
Continuiamo a parlare d’amore. Ieri ho registrato un podcast in cui parlo proprio di questo e che ho chiamato La verità, vi prego, sull’amore. Parlando di quello che dovrebbe essere il sentimento più forte al mondo, io continuo a pensare a una delle forme d’amore che riesco esprimere al meglio delle mie possibilità: quella dell’amore per il mondo. Vi ho già parlato di ciò che amo in molte nazioni (Francia, Galles e Svizzera sono state tra le ultime). Oggi è il turno della Spagna. Cosa amo della Spagna e cosa mi porto nel cuore di questo paese così grande, capace di diversità e di tanta bellezza?
Mi amor…

Sapete quella cosa che si dice spesso che gli spagnoli e gli italiani siano un po’ cugini? Io direi proprio di no, così come direi che Spagna e Italia hanno davvero un sacco di differenze. E ben venga la diversità. È di quello che andiamo in cerca in viaggio, come se cercassimo totalmente qualcosa che vada a riempire degli spazi dentro di noi o si accordi perfettamente con degli altri pezzi, come se fossimo un puzzle da un miliardo di pezzi. Se penso alla Spagna, mi viene in mente un mio viaggio lontanissimo nel tempo, nel 2001 se non sbaglio. È tutto appuntato su uno dei miei diari e non mancherò di copiare qualche pezzo qui sul blog. Se penso alla Spagna, mi viene in mente anche un viaggio on the road nato per caso nel 2007, uno di quelli in cui vissi uno dei temporali (veri ed emotivi) più forti della mia vita. Se penso alla Spagna, penso alla parola amor. E allora mi viene in mente Cervantes quando scrive “No hay amor perdido entre nosotros“, ovvero non c’è amore sprecato tra noi. E tra me e la Spagna è così. In questo post vi racconterò solo della Penisola Iberica: le isole (e soprattutto la mia isola) sono cosa diversa. Vi parlerò di:
- Il legame forte tra Spagna e letteratura, per me un fondamento di viaggio
- La bellezza delle identità diverse che danno vita a una Spagna meravigliosa
- Il passato antico che si mostra fiero in certe zone
- Un fiume che potrebbe diventare il personaggio di un romanzo
- Arte come se piovesse
- Cose buone da gustare
La Spagna è un paese molto facile da raggiungere, non appena verranno tolte le restrizioni di viaggio. Consultate sempre il sito ufficiale del governo per capire cosa fare a livello di controlli ed eventuali tamponi. Uno dei miei sogni è raggiungere la Spagna in traghetto da Genova. Non so se lo sapete ma c’è un traghetto Genova-Barcellona e io vorrei vedere che effetto mi fa approdare in Penisola Iberica dal mare. Ci avete mai provato? Sappiate, poi, che la rete ferroviaria spagnola è davvero interessante.
Il mio amore per la Spagna: Libri… ¿qué más?

Leggere in spagnolo mi piace molto. Trovo che quella lingua abbia una musicalità bellissima e, inoltre, mi ricorda quanti passi avanti io debba fare nella conoscenza di quell’idioma. La letteratura spagnola (iberica, intendo… non in spagnolo) mi ha sempre dato delle grandi soddisfazioni. Ho imparato di più su Barcellona da Carlos Ruiz Zafón che non so da quale guida. Quando sono stata a Consuegra, per esempio, ero persa tra le pagine di Cervantes. Sono salita sulla parte più alta del castello che si trova vicino ai famosi mulini e mi sono seduta lì a leggere Don Quijote. Per non parlare de El Cid e la storia. Lo sapete, vero, che esiste un vero e proprio itinerario dedicato a Cervantes? Ve lo dico e ve lo prometto: non appena si potrà, cercherò di organizzarmi per seguirlo. Se penso alla letteratura spagnola, non posso che pensare all’Andalucia nel cuore e nei versi di Federico Garcia Lorca. Se leggo le sue poesie e poi chiusìdo gli occhi, sono là. Ed è magnifico.
Il mio amore per la Spagna: identità diverse, un’anima forte

