Oslo è una di quelle città in cui la spettacolare capacità visionaria dei vichinghi è ancora presente in alcuni musei che vanno visti, non appena ci si accinge a fare un viaggio in Norvegia. C’è il Museo delle Navi Vichinghe a raccontare la grande “visione verso nuovi mondi” (qualsiasi essi siano) degli uomini venuti dal nord ma c’è anche un museo che racconta l’immensa capacità umana verso l’essere dei visionari: si tratta del Kon-Tiki Museum, dove scoprire la storia, la vita, gli studi e la grande voglia di scoperta di un uomo spettacolare come Thor Heyerdahl, un moderno vichingo che tutti dovrebbero conoscere e ammirare. Parola mia.
Chi era Thor Heyerdahl
La domanda è: Chi era Thor Heyerdahl e perché tutti i viaggiatori moderni dovrebbero conoscerlo? Uno che si chiama Thor viene, fin dall’infanzia, investito di un grande destino da compiere. Lui, sicuramente, ci è riuscito. Thor Heyerdahl fu un antropologo e un esploratore norvegese vissuto tra la Prima Guerra Mondiale e il 2002. Studiò all’Università di Oslo e aveva una vera e propria fissa per le rotte di navigazione antiche, quelle percorse da popoli lontanissimi a livello storico, in un momento della vita del mondo in cui non si disegnavano le carte geografiche. Se ci pensate bene, spostarsi per trovare una vita migliore è il bisogno che – fin dall’alba dei tempi – ha caratterizzato i viaggi degli esseri umani. Fondamentalmente, si viaggia per piacere dal XVIII Secolo (pensate ai famosi Grand Tour degli scrittori di quel periodo) e, in quegli anni, poteva viaggiare solo chi era nobile o abbiente. Il viaggio popolare per piacere è un concetto del XX Secolo. Il concetto del viaggio come necessità spinse Thor Heyerdahl a compiere delle imprese così grandi da non poter essere definite. Thor Heyerdahl viaggiò molto e a lui si deve, per esempio, lo studio sulle Piramidi di Güimar di Tenerife, isola che lui amava molto e dove passò davvero tanto tempo. Il Kon-Tiki Museum di Oslo nasce per raccontare alcune delle sue imprese spettacolari. Una fra tutti: il viaggio del Kon-Tiki, un’imbarcazione che fu capace di fargli compiere qualcosa di inimmaginabile. Ora, però, parliamo del museo.
Dove si trova il Kon-Tiki Museum a Oslo e come raggiungerlo
Il Kon-Tiki Museum, proprio come tanti altri musei norvegesi (tipo il Folkemuseum, che vi consiglio di tutto cuore), si trova sulla penisola di Bygdøy, quel territorio a pochi chilometri dal centro (sono circa 15 minuti di autobus) che sembra, però, un luogo a mille miglia da negozi e palazzi. Per raggiungere Bygdøy prendete l’autobus nr.30, che sarà il vosto migliore amico per visitare i musei in questa zona di Oslo. All’interno dell’autobus c’è un monitor che mostra le fermate. Il Kon-Tiki si trova all’ultima fermata. Non potete sbagliarvi. Il Kon-Tiki Museum è compreso nell’Oslo Pass. Il luogo è piccolo ma vi prenderà almeno un’oretta del vostro tempo, soprattutto se siete a digiuno delle imprese di Thor Heyerdahl.
Cosa vedere al Kon-Tiki Museum: il Ra e il Ra II
A questo punto del mio post, solitamente, vi racconto cosa aspettarsi dal luogo del quale sto scrivendo. Per quanto riguarda il Kon-Tiki Museum, lo faccio parlandovi già di cosa vedrete e delle imprese del grande Thor. Il caro Signor Heyerdahl, a un certo punto della sua vita (siamo all’inizio degli Anni ’70) si chiese che cosa si potesse fare con un’imbarcazione di giunchi. Il giunco è uno dei materiali più usati per le barche primitive e, ancora oggi, viene utilizzato dalle popolazioni del Lago Titicaca, giusto per fare un esempio. Thor Heyerdahl decise di navigare con un’imbarcazione di giunchi. Fece costruire, in Africa, una barca battezzata Ra, come il Dio Sole degli Egizi. Questo popolo, infatti, navigò il Nilo proprio con delle barche fatte con i giunghi, oltre che con quelle in papiro. Il Ra doveva attraversare l’Oceano Atlantico ma non ci riusciì. Venne così costruito il Ra II e utilizzato lo stesso equipaggio del Ra (tra cui c’era un documentarista italiano, Carlo Mauri). Thor Heyerdahl realizzò ciò che sperava: in meno di due mesi, attraversò l’Oceano coprendo la distanza tra l’Africa (partì dal Marocco) e Barbados.
