Tra pochi giorni Facebook inizierà a ripropormi i ricordi del mio viaggio a Seattle (e anche della parte relativa a Vancouver). Circa un anno fa, piena di felicità e con uno zaino sulle spalle, la sottoscritta partiva per la British Columbia per poi raggiungere lo stato di Washington e realizzare il proprio sogno di ragazzina: visitare Seattle, la città del Grunge, ovvero quella stessa musica che mi aveva riempito il cuore. Quando sono arrivata a Seattle ho pianto di felicità, registrando il tutto in una story di Instagram che, a imperitura memoria, potete ancora trovare sul mio profilo instagram. Dato l’anniversario che si avvicina, ho pensato bene di raccontarvi quello che amo di Seattle.
Anatomia di Seattle: musica, serie tv e tanto caffè
Quando ho scritto il post su quello che amo de La Habana, vi ho detto di cercare l‘anatomia della città in una canzone. Per quanto riguarda Seattle, la parola “anatomia” è fondamentale perché molti di voi penseranno a Grey’s Anatomy. Già… ma non è il mio caso. L’essenza di Seattle va cercata, per me, dentro le canzoni dei Pearl Jam, dei Blind Melon, degli Alice in Chains, dei Nirvana e, ovviamente, dei Soundgarden. Per me Seattle è tutta lì dentro, così come è dentro Twin Peaks (seppur girato a una quarantina di chilometri da lì) di David Lynch. Non ultima, l’essenza di Seattle è dentro The Crow, in quella pioggia incessante e in quella colonna sonora indimenticabile. Almeno per me.
Seattle: i miei luoghi
La premessa che devo fare è che sono stata a Seattle solo una volta e vorrei tornarci. Mi sono dedicata a quella città in modo incessante, restando fuori dalle 7.30 del mattino fino a quando ero buio. Ho cercato, per quanto possibile, di girare sempre a piedi per gustarmi la città centimetro per centimetro. Ci sono delle cose che mi sono rimaste da vedere e, proprio per questo, vorrei tornarci. Quello che vi racconterò è:
- Qualcosa che ha a che fare con la storia della città
- Qualcosa che ha a che fare con la musica
- Qualcosa che ha a che fare con la bellezza
- Qualcosa che ha a che fare con la bontà
Un po’ come quando ci si sposa: si ha bisogno di qualcosa di nuovo, di prestato, di blu e così via. Io, nel raccontarvi una città alla quale mi sento profondamente legata, faccio più o meno qualcosa di simile… ma a modo mio.
Pioneer Square e Occidental Square, di prima mattina
La zona attorno a Pioneer Square e Occidental Square mi è piaciuta da matti – anzi l’ho amata – di prima mattina. Sono arrivata lì quasi in punta di piedi, facendomi spazio tra la bellezza di quelle due piazze. Si tratta di due zone in cui la storia di Seattle si racconta spesso e volentieri: la sua fondazione, il Denny Party, i nativi, i viaggi verso il Klondike. I passi diventano come il gesto che si fa quando si legge e si gira pagina. Su Pioneer Square, inoltre, c’è anche una delle mie caffetterie preferite: la Cherry Street Coffee House. Provatela.
Un locale, un mondo musicale
Seattle è la città da vedere se si ama il Grunge e lo si sente nel cuore. Il Crocodile è la mecca di chi ama la musica di un certo tipo. E può essere vissuto in “doppietta” con un suo vicino di casa. A pochi passi da lì c’è Cinerama, un cinema costruito nel 1962 (lo stesso anno dello Space Needle) e totalmente dedicato alla fantascienza. Chi, insomma, è stato un adolescente un po’ nerd negli Anni ’90, non può esimersi dal passare di lì, da entrambi i luoghi. Per viverli, ovviamente, in eterna adorazione. Tornando al Crocodile, quello che vi posso dire è che questo locale apre da metà giornata circa: c’è sempre musica, a tutte le ore. Entrate e stupitevi. Sempre in tema musicale, un’altra cosa che ho amato di Seattle è stato il MoPop. Pianti a profusione là dentro.
Lo Space Needle, Seattle vista dall’alto
Salire sullo Space Needle è la prima cosa che ho fatto quando sono arrivata a Seattle. Ho messo giù il mio zaino in albergo (dormivo a pochi passi da lì) e poi sono salita su quella torre fatta a forma di Ufo. Immaginate una città americana dei primi anni ’60. Metteteci il fatto che vi si terrà l’Expo e aggiungete a tutto questo una squadra di architetti con la fantascienza e lo spazio in mente. Ecco, otterrete il quartiere dello Space Needle. Per noi sembra normale vedere una torre a forma di Ufo sopra quella città ma, a quei tempi, sapeva davvero di fantascienza. Vedere Seattle dallo Space Needle è come abbracciarla. Ma non è il solo modo.
Seattle dal mare
Prendere un traghetto per Bremerton o Bainbridge Island è una cosa da fare a Seattle, per vari motivi. Partiamo da quello più veniale: costa intorno ai 7$ (andata e ritorno). A livello di paesaggio, dal traghetto si può ammirare Seattle in un modo incredibile. A me, personalmente, è parso un altro modo per abbracciarla, piangere un po’ e ascoltare Sirens dei Pearl Jam come se non ci fosse un domani. Io ho amato Seattle all’ennesima follia a bordo di quei traghetti.
La cucina asiatica e il pesce
Seattle è la città giusta per due tipi di cucina: quella asiatica e per i piatti a base di pesce. Personalmente, ho frequentato la Chinatown di Seattle come se non ci fosse un domani. Mi sono piaciuti da matti un paio di posti, in uno dei quali ho mangiato tanti di quei Dim Sum e Wonton da innamorarmente perdutamente. La presenza asiatica a Seattle è iniziata praticamente con i primi momenti di vita della città. A Seattle troverete ancora alcuni ristoranti giapponesi davvero spettacolari. Siete a Seattle, datevi all’Asia! O datevi al pesce, in luogo come Ivar’s, per esempio.
Il mio amore per Seattle
Poco più di un anno fa, io e Seattle – finalmente – ci incontravamo. Era un po’ come un amore a distanza vissuto intensamente ma senza fisicità: io la amavo ed ero perfettamente corrisposta. Sono arrivata in città e il cuore mi batteva a mille. È stato come un primo bacio dato a 40 anni. Giorni fa, ho trovato su YouTube questo video di Seattle vuota. È stato fatto con un drone, facendolo volare sopra la città ferma e quasi abbandonata, per via delle restrizioni contro la diffusione del Corona Virus. Nel guardarla, ho sentito il cuore stringersi. Vederla così vuota fa male. Vederla così vuota mi fa chiedere, nel profondo di me stessa, quando la rivedrò. E allora mi è scesa una lacrima, una sola… piena e pesante, capace di segnarmi la guancia sinistra. Ho ancora gli occhi lucidi mentre finisco di scrivere questo post. È ancora amore tra me e Seattle. Amore grande, amore puro.
It’s a fragile thing, this life we lead,
If I think too much, I can’t get over
When by the grace, by which we live
Our lives with death over our shoulders
Want you to know, that should I go,
I always loved you, held you high above too
I studied your face, the fear goes away
Sirens, Pearl Jam
Quando avevo 16 anni ho vissuto a Port Townsend per un anno, non lontano da Seattle e questo angolo di mondo è in assoluto tra i miei luoghi del cuore! Quanto sogno di ritornarci!
Che bellezza!