
Sicuri? Davvero? Ma proprio? Oggi compio 43 anni. Per come la vedo io, dovrei dire che ne compio 42+1. Non perché – come dicono certi meme in rete – io non abbia usato l’anno scorso. Piuttosto perché 42 resta sempre e comunque la risposta a tutte le domande. Una volta raggiunti i 42 anni, si ricomincia a contare da lì. Il 19 gennaio 1978, alle ore 12.05 circa, latitudine 45°38’57″12 Nord, longitudine 11°18’26″64 Est io vedevo il mondo per la prima volta. Oggi, per la prima volta da quel giorno, io vivo il giorno del mio compleanno senza nessuno attorno. E mi sembra impossibile. Eppure è così. Mi sono chiesta, perché è lecito farlo, cosa vorrei per il mio compleanno. Ecco le risposte.
Ma no, Giovy, un’altra lista!?

Sì, caspita (per non dire altro). Ecco un’altra lista perché le liste sono l’unica cosa che so fare – a parte piangere come una fontana – per mettere a posto i pensieri. Liste, scrittura, pianti e musica. Shakerate tutto e troverete me. In mezzo al vortice. Il fatto è questo: mi sono resa conto di non sopportare più la pandemia e posso farci davvero poco. Ci sono dei giorni in cui la butto in vacca e ci sono dei giorni in cui, invece, mi prendo il lusso di stare male. Di mollare, di crollare, di andare in pezzi per poi ricostruirmi e rinsaldarmi come si fa la tecnica Kintsugi, quella che salda insieme i pezzi di un qualcosa con l’oro. E rende tutto prezioso. Siamo tutti preziosi: io sono preziosa, in primis per me stessa e poi ho la presunzione di pensare che sia così anche qualcuno che fa parte della mia vita. Allora ben venga la lista dei regali che vorrei per il mio compleanno. Adesso chiudo gli occhi e vedrò magicamente tutto questo comparire davanti a me, in me, con me.
Per il mio compleanno vorrei…

Lasciatemi festeggiare questi 43 anni (meglio 42+1) immaginandomi come Molly Ringwald, tutta vestita di rosa, seduta sul tavolo del salotto con la torta con le candeline davanti. Ah, voglio una Sacher… tanto per dire. Ah, seconda cosa, lei era in compagnia ma ora non si potrebbe… per il distanziamento sociale. In che lingua posso imprecare? Oppure mi metto il costume e entro in doccia lasciando che l’acqua mi dia la sensazione di essere lì, sulla mia isola, a fare il bagno nell’oceano. Fredda, rigorosamente. Perché adesso è fredda. Oppure faccio Rapunzel nella torre, visto che rimarrò chiusa in casa ancora per molto. Mannaggia, ho i capelli troppo corti per calarli dal secondo piano. Farneticazioni a parte, per il mio compleanno vorrei
- Mandare un messaggio che dice “è un anno che non ci abbracciamo” e dare la colpa solo al fatto di non essersi visti per troppa vita. Non per la pandemia.
- Come canta Calcutta “volevo solo scomparire in un abbraccio“. Oggi vorrei solo aprire la porta e scomparire in un abbraccio. Due, tre, quattro, cinque, sei, ad libitum… Di quelli che ti scaldano come se avessi la migliore delle sciarpe addosso.
- Guardare l’agenda e vederla piena di partenze.
- Vorrei che tutte le mie api nascessero al tempo giusto. E che fossero tante.
- Vorrei che il Tiglio Attiglio (per chi non lo sapesse, è l’albero che ho davanti casa) potesse parlare. Lui è la mia salvezza quando sono a casa e mi ricorda che la vita va avanti malgrado tutto.
- Vorrei avere il Tardis del Doctor Who per un giorno.
- Vorrei avere il potere di far stare tutti bene. Tutti. Sempre
- Vorrei raccontare tutte le forme d’amore che vivono nel mio cuore e dire alle mie persone cosa sono per me. Giorno dopo giorno, ora dopo ora. Sempre.
- Vorrei, legato al pensiero di prima, che dire ciò che provo non fosse mai un problema per chi riceve le mie parole. In generale, a prescindere dalla forza di un sentimento o di un’emozione.
- Vorrei che ogni tanto la vita fosse facile… non dico senza curve. Ma facile: come una sorta di rapporto causa-effetto che vive di vita propria e viaggia regolarmente sulla linea dell’esistenza.
- Vorrei non solo una gioia, tante gioie, da distribuire come caramelle perché la felicità è tale solo se condivisa.
- Vorrei trovare le parole giuste per definire il tumulto che ogni tanto sento.
- Vorrei essere 5 cm più alta. È lecito chiederlo?
- Vorrei che i mie Docs fossero già ammorbiiti al punto giusto e invece sono qui con i tagli da Doctor Marteens nuovi, manco fosse ancora il 1993 (Giovy, hai voluto la bicicletta!?).
- Vorrei l’Asino Bernardo che mi apre la porta. (Torno, Fortezza, torno).
- Vorrei un vasetto di Almogrote in frigo, i cappellacci alla zucca fatti in casa nel piatto, un bicchiere di Durello dei Lessini nel bicchiere. Le montagne fuori dalla finestra.
- Vorrei un concerto, il pogo, sentirmi spingere, il male alle ossa il giorno dopo e quel “come me la sono fatta questa botta?” che non manca mai.
- Vorrei un “fai la borsa e andiamo“. Significherebbe, in primis, che si può andare.
- Vorrei la scritta UK Border davanti agli occhi.
- Vorrei non sentirmi tanto persa ogni tanto e vorrei perdonarmi il fatto di vacillare e di avere così tanti desideri da sentirmi quasi in colpa.
Potrei andare avanti all’infinito

