Viaggiare in Italia vuol dire anche ritornare in luoghi conosciuti. E di cui si parla tanto. Il mese scorso, mentre gironzolavo per l’Umbria, ho pensato bene di fare un salto ad Assisi: non l’avevo mai vista vuota (o quasi) e, visitarla appena fuori dal lockdown, poteva darmene la possibilità. Ci sono luoghi che sono dei veri e propri must della spiritualità (e, badate bene, ho detto spiritualità e non religione) e Assisi è, senza dubbio, tra i primi della mia lista. Se non il primo. Il merito, se così possiamo dirlo, è proprio di un certo Francesco. Cosa ha voluto dire visitare Assisi quel giorno? Ve lo racconto oggi.
Raggiungere Assisi e parcheggiare in città
Assisi, lo sanno anche i muri, si trova a circa una trentina di km da Perugia, in direzione est. Non è difficile arrivare ad Assisi. La cosa difficile, a volte, è parcheggiare ad Assisi. Come vi scrivevo, ho visitato Assisi poco dopo la riapertura al turismo e la città era, praticamente, vuota. Io ero stata ad Assisi un miliardo di anni fa e ricordo il caos, il rumore, lo spintonarsi in basilica e il fiume di gente. Quando sono arrivata, il mese scorso, la mia era la terza macchina in parcheggio. Non credevo ai miei occhi (sia positivamente che negativamente). Dove ho parcheggiato ad Assisi? In città ci sono dei parcheggi comunali a piani. Io vi consiglio di puntare dritto a quello intitolato a Giovanni Paolo II. Perché? È il più vicino alla Basilica di San Francesco. Io l’ho scelto per quello e per un altro motivo. Assisi, come molte città umbre è praticamente tutta in salita. Visitare la città richiederà un po’ di gamba ma il ritorno al parcheggio sarà tutto in discesa.
Cosa vedere ad Assisi in un giorno: le mie scelte
È possibile visitare Assisi in un giorno? Certamente, anche se mi sento di tutto cuore di consigliarvi di stare almeno un paio di giorni in città. Attualmente, per quanto ho visto io, ci sono moltissimi alberghi ancora chiusi ma confido in una ripresa delle attività. In effetti, per quanto abbia amato un po’ di solitudine, mi rendo conto quanto essa sia deleteria per un posto così. Detto questo, che cosa ho visto in un giorno ad Assisi? Vi racconterò della mia passeggiata tutta in salita, esperienza che mi ha fatto esprimere un concetto che non si discute: l’Umbria è quel luogo in cui, quando pensi di aver finito la salita, ce n’è ancora un pezzo. E un pezzo. E un pezzo.
La chiesa di San Pietro
Il mio giro a piedi di Assisi è iniziato dalla Chiesa di San Pietro, parte dell’omonima abbazia. Si tratta di una chiesa che ha avuto il suo primo “impianto” nel X Secolo. Ciò che si vede ora risale al XIII. Questo posto fu uno dei primi luoghi di culto di Assisi, sorto su quella che un tempo era la necropoli romana. Assisi, come vi racconterò tra poco, ebbe un fortissimo sviluppo in epoca romana. Molto è ancora visibile. La chiesa, al suo interno, è ancora fortemente romanica. Sono presenti anche degli scavi che rivelano le “edizioni” precendeti della chiesa. Solitamente l’abbazia è aperta e ha ancora un negozio di preparazioni officinali ma, quel giorno, le porte erano chiuse.
Camminando verso la Basilica di San Francesco
Le vie di Assisi, quasi indistintamente, sono un insieme di dettagli spettacolari. Tra di esse si incontrano sacro e profano, come se non ci fosse un domani. Camminare verso la Basilica di San Francesco, in una Assisi quasi vuota, era un qualcosa che mancava nelle mie esperienze di viaggio. Per la prima volta ho capito quanto possa essere bella una città in silenzio.
La Basilica di San Francesco: la mia visita post- quarantena
La Basilica di San Francesco (sia Inferiore che Superiore) è stata la mia prima visita culturale-artistica post quarantena. Non ero più entrata in un luogo pubblico visitabile ed ero curiosa di vedere come fosse. La premessa doverosa da fare è che la mascherina è obbligatoria, così come viene richiesto (e si viene controllati) di non assembrarsi e stare a distanza. La cosa buona, in tutto questo, è che entrambe le basiliche erano quasi vuote. Quando sono entrata nella Basilica Inferiore (la mia preferita) non credevo alla possibilità di potermi sedere tranquilla a guardare i dipinti di Giotto o la favolosa Maestà di Cimabue. Quando sono scesa nella cripta dove è sepolto Francesco, eravamo solo tre persone. Io credo che una ripresa del turismo sia più che doverosa e auspicabile per il nostro paese ma – ve lo confesso – visitare quelle due chiese quasi in solitudine è stata un’esperienza speciale che conserverò sempre nel cuore. Per questo mi viene da dire che quei luoghi siano religiosi per chi ci crede ma, universalmente parlando, sono posti immensamente spirituali. E io lì sono stata bene.
