
Avete presente quella pubblicità (di un orologio, se non erro) che diceva “Toglietemi tutto ma non…” e continuava con il brand!? Ecco, sto ragionando da qualche giorno su tutto ciò che potrebbero togliermi e su tutto quello che non lascerei mai toccare. Questa fine 2020 è figlia di DPCM che spuntano con la stessa velocità dei funghi: questo si può fare, quello non si può fare, questa cosa invece forse. O solo in determinate condizioni. Per non saper né leggere né scrivere, io ho fatto la spesa e chiuderò la porta di casa senza riaprirla fino al 2021. Ho film e libri a farmi compagnia, nonché tutti i bei ragnetti di casa mia. Ognuno con il proprio nome, posizione e attività preferita. Toglietemi tutto, ma non… non che cosa?
Fine e inizio

Non so se questo sia un post di fine anno. Ma forse lo è. Devo ancora capirlo. Oggi è Yule e per me è uno dei giorni più importanti all’anno. Ogni post nasce dal mio cervello e arriva fino alla punta delle dita, prendendo forma solo quando esce da esse. Fino a quel momento io non l’immagine precisa di ciò che ne risulterà. Pensavo giorni fa a questo 2020. L’ho fatto perché inizio a vedere in giro un sacco di meme sul fatto che il 2020 sia stato un anno di merda. Lo dico senza aver paura di scrivere parolacce. Di sicuro, a gennaio, avevamo posto tutti – come sempre, mi viene da dire – mille speranze nei successivi 365 giorni + 1. Avere speranza, riporla in tante cose, nutrirla come fosse un bimbo è un bisogno primordiale dell’essere umano. Abbiamo bisogno, sempre, di sperare che si sia per noi qualcosa di straordinario. E guai che non fosse così. La speranza è propellente per la vita di tutti i giorni. La speranza per il 2021 sara doppiamente nutrita, doppiamente ingozzata della nostra voglia di essere felici. Proprio come accade come per il non-compleanno di Alice in Wonderlan, capodanno dovrebbe essere tutti i giorni perché non deve esistere mai un giorno senza speranza, senza valutazioni, senza quel toglietemi tutto ma non…
Toglietemi tutto ma non… piaceri della vita edition

Dovrei fare mille liste, come mi sono solito, per mettere in ordine i pensieri. Ora che rifletto e guardo fuori dalla finestra (c’è l’albero Attiglio che dorme nel suo sonno da solstizio d’inverno), mi rendo conto che dovrei lavare i vetri. Metto da parte quell’accenno da massai che mi ha preso per due secondi e torno a scrivervi. I piaceri della vita, dicevamo. I piaceri della vita sono tanti e sono i più diversi. Per alcuni il piacere massimo è una fetta di pizza, per altri un orgasmo di almeno un minuto, per altri ancora il sentore della sabbia sotto i piedi o la speranza (di nuovo la speranza) di vivere con i sandali ai piedi. Quali sono i piaceri della vita che non dovrebbero mai essere tolti alla sottoscritta?
- Il piacere regalato da un bacio, una carezza, dal contatto fisico. E lo sappiamo bene, ormai, cosa voglia dire rinunciare a toccarsi.
- Il piacere delle cose buone, di un pezzo di formaggio addentato alla temperatura giusta.
- Il piacere di un buon bicchiere di vino, della birra fatta in edizione limitata. Di quella sensazione che riempie la bocca in un sorso e ti fa dire quanta competenza e passione ci sia nel mondo.
- Il piacere di impastare, qualsiasi cosa. Anche il rapporto tra due persone.
- Il piacere di dire “ti preparo da mangiare“, che è un po’ come “questo è il mio amore per te“, qualsiasi forma d’amore contenga.
Toglietemi tutto ma non… scossoni dell’anima edition

