Philadelphia: il meglio della città, per me. Mi è capitato, giorni fa, di raccontare alcuni viaggi fatti alla scoperta di città degli Stati Uniti. Philadelphia è un luogo che mi è rimasto nel cuore e che mi ha detto davvero tanto. Giusto per spezzare il ritmo dei miei post pieni di britannite acuta, ho pensato bene di volare (con la mente) across the pond e raggiungere la Pennsylvania. Oggi vi racconto il meglio di Philadelphia, per me. Come sempre, si tratta di puro gusto personale, del mio sentire quella città nell’anima.
Il meglio di Philadelphia, per me
Philadelphia è una di quelle città americane capaci di incantarmi: la sua storia, in primis, è l’elemento chiave che me l’ha fatta amare alla grande. Una volta approdata lì, però, l’ho conosciuta un po’ di più e ho capito che quella passione storica iniziale poteva diventare di più. Ed è diventata di più. La premessa doverosa che devo fare è che ci vorrei tornare e sogno, un po’ come tutti, il momento in cui la pandemia ci lascerà e noi torneremo a viaggiare di nuovo, facendo programmi a lungo termine e sognando di andare in ogni dove. Io vorrei tornare lì almeno una settimana, per godermi Philly al meglio. Quello che vi racconterò è:
- Le colazioni americane: un modo per risvegliarmi con Philadelphia accanto
- L’arte e l’amore fraterno, proprio come dice il nome della città
- La storia e la fiction: tra Liberty Bell e Rocky
Quando ti svegli a Philadelphia: la mia colazione
Ah, la colazione in viaggio. Io sono particolarmente sensibile alle colazioni (soprattutto salate) che provo in giro per il mondo. Ho una passione pazzesca per le uova alla benedict e Philadelphia è stata molto generosa da quel punto di vista. Due sono stati i luoghi dove ho amato fare colazione a Philadelphia: Urband Farmes e il Reading Market. Per dirla tutta, quest’ultimo mercato è uno dei motivi per cui ho amato la città. Se farete un viaggio a Philadelphia, datevi il tempo di fare colazione per bene: lasciate che il profumo del caffè, da quello delle uova e del bacon. Chiacchierate, sorridete, mangiate e siate felici.
Philly tra arte street art
Philadelphia è una città dove l’arte ha sempre avuto un grande spazio: ci sono dei musei degni di nota, come quello dedicato a Rodin oppure la Barnes Foundation. Un’esperienza che ho adorato fare a Philadelphia è stata andare in cerca della street art a West Philadelphia. Giusto per dovere di cronaca vi dico che West Philly è un quartiere difficile ed è stato reso una sorta di museo a cielo aperto da un progetto artistico davvero degno di nota. Viaggiando sulla metropolitana di Philadelphia (che in quella zona è in superficie) si può raggiungere la zona in cui il “Love Project” ha preso vita e ammirarlo al suo meglio. Ecco un altro motivo che mi ha fatto amare Philadelphia.
Philadelphia fa rima con storia
Se c’è una città americana che fa rima con storia, quella non può essere altro che Phildelphia. Elfret’s Alley è probabilmente la vita più longeva di tutta la storia degli Stati Uniti ma, come tutti sappiamo bene, il legame tra Philadelphia e la storia non finisce lì. Anzi, inizia dalla casa dove è stata firmata la dichiarazione di indipendenza, dalla Liberty Bell e da tutto ciò che la città ha legato al suo nome. Fare un itinerario storico per scoprire Philly è una delle esperienze immancabili in città.
E la Fiction? Rocky rules
La riconoscete? È la palestra di Rocky in quel di North Philadelphia, il quartiere in cui è ambientata la storia e dove si trovano molte delle location dei mitici film con Stallone, il primo soprattutto. Le location si trovano in una zona che, nell’ultimo periodo, è stata oggetto di una forte riqualificazione ma vi consiglio, in ogni caso, di visitarle durante il giorno e sempre ponendo la massima attenzione.
Philadelphia, per me
Era l’alba (intorno alle 5.30) di un mattino di inizio ottobre quando ho scattato questa foto. Non dormivo da un po’, causa jetleg. Sono partita a piedi da Logan Square e ho camminato verso la famosa scalinata di Rocky. Come nel film, c’era gente che correva e ancora ricordo la diretta Facebook di quella mattina, quando ho detto che la gente aveva the eye of the tiger. E ancora rido. Anzi, sorrido per una città che mi ha dato molto e che credo debba ancora raccontarmi tanto. Ecco perché vorrei tornare.
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