Davvero siamo arrivati quasi a fine ottobre e io non ho ancora scritto di una delle cose più belle e intense da fare in Umbria? Visitare l’Eremo delle Carceri, ad Assisi, è un qualcosa da fare prima o poi nella vita. Soprattutto da soli. Non importa che siate credenti o meno. Assisi è un luogo che trascende la fede, così come lo è La Verna. Dove c’è Francesco, c’è qualcosa che va oltre il fatto di credere. Almeno per me.
Dove si trova l’Eremo delle Carceri e come raggiungerlo
L’Eremo delle Carceri si trova non distante dal centro storico di Assisi, nel cuore dell’Umbria. Molti lo raggiungono proprio a piedi ma c’è la possibilità di arrivarci anche in auto. Le indicazioni sono molto chiare e vi basterà seguirle per circa 4 chilometri dal centro di Assisi. Potete prendere come riferimento il parcheggio Matteotti e seguire sempre la strada in salita da lì. Nei pressi dell’Eremo c’è un piccolo parcheggio per le auto. La strada vi porterà a salire sulle pendici del Monte Subasio. Non c’è moltissimo posto quindi siate molto accorti nella scelta dei vostri orari di visita.
Cosa sapere prima di visitare l’Eremo delle Carceri in Umbria
Se vi trovate in Umbria e avete voglia di una grande esperienza piena di forza, visitare l’Eremo delle Carceri è proprio quello che fa per voi. Occorre, però, tener presente più di una cosa, soprattutto data la natura del luogo. In questi tempi il turismo si è ridotto molto da quelle parti ma, in ogni caso, occorre pensare in primis quanto l’Eremo sia un luogo spirituale, ancor prima che religioso.
- L’Eremo è un luogo di silenzio e raccoglimento. Al suo interno vivono frati e clarisse e occorre avere rispetto della loro scelta di silenzio.
- Per questo motivo, occorre restare in silenzio. Non parlate: dal momento in cui entrate dal cancello, mettete in silenzioso il telefono (togliete anche la vibrazione) e non parlate.
- Per rispetto a chi vive nell’Eremo, magari evitate di arrivare vestiti proprio scollati.
- In questo periodo di pandemia, occorre indossare la mascherina all’interno dei luoghi dell’Eremo.
- L’Eremo è aperto, solitamente, dalle lodi ai vespri. Tenete conto, indicativamente dalle 6.30 alle 18.
Ribadisco un concetto: non importa che siate religiosi, cattolici oppure no. L’Eremo è un luogo che va al di là di un credo specifico e abbiatene totale rispetto. Per voi, per chi ci vive e per chi lo visita con un’intensità diversa dalla vostra.
Cosa aspettarsi dalla visita all’Eremo delle Carceri in Umbria
Una volta arrivati, cosa ci si può aspettare da un luogo come l’Eremo delle Carceri? La risposta è quella che vi ho dato già varie volte parlando di Umbria. Ciò che vi aspettate dipende esclusivamente da voi. L’Eremo delle Carceri potrebbe essere il luogo perfetto per capire l’unione di uomo e natura. Allo stesso modo, l’Eremo delle Carceri potrebbe raccontarvi il grande legame tra la spiritualità e l’Umbria. E, ancora, l’Eremo delle Carceri potrebbe essere un posto dove pregare o dove stare soli con voi stessi. Sto per raccontarvi alcuni aspetti di questo posto così particolare. Come sempre, si tratta di un “secondo me“, secondo il mio modo di sentire e percepire il mondo.
Il paesaggio dell’Eremo delle Carceri in Umbria
La prima grande evidenza che salta agli occhi quando si visita l’Eremo delle Carceri in Umbria è la bellezza del paesaggio. Davanti, dietro, intorno, ovunque. Tutto ciò che fa da contorno all’Eremo delle Carceri è meraviglia pura. La posizione, ovviamente, è magnifica: il Monte Subasio, grazie proprio al posto dove si trova, offre la possibilità di ammirare l’Umbria al suo meglio. Quando sarete lì, prendetevi il tempo per ammirare il paesaggio e – ve lo dico – ascoltarlo.
