
Ho iniziato con quello che amo di Berlino e proseguo con quello che amo de La Habana. Aspettatevi, in questo 2020, un sacco di post di questo genere, di quelli in cui vi racconto i luoghi partendo un po’ dal mio cuore e dai miei gusti personali. Qualcuno, tanto tempo fa, scrisse una cosa nella quale credo immensamente: La Habana o si ama o si odia. Non c’è via di mezzo e, in vari viaggi a Cuba, mi sono resa conto di quanto questa frase sia vera. Io, però, aggiungerei una cosa: o la si capisce o no. E lì – nella comprensione – nasce l’amore. Pronti a scoprire quello che amo di più de La Habana?
Anatomia de La Habana: cercatela in una canzone

Che Cuba e la musica siano unite, non è di certo una novità. Tempo fa, scrissi come le canzoni degli Orishas (gruppo cubano che adoro) possano fare da guida di viaggio sull’isola. Se le canzoni non vi bastano, sappiate che c’è sempre la guida di viaggio che ho scritto io e pubblicata da Viaggiautori. Piccolo spazio pubblicità finito. Detto questo, l’anatomia de La Habana va cercata, per me, proprio dentro una canzone. E degli Orishas per l’appunto. Si chiama 537 Cuba e ha qualche annetto. Ciò però non le vieta di emozionarmi sempre e di farmi piangere spesso. In che modo racconta La Habana? La canzone è una vera e propria dichiarazione d’amore per La Habana e, a un certo punto (e guarda caso quello che amo di più in tutto il testo) elenca molti dei quartieri della città. Quando arrivo in quel dato momento, io chiudo gli occhi e provo a volare con la mente sopra la città. Se avete già fatto un viaggio a La Habana, provate. Se non l’avete fatto, lasciatevi ispirare.
La Habana: i miei luoghi

Doce en la noche en La Habana, Cuba… queste sono le parole del segnale orario di Radio Reloj, una delle radio più famose di Cuba. Probabilmente l’avete sentito in Me Gustas Tu di Manu Chao, canzone che campiona più di un jingle di questa radio cubana (per inciso, questa canzone campiona un sacco di suoni reali, come per esempio quello della metropolitana di Madrid). Io penso spesso a quella frase e a tutte le volte che l’ho sentita proprio a La Habana. Quella città è per me un qualcosa di particolare: penso sia l’unico posto caldo e umido che io possa dire di amare sulla nostra terra. L’unico. I miei luoghi sono pezzi di città che non dovrebbero mai mancare in un itinerario di viaggio cubano alla scoperta de La Habana. Vi parlerò di:
- Luoghi che si perdono tra storia e leggenda
- Vie e piazze che, per me, sono simboli totali de La Habana
- Colori e tramonto, perché a Cuba non possomo mai mancare
Il Paseo del Prado e l’ombra dei suoi alberi

Paseo del Prado, tus leones lado a lado… Questo è un verso di quella canzone degli Orishas che citavo qualche paragrafo fa e racconta dei due leoni in pietra che stanno ai lati del Paseo del Prado de La Habana. Il Paseo del Prado è il viale che divide La Habana Centro da La Habana Vieja. È stato progettato all’inizio del XX Secolo ed è caratterizzato da una passerella centrale per passeggiare all’ombra degli alberi. Io lo amo proprio per i suoi alberi. Per me è stato più di una volta rifugio dal sole battente. Per me significa puro ristoro e pura bellezza.
I colori de La Habana Vieja

La Habana Vieja per me è un luogo irrinunciabile. Ho avuto una grande fortuna, durante uno dei miei viaggi a Cuba: ho dormito lì per alcune (molte) notti e mi sono sentita come se fossi stata adottata da tutto il palazzo nel quale vivevo. Per me è stata un’esperienza totale, completamente avvolgente, che mi ha permesso di entrare davvero in contatto con la bellezza di Cuba. Per me, La Habana Vieja è la terra dei colori, di quelli che lottano con l’umidità del tropico e che cercano di sopravvivere al tempo che passa. La Habana Vieja è l’anima della città. E, a tratti, anche un po’ dell’anima di Cuba.
Il Castillo del Morro

La Habana è una città dalla storia pazzesca: il colonialismo spagnolo si legge in ogni angolo e, come se ciò non bastasse, anche la storia del Novecento si mostra in tutta la sua bellezza e completezza assoluta. Proprio per questo motivo, La Habana è una città-libro che va letta con calma. Un luogo perfetto per fare questo è il Castillo del Morro. In primis, da lì si può ammiare uno dei migliori panorami sulla città. Lì, in secondo luogo ma praticamente a pari merito, si può comprendere molta della storia di Cuba. Non solo della sua capitale. Andateci.
Il Castillo de la Real Fuerza e La Giraldilla

