
Amore e Pandemia, puntata nr.17: il caldo comincia a imperare e, se fosse per me (così come per la nostra Dafne) l’estate dovrebbe essere quella stagione che ti permette di fare il bagno di giorno ma di dormire coperta dal lenzuolino leggero di notte. L’estate perfetta dovrebbe portare 30°(non di più) nell’aria di giorno ma, magicamente, rinfrescarsi la notte. Già, perché nei sogni dei nostri due protagonisti ci sono tante di quelle notti estive da vivere assieme, stendendosi su di un prato ma portandosi sempre dietro la felpa, che non si sa mai. Nei sogni dei nostri due protagonisti, però, c’è anche tanto cinema: lo amano entrambi ed entrambi sentono la mancanza di quel grande schermo dove vengono proiettate le storie più disparate e, a volte, anche le più disperate. Ecco perché oggi si parla di cinema all’aperto. In modalità Amore e Pandemia, ovviamente.
Torneremo a viaggiare, torneremo al cinema… per vedere quei film capaci di ispirarci

Caro te, te che sei parte di me, andare al cinema assieme è una di quelle cose che – causa pandemia – non abbiamo mai fatto. Di quanti film, però, abbiamo parlato? Non scorderò mai nulla di ciò che ci lega ma scoprire di avere molti film preferiti in comune è stato davvero uno di quei primi “clic” che hanno legato le nostre anime. Te lo dico spesso, Diavolo mio: l’universo ha ricongiunto i ponti (come canta qualcuno) e ci sono tante cose nelle nostre due vite che altro non sono state che dei pezzi di un puzzle pronti a fare clic. L’argomento cinema è stato uno dei più forti. Quel “hai presente la Guida Intergalattica per Autostoppisti?” e quel “ma stai scherzando?” resteranno nei nostri annali. Sia che si parli del libro che del film. Quello che vorrei, Amore mio, è avere il potere di portarti in un luogo magico (che so già quale sia), solo noi due e chiedere di mettere uno schermo enorme dove proiettare tutti i film che sto per raccontarti. Solo noi due, la magia della settima arte, la nostra voglia di continuare a viverci in ogni posto del mondo.
La Berlino di Goodbye Lenin

Goodbye Lenin è uno di quei film di cui non ne avrei mai abbastanza. Non mi basta mai, come te, del resto. Amo molto la storia, amo la musica di Yann Tiersen che sottolinea tutto alla perfezione. Amo quella Berlino. E Berlino sarà parte dei nostri viaggi insieme: per la musica, per la sua bellezza, per il suo essere così Berlino. Così Bowie ancora oggi. Ho girato un bel po’, anni fa, per trovare le location di Goodbye Lenin e ora mi sento a casa in quel pezzo di Berlino tra Alexanderplatz e Strausbergerplatz. Guarderemo Goodbye Lenin, ti parlerò di Berlino con gli occhi pieni di luce. Perché amo quella città. E amo, infinitamente, te.
Backbeat, tra Amburgo e Liverpool

Amburgo e Liverpool sono due città che hanno, da tempo immemore, posto nel mio cuore. Pur essendo perfettamente peculiari e pur avendo le proprie caratteristiche, Liverpool e Amburgo si assomigliano molto. E forse i Beatles lo sapevano. I Fab 4 non sarebbero mai stati loro se non ci fosse stato il loro viaggio ad Amburgo, se non ci fosse stata Astrid Kirchherr (recentemente scomparsa, ahinoi) e se Stuart Sutcliffe – ovvero il quinto del gruppo (e anche il più figo, detto tra noi) – non fosse rimasto lì in Germania, proprio per amore di Astrid. Vidi Backbeat proprio quando uscì, negli Anni ’90 e me ne innamorai. Quando andai ad Amburgo pensavo solo ai fotogrammi di quel film. Lo guardiamo insieme? Poi partiamo. E, ovviamente, da Amburgo andremo a Liverpool, luogo dove io mi sento perfettamente a casa. E tu, per me, sei casa.
Lisbona con gli occhi di Wim Wenders: Lisbon Story