Sono di nuovo qui, col cuore in mano, a ringraziarvi tutti. Per tutto ciò che farete o non farete oggi. Per me, per voi, per la vostra vita. Oggi – e lo dico di nuovo senza vergogna – è il mio primo compleanno solitario in 43 anni di vita. Oggi, di nuovo senza vergogna alcuna, vi dico che piangerò, sorriderò, sarò grata ma sarò anche triste, oltre che felice. Sarò un po’ incazzata nel cuore – e la rabbia, a piccole dosi, può aiutare a trovare energia – perché oggi non sono dove vorrei essere, con chi vorrei essere (per quello dovrei moltiplicarmi e spargermi nel mondo) e non ho la mente libera di pensare a dove vorrei essere. Perché la pandemia mi ferma. E ferma il mondo oltre me. Oggi avrei voglia di essere qualcosa di infinito. E di essere infinito con voi che mi leggete, con chi mi vuole bene e sostiene la mia vita da sempre oppure da qualche mese. Essere infinito ed essere una cosa sola. Creiamo un luogo nella mente e incontriamoci lì, nel mezzo dell’unica festa che non può mai finire (scriveva qualcuno più degno di me). Vi amo tutti. Ognuno a modo proprio… ma vi amo tutti. Oggi, più di altri giorni, lasciatemelo dire. E fanculo a tutto il resto.
Even flow, thoughts arrive like butterflies
Oh, he don’t know, so he chases them away
Oh, someday yet he’ll begin his life again
Life again, life again
Even Flow – Pearl Jam – 1991
♥️
Tanti abbracci per te Lucy. Buon ritorno!
Cara Giovy,
un’infinità di auguri.
Che bellissima lettera dei desideri é stato entusiasmante ma anche triste leggerla.
Ho 10 anni più di te ma quella lista potrebbe essere anche la mia, Sacher torte a parte (non mi piace).
È sempre straordinario leggerti.
Ancora tanti auguri in questo giorno speciale.
Un forte abbraccio
Angela
Grazie mille Angela. Ti abbraccio forte!
Ti faccio gli auguri anche qui, sei una persona speciale.
So cosa si prova a vivere il compleanno in questa pandemia, in pieno blocco totale. Ti abbraccio virtualmente, fortissimo, aspettando il momento di poterlo fare per davvero, pelle a pelle!
E stasera brinderò con una buona Real Ale (o quasi) alla tua salute!
Grazie Elena, sapere che brinderai a me mi fa davvero bene.
Ti immagino seduta in mezzo alla tavola, in una nuvola di tulle rosa, soffiare sulle candeline di una torta che ti dedico, in modo che soffiandole tu possa esprimere, e realizzare, tutti i tuoi desideri.
Auguri!
E speriamo che si avverino…
Giovy tanti auguri ( un po’ in ritardo 😅)!
Ti auguro tanta felicità e speriamo tanti viaggi (così scrivi sul blog e io passo ore a leggerti 😂)
Grazie mille Stefania!