Il profumo del caffè è una delle cose più buone del mondo: sa di casa, da si risveglio, sa di bontà. Io sono una di quelle che può benissimo vivere senza caffè ma, lo ammetto, adoro concedermi di berlo quasi come fosse un piccolo regalo. Quando si parla di Trentino, non viene di certo in mente il caffè ma questo è un piccolo grande errore. A Rovereto, infatti, si trova una delle più antiche torrefazioni della penisola italica. Fondata nel 1790, quando Rovereto era ancora Austria, la Torrefazione Bontadi si occupa di caffè in modo artigianale da quel periodo. La Torrefazione Bontadi è diventata oggi un’accademia del caffè e, soprattutto, si è impreziosita di una collezione che potremmo definire come un vero e proprio museo del caffè. Ecco cosa fare assolutamente quando passerete da Rovereto: visitare la Torrefazione Bontadi, un luogo dove storia, bontà e design si incontrano.
Dove si trova la Torrefazione Bontadi a Rovereto
La Torrefazione Bontadi si trova in un edificio storico nel centro di Rovereto. L’indirizzo preciso è Vicolo del Messaggero 10. A pochi passi dall’edificio dove si trova la Torrefazione troverete la Caffetteria Bontadi, proprio davanti alla fontana del Nettuno che potete vedere in centro a Rovereto. Tra la caffetteria e la torrefazione ci sono davvero pochi passi. La Torrefazione è, ovviamente, aperta al pubblico per la vendita del caffé e per le visite alla Collezione Bontadi. Attualmente, come potrete bene immaginare, ci sono delle restrizioni. Il mio consiglio è quello di visitare il sito ufficiale della Torrefazione Bontadi e di telefonare o mandare una email per essere certi di poter entrare.
La storia della Torrefazione Bontadi
Diciamolo pure: Austria non è la prima parola che salta alla nostra mente quando parliamo di caffè. A torto, però, direi. La realtà è che l’Austria (e i suoi possedimenti… quindi Rovereto compresa) è sempre stata legata al caffè, fin dall’assedio di Vienna da parte dei Turchi. Era il 1529 e l’Europa aveva scoperto il caffè da una trentina d’anni. Una delle conseguenze di quell’assedio – di dice – fu la creazione del caffè-latte. Leggende a parte, quello che posso dirvi sulla Torrefazione Bontadi di Rovereto è che venne fondata nel 1790 e, da quel momento, non ha mai smesso di fare il caffè, se così possiamo dire. La torrefazione è un’attività fatta di tanti elementi: si parte, senza dubbio, dalla qualità della materia prima ma, come in molte cose, è l’esperienza umana a fare la differenza. Il Mastro Tostatore è una sorta di mago che tramuta dei semplici semi in un qualcosa di eccezionale. La Famiglia Bontadi è tenutaria di una tradizione davvero importante, che ha portato anche delle innovazioni nel macchinari usati per la tostatura.
Come funziona la visita alla Torrefazione Bontadi di Rovereto?
Cosa si può fare visitando la Torrefazione Bontadi di Rovereto e come funziona la visita? Quello che sto per raccontarvi riguarda ciò che ho visto e fatto io a ottobre. Ovviamente, dpcm dopo dpcm, le cose possono cambiare anche in fretta. Per questo vi dicevo che la cosa migliore da fare sia contattare direttamente la torrefazione. Per quel che mi riguarda, vi parlerò:
- Della possibilità di imparare di più sul caffè
- Dell’opportunità magnifica di fare un viaggio nella storia del design italiano
Visitare la Torrefazione Bontadi di Rovereto non è solo l’occasione per bersi un caffè come si deve o per aggiungere un po’ di meraviglia a un viaggio in Trentino. Si tratta davvero di un viaggio in una storia – privata – di una famiglia e in quella – pubblica – dell’industria italiana.
Torrefazione Bontadi: il mondo del caffè
Quanto ne sapete di caffè? Io, personalmente, so che tipo di caffè amo… ma non saprei dargli un nome. Io amo il caffè dal gusto un po’ morbido e rotondo, che non abbia punte di acidità e che mi lasci in bocca il gusto del chicco, come se potessi morderlo. Non so se mi sono spiegata. Visitando la Torrefazione Bontadi a Rovereto mi sono resa conto quanto “fare il caffè” sia davvero un’arte che richiede sensibilità olfattiva e di gusto e, ovviamente, tanta esperienza. Arabica, robusta… conoscete il significa di queste parole abbinate al caffè? Ecco, una visita alla Torrefazione Bontadi a Rovereto può spiegarvi questo e altro. E ne vale la pena.
