Nel mio viaggio autunnale alle Canarie, i giorni passati al El Hierro sono state scoperta pura sotto molti punti di vista. Quell’isola è particolarmente selvaggia, piena di energia e a dir poco stupenda e fare il bagno a El Hierro è stata una sorta di avventura, non per la difficoltà ma per via dell’intensità dei luoghi in cui ho incontrato l’Oceano Atlantico. Su consiglio di qualcuno che conosce bene l’isola, sono andata a fare il bagno a El Tamaduste, una sorta di grande piscina naturale in cui El Hierro si mostra in tutta la sua bellezza.
Dove si trova El Tamaduste e come raggiungerlo
El Tamaduste è un piccolo paese sulla costa nord (facciamo nord-est) de El Hierro. Si trova proprio in prossimità del piccolo aeroporto dell’isola, scalo dove atterrano i voli interni tra le isole Canarie. Il paese era, un tempo, un villaggio di pescatori e, col tempo, è diventato un luogo di villeggiatura dove anche i canari hanno delle seconde case. Il posto è davvero piccolino e non c’è molto parcheggio. La piscina naturale de El Tamaduste è subito individuabile e vi consiglio di parcheggiare nel primo posto disponibile non appena vi avvicinate al paese. Piccola (grande) nota di usabilità: la piscina è adatta anche ai disabili. Sono presenti, infatti, molti scivoli per potersi spostare sui bordi della piscina naturale e ce n’è uno per poter entrare in acqua agevolmente. A El Tamaduste è spesso (ma non sempre) presente un bagnino. L’accesso alla piscina naturale de El Tamaduste è libero e gratuito. Nuotare lì non è difficile ma l’acqua, con l’alta marea, è davvero profonda. C’è qualche ombrellone per chi fugge dal sole, come la sottoscritta.
Fare il bagno a El Tamaduste: cosa sapere
Cosa occorre sapere per fare il bagno a El Tamaduste e godersi una grande giornata in compagnia dell’Oceano? Io vi do qualche indicazione legata alla mia esperienza di quei giorni alle Canarie.
- L’Oceano Atlantico non è l’Adriatico e lì lo si vede bene.
Senza nulla togliere ai nostri mari, andare in spiaggia a El Hierro aiuta a capire che cosa siano le onde e quanto ampie siano le maree. Controllate sempre la pagina ufficiale delle maree (e del meteo) de El Hierro. - Meglio la bassa o l’alta marea per fare il bagno a El Tamaduste?
Dipende da voi e da come amate nuotare. Io, personalmente, preferisco l’alta marea. - Portate con voi le pinne e una maschera per lo snorkeling: ci sono un sacco di pesci da osservare lì.
- Occhio alla corrente: non sottovalutate la forza dell’acqua.
- Scegliete bene da dove entrare in acqua: ci sono dei punti più facili e altri un po’ più impervi.
- Potete appoggiare le vostre cose su tutto il “contorno” de El Tamaduste e stendervi lì al sole.
- A pochi minuti a piedi dall’acqua, troverete un paio di ristorantini e chioschi dove mangiare. In bassa stagione, badate bene, potrebbero essere chiusi.
- Se arrivate senza costume e volete indossarlo, sappiate che non ci sono luoghi per cambiarvi. Vedete voi come farlo!
Consiglio da bionda: portatevi la crema solare anche nei giorni con il cielo coperto. Fidatevi.
Fare il bagno a El Tamaduste, per me
Lo vedete dalle foto: sono arrivata a El Tamaduste in un giorno non bellissimo. In generale, i miei giorni a El Hierro sono stati caratterizzati dalla Calima, ovvero dal vento che arriva dal deserto, portando aria calda e capace di coprire il cielo. Il primo consiglio che vi do è di non rinunciare a nulla se siete alle Canarie e beccate la Calima. Magari il sole poi arriva in qualche modo. Detto questo, El Tamaduste è stato il luogo in cui io ho guardato nell’abisso e mi ci sono buttata. Vi spiego meglio. Il mio ultimo viaggio alle Canarie, sia a Tenerife che lì a El Hierro, è stato caratterizzato da un leitmotiv che ho compreso solo quando sono tornata a casa: l’alta marea. Dal punto di vista fisico, è stato bello nuotare con l’acqua alta e con le onde pronte a prendermi a sberle. Entrando dalla spiaggia, camminando, è stato semplice benché non facilissimo. A El Tamaduste, stavo entrando in acqua dalla passerella in discesa. Dentro la mia mente, la passerella sarebbe arrivata fino al fondo della piscina naturale. E invece no. La passerella finiva e io avrò avuto davanti metri e metri d’acqua. Col fondo scuro. Il risultato? Non riuscivo a buttarmi: mi sembrava tutto super fondo, super difficile, super “oddio non so dove sto andando a nuotare“. E poi l’ho fatto. Le onde mi hanno preso a sberle, la corrente ha provato a farmi fare ciò che voleva lei per due minuti ma poi ho vinto io. Ho nuotato come se non avessi fatto altro nella mia vita fino alla fine di quella sorta di “fiordo” che forma El Tamaduste. Parafrasando Kant: l’immensità dell’oceano sotto di me; la vastità del cielo sopra di me. E, al centro, io. Rinascere dopo un periodo durissimo… El Hierro Edition. Missione compiuta, Giovy. Gracias, El Tamaduste.
Tutte le foto sono © Giovy Malfiori – riproduzione vietata.
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