Dell’anima o nell’anima. Facciamo tutte e due le preposizione, va! La cosa bella di quando si scrive nel proprio spazio, sia esso un diario cartaceo o una pagina sul web come questo mio blog, è poter fare quello che si vuole. Avete presente quegli scossoni dell/nell’anima, quella cosa che tanti chiamano farfalle nello stomaco!? Ecco, per me sono come… come… come, aiuto non riesco a spiegaverlo. È come se qualcosa mi prendesse quella parte del corpo che sta al centro del torace, appena sotto il seno. Per capirci… quattro o cinque centrimetri sotto il classicco fiocchetto da reggiseno. Ecco, proprio lì. Io sento proprio una sorta di morsa e, quando la percepisco, quello è un momento di scossone. Toglietemi tutto ma non quello che scossone che provo quando:
- Un progetto che ho sognato da tempo diventa realtà
- Un ricordo è così vivo che lo rivedo tutto semplicemente chiudendo gli occhi
- Penso a qualcuno che per me conta, mi manca e lo vivo tramite quello scossone
- Preparo una partenza e riempio lo zaino
- Rileggo ciò che ho scritto un sacco di tempo fa
Toglietemi tutto ma non… quella che sono edition

Una delle cose che ho imparato di più in questo 2020 è stata tornare a essere me stessa. Ci ho messo degli anni e, probabilmente, doveva essere un percorso così tortuoso e poco facile. Le pagine di questo blog lo testimoniano. I vari post di Giovy’s Life sono state le mie briciole lasciate lungo la strada. Ho segnato la strada a modo mio affinché non possa più scordarmela. Mi è sembrato un atto doveroso verso di me che non è stato esente da dolore e da momenti duri da affrontare. Però è stato giusto così. E ora sono di nuovo di io. Quella me stessa che non avrei mai dovuto mettere da parte. Nella vita ci si trova spesso a smussare gli angolo. E questo è giusto. Ciò che non è giusto è snaturarsi. Sicchè, toglietemi tutto ma non…
- Le mie magliette strane, che dicono tutto di me. Da Chtulhu alla Principessa Leia, passando per Jane Eyre, Hanna Arendt fino a Eowyn di Rohan. Non sotterrate mai i vostri idoli. Per nessun motivo al mondo.
- La mia musica: ispirazione, rinascita, conferma, energia pura, amica che ti prende per mano.
- La mia testardaggine: se vado addosso a un muro, viene giù il muro. Vinco io.
- Le mie persone: sempre e per sempre. Basta questo.
- Le mia parole: scrivo, tutto il resto l’ho scordato… questo è ciò che dico per raccontarmi e sarà sempre così.
- I miei luoghi: Valdagno, Manchester, Tenerife, l’Umbria. E chissà quanti altri ancora. Grazie per far sì che il mio cuore batta più forte.
- I miei gusti personali: pronta a discurterli, mai più a dimenticarli.
- La mia indipendenza: mia madre, annissimi fa, mi disse che non avrei mai avuto bisogno di nessuno per fare le cose che più amavo e per vivere la mia vita. Amo condividere la mia felicità e lo trovo stupendo. L’indipendenza, però, è un’altra cosa e non ha nulla a che fare con la singletudine o col fatto di stare da soli. Si può essere famiglia e essere indipendenti. E così sarà per me.
Sono tante le cose che non mi devono togliere e per le quali sarò sempre Eowyn in battaglia. L’altro giorno ho ritrovato volutamente i miei diari dal 1995 al 2005 circa. Con qualche digressione fino al 2007. Ho deciso che nascerà, su questo blog, uno spazio chiamato I Diari della Giovy. Ricopierò dei pezzi e li consegnerò così all’eternità del web. Detto questo (sì, ho scritto detto questo. Ora frustatemi), voi a cosa non rinuncereste mai?
Quando arriva una crisi riaffiorano alcuni ricordi
Che credevo persi
Cosa penso di me cosa voglio da te
Dove sono cosa sono e perché
Bluvertigo – La Crisi – 1999
che meraviglia questo post, alla fine dai momenti bui nascono spesso fiori incredibilmente belli. Speriamo sia questo il caso.
E non vedo l’ora di poterti offrire quel caffè!
Anch’io spero presto di poter prendere quel caffé con te! Ti abbraccio forte, Elena!