
Amore e Pandemia è arrivato alla sesta puntata: più va avanti il lockdown, più questa storia entra nel vivo e scendde in profondità. In fondo, i sentitmenti sono come un iceberg: c’è il picco visibile ma la parte sommersa – che nel caso di cose di cuore corrisponde alla profondità di quanto si prova – è davvero grande. Il sentimento scende e scava come fosse una coclea infinita e questo è meraviglioso. Torneremo a viaggiare, sì, e lo faremo verso i luoghi che non abbiamo ancora visto. Questa pandemia ci sta insegnando tante cose, come il fatto di rileggere i vecchi luoghi e di spingerci a raggiungerne di nuovi. I nostri due innamorati torneranno a viaggiare e lo faranno nei luoghi che non hanno ancora visto. Come sempre, è lei che scrive a lui.
Torneremo a viaggiare… e vedremo un nuovo mondo, con nuovi occhi

Caro te, te che sei parte di me, Re della mia vita e mio futuro, torneremo a viaggiare presto e lo faremo guardando il mondo come fosse nuovo e come se noi stessi avessimo nuovi occhi. Un po’ come se questa pandemia ci avesse ripulito retina e cristallino e ora fosse tutto più chiaro. Noi esseri umani siamo strani: attendiamo l’orlo del baratro per renderci conto della bellezza che abbiamo attorno. In mezzo a questo marasma, è sbocciato tutto tra noi. E la felicità è totale. Così totale che ogni sogno è progetto e ogni progetto vedrà la luce. Come il fatto di vedere tutti questi posti che i nostri occhi non hanno ancora percepito ma che, sicuramente, hanno immaginato più di una volta. Andiamo?
L’Isola di Pasqua: noi due e Rapa Nui

L’Isola di Pasqua è lontana e raggiungerla sarà bellissimo, insieme a te. Ore e ore di aereo per trovarsi al cospetto dei Mohai e di tutto quel mistero. Ore e ore di aereo per non sapere nemmeno che giorno è, che anno è. Sì, lo so, avrei dovuto scrivere che giorno sia e che anno sia ma non sarebbe tornata la citazione musicale. Noi e Rapa Nui, Amore mio. Chissà quale potrebbe essere l’occasione che ci porterà lì. E la stessa occasione, magari, ci porterà a raggiungere Pitcairn. In fondo, nella vita, come in viaggio, non servono grandi occasioni per fare grandi cose. E tu, per me, sei ciò che di più grandioso il mondo abbia da darmi. Che ne dici, ce lo facciamo un tatuaggio lì?
Ushuaia, Terra del fuoco, Argentina: per te che sei la fine del mondo

Cosa dire del mondo alla fine del mondo? Ho sempre avuto una grande passione per le estremità del mondo, Amore mio. E non mi spiego il perché. Ushuaia è uno di quei luoghi che chi ha letto Chatwin e Francisco Coloane almeno una volta, non può esimersi di sognare. Con te, mio Re, io sogno anche a occhi aperti. Mi succede una cosa bellissima: sogno a occhi aperti e, nello stesso tempo, mi sento totalmente con i piedi dentro la vita che voglio vivere. Succede anche a te? Probabilmente so già la risposta.
San Galgano, Toscana: per tendere all’infinito

La sai una cosa? Sono stata a San Galgano da piccolissima e, praticamente, posso dire di non esserci mai stata. Ho visto l’abbazia di San Galgano mille volte in foto e tv e, per dirla tutta, vorrei vedermici con te lì in mezzo. L’abbazia che resiste da secoli che contiene un amore in grande costruizione. Entrambi tendono all’infinito. Ci andiamo?
Haugesund, Norvegia: la città de re vichinghi, la città che ha aspettato

Haugesund è la città de re vichinghi, quella in cui nacque Harald Fairhair, quella in cui il casato del re dei norreni è nato e cresciuto. Questa città si sviluppò tardì, però, benché ebbe un passato grandioso. Visse alla grande nel Medioevo ma poi aspettò il XIX Secolo per tornare alla ribalta. Che cosa mi fa venire in mente? Mi fa pensare al senso dell’attesa. Platone diceva che tutti nasciamo completi. Veniamo divisi dal Demiurgo, per poi cercarci (anche senza saperlo. Soprattutto senza saperlo) tutta la vita. La cosa bella? Quando ci incontriamo, ci riconosciamo come parti dello stesso tutto. Haugesund è una città che ha atteso. Come noi, in fondo.
Itaca, Grecia: quel letto intagliato nell’ulivo

Amore mio, una delle cose che ci diciamo sempre è che siamo due quindicenni. Aggiungiamoci giusto qualche anno e proviamo a essere quei diciannovenni che eravamo quando abbiamo finito le superiori. Un grande classico di quegli anni, era leggere Due di due di Andrea de Carlo e partire alla volta della Grecia. Tu l’hai fatto? Io no, Amore mio. Ho vissuto l’estate della mia maturità (esame o maturità effettiva) su di un’altra isola nel modo più intenso possibile. Ogni volta che chiudo gli occhi e ci penso, ci immagino sul ponte di un traghetto, con gli zaini ai nostri piedi, come se avessimo ancora quei vent’anni passati a fare altro. Passati a diventare ciò che siamo. Andiamo a Itaca, Amore mio, a sognare quel letto intagliato nell’ulivo, attorno al quale Ulisse aveva costruito la sua camera. E chissà che il nostro non sia così: forte, eterno, vivo.
La Tasmania: tra diavoli e meraviglia

