
La serie dei “per me” continua parlandovi della città di Bath, posto che mi è tornato in mente scrivendo dell’Inghilterra da romanzo. Bath è una città che può essere perfettamente abbinata a un viaggio a Bristol: dalla città di Banksy e dei Massive Attack dista poco meno di una ventina di minuti di treno. Bath è elegante, georgiana come se non ci fosse un domani, richiama – ovviamente – l’atmosfera dei romanzi di Jane Austen. Ma non solo. Bath, per me, è ancora the place to be.
Il meglio di Bath, per me

Bath, a mio avviso, va vista in autunno. L’Inghilterra andrebbe vista in autunno. Ottobre e novembre sono dei mesi perfetti, in generale, per visitare la Gran Bretagna e i motivi sono molti. I colori in primis e, cosa non del tutto trascurabile, i prezzi. A settembre Bath si riempie di gente per il Jane Austen Festival (non quest’anno… ma generalmente sì). Questo evento, soprattutto se amate la letteratura inglese, va vissuto almeno una volta nella vita ma, ve lo dico in tutta sincerità, meglio andare a Bath fuori dal momento di follia per Jane Austen: i prezzi sono più bassi e, sicuramente, troverete maggiormente posto in città. Detto ciò, quello che amo io di Bath è classico e anche no. Pronti a leggere? Vi parlerò di:
- Romanità e terme: in un posto chiamato “bagno”… what else?
- Pub piccolissimi… e dove trovarli
- Un giardino che vi regalerà una vista splendida
- Edifici e architettura capaci di raccontare la città
Bath è una città che va girata a piedi e lo si fa senza problemi. Arrivate usando il treno da Bristol Temple Meads.
Le terme romane e il passato di Bath
Per me, la visita a Bath dovrebbe iniziare da ciò che l’ha resa quel che è: la sua acqua. A livello storico, la città iniziò a essere tale con l’arrivo dei Romani in Gran Bretagna che, guarda caso, trovarono lì le sorgenti termali e dissero “beh, qua si sta bene“. In realtà, esisteva già un insediamento precedente ai Romani e già quei popoli utilizzavano le calde acque che sgorgano dal sottosuolo di Bath. La Gran Bretagna ha solo due sorgenti termali vere e proprie: quella di Bath e una nel Peak District. Visitare i Roman Baths (dove, ve lo dico, si faceva il bagno fino agli anni ’70) è una cosa eccezionale: il museo è molto interessante e vi permetterà di conoscere molta della storia della città.
La Pump Room: un tè con un libro nello zaino

Ve ne parlavo qualche giorno fa: la Pump Room è uno dei posti da vedere assolutamente a Bath. Solitamente è abbastanza presa d’assalto ma vale la pena di aspettare un po’, eventualmente. Si trova proprio di fianco l’entrata dei Roman Baths, quindi non potete non trovarla. Entrate, prendere il vostro tè e portatevi un libro da leggere. Ovviamente, la Pump Room è il luogo giusto dove pensare un po’ a Jane Austen.
Il Pulteney Bridge
Non esiste viaggio in Inghilterra che passi da Bath senza una foto al Pulteney Bridge, il ponte che di per sé è simbolo totale di questa città. Per me è uno dei ponti da vedere in Inghilterra o in Gran Bretagna in genere. Ben rappresenta l’immagine romantica di Bath e, ovviamente, non può non essere immortalato nelle foto di chiunque passi di lì. Curiosità: andate a vederlo anche dal lato opposto.
Il pub più piccolo di Bath
Il Coeur de Lion è un pub di Bath che si trova proprio davanti all’ingresso del mercato coperto del centro città. Perché vale la pena di metterlo nel meglio di Bath, per me? Perché si tratta del pub più piccolo della città. Ed è davvero da piccolo. Oltre a questo, offre del gran buon cibo inglese e della gran birra fatta non distante da Bath. Per me è uno dei piccoli pub di Inghilterra più belli e accoglienti di sempre.
Il Royal Crescent e il Circus

Bath, dal XVI Secolo in poi, divenne “the place to be“. Tutti i nobili che facevano parte della Camera dei Lord avevano la casa in campagna legata al loro titolo nobiliare. In secondo luogo avevano la casa di Londra, ovvero la dimora che rendeva possibile lo svolgimento della vita politica. Poi c’era la casa di Bath. Perché a Bath si andava a fare la stagione. Di che cosa si trattava? Un momento per terme, feste e vita sociale. Lo sapeva bene Georgiana Spencer che, in città, fece il bello e cattivo tempo per anni. Il simbolo di quella Bath così sociale e festaiola sono i suoi edifici. Primi tra tutti quelli del Royal Crescent e del Circus. Da vedere e ammirare.
Le terme di Bath

Ho lasciato come ultima cosa de “il meglio di Bath” una di quelle attività che valgono non uno ma almeno 7 viaggi in Inghilterra. Come minimo. L’ingresso alle terme di Bath va prenotato e io vi consiglio di scegliere un orario a fine giornata. Le acque sono veramente calde e vi “cucineranno” un po’. Inoltre, non c’è nulla di più bello che godersi il tramonto dalla piscina sul tetto dell’edificio delle terme. Curiosità storica: sapete che fu un’Italiana a rendere celebri le terme di Bath nel XVI Secolo? Si tratta di Maria Beatrice d’Este (o Mary of Modena, come la chiamano i Britannici). Lei sposò Giacomo II Stuart e andava a Bath con la speranza che le acque delle terme la aiutassero a restare incinta. Quando la cosa accadde, le terme di Bath divennero celebri tra tutte le famiglie nobili della Gran Bretagna.
Prior Park e il paesaggio sulla città
Prior Park è un landscape garden progettato da Capability Brown, l’architetto paesaggista che cambiò i giardini più belli di Inghilterra (come quello di Highclere Castle, ovvero Downton Abbey, o quello di Stowe utilizzato anche da Kubrick per Barry Lyndon). Prior Park è oggi una scuola privata ma il suo giardino, gestito dal National Trust, è perfettamente visitabile. Dal parco, si può ammirare una delle viste più belle su Bath.
Bath, per me

Treno, poca gente. Settembre. Era mattina. Bath è la prossima, devo scendere. Zaino sulle spalle perché sarei rimasta in Inghilterra quasi 10 giorni. Arrivando in città, già dai finestrini del treno, si vede tutta l’eleganza di quella città così profondamente inglese eppure così pazzescamente senza uguali. Bath è l’Inghilterra. Se uno vuole avete l’Inghilterra davanti agli occhi deve, in qualche modo, osservare Bath. Magari dal finestrino del treno o dall’alto di Prior Park. Avevo la mia felpa grigia, quel giorno. I capelli più lunghi di come li ho ora. Sognavo la mia prima colazione con le uova alla benedict e sognavo di riempirmi gli occhi di quella città. L’ho fatto. Più di una volta. E lo farei altre mille.
Le foto senza caption sono © Giovy Malfiori – riproduzione vietata.
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