
La frase che potrebbe accompagnare questo post è “W l’imperfezione“. Ora e sempre. Mi sono sempre considerata la perfetta imperfetta… e sono fiera di esserlo. La mia imperfezione mi rende unica e questo è un concetto che prima o poi cercherò di sviscerare a parole. Per oggi, invece, diamo spazio al nuovo progetto di Lucrezia Argentiero, persona che io stimo davvero tanto. Ogni tanto vi racconto ciò che fa (come scrivere libri sulle isole, per esempio) perché i suoi progetti hanno sempre una marcia in più. Da poco tempo è nato Why Nok, un progetto antispreco legato al cibo non proprio perfetto ma sempre salutare e buonissimo. Di cosa si tratta?
Che cos’è Whynok?
Whynok è una start-up legata al mondo del cibo. Si tratta di un vero e proprio movimento che vuole sensibilizzare il pubblico e i consumatori verso tutto ciò che nasce nei campi o sugli alberi e non è perfetto. Lo sappiamo già tutti: la frutta e la verdura che troviamo sui banchi di mercati e supermercati spesso e volentieri risponde anche a delle esigenze estetiche. Non c’è nulla di male in tutto questo: certe mele, per esempio, per essere vendute a un determinato prezzo, devono rientrare in un certo calibro (ovvero misura). Le mele più piccole non sono meno buone ma a loro verrà applicato un prezzo minore. Questo capita praticamente con tutta la frutta e la verdura di questo mondo. Cosa succede, invece, quando un frutto è imperfetto, fuori forma ma sempre commestibile, anzi buonissimo? Lucrezia risponde dicendo “È un delitto buttare I’imperfetto che è ugualmente buono e quindi perfetto per tutti“. Non trovate sia pazzescamente normale e giusto?
Che cosa fa WhyNok?
In primis… cosa vuol dire WhyNok? Ovviamente è una trasformazione di “Why not?” che diventa n+ok: why is it not ok? Perché non va bene. Il movimento lanciato da Lucrezia Argentiero vuole essere un invito a cambiare prospettiva. Lo sappiamo benissimo e ce lo diciamo tutti i giorni: cambiare prospettiva fa bene e non serve prendere sempre un aereo e fare 12 ore di volo per cambiare il nostro modo di vedere le cose. È il nostro orticello, il fazzoletto di terra sul quale posiamo i nostri piedi il luogo da guardare più diversamente di tutto il resto del mondo. È il più difficile ma anche quello che ha più bisogno di essere osservato con uno spirito diverso. Giorni fa vi raccontavo la storia di Ala e Davide e della loro rivoluzione partita da “semplici” fiori di zafferano. È la consapevolezza quella che fa la differenza nelle nostre azioni, siano esse volte allo zafferano dell’Iran o al caco che pende dall’albero del vicino e che nessuno tirerà giù.
Ci saranno degli eventi a sostegno di ciò che WhyNok propone?
Ogni movimento nasce dal un concetto da spargere nel mondo. WhyNok sta progettando delle iniziative – come recita il loro comunicato stampa – volte a “riunire le aziende agricole e chi si occupa di ristorazione per ricucire quello strappo troppo netto tra produzione e consumo. Saranno loro i primi testimonial del movimento.” A marzo del 2020 verrà promossa la prima settimana dell’Imperfezione. Si terrà in Puglia, regione dove Lucrezia vive e lavora, e sarà il trionfo dei brutti ma buoni: tutti quei prodotti che non troverebbero mai posto nella grande distribuzione ma che sono frutto della terra e del lavoro di gente che dà fatica e sudore tutti i giorni per portare avanti un’azienda agricola.
Cosa si può fare per sostene WhyNok?
