
Come vi sto raccontando su Instagram (e non solo), in questi giorni sono in Umbria e a me non sembra vero. Mettermi in auto, guidare fino a qui senza bisogno di spiegare il mio lavoro o le mie motivazioni mi è sembrato un sogno. L’Umbria stessa è un sogno senza fine: sto cercando di conoscere meglio questa regione così bella per poterverla raccontare al meglio. Visto che la mia conoscenza è appena iniziata, ho pensato di intervistare chi conosce bene l’Umbria e i suoi itinerari da fare a piedi. Oggi vi presento Gigi Bettin.

Ciao Gigi, qualche parola per presentarti
All’anagrafe Gianluigi Fabio Bettin, ma il nome per esteso lo usa mia mamma solo in caso di gravi rimproveri, che per fortuna non avvengono più da anni. Il cognome è marcatamente di origine veneta (regione che amo), ma dove non ho mai vissuto. Ho vissuto in varie città d’Italia: Napoli, Mesagne in Puglia, Modena, Cascia in Umbria e poi a Perugia, e 2 anni in Gran Bretagna. Da 10 anni vivo a Perugia in Umbria dove ho trovato il mio luogo del cuore. Mi occupo di sviluppo locale e di turismo lento per una società pubblica regionale. La mia passione è il camminare. Da piccolo i miei nonni veneti mi portavano in lunghe passeggiate in montagne. All’epoca per farmi camminare mi raccontavano che andavamo alla ricerca di un antico tesoro di “dobloni” d’oro ( era questa una parola che mi incuriosiva pronunciare). Il tesoro si trovava all’interno di un paese abbandonato nel Seicento a seguito della peste. I tesori non li ho mai trovati, ma mi sono divertito un sacco e ho scoperto la bellezza della natura e del camminare insieme.
Oggi per passione e per lavoro mi occupo di Cammini. Sono coautore della guida “ La Via di Francesco”, ed. terre di Mezzo, ( e in questi giorni lavoro all’aggiornamento della guida) insieme a Paolo Giulietti e Nicola Checcarelli. Seguo il gruppo facebook dedicato alla Via di Francesco e mi sono messo al servizio dei cammini italiani e dell’Umbria, perché un cammino ti può cambiare la vita, o almeno aiutarti a cambiare qualcosa nella vita. Vorrei che sempre più persone avessero questa possibilità. Oggi insieme a tanti amici dei cammini Italiani faccio parte del movimento #IoCamminoInItalia, un invito a scoprire l’Italia a piedi.

Tu sei un appassionato di cammini. L’estate del 2020 sarà per forza di cose diversa dal solito: pensi che intraprendere un cammino possa essere una scelta positiva?
Il termine “positivo” ha assunto una connotazione ambigua in questi ultimi mesi, ovviamente scherzo. L’estate del 2020, dopo mesi di chiusura in casa, è un’occasione unica per scoprire angoli meno noti d’Italia, quelli sconosciuti al turismo di massa, ma ricchi di anima, ideali per curare le ferite dei mesi di reclusione.
Il cammino con il suo percorso, le sue tappe, i suoi segnali, la meta diventa come il filo d’Arianna per uscire dal labirinto delle abitudini e della routine. Il cammino è un modo di vivere il tempo libero in maniera più consapevole, e per me anche più divertente, perché accipicchia si va in vacanza anche per divertirsi (nel senso etimologico di “deviare”, appunto uscire dalle strade solite e più battute). Le motivazioni che spingono al cammino sono varie: chi lo fa appunto per divertimento, chi lo fa (in molti sui cammini spirituali) per andare alla ricerca di senso, chi lo fa per elaborare un periodo difficile. Secondo me molti non sanno neanche perché partono in cammino, ma trovo che anche questo sia un diritto del viaggiatore: andare per andare e il senso lo trovi con la fatica dei tuoi passi, con gli incontri, anche affrontando gli ostacoli (più spesso all’interno della mente che fisici). A prescindere dalla motivazione, dalla scintilla chi si mette in cammino in Italia ha la possibilità di giocare come un bambino, riscoprire la curiosità di deviare dalle strade precostruite, e soprattutto ha la possibilità di riscoprire la gioia della meraviglia: borghi silenziosi che accolgono il camminatore con la tranquilla gioia dei suoi abitanti, opere d’arte del passato che quando le osservi ti smuovono qualcosa dentro, senza la necessità che tu sia uno storico dell’arte, cascate e laghi, fiumi, la natura e tutte le sue creature, che abbiamo un po’ trascurato e ferito, e con la quale è necessario cercare un nuovo equilibrio di convivenza. Il cammino è una passione. Per cammino intendo un percorso in più tappe e in più giorni, e verso una meta (per me non c’è cammino senza meta), ma a me piace l’attività del camminare in generale. Quest’estate è l’occasione anche per avvicinarsi al camminare. Soggiornare in un paese sul cammino, offre alle famiglie l’occasione per fare passeggiate, ogni paesino d’Italia ha una quantità di luoghi della natura e della storia da scoprire, ma anche spesso tante attività per tutte le età. Personalmente, anche se spesso cammino da solo, mi piace partecipare a uscite organizzate dalle guide ambientali ed escursionistiche. Loro per me sono mediatori della natura e della cultura, mi piace scoprire con loro i nomi delle montagne, dei fiori e la storia dei luoghi. Per chi abita in città è importante ammettere di non conoscere la natura, e quest’estate è l’occasione per riallacciare i rapporti con questa amica che ci sta vicino, anche se non ce ne accorgiamo.