La Spagna, proprio come tante nazioni al mondo, è un insieme di identità. Il concetto di nazione è dato da una definizione politica. Spesso i confini geografici vengono tracciati a tavolino, magari seguendo delle linee fisiche come i crinali dei monti o il corso dei fiumi ma siamo sicuri che l’identità di fermi a quel confine? Certo che no. Il bello sta proprio lì e, per dirla tutta, anche il difficile. Della Spagna ho imparato, nel tempo, ad apprezzare le diversità e a guardarle come un qualcosa di spettacolare. Amo il nord della Spagna, probabilmente, anche per questo: il mondo basco e quello della Galizia mi attirano come pochi altri al mondo. Lingue diverse, tradizioni diverse, una storia che non chiede altro che essere scoperta. E osservate. Quando farete un viaggio in Spagna, provate a uscire dagli stereotipi: l’immagine che si ha – comunemente parlando – della Spagna è tutta flamenco, tori, gazpacho e super-caldo. Questa immagine appartiene all’Andalucia ma, per esempio, non ha nulla a che fare con una città come Bilbao. Quando si parla di Italia, ci fa sempre arrabbiare lo stereotipo pizza e mandolino. Perché ci cadiamo anche noi parlando di altre nazioni? La Spagna sa essere come una tavolozza di colori: c’è il verde dei boschi e quel cielo blu balena quando arriva un temporale a nord. C’è il color sabbia di città come Zaragoza o delle grandi cattedrali come quella di Oviedo, nelle Asturie. C’è il bianco dei pueblos dell’Andalucia, accostato sempre al rosso ocra della terra del sud. Per non parlare della Dehesa in Extremadura. O dell’arancio intenso dei tramonti di quella regione. E poi c’è il blu del Mediterraneo, lungo tutta la costa della Penisola. E dei Pirenei e dei Picos cosa possiamo dire? C’è il grigio granitico della montagna. Provate a fare una cosa: guardate Il Caos dopo di Te su Netflix e poi ditemi di che Spagna si parla in quella serie. Assomiglia a Granada? Non credo proprio. E il bello è proprio questo.
Il mio amore per la Spagna: la romanità e la storia
Se leggete questo blog da un po’, saprete sicuramente quanto io sia un’appassionata di rovine dell’antico Impero Romano in giro per l’Europa. La Spagna è molto generosa da questo punto di vista. Uno dei più grandi autori del mondo latino – Seneca – era di Cordoba. Quando sono stata in quella città andalusa per la prima volta, mi sono fatta scattare una foto col busto di Seneca vicino, come omaggio a quell’uomo e a tutte le volte che, al liceo, avevo tradotto le sue parole. Una regione che sa bene il valore della presenza degli antichi romani è, senza dubbio, l’Extremadura. Una città come Merida (ovvero Augusta Merida, per i romani) saprà stupirvi. Se passate di lì, non mancate di attraversare il ponte sulla Guadiana. Si tratta di un ponte romano che è lì da 2000 anni.
Il mio amore per la Spagna: il Guadalquivir (e un po’ di linguistica, che non fa male)

Piccola digressione linguistica. Una delle cose che amo della Spagna è la commistione linguistica che ha dato vita allo spagnolo contemporaneo. Lo sapete tutti, la Spagna è stata conquistata dagli Arabi. Ancora prima c’erano stati i Visigoti. Ancora prima i Romani. La Reconquista ha preso ben otto secoli di storia spagnola e si è conclusa con i famosissimi Re Cattolici (la cara Isabella di Castiglia e con suo marito Ferdinando d’Aragona) che espugnano Granada. Era il 2 gennaio 1492: quell’anno, l’oroscopo dei Re Cattolici aveva previsto grandi successi, visto ciò che accadde il 12 ottobre… avete presente? Si tratta di quel genovese che toccò terra nei Caraibi. Momento storico a parte, la presenza araba, così come quella di un sacco di comunità ebraiche, ha reso lo spagnolo un mescolone di tanta bellezza linguistica. I fiumi, soprattutto nel sud del paese, hanno dei nomi che iniziano con Gua perché arriva da Wadi, la parola araba per fiume. Che meraviglia! Detto questo, il Guadalquivir è per me è un fiume-principe da seguire come itinerario per un viaggio nel sud della Spagna. Punto chiave del viaggio? Sicuramente la città di Cordoba e quel ponte che risale, sempre, al periodo romano.
Il mio amore per la Spagna: musei per tutti i gusti

