Un viaggio in Norvegia, per me, dovrebbe prevedere almeno un paio di giorni a Oslo. Facciamo anche tre, se dovesse essere possibile. Il primo giorno a Oslo è stato dedicato ad alcuni musei di stampo storico e alla visita di luoghi centrali e poco fuori dal centro. Dove ci porterà il secondo giorno? Come promesso, vi vengo a prendere in stazione centrale per portarvi in un percorso da fare in parte a piedi e in parte coi mezzi pubblici, tra arte, cibo e tanta bellezza cittadina. Pronti?
Itinerario per scoprire Oslo, giorno 2: arte, cibo e città
Se vi dicessi Oslo, cosa vi viene in mente? Ci sono città che possiedono delle icone inconfonbili. Non è così per Oslo che, però, non manca di bellezza assoluta. Ve ne renderete conto con questo itinerario per il secondo giorno nella capitale della Norvegia. Come vi dicevo, vi vengo a prendere in stazione centrale. Da lì prenderemo la metropolitana. Il biglietto è compreso nell’Oslo Pass. Questo itinerario utilizzerà le vostre gambe, così come un paio di mezzi pubblici. Sempre che lo vogliate. Una cosa bella della zona che vi descriverò è il fatto che può essere tutta coperta a piedi, se vi va di camminare un po’. Io ve lo consiglio. Partiamo?
Il museo di Munch, un must di Oslo
Dalla stazione centrale, prendiamo la metropolitana di Oslo: eh già, anche Oslo ha la sua metropolitana. Le linee non sono tante e la direzione da prendere è quella opposta al centro. La fermata a cui puntare è Tøyen, ovvero io nome di un quartiere appena fuori dal centro. La nostra destinazione è chiara: il Munch Museet ovvero il Museo di Munch. Nei piani norvegesi c’è in programma di cambiare la sede di questo museo ma, per il momento, si trova lì. Il Museo di Munch apre al mattino alle 10 e la mia visita è durata circa un paio d’ore. Vi consiglio fortemente una cosa: non abbiate fretta di vedere solo l’Urlo. Osservate per bene tutte le opere: quello è tutto ciò che rimane di Edvar Munch. Una volta finita la visita, vi suggerisco di fermarmi nella caffetteria per riprendervi un po’: decidete se mangiare lì o camminare circa un quarto d’ora (facciamo anche 20 minuti, prendetevela con calma) fino alla prossima tappa.
Camminando verso Vulkan
Dal museo di Munch, dirigetevi a piedi verso una via chiamata Sofienberggata. Seguitela in tutta la sua lunghezza: lì vedrete un pezzo di Oslo estremamente normale ma, ricordatevelo, siate sempre curiosi: osservate la città che vi sta attorno. Potrete ammirare la chiesa di Sofienberg e il suo splendido parco. Quando sono andata io, l’autunno regalava già colori meravigliosi. Dal lato opposto rispetto alla chiesa, potrete vedere dei palazzi di inizio ‘900 e di epoche immediatamente successive: guardateli e cercate i dettagli. Vi renderete conto quanto l’Art Déco abbia avuto spazio in quel di Oslo. Seguite la via fino alla fine. Poi incontrerete un parco con una via che scende in discesa verso il fiume (è quella della foto in copertina). Scendete fino al fiume e sarete arrivati a Vulkan, piccolo grande gioiello lungo l’Akerselva.
Vulkan, l’arte e l’Askerselva
La zona di Oslo lungo l’Akerselva è un piccolo grande gioiello che è stato capace di sorprendermi per tanti motivi: in primis, si tratta di un quartiere molto creativo, dove un’area industriale storica ha trovato una nuova vita fatta di creatività, teatro e tanta arte. Dall’altro lato della strada, giusto a pochi passi di distanza, trovate il quariere di Vulkan, luogo in cui si trova Mathallen, il vecchio mercato coperto di Olso dove vi consiglio di mangiare, nel caso non abbiate scelto la caffeteria del Museo di Munch. Mathallen è una vera e propria esperienza. Parola mia. Fermatevi lì e poi fate un bel giro nel quartiere. Quando sarete sazi e riposati, affrontate la breve salita fino al Vår Frelsers Gravlund.