Nel silenzio del chiostro di San Francesco
La Basilica Inferiore è Romanica; la Basilica Superiore è Gotica. Il chiostro tra le due, dietro l’abside è Rinascimentale. Già da sola, la Basilica di San Francesco potrebbe valere come libro di storia dell’Arte e io trovo che tutto ciò sia magnifico. Ero appena uscita dalla Basilica Inferiore, un po’ provata per la bellezza artistica e seriamente messa male per l’uso costante della mascherina. Con gli occhiali, non è proprio il massimo della vita ma sono stata stoica e non l’ho mai tolta. Mai fino al momento in cui, tornata all’aria aperta, mi sono seduta su un lato del chiostro per respirare. E lì, di nuovo, ho incontrato il più bello dei silenzi. Mi sono tolta la mascherina e ho respirato. Ero da sola. Sola col silenzio.
La piazza del comune e il Tempio di Minerva
Sapevate che ad Assisi esiste uno dei templi romani meglio conservati di sempre? Si tratta del Tempio di Minerva che fa bella mostra di sé sulla piazza del Comune. Io mi sono fermata lì a mangiare (ve ne parlerò) anche per gustarmi la vista su quella splendida classicità che, in pieno rinascimento, divenne una chiesa. Dalla piazza del comune di Assisi partono anche i tour guidati alla città romana. A me interessavano moltissimo ma, quel giorno, non erano disponibili perché non ancora riorganizzati post-quarantena. Un motivo in più, per me, per tornare da quelle parti.
La Cattedrale di San Rufino
La Cattedrale di San Rufino è la chiesa-madre di Assisi. Una chiesa diventa Cattedrale quando vi si insedia un vescovo, capo della diocesi corrispondente. Per me si tratta di una chiesa bellissima fuori e molto trascurabile al suo interno. La piazza su cui si trova è altrettanto bella: lì vi si trova l’ingresso della casa in cui crebbe Santa Chiara e, giusto per tornare a parlare dell’epoca romana, si pensa che su quella piazza ci fosse il foro. La facciata della Cattedrale è magnifica ed è come un libro in pietra da leggere. Fermatevi lì, con il naso all’insù.
La mia giornata ad Assisi nel nome di Francesco
Perché sono andata ad Assisi e perché viaggiare in Italia dovrebbe riportarci a posti così? Me lo sono chiesta alla fine della mia giornata lì, mentre cercavo un po’ d’ombra sotto il portico che disegna la piazza su cui si trova la Basilica di San Francesco. Mi sono seduta lì e ho capito che, quella, era stata una visita piena di serenità. Mi sono detta di essere andata in cerca un po’ di Francesco in ogni dove. Non tanto per devozione cristiana. Anzi, direi per nulla. Francesco, come raccontavo su Facebook proprio nei giorni in cui ero andata ad Assisi, è una figura che trascende un preciso credo religioso. Più volte, girando per Assisi, mi sono chiesta quante di tutte quelle chiese lui avesse realmente voluto. Già, perché tutto ciò che vediamo è, ovviamente, sorto dopo la sua morte. Io ho ritrovato Francesco nei silenzi spezzati solo dal rumore dei miei sandali. L’ho ritrovato quando mi sono appoggiata alla pietra calda di un muro che faceva da schienale a una panchina. L’ho sentito in quei passi in salita. L’ho percepito nell’emozione di trovarmi di fronte alla Maestà di Cimabue. Da sola. Io, quell’affresco e tutto il suo significato storico. C’è stata un’ultima tappa della mia giornata ad Assisi… ma merita un post a sé e il giusto tempo per decantare dentro me.
Tutte le foto sono © Giovy Malfiori – riproduzione vietata.
Sono stata ad Assisi qualche anno fa; era luglio inoltrato e mi ricordo un caldo assurdo che ci ha impedito di goderci la visita al meglio. Ma devo tornarci prima o poi, in un periodo più fresco!
Magari in autunno, con i boschi dell’Umbria pieni di colori.
Io sono stata ad Assisi parecchi anni fa. Il mio comune alluvionato nel 1994 aveva fatto gemellaggio con un piccolo comune terremotato e avevamo organizzato una gita per consolidare il rapporto tra le due realtà. Il tempo trascorso ad Assisi non è stato molto, sarebbe bello dedicarle almeno una giornata intera.
Torna. E vedrai che bellezza.
Hai davvero ragione quando dici che sono posti spirituali, ho avuto questa impressione in Umbria in generale, ma ad Assisi in effetti si avverte una atmosfera molto mistica, e la avverte anche chi non è credente.
L’Umbria offre quel senso di spiritualità totale. Forse la amo molto anche per questo.
Sono stata ad Assisi la scorsa primavera, e nonostante io sia fortemente atea, ho avvertito una forte spiritualità sprigionarsi nell’aria e avvolgermi nei sentimenti. Un luogo davvero suggestivo in cui tornerei anche domani.
La spiritualità è qualcosa di forte anche quando non si crede.
Bellissime foto Giovy, complimenti! Sono stata ad Assisi nel luglio del 2017 per vedere il lavandeto di Assisi e così ne ho approfittato per visitare il borgo e la basilica di San Francesco – peccato che all’interno non si possano scattare foto, ma ho ancora ben impresse le pitture di Giotto e di Cimabue.
Vederla ora, ti sembrerebbe tutta un’altra città.
Assisi è nella mia bellissima Umbria e devo dire che è sempre un’esperienza meravigliosa tornare a visitarla di tanto in tanto! E’ un luogo spirituale ed anche una stupenda cittadina. Complimenti per le foto!
Io mi sto davvero innamorando di quella regione.