Giorni fa, ho rimesso finalmente mano al mio podcast. Giovy on air è ora disponibile gratuitamente anche su Spotify e, nell’ultimo episodio pubblicato, ho speso qualche parola anche su Seattle e sul signficato che quella città ha dato al mio 2019. Ho amato tutto di Seattle: dalla mia salita sullo Space Needle fino a quella mattina in cui ho conosciuto Pioneer Square. C’è stato un momento che ha incontrato totalmente un qualcosa che adoro fare in molte città del mondo: visitare il porto. Seattle è una città che dialoga molto con il suo porto. Perché salire in barca e visitarlo? Ve lo racconto oggi.
Consigli e informazioni per visitare il Porto di Seattle: cosa aspettarsi?
Premessa: io sono davvero innamorata dei porti commerciali. Quando vedo gru e benne divento matta e non so perché. Ho fissa negli occhi l’immagine del mio arrivo in treno ad Amburgo, con le gru avvolte dal tramonto. Io trovo che i porti siano dei luoghi magnifici e su di me hanno davvero gran fascino. La visita al porto di Seattle in barca è compresa nel Seattle CityPass® assieme all’ingresso ad altre 4 attrazioni top in città. Il giro del porto con Argosycruises può essere acquistato anche da chi non ha il pass. L’importo per il solo giro del porto, per un adulto, è di 31$ e l’esperienza dura poco più di un’ora. La barca si prende dal Waterfront, all’altezza del Pier55. Di cosa dovete tenere conto?
- Questo giro del porto di Seattle è un’attrazione molto gettonata.
Passare prima dal ticket counter (soprattutto se avete il Seattle CityPass®) per sapere a che ora potrete partire. Ci si presenta all’imbarco almeno mezz’ora prima della partenza. - Sulla barca c’è un bar e le consumazioni sono extra rispetto al biglietto.
- Tutto il tour è accompagnato da un commento in inglese. Io l’ho trovato molto utile.
- L’abbigliamento che vi consiglio di portare è un po’ bipolare: felpa per il vento e crema solare per il viso.
Il viaggio, nel mio caso, è stato molto tranquillo e davvero interessante.
Cosa si può ammirare dal Harbour Tour di Seattle?
Ok Giovy, il porto è bello… ma cosa si può vedere durante un’esperienza così? Così come amo guardare le città dall’alto, dove possibile amo guardarle anche dall’acqua. Mi sembra di abbracciarle nella loro completezza. Durante l’ora di viaggio intorno al porto di Seattle, quello che si può vedere è quanto gravita attorno alla città a livello di attività turistiche o perfettamente commerciali. Si va dall’attracco delle navi da crociera fino a quelle gru e benne che tanto solleticano il mio cuore. Partiamo?
Il Waterfront di Seattle
La prima immagine che si può avere di Seattle facendo il giro del porto è il suo Waterfront, fatto di mille parti diverse. C’è una zona centrale generalmente votata al turismo ma, nelle sue parti laterali, il waterfront appartiene proprio alle attività di chi ha fatto del mare la propria vita. Guardare Seattle dall’acqua (potete farlo anche prendendo il traghetto per Bremerton o Bainbridge Island) è un regalo che dovete farvi se fate un viaggio in città.
La zona delle navi di crociera
Seattle è, come la vicina Vancouver, la porta d’ingresso dell’Alaska. Almeno per chi vuole raggiungere l’Alaska via nave. Da quelle due città, infatti, partono quasi tutte le crociere verso l’Alaska, allo stesso modo in cui, nel 1850, partivano le barche per chi voleva andare nello Yukon o nel Klondike per cercare l’oro. La zona di attracco delle navi è appena fuori downtown.
I vari Pier di Seattle
La zona dei Pier – ovvero dei moli – del Waterfront di Seattle copre circa 2 chilometri di città, solo nella zona che va dal Pike Place Market fino al Ferry Terminal. Poi c’è tutto il resto. La città conta circa una settantina di moli, gran parte dei quali non hanno nulla a che vedere col turismo ma sono funzionali ad attività commerciali. Li potrete vedere senza problemi navigando per scoprire il porto di Seattle.