Raccontaci 3 cammini che ti senti di consigliare.
Via di Francesco e Cammino dei Protomartiri
Un unico cammino per raggiungere Assisi sui passi di San Francesco, partendo da Nord (La Verna/Firenze/Rimini) o da Sud (Roma). Da Assisi si può decidere di raggiungere a piedi la Città Eterna seguendo la Via di Francesco – di Roma
La Via di Francesco è un itinerario a piedi, in bicicletta e a cavallo che collega tra loro alcuni luoghi che testimoniano della vita e della predicazione del Santo di Assisi; un cammino di pellegrinaggio, che intende riproporre l’esperienza francescana nelle terre che il Poverello ha calcato nelle sue itineranze. Proprio nell’aderenza alla storia di Francesco la Via trova la sua plausibilità e il suo fascino: i paesaggi sui quali l’occhio del pellegrino si posa sono i medesimi che hanno rallegrato il cuore semplice di Francesco; le località di tappa conservano la memoria delle sue parole e delle sue gesta; la gente che si incontra lungo il cammino è imparentata con lui. L’Umbria è rimasta, nonostante tutto, la terra di Francesco, nutrita di una spiritualità che parla di amore per le piccole cose, di rispetto e gratitudine per il creato, di accoglienza generosa dell’altro, chiunque egli sia. Camminare lungo la Via di Francesco, allora, costituisce un autentico cammino dello spirito, che viene incontro al desiderio dell’uomo, anche dell’uomo d’oggi, di ricercare nelle profondità di se stesso il senso della propria esistenza.
La figura di Francesco, che giganteggia in Assisi, meta del cammino, accompagna in realtà per tutto il percorso, parlando alla mente e al cuore del viandante della possibilità di condurre la vita quotidiana in piena armonia con il mondo, con l’uomo e con Dio.
Amo la Via di Francesco, me ne prendo cura insieme a tanti volontari, istituzioni, associazioni. Il cammino nei luoghi dove è vissuto o è passato San Francesco d’Assisi è il cammino degli italiani, per riscoprire la parte più bella del nostro popolo, del nostro carattere e del nostro Paese.
Se mi chiedi perché, la lista dei motivi è lunghissima, ma accenno alcune cose che piacciono a me:
- Eremi e conventi dove abitano i frati francescani, testimonianza viva di un messaggio universale di Pace e di amore tra gli uomini e verso il Creato e tutte le sue creature. Oltretutto si trovano in luoghi unici dove la natura incontaminata incontro il paesaggio disegnato dall’Uomo nei secoli (La Verna, Le Carceri, Monteluco, gli eremi della Valle Santa di Rieti, l’Abbazia di Farfa e tanti tanti altri);
- Luoghi insoliti: ad esempio il Piccolo Museo del Diario a Pieve Santo Stefano, la fondazione di Archeologia Arborea a Città di Castello, La Villa dei Mosaici a Spello, il Museo delle Mummie a Ferentillo, Rieti Underground, la Riserva della Marcigliana e di Macchia di Gattaceca a Roma. La lista sarebbe infinita perché la Via abbraccia la Toscana, l’Emilia Romagna, il Lazio e ha il cuore in Assisi e in Umbria.
- Natura, Natura e ancora natura: la Valnerina con la Cascata delle Marmore, i parchi naturali e le riserve lungo la Via, i piccoli borghi costruiti dall’uomo immersi tra gli olivi o tra i boschi. Pensa che puoi fare anche rafting, io l’ho fatto con mia mamma.