Dai, lo sapete del mio amore per la cultura, vero!? E mi volete bene anche per questo. In Spagna, io, ci vado a nozze in quanto a cose da vedere. Per quel che mi riguarda, si potrebbe organizzare un viaggio in Spagna di un mese, solo per vedere i musei che la Penisola Iberica offre. Quali sceglierei? Si può dire tutti? Ecco qui quelli che, per me, sono i musei imperdibili in Spagna:
- Il Guggenheim di Bilbao: dentro e fuori. 1000 volte e non esserne ancora stanca.
- Il Reina Sofia di Madrid: la sola visione di Guernika dal vivo vale il viaggio. E sconvolge l’anima.
- Il Prado: ci vuole un giorno per vedere il Prado. Se avessi solo un’ora, io andrei dritta da Goya. Da qualsiasi cosa dipinta da Goya e mi terrei le pinturas negras per ultime.
- Museo Thyssen-Bornemisza: solo Madrid, per i suoi musei, richiederebbe una settimana di viaggio. Il Thyssen-Bornemisza è meraviglioso!
- Ciutat de les Arts i les Ciències, Valencia: Calatrava all’ennesima potenza. Amo l’architettura che mi avvolge come succede lì.
- Museo Sefardita, Toledo: Sefarad, in ebraico, vuol dire Spagna. Il termine sefardita deriva da lì. Toledo è una città spettacolare e questo museo la rende ancora più preziosa.
- Museo Nazionale di Altamira: io e la preistoria ci vogliamo super bene. Altamira è un posto da vedere almeno una volta nella vita. Fidatevi.
Ci sono un sacco di musei che non ho mai visto in Spagna. Motivo, per me, in più per tornare a viaggiare da quelle parti non appena si potrà farlo.
Il mio amore per la Spagna: la gastronomia iberica

Cavolo… da dove inizio? Potrei dirvi che cosa non mangerò mai in Spagna: il gazpacho. E mi dispiace. Perché non lo posso mangiare? Perché sono intollerante ai peperoni e potrei stare malissimo. Per il resto, in Spagna ho assaggiato di tutto e, lo sapete, il mio amore grande va assolutamente alle crocchette. Qui lo dico e qui lo ripeto: prima o poi scriverò la guida della migliore crocchetta in stile iberico. Torno al mio amore per il nord della Spagna: da quelle parti pinxtos e tapas sono cosa seria, anzi serissima. Devo alla Spagna – a Bilbao per la precisione – il mio primo assaggio di Sidro. E di salsiccia cotta nel sidro. Devo all’Extremadura il mio primo boccone di pernice. All’Extremadura devo anche la bontà della Torta del Casar, formaggio che non smetterei mai di gustare. Guardate la mappa della Spagna: quanto grande è? Tantissimo! E tantissime sono le specialità che cambiano di regione in regione. Ora datemi una crocchetta al jamon iberico e tutti saranno salvi!
La Spagna, per me