Un regista mitico, un film mitico, una città mitica. La Lisbona raccontata da Wim Wenders è solo seconda alla Berlino raccontata da Wim Wenders. Lisbon Story è uno di quei film capaci di non stancarmi mai. Mi sono innamorata della colonna sonora, così come della tenerezza della trama. Una delle cose che amo di questo film è la sua capacità di raccontare il “work in progress” del mondo del cinema. Tutto – se ci pensiamo bene, Amore mio – ha una sua progressione. Anche noi, per quanto breve e intensa, l’abbiamo avuta. L’aspettare le tue parole, i tuoi messaggi, la felicità che cresceva (e cresce ancora) prima di chiamarti. L’attenderci. C’è chi dice che l’amore sia fatto, effettivamente, di attese. Noi lo sappiamo bene. Ricordo Lisbona per tante cose. Ho delle immagini nella mente che si susseguono. In una di esse c’è una coppia, seduta di fianco al tavolo dove c’ero io con i miei amici. Eravamo a cena in un ristorante capoverdiano dell’Alfama. Loro, secondo me, erano ai primi appuntamenti. Non ho mai scordato (malgrado siano passati tanti anni) i loro sguardi pieni di desiderio. Non ho mai scordato la leggerezza con cui le loro mani si sfioravano sul tavolo, la forza del desiderio che li teneva saldi a quella cena. Secondo me, non appena sono usciti di lì, si sono sfamati d’amore. È un qualcosa che conosciamo bene. Che bello.
Edimburgo: io, te, Renton e Sick Boy
Edimburgo, Irvine Welsh, Trainspotting: mi piacerebbe stendermi in mezzo a un prato con te, Amore mio, e guardare entrambi i Trainspotting. Chi, come noi, ha 40 anni e giù di lì, si riconosce molto, non tanto nel film, ma nelle domande che Renton si fa in entrambe le pellicole tratte dalle opere di Irvine Welsh. Edimburgo è una città che conosco bene, una città dove sento di avere un pezzo della mia famiglia da adulta. Quando si è grandi, te lo scrissi tempo fa, abbiamo la facoltà di scegliere la famiglia che chiamiamo tale: gli amici sono parte di essa ed ecco perché Edimburgo è un luogo di famiglia per me. Ci andremo assieme, Vita mia. Ascolteremo Born Slippy con gli auricolari mentre, con l’autobus, andremo verso Leith. Oppure tornando da Leith verso il Conan Doyle, uno di quei pub in cui andremo di sicuro. Al primo brindisi ci guarderemo e diremo Choose Life, proprio come Renton. E poi ci baceremo, lo so.
Tra Minnesota e North Dakota con i Fratelli Coen

Quando sono andata in Minnesota, anni fa, pensavo solo a tre cose: Bob Dylan, Brandon e Brenda Walsh e, ovviamente, ai fratelli Coen. Mi trasformerei volentieri in René di Boris e griderei “Genio assoluto” a ogni loro film. Senza intento ironico, ovviamente, visto che loro non sono proprio “troppo italiani” e con loro non recita nessuna “cagna maledetta”. Vidi Fargo in una sera d’inverno, durante un cineforum. Fu lì che notai la grande capacità dei fratelli Coen di stabilire una sorta di “palette” colori per molti dei loro film. Guidare in inverno sulla strada che va da Minneapolis a Fargo, passando per Brainerd, è uno dei miei sogni assoluti. Guardiamo il film insieme, stesi su un prato, e poi facciamo una cosa troppo vintage: prendiamo l’atlante e guardiamo l’itinerario sulla mappa. Poi guardami negli occhi e tutto il resto sarà contorno.
Nel sud degli Stati Uniti, con Walk the line