Verso le isole
La Elliott Bay, baia sulla quale sorge Seattle, è piena di isole, isolotti e isolette per tutti i gusti. La parte del giro del porto che “punta” verso le isole è davvero perfetto per conoscere la bellezza dell’ambiente in questa parte di Stati Uniti. Se la giornata ve lo concede, tornando verso Seattle, non mancherete di ammirare un monte immenso all’orizzonte. Si tratta del Monte Rainer, simbolo di questa parte di Stato di Washington.
Il porto commerciale
Ciò che sorprende maggiormente del porto di Seattle è la sua vicinanza al centro della città. Non è – a pensarci bene – una cosa così inusuale. Succede anche in altre città come Amburgo o Oakland, volendo restare negli Stati Uniti. Il porto, per molte città, è davvero “genitore” di tutto ciò che vediamo e proprio da lì dovremmo iniziare a conoscere un luogo e le sue bellezze. Il porto di Seattle è, a livello tecnologico, uno dei più avanzati di quella parte di mondo e non mancherà di lasciarvi a bocca aperta, anche se non siete appassionati del genere.
Il giro del porto di Seattle, per me
Era il mio ultimo giorno a Seattle e avevo bisogno di un modo tutto mio per dire “ciao” a quella città che mi aveva fatto piangere dall’emozione ogni giorno. Ve l’ho detto: Seattle per me era un simbolo assoluto. Il simbolo di tante cose che sono entrate nel cuore e nella mente della me quindicenne e che lì sono rimaste. Sono lì ancora oggi e lo erano quel giorno in cui ho fatto il giro del porto di Seattle. Mentre il tour finiva, io mi sentivo felice per aver conosciuto un altro porto di cui non sapevo nulla, o al massimo davvero poco. Mentre il tour finiva, guardavo la città avvicinarci e quella fine – ovvero quella dei miei giorni a Seattle – arrivare inesorabilmente. Ho guardato lo skyline di Seattle e mi sembrava di poter stringerlo tra le mani. Ripensavo a quel I will take you there, cantato dai Pearl Jam in Breath e lo volevo trasformare in un Come Back, sempre con la musica dei Pearl Jam. Prima o poi, cara Seattle, torno. Davvero.
If I don’t fall apart
Will my memory stay clear?
So you had to go
And I had to remain here
But the strangest thing to date
So far away and yet you feel so close
I’m not going to question it any other way
It must be an open door for you
To come back…
Pearl Jam – Come back
Tutte le foto sono © Giovy Malfiori – riproduzione vietata.
Il profilo di Seattle mi ricorda molto quello di Vancouver, mi sbaglio? Mi piacerebbe molto un viaggio in questa zona degli USA ma quest’anno i voli per l’estate sono carissimi quindi ho “ripiegato” su altro.
Non sbagli: potrebbero essere sorelle. Simili ma diverse, ognuna con la propria personalità.
I voli per Seattle costano e, per questo motivo, meglio volare su Vancouver (io l’ho fatto con Air Transat) e poi prendere l’autobus o il treno per Seattle.
Ma…wow! Seattle è una delle mete dei miei sogni da quando ascoltavo i Nirvana al liceo! Soprattutto i dintorni…
Senti sono curiosa di sapere una cosa anche sul tuo podcast: posso chiederti cosa usi per farlo, editarlo, e poi pubblicarlo? Ne ho nel cassetto uno anche io, ho registrato la prima puntata ma non so come fare ad andare avanti! Audble non so usarlo….
Grazie! Ora ti ascolto
Ciao Alessandra,
anche per me Seattle rappresentava quello e andarci è stato davvero come realizzare un sogno.
Per quanto riguarda il podcast, io uso Spreaker. Faccio tutto tramite la loro interfaccia.