Il cammino dei protomartiri è il fratello della Via di Francesco ed è percorso ad anello molto adatto a chi voglia vivere per la prima volta l’esperienza di un cammino. Il Cammino dei Protomartiri Francescani si snoda all’interno del territorio dell’Umbria Merdionale. La via parte da Terni, attraversa le città che diedero i natali ai Protomartiri Berardo, Adiuto, Accursio, Pietro e Ottonee si conclude a Terni al Santuario Antoniano dei Protomartiri Francescani seguendo i luoghi ove San Francesco svolse la sua opera di predicazione lasciando un segno indelebile. Tappe da Terni a Stroncone; da Stroncone a Calvi dell’Umbria; da Calvi dell’Umbria a Narni; da Narni a San Gemini; da San Gemini a Cesi; da Terni a Stroncone. Sui sentieri dell’Umbria ternana, dove la bellezza incontra il sacro con discrezione ed umiltà, ognuno è libero di mettersi lo zaino in spalla e partire per il proprio cammino, sia egli un pellegrino o un viandante.
Cammino di San Benedetto
Trecento chilometri da Norcia, alle propaggini dei Monti Sibillini, a Subiaco, nell’alta valle dell’Aniene, fino a Cassino, nella valle del Liri, attraversando i luoghi piú significativi della vita di san Benedetto da Norcia. 16 tappe attraverso sentieri, carrarecce, e strade a basso traffico, percorrendo valli e monti di Umbria e Lazio. Non soltanto un viaggio nel mondo benedettino, ma anche un pellegrinaggio sui luoghi di santi a volte popolarissimi, come Rita da Cascia, Francesco d’Assisi, Tommaso d’Aquino; oppure meno noti, come Giuseppe da Leonessa o Agostina Pietrantoni.
Le 3 tappe in Umbria: Norcia , Cascia e Monteleone di Spoleto sono per me luoghi del cuore. Ho abitato lì per 3 anni, e ancora oggi quando farmi un regalo di piacere vado lì.
Via Romea Germanica
Candidato Itinerario Culturale d’Europa è Lunga 2200 chilometri, la via attraversa tre paesi in 94 tappe, 44 in Germania, 4 in Austria e 46 in Italia. Nel nostro Paese, valicate le Alpi del Brennero, il cammino prosegue fino al Trentino e la Valsugana, passando per la pianura Padana, Ferrara, la Toscana, l’Umbria e raggiungendo infine Roma. Il percorso storico segue i passi del monaco alberto da Stade (Stadt in Germania) fino a Roma. Affascinante la vicenda umana del monaco benedettino.
Ma ce ne sono tantissimi e ognuno può trovare il cammino più adatto a ciò che desidera.