C’è una leggenda molto frequente in vari paesi dell’America Latina: racconta di una donna che impazzisce, aspettando il ritorno dell’amore della sua vita. I Manà, gruppo messicano, ne hanno fatto una canzone spettacolare: avete presente En el muelle de San Blas? Ecco, proprio quella. A Cuba, proprio a La Habana, questa leggenda prende la forma della Giraldilla, la donna ritratta sulla piccola statua che sta su una torre del Castillo della Real Fuerza e che, tra l’altro, è diventata simbolo anche di una famosa marca di rum. Alcune fonti dicono che la Giraldilla rappresenti una cerca Doña Isabel; Altri, invece, ci vedono Juana La Loca, la figlia di Isabella di Castiglia e Ferdinando di Aragona che, però, non vide mai le colonie.
Plaza de Armas, la mia piazza preferita

Proprio fuori dal Castillo de la Real Fuerza si trova quella che è la mia piazza preferita a La Habana: si tratta di Plaza de Armas che, come dice il suo nome, un tempo era utilizzata per schierare i militari a difesa del castello e del governatore presente sull’isola. Vi consiglio di passare di lì, fare un giro sulla piazza, ammirare le bancherelle di libri e poi sedervi all’ombra e guardare la vita scorrere in questa parte de La Habana.
Il Barrio Chino

A poca distanza dal Capitolio Nacional troverete El Barrio Chino, una delle Chinatown più sorprendenti che io abbia mai visto. I cinesi iniziarono a emigrare a Cuba nel XIX Secolo, proprio quando iniziarono ad arrivare nel territorio degli Stati Uniti. Il Barrio Chino de La Habana fu il primo e il più grande insediamento in questa area del mondo. Con il trionfo della Rivoluzione Cubana, il legame tra la Cina e Cuba divenne più forte e questa parte de La Habana prosperò alla grande. Quando sono andata nel Barrio Chino per la prima volta, ebbi l’impressione di aver cambiato nazione, seppur per poco. Per me resta un luogo davvero interessante.
L’Università e Il Vedado

L’Università de La Habana è un luogo che amo, che mi ha dato molto, che mi ha stimolata a cercare, leggere, imparare e approfondire la storia di Cuba. Per quel che mi riguarda è un luogo a cui penso spesso. Penso a tutta la storia passata su quelle scale. Penso a uomini come Julio Antonio Mella o José Antonio Echeverrìa. Non vi dicono nulla questi uomini? Telefonatemi e vi racconto tutto. Vi appassionerete, come me, alla grande storia di Cuba che, troppo spesso, viene raccontata solo negli anni della Rivoluzione Castrista ma che, in realtà, è molto più profonda. Cuba ha vissuto un sacco di rivoluzioni prima di quella del 1959. L’Univervistà e il Vedado – il quartiere in cui si trova – sono per me un altro pezzo di casa. A Cuba.
I tramonti sul Malecon

Uno dei libri che lessi prima del mio primissimo viaggio a Cuba si chiama “Rumba. Itinerari cubani al ritmo della capitale“. Si tratta di un’opera di David Riondino e Roberto Perini ed è davvero interessante per iniziare a capire La Habana e andare oltre lo stereotipo del classico viaggio a Cuba. C’è una piccola frase di quel libro che ho sempre in testa, dal lontano 1999: “Gli avvoltoi volavano bassi sul Malecon“, dice proprio così. E poi va avanti, cercando di spiegare chi siamo gli avvoltoi in questione. Sono stata sul Malecon non so quante volte e non so quante volte ho pensato a quella frase. I tramonti sul Malencon sono un qualcosa che vale il viaggio a La Habana. Credete a me.
…Vedado, Paseo del Prado, Tus leones lado a lado
Forman parte de mis tradiciones,
Mis emociones. Eres tú mí Cuba, Como tú ninguna…
537 Cuba – Orishas
Il primo impatto con La Habana è stato di smarrimento: la prima sera appena arrivati camminare per il centro storico un pochino spaventa – ma già dalla mattina dopo al risveglio mi ha rapita. Una città vivace con colori e suoni magici.
Quello è successo anche a me, in altre città. Vederle subito la sera fa sempre un certo effetto. Le città, per me, dovrebbero essere sempre viste di prima mattina.