Il Vår Frelsers Gravlund, il cimitero da vedere a Oslo

Amate i cimiteri pieni di storia e di storie da immaginare o da scoprire? Siete nel posto giusto. Il Vår Frelsers Gravlund è un bellissimo cimitero che, come da tradizione nordica (come accade a Copenhagen, per esempio) è utilizzato come parco pubblico. Perché andarci? Il mio motivo personale era andare a salutare Henrik Ibsen, il drammaturgo norvegese che scrisse, tra le altre cose, Casa di Bambola. Secondo motivo? Secondo solo perché in un elenco non si mettono mai due prime posizioni: lì è sepolto anche Edvard Munch.
Damstredet e l’immagine storica di Oslo

Oslo è una capitale relativamente giovane. Essa è diventata la città principale della Norvegia nelle seconda metà del XIX Secolo, quando la nazione ha ottenuto l’indipendenza dalla Danimarca. Le nazioni vichighe, soprattutto dal XVI Secolo in poi si sono sempre fatte un po’ di guerra. Tempo fa iniziare a studiare la loro storia, proprio di epoca moderna, e mi sono persa. Quello che è certo è che Oslo racconta molto, come vi dicevo prima, del XIX Secolo. Ci sono, però, anche alcune zone che vi mostreranno la bellezza di una Oslo precendete. Una delle vie alle quali puntare è Damstredet, a pochi passi dal cimitero che vi ho indicato prima. Da lì, non farete fatica a trovare una fermata dell’autobus per tornare verso la stazione. Sulla via chiamata Marildasveien trovate proprio le linee che vi riporteranno in stazione. Scegliete voi se andare a piedi o coi mezzi.
Le vie del centro di Oslo
Una volta tornati in stazione, avete la possibilità di percorrere le vie centrali di Oslo, quelle che proprio dalla stazione arrivano fino al palazzo reale. Quella che sceglierei io è la Karl Johans Gate. Nel caso, nel primo giorno in città, abbiate saltato la visita al Museo Storico di Oslo, questa è la vostra occasione. Il museo pieno di reperti dell’epoca vichinga (ma non solo) merita una visita anche per il palazzo che lo contiene. Dovete tornare nella zona della stazione e non volete farla a piedi? Prendete il tram dalla zona del Teatro Nazionale: a me piaceva un sacco girare in tram per Oslo.
Oslo, per me
Ve l’ho già scritto: molti anni fa, mi dissero di visitare la Norvegia in autunno perché, a detta della signora norvegese che ha proferito quelle parole, la Norvegia è meravigliosa in autunno. Io aggiungo che Oslo è bellissima in autunno. La stagione delle foglie colorate dona moltissimo alla città e non si tarda a rendersene conto, soprattutto se si cammina molto. Oslo mi ha detto tanto e non me l’aspettavo: nella vita tutti dovremmo trovare delle città capaci di sorprendermi e – mi sento fortunata – il 2019 me ne ha regalata più di una. A Oslo ho lasciato un bel pizzico di voglia di tornare. A Oslo ho lasciato la voglia di godermi dei tempi lenti, ottimi caffè guardando il mare e, perché no, tanta emozione tornando nei musei della città. Tornerò, Oslo. Tornerò a Oslo.
Tutte le foto, salvo diversamente indicato, sono © Giovy Malfiori – riproduzione vietata.
Sono stata 2 volte a Oslo e mi è davvero piaciuta, con quell’atmosfera un po’ fredda e riservata, ma ricca di luoghi speciali.
Io l’ho trovata riservata e splendidamente accogliente nello stesso tempo.
Ci sono stata per ben due volte ma sempre per lavoro, senza avere la possibilità di vedere nulla se non degli uffici e il castello. Tutto qui. Un vero peccato perché della Norvegia ho visto per bene altre città come Bergen e Tromsø, che meritano tantissimo, quindi sono certa che anche Oslo mi piacerebbe tantissimo.
Oslo è una città che potrei definire “insospettabile”. Nasconde delle bellezze assolute.