I luoghi di culto dell’Eremo delle Carceri in Umbria
L’Eremo delle Carceri possiede, ovviamente, dei luoghi preposti al culto. Si tratta di piccole cappelle e di un convento, chiamato per l’appunto il Conventino. I luoghi di culto dell’Eremo delle Carceri in Umbria sono perfettamente accessibili e, se volete, potete fermarvi a pregare. L’unica cosa da tenere presente è che l’Eremo si sviluppa lungo le pendici di un monte ed è molto impervio: ci sono percorsi a scale sui quali stare molto attenti. Anche in questo caso, prendetevi del tempo e camminate piano.
Gli interni dell’Eremo delle Carceri in Umbria
Non ci sono tanti luoghi accessibili all’interno dell’Eremo. Il convento è chiuso ai visitatori ma c’è sempre un refettorio aperto. Anche per dare ristoro ai chi visita questo luogo così speciale dell’Umbria. Se lo trovate aperto, entrate e guardatevi attorno. Gli affreschi sono davvero belli. O ciò che resta di essi. I refettori, solitamente, erano uno dei pochi posti dove erano ammesse le chiacchiere. Tanto più, all’interno di un eremo.
Il bosco dell’Eremo delle Carceri in Umbria
Per il mio modo di concepire il mondo e di sentirlo nella mia anima, il bosco dell’Eremo delle Carceri in Umbria è stato l’elemento più importante della mia visita lì (ve ne parlo in modo più profondo nel prossimo paragrafo). L’Eremo delle Carceri è legato alla vita di Francesco perché lì lui era solito ritirarsi proprio nel bosco. Il termine “Carceri” indica un luogo remoto e non il fatto di essere un luogo di reclusione. Francesco, proprio lì, entrava in totale contatto con quella natura raccontata nel Cantico delle Creature. Io sono rimasta in quel bosco per un paio di ore. E per me non c’è stata esperienza più bella.
L’Eremo delle Carceri, per me
Era giugno, c’era il sole e faceva caldo. Io indossavo la mia maglietta di Alice in Wonderland e un paio di pantaloncini di lino che arrivavano al ginocchio. Spalle coperte, lunghezza dei pantaloni estivi più che accettabile per portare rispetto a un luogo tanto particolare. Sono arrivata all’ingresso del territorio dell’Eremo e mi sono incamminata per raggiungerne il cuore, badando bene di spegnere il telefono. L’ho messo in modalità aereo perché mi serviva solo per fare le foto. Sono entrata, ho curiosato in giro, mi sono soffermata a osservare un sacco di particolari e poi sono uscita da una delle piccole cappelle e sono tornata dove c’è il pozzo che si dice sia nel punto in cui Francesco fece sgorgare l’acqua. Lì c’era una panca in marmo. Era all’ombra e mi sono seduta per bere un po’ d’acqua e respirare un attimo, togliendomi la mascherina. Ero da sola e mi sono sentita intitolata a farlo. Avevo appena bevuto l’acqua quando il piccolo cortile è stato solcato in diagonale da un frate in sandali e tonaca marrone scuro. È stato un attimo: ci siamo guardati in silenzio, lui ha alzato una mano e mi ha benedetta in silenzio. Io ho sorriso e ho fatto un cenno col capo come per dire “grazie“. Lui ha sorriso ed è sparito in qualche meandro di quel dedalo di stanze. Che si creda o no, la benedizione è sempre un gesto spettacolare. È un augurio che porta sempre del bene. Racconta il fatto che qualcuno vuole il tuo bene. Poi mi sono alzata e ho seguito il sentiero per andare nel bosco. Arrivata dentro quel bosco, mi sono resa conto che non c’era più silenzio bensì un concerto di suoni fatti di api, legno che scricchiolava, foglie che si muovevano grazie al vento estivo. Il mio respiro. Il mio respiro faceva parte di quel concerto. Io ero parte di quel concerto. Francesco era lì e non è un fatto di religione. Non c’è nessun credo, per me, che possa valicare la forza della Natura. Francesco era lì. Io ero lì e c’era una forza incredibile. Questo è stato uno dei momenti più belli di tutti i miei viaggi in Umbria fatti nell’estate 2020. Scrivendovi queste parole, ora, mi sono commossa perché ho risentito quella forza. Ed è magnifico.
Tutte le foto sono © Giovy Malfiori – riproduzione vietata.
Io Ci sono stata tanti anni fa in inverno e ho un bellissimo ricordo dei tanti ulivi che si incrociano lungo la strada
L’Eremo delle Carceri è un luogo davvero magico.
Mi piacerebbe ritornarci….il tuo racconto mi ha davvero emozionato…GRAZIE
Mi fa davvero molto piacere.