Il Kon-Tiki e la grande impresa nel Pacifico
L’impresa effettuata con il Ra e il Ra II era figlia della più grande impresa che Thor Heyerdahl compì nella sua vita. Per comprenderla dobbiamo tornare con la mente nel 1947, momento in cui Thor Heyerdahl cercò qualcuno per finanziare il viaggio del Kon-Tiki. Il nostro Thor aveva una trentina d’anni e, nel suo periodo univesitario, studiò l’esistenza della Corrente di Humbolt. Nell’Oceano Altantico ci sono gli Alisei e c’è la Corrente del Golfo: questi elementi hanno guidato navigatori di ogni epoca. E nel Pacifico? Lì esiste la Corrente di Humbolt, che va dal Perù alla Polinesia. L’idea di Thor Heyerdahl era di costruire una barca simile a quelle che potevano esserci sulle coste del Sud-America secoli e secoli fa. Per non dire di più. Il suo scopo era dimostrare che ci potesse essere stato uno spostamento delle popolazioni del Sud America verso la Polinesia e viceversa. Costrì il Kon-Tiki, reclutò un equipaggio di poche persone (in tutto erano in 6) e partì. In 101 giorni, il Kon-Tiki arrivò in Polinesia, proprio seguendo la Corrente di Humbolt. Perché Thor Heyerdahl pensò a un collegamento Polinesia-Sud America? Per via della presenza delle Piramidi a gradoni in entrambe le parti del mondo. Per lui doveva esserci un collegamento e lo trovoò. Al Kon-Tiki Museum di Oslo c’è la barca originale, oltre che un insieme enorme di informazioni sulla spedizione.
Il Kon-Tiki Museum, per me
Giorni fa, mentre ero a Tenerife, parlavo con la mia amica Ele e le spiegavo la vita di Thor Heyerdahl. Lei mi ha detto una cosa che condivido in pieno: il nostro mondo ha bisogno di visionari. Di quelli concreti però. C’è una frase che adoro, figlia di Walt Disney. Proprio lui, l’uomo. Dice: “Qual è la differenza tra un sogno e un progetto? Una data“. Senza i sogni non si vive ma ciò che dà senso a un sogno e il suo realizzarsi. E Thor Heyerdahl lo sapeva bene. A mio avviso, in un mondo come il nostro in cui i cattivi ispiratori sono sempre dietro l’angolo, “andare a trovare” le imprese di un uomo così può dire tanto. Ci insegna, in primis, che studiare serve: la concretezza dei libri alimenta i sogni, qualsiasi essi siano. In secondo luogo, rafforza l’idea che occorra impegnarsi per realizzare ciò in cui si crede e che i motivi servono. Occorre avere un motivo per supportare un sogno, un motivo concreto, che esca da noi e faccia capire agli altri che qualcosa c’è. Last but not least, ci insegna che c’è sempre un viaggiatore più grande di noi. E questo non può fare che bene. Ecco cosa mi ha insegnato la visita al Kon-Tiki Museum di Oslo. Ecco perché ve la consiglio con tutto il cuore.
Grenser? Jeg har aldri sett noen.
Men jeg har hørt de eksisterer i tankene till enkelte mennesker.
Thor Heyerdahl[Confini? Non ne conosco. Ma ho sentito dire che esistono nella mente di alcune persone.]
Tutte le foto sono © Giovy Malfiori – riproduzione vietata.
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