La collezione Bontadi: la storia del caffè e una storia di famiglia
Vi siete mai chiesti come si preparava il caffè nel 1790 o giù di lì? E 50 anni fa? Io mi faccio spesso domande così perché sono una persona profondamente curiosa. La Collezione Bontadi è una sorta di piccolo museo che si può dividere in due filoni concettuali: la storia di come si è fatto il caffè nelle diverse epoche e la storia del contributo del design italiano nel fare il caffè. Molto di quello che si può comprendere dalla visita alla Torrefazione Bontadi di Rovereto dipnederà dall’interesse che potrete mettere in questi due argomenti molto affascinanti.
Come si è fatto il caffè attraverso i secoli
Fare il caffè può sembrare uno dei gesti più comuni e meno” pensati” della nostra quotidianità ma riflettiamo un attimo. Viviamo in un’epoca in cui il modo di fare il caffè è già fortemente diverso da quello di 30 anni fa. Insomma, mia nonna non si sarebbe mai sognata di avere una macchina per caffè a cialde o capsule, giusto per fare un esempio. Io mi chiedo spesso come funzionassero certe pratiche quotidiane in un’epoca che non vedeva di certo la tecnologia al centro dei propri pensieri. Gli italiani – va detto – hanno portato forti migliorie al modo di fare il caffè nel mondo e tutti dovremmo benedire la moka ogni volta che si svegliamo. La Collezione Bontadi raccoglie non so quante macchine per il caffè di ogni genere. Ma non solo: ci sono anche tazzine, servizi da caffè, tutto quello che serviva per presentare una buona tazza di caffè ai propri ospiti. Visitare la collezione è davvero come entrare nelle case delle persone. Ma non è finita lì.
La Collezione Bontadi e il design italiano
Rovereto e design vanno di pari passo, per esempio, nel nome di Fortunato Depero. Questo artista ha disegnato degli oggetti che, per noi, sono così comuni da non renderci nemmeno conto di quanto siano opere d’arte. La bottiglietta del Campari insegna. L’industria del caffè e la diffusione sempre più capillare di questa bevanda hanno fatto nascere l’esigenza di preparare il caffè in modo sempre più veloce, immediato e senza togliere nulla alla qualità. Anche in questo gli italiani sono maestri: il design industriale, nel nostro paese, è sempre stata cosa seria e la Collezione Bontadi è pronta a raccontare anche questa storia, con dovizia di particolari e tanta passione. Il fulcro della collezione, infatti, sono le macchine del caffè per bar. Vi siete mai chiesti come si sia arrivati alle macchine che vediamo oggi? Le macchine esposte a Rovereto sono dei piccoli grandi gioielli, sia per tecnologia che per design. La Collezione Bontadi, da questo punto di vista, è più unica che rara. Ci sono dei capolavori che, anche al giorno d’oggi, sarebbero esteticamente apprezzati.
La visita alla Torrefazione Bontadi di Rovereto, per me
Un luogo che unisce storia, bontà, ingegno umano e tanta passione: cosa chiedere di più? Io ho sempre saputo, in cuor mio, quante cose avesse da raccontarmi Rovereto ma, nel mio ultimo viaggio, ne ho scoperte di sorprendenti. E tutte a poca distanza una dall’altra. È vero quel che si dice affermando che i luoghi sanno parlare a chi li sa ascoltare. E io e Rovereto ci capiscamo e ci siamo sempre capiti alla grande. La Torrefazione Bontadi per me è stata una piacevole sorpresa. Conoscevo la caffetteria e sapevo che il caffè era “made in Rovereto”, per dire. Ma non conoscevo il livello immenso di passione che alimenta la famiglia dal 1790. Conoscere qualcuno che ha passione per il proprio lavoro, anche se ci è nato in mezzo (e non sempre così scontato) è un qualcosa che non ha prezzo. Se poi questo qualcuno è capace di mettere davvero tanto futuro in un qualcosa che arriva da due secoli di storia… beh, non c’è prezzo per una cosa così bella. Devo ammettere di essermi lasciata piacevolmente soprendere dalla Collezione Bontadi. Molto.
Tutte le foto sono © Giovy Malfiori – riproduzione vietata.
Quando abitavo in Thüringen, ebbi la fortuna di poter visitare una cioccolateria artigianale a Erfurt. Da allora, ogni volta che mi avvicino a una tavoletta di cioccolato, ho ancora in bocca il sapore della loro pasta di cacao e, se chiudo gli occhi, mi trovo davanti le piccole vetrinette con torte e pasticcini di ogni forma. Ho imparato tantissimo, quel giorno, seduta una manciata di ore con il proprietario dell’attività.
Ecco, leggere il tuo articolo sulla Torrefazione Bontadi mi ha ricordato quell’esperienza e la gioia pura e semplice di poter imparare qualcosa di più su gesti che, per noi, sono assolutamente quotidiani. Quando tornerò in Italia, ormai, ho una lista lunghissima di cose che vorrei fare, con buona pace dei parenti che dovrei salutare nel frattempo. La Torrefazione, ora, ha il suo posticino d’onore su quella lista. Come è buono e giusto che sia.
Che bellissimo ricordo Samanta. Grazie mille per averlo condiviso qui.