Non sono mai stata Down Under, amore mio. Ho varcato l’equatore in Sud America ma non ho mai viaggiato fino alle terre degli antipodi. Le sogno così come le sognava il Capitano Cook e, se proprio dovessi scegliere, con te volerei in Tasmania. C’è chi mi ha detto quanto sia bella l’Australia e di quanto sia speciale la Tasmania. Per noi vorrei solo posti capaci di sorprenderci così tanto, da doverci lasciare dei pezzi di cuore. Se c’è una cosa che ho imparato con te – seppure a distanza obbligata – è che il cuore non smette mai di crescere e di dispensare amore. La Tasmania è la patria dei Diavoli… quale luogo più adatto?
Amore mio, Diavolo mio, la canzone che accomapagna questo post è I am Mine dei Pearl Jam. Il perché lo sappiamo noi. Io ho citato e ricitato (anche qui sul blog) il testo scritto da Eddie e soci. Era il mio mantra prima di incontrare te. La mia legge. La parola che mi governava. Poi ho capito che potevo essere così mia da diventare anche di qualcun altro. E quel qualcuno poteva essere una sola persona al mondo. Ovvero tu. Quell’altra parte di me divisa dal Demiurgo e rimasta a vagare nel mondo. Vagavi come vagavo io. Ora è davvero tempo di vagare assieme.
Avendo vissuto a Sydney, la Tasmania l’ho persa per un soffio. Troppo poco tempo per uno stato così grande. Se dovessi scegliere dalla tua lista però, sceglierei senza dubbio l’Isola di Pasqua,
Io ho proprio voglia di Oceania. Chissà che la fine della Pandemia mi possa porterare lì. Come i due innamorati di Amore e Pandemia.
Vorrei vedere tutto. Questa è sempre stata la mia paura: non fare in tempo a farlo. Questa pausa forse servirà a frenare la mia ossessione. O la peggiorerà.
Se quella si può chiamare paura… è una paura spettacolare. Nessuna ossessione, solo curiosità.
Di questi posti, se potessi scegliere andrei in Argentina e a San Galgano. Ma anche Itaca non mi dispiacerebbe, le isole greche sono la mia passione!
Io spero proprio possa essere un’idea per la fine dell’estate ma la vedo dura.
A parte Norvegia e San Galgano (dove comunque tornerei volentieri) abbiamo le stesse destinazioni nella lunghissima wish list post pandemia. Stay safe!
Chissà come sarà il nostro futuro da viaggiatori.
Mentre leggevo il passaggio sulla Grecia e guardavo la foto del relitto di Zante, pensavo che quello è stato il primo viaggio con il giovane che sarebbe diventato mio marito qualche anno più tardi. La nostra vacanza era andata proprio così, con lo zaino in spalla, il traghetto, il motorino per spostarmi sull’isola, i colori del sole, del mare, del cielo e della natura… E ho viaggiato insieme a te nel tempo. Tu in quello futuro, io in quello passato. Grazie
Zante, Itaca, Cefalonia: questa sarebbe la Grecia che io metterei nel mio futuro.
Pensare ai viaggi che vorrei fare riesce a darmi un senso di positività in questo periodo difficile per tutti. I sogni che hai elencato sono uno più affascinante dell’altro, io in particolare sono attratta dall’isola di Pasqua. È difficile immaginare il nostro futuro, però stilare elenchi di mete da vedere ha il potere di rasserenarmi.
Difficile immaginare il futuro ma facile sognarlo.
Bellissima lettere non solo tra i due innamorati ma al mondo che per me è ancora tutto da esplorare e spero di farlo il prima possibile. Torneremo a viaggiare.
Torneremo a viaggiare. E sarà bellissimo (come per i due innamorati di Amore e Pandemia)
Molto bello, mi hai emozionata davvero. Sarà bello tornare a viaggiare e in molti posti che hai nominato tu ci vorrei andare anche io (es. San Gargano). Io “due di due” l’ho letto qualche mese fa quindi…devo tornare anche in Grecia!
Sai che io ho tanta voglia di rileggere quel libro?!
Sto seguendo con sempre più emozione le puntate di Amore e Pandemia. Tutti i luoghi sono perfetti per due innamorati che vogliono correre incontro al mondo. Personalmente, per esperienza personale, direi che la Grecia è il posto giusto per viaggiare e ritrovarsi.
Cara Antonella, ho un sacco di puntate nuove da scrivere. Ho deciso che Amore e Pandemia uscirà ogni mercoledì. Stay tuned!
Anche io penso di iniziare da qualche luogo quasi impossibile, vorrei subito andare in Grecia … però San Galgano potrebbe essere una scelta pratica e veloce
La cosa importante, come direbbe Kerouac, è andare.
Wow, tutti i posti da te elencati sarebbero anche tra i miei sogni; peccato che la mia lista si allunga di giorno in giorno e non mi basterebbero tre vite. San Galgano sarebbe la prima e spero più attuabile.
Spero anch’io possa essere attuabile.
Anche a me piacerebbe vedere i luoghi che hai menzionato nel tuo articolo; ma soprattutto mi hai dato una gran fiducia sul fatto che prima o poi torneremo a viaggiare!
Io non vivrei senza il pensiero di tornare a viaggiare.
L’isola di Pasqua! Questa cosa che alzavano teste gigante che guardano l’orizzonte mezze incastrate nella terra mi ha sempre incuriosito un sacco!! Posso partire con i due innamorati o il terzo incomodo è meglio di no? 😛
Certo che puoi partire con loro!