Sono giorni, questi, in cui la musica sta diventando sempre più importante per me. Lavoro ascoltando musica da tempo immemore e, a pensarci bene, ho sempre studiato con la radio accesa. La musica è sempre di grande ispirazione prima, durante e dopo un viaggio. Dato che, al giorno d’oggi, la fantasia è la migliore alleata per chi ama viaggiare, ho pensato bene di raccontarvi le canzoni che hanno dato forte connotazione ai miei viaggi negli Stati Uniti. Vuoi perché me le sono portate dietro io; vuoi perché mi hanno trovato loro.
Musica in viaggio: ve le ricordate le cassette?

Nel 1993 – avevo 15 anni – ho fatto il mio primo viaggio negli USA: sono atterrata a New York e, passando per Toronto, sono arrivata fino a Denver. In autobus. Senza i miei. Ero lì per andare alla Giornata Mondiale della Gioventù. Detto tra noi, quel viaggio è stato grandioso per me e ancora lo ringrazio. Eravamo io, il mio zaino, il mio sacco a pelo blu e tanta musica. Era il 1993, ribadisco, ed ero partita con un 5 cassette da 90 minuti con il mix della musica che più amavo. Ribadisco di nuovo, era il 1993 e potete comprendere da soli il genere che occupava gran parte di quei nastri. Ora, a distanza di 26 anni, parto col quadruplo della discografia di quel tempo in mp3 dentro al mio telefono. E, se ciò non bastasse, c’è Spotify. Detto questo, c’era qualcosa di romantico nelle cassette, in quei mix che creavi per le persone alle quali volevi bene o che quelle stesse persone ti regalavano. Non trovate sarebbe bello ricominciare a produrle? Sono io che sono troppo vintage?
Musica in viaggio: quei viaggi negli USA

Ci sono ancora milioni di viaggi che vorrei fare nel mondo e, soprattutto negli Stati Uniti. Conosco un po’ l’America ma non ancora quanto vorrei. Ci sono mille luoghi che vorrei vedere e che spero di poter raggiungere un giorno o l’altro. I viaggi – e la musica – che sto per raccontarvi sono un po’ sparsi nella mia esistenza. Non li metto in ordine ma li mescolo come si farebbe con la frutta tagliata a pezzettini per fare una macedonia. Vi racconterò di:
- Qualcosa che riguarda New York, soprattutto Harlem
- Ricorderò il mio viaggio in treno tra California e Oregon con due canzoni per me speciali
- Ci sarà Seattle, what else!?
- Un po’ di California fa sempre bene a tutti
- Ci saranno Chicago, Minneapolis e un pezzo di Colorado
- Non potrei che includere anche Philadelphia, che mi ha dato davvero tanto.
Quella notte a Harlem: Midnight in Harlem, Truck & Tedeschi Band

Avevo citato questa canzone in Amore e Pandemia, nella terza puntata, quando ho parlato delle città della musica. La mia passione per Midnight in Harlem di Truck & Tedeschi Band è nata una notte di aprile del 2010, quando sono andata a New York dalla mia migliore amica che, al tempo, viveva là. Complice una “cena delle nostre“, ovvero di quelle che sai quando inizi ma non sai quando finisci e, soprattutto, quando smetterai di cucinare, mi sono ritrovata a girare dalle parti di Washington Heights alle 3 di notte e a prendere la metropolitana a quell’ora, sentendo nella mia testa quel “Guerrieriiiiii” al quale chiunque abbia visto i Guerrieri della Notte avrebbe pensato. Io, invece, pensavo anche al fatto che quel giorno, come tanti della nostra vita e tanti passati in viaggio, eravamo andate a fare la spesa a Harlem. Quella canzone mi ricorda quel momento e mi rammenta di quanto certe amicizie siano perfettamente eterne.
Minneapolis e il pensiero di un poeta: Like a rolling stone, Bob Dylan
Avevo due pensieri fissi quando sono arrivata a Minneapolis (e un pensiero legato alla città di St.Paul, la gemella di Minneapolis): uno riguardava i Fratelli Coen e i loro film. Il secondo pensiero faceva rima con Bob Dylan. La via in cui visse Dylan in città ora è cambiata moltissimo ma io ho ritrovato lui e la sua poesia ugualmente. La canzone che ho in mente è Like a rolling stone, per me una vera colonna portante della mia vita. Minneapolis è una di quelle città in cui vorrei tornare. Magari in inverno, per vivere un’esperienza in pieno stile Fargo.
Los Angeles, al tramonto: Drinkin’ in LA, Bran van 3000
Cosa dirvi di Los Angeles? Io non so se ho capito in pieno quella città ma ho delle immagini ben fisse nella testa. Una è quella legata alla foto che vedete qui sopra: il panorama di Los Angeles visto dal Getty Museum, un luogo che per me vale il viaggio fino alla città degli angeli. La seconda immagine riguarda la sottoscritta che vaga per la città a piedi di domenica mattina… quando non c’era nessuno in giro. La terza immagine? Un tramonto che non finisce mai, una cena e un drink in LA. Il tutto pensando a Drinking in LA di Bran van 3000. Un pezzo che mi è rimasto nel cuore.
Il rosso del Colorado: Dust in the Wind, Kansas