Johnny Cash, la sua musica, la sua vita. June Carter. Due persone che si sono trovate per strada, a cammino già iniziato e che hanno capito di appartenersi totalmente. Hanno capito che l’universo aveva ricongiunto i ponti, proprio come dicevo prima. Mi piace da matti Walk the line e amo il mondo che racconta. Non sono mai stata nel sud degli Stati Uniti, amore mio, ma lo farei sicuramente con te. Mi piacerebbe andare in Tennessee e scoprire un po’ di quel mondo in cui ha preso vita la musica di Johnny Cash. E non solo. Ecco un altro film da vedere stesi su un prato, magari con una buona birra fresca vicino a noi e io vestita con la mia gonna da principessa... che ci sta proprio bene con un film così. E tu, ovviamente, vicino a me, sempre addosso, anche se fa caldo.
L’Oregon di Stand by me
Stand by me, il film, significa molto per me. Non lo guardo così spesso come vorrei perché la frase con cui si conclude (non faccio spoiler ma la posso rivelare a richiesta) mi fa piangere come non so cosa. Mi fa piangere anche la presenza, ancora adolescente, di River Phoenix. Grande perdita per il mondo del cinema. Mi chiedo sempre che cosa sarebbe stato capace di fare – come Jeff Buckley – se non fosse morto. Stand by me è un film perfetto da guardare assieme, in una notte d’estate, magari mentre attendiamo che qualche stella cada e venga a prendersi i nostri desideri più belli. Sono sicura che ne abbiamo molti in comune, Diavolo mio. Il luogo che sogneremo guardando Stand by me è l’Oregon. Io ho attraversato un pezzo di Oregon col treno ma ho visto solo Portland in quello stato. Sono convinta che ti piacerebbe tanto. C’è molto di noi in quello stato americano.
Seattle e Singles: la seconda opera di Cameron Crowe

Quante volte ho messo Seattle nelle mie lettere per te, Amore mio. Si tratta di un qualcosa di puramente naturale: ciò che siamo, in fondo, ha molto a che fare con Seattle e con tutto ciò che ha regalato al mondo. Singles, l’amore è un gioco, è un film di Cameron Crowe, lo stesso regista di Almost Famous. È ambientato a Seattle a ha una colonna sonora capace di farci battere il cuore come pochi altri film. Le vicende che racconta sono romantiche ma nel film c’è un protagonista non dichiarato sui titoli di testa e coda ma sempre presente: il grunge. E poi c’è Eddie. E poi c’è Chris. Entrambi giovanissimi. Guardandolo, lo so, torneremmo quindicenni. Entrambi (noi due) con i capelli lunghi, la camicia a righe, gli anfibi sempre presenti. Ops, ora che scrivo queste parole, mi rendo conto che, a parte “capelli lunghi”, siamo uguali. E siamo noi. Credo impazzirei d’amore per te guardando questo film. Per dirla tutta, sto già impazzendo. Probabilmente ti amo da quando avevo 15 anni: eri nella mia mente come la migliore delle sceneggiature. Ora sei diventato prima parola scritta nero su bianco. E poi realtà. Non c’è bellezza più grande a questo mondo. Lo schermo dovrebbe proiettare noi. Sempre. Guarda la locandina del film qui sopra: chi siamo noi? Sono sicura che indovinerai.
La canzone che chiude, as usual, le mie lettere per te Amore mio, arriva proprio dalla colonna sonora di Singles. E non poteva essere che Chris.
Sto costruendo per il mio prossimo viaggio negli states un itinerario cinematografico. Con alcuni titoli mi hai ispirato tantissimo ad includere nuove zone da vedere! Grazie
Mi raccomando, passa da Seattle.
Leggendo la tua lista pensavo che è una scelta molto coerente tra i vari titoli, ha una personalità tutta sua. FIlm e luoghi in qualche modo si corrispondono, hanno un ‘anima simile. Quanto a me, fatta eccezione per Berlino, non sono i miei film e non sono i miei luoghi, mi mettono tutti – ancora una volta coerentemente – tristezza. Messi tutti insieme anche di più, e non lo so spiegare;.l’animo umano è davvero complesso,
L’animo umano è complesso ed è il suo bello. Così possiamo vivere in un mondo dove la diversità è un dono.
A parte Lisbon Story (visti film e città) gli altri mi mancano tutti! E non ho nemmeno visitato i luoghi in cui sono ambientati. Un sacco di mancanze insomma!
Allora inizia a recuperare con i film, così sarai ispirata per nuovi viaggi.