Il sito ufficiale di WhyNok è provvisto di una sezione ecommerce con alcuni gadget molto utili che possono essere il perfetto regalo di Natale. Un regalo che testimonia impegno e la voglia di cambiare il mondo. L’hashtag che accompagna i post social del movimento è #sonoperfettomanessunolosa… e credo possa riguardare tutti i noi. In un mondo in cui l’omologazione sembra all’ordine del giorno e dove troppa personalità è derisa da un mercato che vuole tutti fighi, sempre in ordine, con mille filtri applicati al volto perché “aiuto, non sia mai che io abbia una ruga o sempre stanca“, essere imperfetti e raccontarsi per quello che siamo è un puro atto di rivoluzione. Nel mio piccolo io cerco sempre di essere il disastro naturale che sono e sono felice di riceve messaggi che mi dicano “ti seguo perché sei imperfetta e normale“. Lo stesso deve valere per ciò che mangiamo, ciò che scegliamo di acquistare. Ho deciso di raccontarvi il progetto di Lucrezia perché, in primis, lei per me è una grande persona e merita di avere il giusto spazio che racconta le sue iniziative. In secondo luogo, ma a pari merito col primo motivo, c’è la voglia di porvi una domanda: è o non è più facile essere se stessi con tutte le imperfezioni del caso? Pensateci. E pensateci bene anche quando farete la spesa: vi è mai capitato di scartare un frutto solo perché imperfetto? Natale è alle porte: perché non regalare il sostegno a un progetto come WhyNok?
Tutte le immagini, salvo diversamente indicato, sono © WhyNok. Riproduzione vietata.
Che bello trovare questo articolo Giovy! Ho da poco scoperto questa iniziativa che mi è piaciuta sin dal principio. Incredibile a pensarci quanto cibo buono vada perso semplicemente per l’aspetto esteriore. E ancora più incredibile come questo concetto purtroppo si applichi anche alla vita in generale. Il messaggio che lancia Lucrezia è davvero lodevole e spero davvero che sempre più persone lo conoscano e lo facciano proprio!
La perfezione esteriore sta arrivano all’estremo nella nostra epoca e io credo sia davvero un grande problema.
Sono felice di leggere questo articolo perché non sopporto proprio l’idea di sprecare il cibo, né quando non è perfetto né quando non è più freschissimo. Avevo conosciuto un progetto simile ad Amsterdam: si recuperano frutta e verdura “brutte e consumate” da mercati e supermercati e si utilizzano nei due ristoranti antispreco. Spero che sia presto un evento dalle mie parti.
Credo sia fondamentale andare in quella direzione!
Fantastico! Ha trasformato in realtà il mio stile di vita. Compro solo da contadini della zona, che per fortuna ancora vanno nei campi e portano agli angoli dei vicoletti di Gaeta il loro raccolto in base alle stagioni. Spesso mi chiedo cosa ne sarà dei loro campi coltivati, quando loro ( che hanno già un anno nella età) non ci saranno più. I figli e i nipoti non sono certo interessati a spaccarsi la schiena. Quindi prima o poi la mia spesa eco-bio a chilometro zero cesserà di esistere. Pollici su per il progetto!!’ Avanti tutta cara!
Mi fa molto piacere che possa ritrovarti in questo!
Il progetto è bellissimo sia perchè combatte lo spreco alimentare ma soprattutto perché esalta l'”imperfezione” e la fa diventare qualità. E poi chi lo ha detto che se troppo grande o troppo piccolo per forza è imperfetto. Ognuno è (im)perfetto rispetto a qualcos’altro o rispetto ai canoni che ci vogliono tutti omologati, tutti uguali sia le persone che i pomodori. Evviva l’imperfezione ed evviva la Giovy che scova sempre delle splendide iniziative!
Parlare di imperfezione è fondamentale per me, in ogni campo. La nostra epoca ci vuole troppo omologati, anche a tavola.
Articolo molto interessante, ho sempre odiato sia lo spreco che il concetto di “sempre perfetto” che la società pretende ed ostenta, per me la perfezione non esiste e l’imperfezione è normalità!!
L’imperfezione è qualcosa di speciale.