L’Umbria è una terra piena di misticismo, di qualsiasi tipo e non solo religioso. Come mai, secondo te, tanto misticismo si concentra in una regione così piccola?
Credo che persone molto più colte di me abbiano cercato di dare una risposta a questa domanda attraverso ricerche e studi. Bisogna avere l’umiltà di dire non lo so, ma possiamo cercare insieme anche al lettore una risposta. Partiamo dai Santi dell’Umbria, che poi sono diventati noti in Italia e in tutto il mondo: Francesco d’Assisi, futuro Patrono d’Italia e Santo amato in tutto il mondo, il suo ordine è presente in tutto il mondo. Che dire poi di Santa Chiara d’Assisi, dalla quale prese inizio l’ordine delle Clarisse e fu tra i primi seguaci di San Francesco. San Benedetto da Norcia fu il fondatore del monachesimo occidentale e patrono d’Europa. Santa Rita da Cascia, il suo culto è diffuso forse più all’estero che in Italia. Terni è la patria di San Valentino, Gubbio di Sant’Ubaldo, forse noto ai più per la Corsa dei Ceri che si tiene ogni anno in città, San Feliciano a Foligno, santa Chiara da Montefalco (borgo da non perdere sia per la quantità delle opere d’arte che custodisce, tanto quanto per essere insieme a Bevagna la patria del Sagrantino) e tanti tanti tanti altri ( mi perdonino i santi che non ho citato). Per un credente chiaramente la spiegazione è legata alla volontà di Dio. Per me che credente non sono, ma ho rispetto del sacro, mi piace pensare che saranno forse le caratteristiche della natura e dei luoghi ad aver dato vita a tanti santi? Jacques Le Goff riferendosi a San Francesco ha scritto:
«La geografia e la storia gli hanno fornito naturalmente lo sfondo, l’ambiente intimo che hanno fatto apparire con forte evidenza i profondi legami che lo univano al suo paese: alla sua città, posta al margine delle strade, al punto d’incontro della pianura e della montagna, a portata degli uomini e vicina agli eremi; alla sua Umbria propizia ai cammini per monti e per valli, piena di silenzio e di rumore, di luce e di ombra, agricola e commerciale, brulicante di un popolo semplice e profondo, tranquillo e appassionato, ardente nell’intimo ma talora preda di brusche infiammate, in armonia con gli alberi, la terra, le rocce, i fiumi sinuosi…».
San Francesco d’Assisi, di Jacques Le Goff, edizione Laterza.

Cammini a parte, cosa ci consigli di visitare nella tua regione e perché?
L’Umbria è diventata la mia seconda patria, anche se ho le radici in Puglia. Mi viene davvero difficile scegliere un luogo, perché a seconda dei gusti e interessi puoi trovare tutto quello che cerchi. Ad esempio una volta a due cari amici ho regalato un wine tour per cantine del vino e dell’olio, ancora adesso brillano loro gli occhi al ricordo di quell’esperienza. Ti direi di certo non partire senza aver visitato almeno un eremo francescano a scelta tra : le Carceri ad Assisi, l’eremo di Monteluco e il Sacro Speco di Narni. Faccio una cosa, ti consiglio un libro molto buffo e divertente, scritto da un caro amico, 111 luoghi dell’Umbria che devi proprio scoprire. Io ancora non sono risucito a vederli tutto. Ovviamente un utile strumento è il sito ufficiale dell’Ente del Turismo dell’Umbria, dove trovate anche tante offerte e proposte.

[Riprendo la parola io, la Giovy]
Gigi è una persona che apprezzo tanto. Una di quelle persone che vorrei frequentare di più. Ho un bellissimo ricordo di viaggio legato a lui, proprio in Umbria. Anni fa, passammo una giornata in giro per alcuni luoghi spettacolari (tra cui Cascia e la Valnerina) in 5 su di una Panda. Se fosse una barzelletta potremmo iniziare dicendo “c’erano un’americana, tre viaggiatori italiani e un antropologo su di una Panda in pieno luglio…”. Andò così quel giorno, un giorno scolpito nel mio cuore per tutta la bellezza che ho visto e perché – lo ammetto – l’antropologo (il professor Mario Polia, per la cronaca) mi definì “un’anima inquieta“. Trovo che Gigi metta sempre il cuore nelle cose che fa e l’ho intervistato proprio per questo. Ci vuole amore nella propria vita: per tutto. Soprattutto nei gesti quotidiani che definiscono noi stessi.
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