Sono andata in Colorado un miliardo di anni fa e ancora ce l’ho nel cuore. Tornerei di corsa, anche domani. Anzi, tornerò. L’immagine del mio arrivo in Colorado è legato a Dust in the wind dei Kansas, una canzone degli anni ’70 che io ho spesso nelle orecchie. Mi ricordo la me stessa quindicenne, in autobus: appoggiavo la testa sul vetro alla mia destra e ascoltavo quella canzone con quella cosa super-vintage che si chiama walkman. Che meraviglia di ricordo!
Chicago, sweet home: Sweet Home Chicago, Blues Brothers

Sweet home, Chicago: non torno a Chicago da una vita e la ricordo ancora come una delle città che più mi ha dato in assoluto. Sono approdata sul lago Michigan con una sola cosa in mente: il film Blues Brothers di John Landis. Lo sapevo già a memoria e ne vado totalmente fiera. In quella città ho conosciuto la comunità italiana… e mi sono commossa. In quella città sono andata in cerca delle location legate ai Blues Brothers dicendo tra me e me “sono in missione per conto di Dio“. In quella città sono entrata alla House of Blues e mi sono commossa. Di nuovo. In quella città tornerò. Cantanto, ovviamente, Sweet Home Chicago come non ci fosse un domani.
San Francisco e la sua atmosfera: Somebody to Love, Jefferson Airplane
San Francisco è una di quelle città che fa rima con musica. E con musica di un certo tipo, capace di valicare tempo e spazio. Io ho amato molto San Francisco, i suoi tramonti e la sua atmosfera così speciale. Ci sono tante canzoni che mi riportano là con la mente ma nessuna come Somebody to Love dei Jefferson Airplane. Canzone che fa rima da psicadelia come non ci fosse un domani. E per me fa rima con la vista su Alcatraz e Golden Gate.
Oakland, la dirimpettaia: Basket Case, Green Day
Billy Joe Amstrong, cantante dei Green Day, è nato e cresciuto a Oakland. E proprio Oakland, la dirimpettaia di San Francisco, sono nati i Green Day. Il primo giorno che sono stata lì, giravo a piedi per le strade di Oakland ascoltando Basket Case dei Green Day. E mi sentivo energica come non mai. Oakland è uno di quei posti che è stato capace di sorprendermi in un minuto. Avete mai pensato di visitarla? Fatelo, non ve ne pentirete.
In treno tra California e Oregon: Gentle of my mind, Bill Bragg & Joe Henry
Billy Bragg è un grande inglese che ha realizzato un super progetto americano, assieme a un produttore e musicista chiamato Joe Henry. Il mio viaggio in treno tra California e Oregon è nato proprio mentre ascoltavo l’album che hanno partorito durante questo progetto. Si chiama Shine a Light e, al suo interno, si trova la canzone che mi ricorda tantissimo quel rail journey che mi è piaciuto tanto: si chiama Gentle on my mind ed è un grande classico della musicalità targata USA. Mi vedo di nuovo sui quei treni, pronta ad ascoltare quella canzone e quella che, per me, è stata una sua grande amica. Si tratta di Me & Bobby McGee di Janis Joplin.
Philadelphia, i suoi murales… e l’occhio della tigre: Eye of the tiger, Survivor
Stavate subito pensare a Springsteen? In parte, avete ragione: Streets of Philadelphia è legata indissolubilmente al mio viaggio in Pennsylvania ma è Eye of the tiger di Survivor a farla da padrona nella mia mente. Ovviamente è tutta colpa di Rocky e dei film con Stallone. Il ricordo è questo: era il primo giorno a Philadelphia. Ero arrivata in città il pomeriggio prima. Il fuso orario batteva in testa e, malgrado la melatonina, io ero sveglia alle 5 della mattina. Cosa fare? Restare a letto o uscire? Ovviamente, sono uscita: manco farlo apposta, mi sono infilata leggings, maglietta e felpa e sono scesa in Logan Square. Da lì ho puntato dritto al Philadelphia Museum of Art. Il pensiero è corso subito a Rocky e alle famose “scale“. Proprio in quel momento mi sono resa conto che, attorno a me, era pieno di gente che correva. Tutti con l’occhio della tigre pronto a fulminare altri runner. Io non correvo ma camminavo veloce. Una volta salite le scale, la canzone era più che chiara anche nella mia mente.
