William Blake, vero e proprio alieno disceso sulla terra per dare a noi poveri umani saggezza, disegni e parole su cui riflettere. Parlo di William Wordsworth, senza il quale non ci sarebbe il titolo di questo blog. Il suo “A slumber did my spirit seal” mi ha accompagnata nel Lake District per giorni. E Coleridge dove lo mettiamo? E Agatha Christie? E Elizabeth Gaskell? E, scusate, Shakespeare? Vi lascio un ultimo nome: Emmeline Pankhurst, la donna che diede il via al movimento delle sufragette. Leggete i suoi diari.
Il mio amore per l’Inghilterra: Fish, chips & Co

Paragrafo muto. Potrei passare dirattamente al prossimo. Nel post sul mio amore per la Spagna vi parlavo delle crocchette. Lo sapete, ormai, quando fish & chips per la Gran Bretagna e crocchette per il mondo iberico siano per me una scala di misurazione dell’esperienza di viaggio. Il fish & chips appartiene a tutta la Gran Bretagna ma è l’Inghilterra che l’ha visto nascere come pietanza, a livello storico. Arrivò da quelle parti con gli immigrati russi a inizio ‘900 e non se n’è più andato ma non di solo fish & chips vive la Perfida Albione. Durante un viaggio in Inghilterra non dovrebbe mai mancare un pasto consumato al pub. Cosa ordinare? Ecco i miei “must” personali:
- Roastbeef e Yorkshire pudding: soprattutto se siete a York. Per Yorkshire pudding (o Yorkie) si intende un piccolo sformato vuoto al suo interno, da usare la posto del pane per accompagnare il classico Sunday Roast.
- Mash & Bangers: soprattutto se siete in Cumbria, la contea del Lake District. Mash & Bangers è il nome di un piatto a base di puré di patate e salsiccia. La salsiccia del Cumberland è particolarmente gustosa e rinomata.
- Steak & Ale Pie: ovunque in Inghilterra. Si tratta di quello che, in un sacco di puntate di serie tv britanniche come l’Ispettore Barnaby o Vera, viene tradotto come pasticcio di carne. Gustoso all’ennesima potenza.
- Eton Mess: soprattutto in estate. Si tratta di un dolce inventato dagli studenti del College di Eton. Io lo adoro.
Ovviamente, non può mancare una pinta di Real Ale, soprattutto se bitter al punto giusto. Almeno per me. Parlando di cibo e di Inghilterra, non si può dimenticare un bell’afternoon tea tradizionale. Per il perfetto rapporto qualità-prezzo e per la bellezza della tea room, io vi consiglio Richmond Tea Rooms a Manchester.
Il mio amore per l’Inghilerra. quando guardo tutto dall’alto

C’è una sensazione impagabile che alimenta sempre il mio amore per l’Inghilterra. La sento nel cuore quando sto per atterrare da quelle parti. Mentre l’aereo scende, guardo fuori dal finestrino quasi volessi catturare tutto con gli occhi e non perdere nemmeno un dettaglio. Quella sensazione così appagante e rassicurante inizia a farsi sentire quando, osservando le strade, mi rendo conto che la gente “guida dall’altra parte“. Allora nella mia testa si apre il file “Giovy sei a casa” e tutto, in me, gioisce. Mi fa sorridere questa cosa perché se c’è una cosa che non so fare in Inghilterra… beh, quella è guidare “al contrario“, come dico io. Sarà per questo che là uso sempre i mezzi pubblici. Detto questo, quella sensazione di appagamento totale si alimenta di un’altra visione totale: l’ordine dei quartieri residenziali che posso ammirare dall’alto. Quella schiera di case di mattoni rossi mi sembra l’ordine in mezzo al caos del mondo. La mia mente percepisce questo e poi gioisce. C’è razionalità nel mondo inglese, quella razionalità che ogni tanto perdo in alzi pezzi del mondo. Ritrovarla mi fa bene. Ripenso a Blake a a quella fearful symmetry che diventa conforto.
Il mio amore per l’Inghilterra: free entry
Spesso, quando racconto di un museo visitato in Inghilterra, ne sottolineo una caratteristica pazzesca: il fatto di essere gratuito. Non dover pagare un biglietto per vedere la National Gallery o la Tate Britain è un qualcosa che – sembra un gioco di parole ma è pura realtà – non ha prezzo. Tanti musei inglesi – e non parlo solo di quelli di Londra – sono immensi e custodiscono così tanti tesori da non poter essere visti in un giorno. Io amo andare a salutare i quadri di Lowry la mattina a Manchester, così come a Birmingham sono andata a salutare i Preraffaeliti. Alla Tate Britain vado a dire buongiorno a Constable, Turner e William Blake e poi esco, continuo la mia giornata, con la certezza di poter tornare anche solo per dire “Ciao, quanto sei bello” a Ghost of Flea o chissà quale quadro. Lasciare che la cultura venga “divorata” gratuitamente per me è un segno di alta civiltà. E amo immensamente questo aspetto dell’Inghilterra. In un mondo in cui tutto sembra avere sempre più prezzo, lasciare che la mente si alimenti liberamente è un atto d’amore.
L’Inghilterra, per me
Quante volte piangerò prima di aver concluso questo paragrafo? Ugo Foscolo, nel 1802, pubbicò Le ultime lettere di Jacopo Ortis. In quel libro scrisse “T’amai dunque, t’amai, e t’amo ancor di un amore che non si può concepire che da me solo.” Io penso spesso a quella frase quando metto la parola Inghilterra vicina al mio nome. Quando vi ho raccontato del mio amore per il Galles, ho citato Elizabeth Barret Browing e sono profondamente convinta di quel che ho detto a riguardo. Quando penso all’amore per l’Inghilterra, sono uno scalino sopra quel sentimento verso il Galles e non avrei mai pensato di arrivare a tanto. Quando penso a questo amore, nella mia testa si materializza This is England dei Clash e io continuo a cantarla come se non ci fosse un domani. Amo l’Inghilterra per i suoi colori, quel cielo fatto di totali contrasti, quelle giornate mai uguali, le cui ore sono un eterno cambiamento. In Inghilterra sai com’è la giornata quando esci di casa ma non sai se un’ora dopo pioverà, ci sarà vento, ci sarà il sole e così via. Nulla è mai uguale a qualcosa di già vissuto. E io amo tutto questo. Amo l’Inghilterra per la sua gente, per quella capacità di essere polite anche quando si tirano giù tutti gli dei di questa terra e degli inferi. Amo l’Inghilterra per la capacità di essere punk in tutto, anche in un tradizionale afternoon tea. Amo l’Inghilterra per la sua diversità e la sua unione totale allo stesso tempo. Amo l’Inghilterra. Punto. E lei mi ricambia: la manifestazione più grande è sicuramente Manchester, ma non c’è solo lei. L’Inghilterra – probabilmente come molte nazioni al mondo, non lo discuto, ma io lo noto soprattutto in lei – sa mostrarsi attraverso un caleidoscopio di caratteristiche che, viste nel loro insieme, raccontano proprio un qualcosa di unito. Più unito di ciò che si pensa, sotto la bandiera di San Giorgio. Nel bene e nel male, in salute e malattia, per amarti e onorarti in tutti i giorni della mia vita. Sì, lo voglio. Sì, Inghilterra, ti voglio.
This is England
This knife of Sheffield steel
This is England
This is how we feel
This is England – The Clash – 1985
Le foto senza caption sono © Giovy Malfiori – riproduzione vietata.
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