Ricordo ancora la prima notte a Cordoba, in quel viaggio lontano nel tempo ma vicino nel mio cuore, e ricordo il caldo. Non sapevo se sarei resistita in giro per l’Andalucia in pieno agosto. Ma ce la feci. La prima notte a Cordoba, presi il mio materassino e lo buttai fuori dalla tenda per dormire all’aperto. Per contro, in una delle notti passate in un campeggio di Mutriku, nei Paesi Baschi, pensavo che la mia tenda volasse via per il vento e per il temporale. Ed era sempre agosto. Forse fu lì che capii che la bellezza totale della Spagna sta in tante cose ma soprattutto nella sua composita diversità. Immensa diversità. Una diversità così grande da essere totale ricchezza. Lo stesso vale per l’amore che la Spagna ha riversato su di me: è fatto di tante sensazioni diverse e tutte speciali. La Spagna che tengo nel cuore non ha nulla a che vedere con la movida fino a tardi o col fatto che là si pranza anche alle 3 del pomeriggio. La Spagna che tengo nel cuore è fatta di strade infinite da percorrere. È fatta in quell’eco assoluta delle parole di Cervantes che, alla vista della Mancha, mi ha riempito il cuore e mi ha fatto sognare di chiamarmi Dulcinea per almeno un’ora. La Spagna che mi porto dentro ha i profili delle rovine romane sparse ovunque e quei contorni puliti, speciali e immensamente studiati e calcolati dell’Alahambra. La Spagna che mi porto dentro parla arabo, ebraico, galiziano, basco, catalano. Ha accenti diversi, velocità di dialogo diversi. La Spagna che mi porto dentro mi dice sempre “mi piace il tuo spagnolo, sembri sudamericana. Ma quando dici Andalucia lo dici benissimo“. E io rido. E poi così dico che uno dei luoghi in cui ho parlato più spagnolo in vita mia è stata Cuba. E poi, ora, Tenerife. Così il discorso finisce col dire “belle le Canarie. Si sta bene là“. Già, dico io. Ma si sta bene anche qua. Grazie per il tuo amore, Spagna. Tornerò per dimostrarti il mio.
PS: la colonna sonora è lei: Alaska. Con i Dinarama e una canzone che va imparata a memoria.
Mi destino es el que yo decido
El que yo elijo para mi
A quien le importa lo que yo haga?
A me fa cacare ogni singola cosa di questi musulm-ani dal cibo così troppo arabo speziato, unto, fritto e grasso con poca frutta e verdura tutto pieno di transgenico mmmm che buono e salutare dici te che ne mangi troppa di sta merda si vede il fisico che hai, alla perfidia, violenza, delinquenza e gelosia alle stelle che hanno contro tutti e tutto, la loro povertà estrema culturale e sociale che hanno esportato in quasi mezzo mondo facendolo diventare a terzo mondo hanno distrutto tra le più antiche e importanti civiltà e culture del mondo, fisicamente fanno cacare nani, scuri, dal muso di scimmie e talebani, si vestono da cazzo e da merda scambiabili per vucumpra’ i loro antenati, e tossiconi senzatetto, sporchi, rissosi e maneschi fin da piccoli anche le loro donnette di merda si comportano come i musulmani di Islamabad sempre a fare le risse e in cerca di guai.
Solo le fecce chi è uguale a loro li ama e ne parla bene non i normali sani di mente che li conosce e sa quanta merda sono veramente.
Sono come i veneti i tuoi connazionali avete il loro stesso marcio irrecuperabile, tra escrementi vi amate alla follia vera da psichiatria peccato che quei subumani non vi cacano di striscio per voi siete inesistenti e il vostro amore ossessione malato per loro lo gettano ridendo di gusto e con sadismo nel cesso nel wc dove si caca.
Ho letto e riletto il tuo commento e ho pensato bene se pubblicarlo o no.
Poi – mi sono detta – lungi da me dall’applicare la censura perché non sarebbe giusto.
Sarei davvero curiosa di capire quali esperienze in Spagna ti abbiano portato a pensarla così.
Tu, nel tuo commento, ti riferisci agli spagnoli. Io, nel mio post, parlo di Spagna. Non è la stessa cosa.
Sono profondamente convinta che le persone possano fare il bello e il cattivo tempo di un luogo ma, per davvero, la tua posizione è molto forte.
Cervellino perché a differenza tua li conosco per bene di persona sono anche peggio dei musulmani perché sono misti agli slavi del centro Europa quali i bulgari e i romeni, romeni che a voi monega piacciono tanto dopo i crucchi e i pedros.
Seneca era di origine Italica per quanto nato a Cordoba non era un vero Pedro ecco perché fu un filosofo quei minorati forti degli españoles sono troppo tordi e malvagi per avere dato vita a qualcosa di così elevato, profondo e nobile.
Gli spagnoli sono la feccia d’Europa dopo gli slavi a differenza di altri popoli loro sono quasi tutti insalvabili veri scarti inutili proprio come voi monega.
Dato che sono curiosa come una merdaccia, mi diresti un paese che, invece, incontra il tuo favore?
Mica devo dirlo a te sicuramente non quelli ispanici di “cultura” spagnola dove le caratteristiche principali sono tutte negative prese dalla madrepatria e perciò sono altre fogne luride.