Seattle, la mia Seattle: Sirens, Pearl Jam
La foto giusta (anche se l’ho già usata), la città giusta, la Giovy giusta. Il momento giusto. Ho voluto prendere il traghetto per Bremerton per tanti motivi, uno di essi era per vedere Seattle in tutta la sua bellezza e fotografarla così. Un altro motivo è che volevo ascoltare Sirens dei Pearl Jam mentre guardavo la città dal mare. La guardavo, ascoltavo la canzone e piangevo di felicità per un sogno realizzato. Un grande sogno che tenevo saldo nel mio cuore. Per me, ancora oggi a quasi un anno di distanza da quel momento, l’emozione è ancora così grande che, nel ripensare a come mi sentivo, piango di nuovo. Di felicità, ovviamente.
Tutte le foto, salvo diversamente indicato, sono © Giovy Malfiori – riproduzione vietata.
Quando racconti gli Stati Uniti mi fai venire una gran voglia di andarci. E considera che, adolescenza a parte, non ho più avuto una gran voglia di andarci. Complice di questo è il tuo accostamento di questi luoghi alla musica. Mi sono anche ricordata di quando ho visto i Guerrieri della Notte: è proprio vero che la frase rimane in testa!
Quella frase è mitica: io ci ho sempre pensato nelle varie volte che sono stata a New York.
Viaggi e musica per me sono un binomio davvero forte.
Oddio, Drinking in L.A.!! 😍L’ho ritrovata proprio l’altroieri nel mio hard disk!! Comunque fammi capire: i tuoi ti hanno mandata negli USA a 15 anni senza di loro??? Questa non è fortuna, di più!!!
Certo: a 15 anni ero on the road negli USA, con amici maggiorenni. I miei genitori mi hanno sempre spinta a viaggiare. Soprattutto senza di loro.
Nostalgia! E’ il sentimento che ho provato leggendo il tuo bellissimo post. Nostalgia per i viaggi in America e nostalgia per quelle canzoni stipate nelle cassette, quelle antenate delle playlist che ognuno di noi aveva, prestava e regalava con intenti ben precisi. Like a rolling stone… quanti ricordi!
Tanta nostalgia anch’io, sai?
Abbiamo gli stessi gusti musicali! Su Drinkin in L.A. ho sempre i brividi. È una delle poche canzoni che non mi stanco mai di ascoltare, soprattutto ora. Mi fa viaggiare con le note catapultandomi alla mia California, dove vorrei tanto essere.
Già che ci sono… ora me la ascolto e sogno un po’.
Mi hai dato un sacco di spunti su cui riflettere: sono stata solo a NY e il mio sogno era di tornare per andare negli stati del sud, soprattutto New Orleans. Ma insomma, ce n’é per tutti i gusti
Anch’io vorrei vedere gli stati del sud!
Della gran bella musica davvero! Mi hai presa soprattutto con la canzone di Seattle e mi sono immaginata li sull’acqua con i Pearl Jam nelle orecchie 🙂
Io continuo a vedermi là, con loro nelle orecchie.
Molto bello ripercorrere con te i tuoi viaggi negli Stati Uniti accompagnata dalla musica!
Anch’io adoravo ricevere e fare musicassette da e per le persone del cuore!
Io farei le cassettine anche ora.
E’ molto bella questa idea di unire le canzoni ai viaggi. Effettivamente, anche io ho ricordi che si associano alla musica e viceversa. Mi capita di ascoltare un brano e ritornare con i ricordi davanti ad un panorama o su un treno. E’ una cosa molto bella e romantica. I ricordi poi sono sempre benvenuti così come la musica che ce li riporta.
Per me, la musica è capace di grande Karma e di grande comunicazione.
Pensa che il mio momento più rock che ricordo è una corsa in macchina sulla costiera croata con Le Vibrazioni ad alto volume e il vento nei capelli. Un immagine che mi torna spesso, chissà perchè 🙂 Bellissimo viaggio a 15 anni!!
Ognuno dovrebbe avere un’immagine così nella mente, a prescindere alla canzone.
Che meraviglia, un on the road negli USA a 15 anni! Io a quasi il doppio..ancora lo sogno. Per quanto riguarda la musica, ho dei gusti un po’ meno sofisticati: vado dove mi porta Spotify!
Ho avuto (e ho) una gran famiglia: mi hanno sempre spinto a viaggiare.